Catherine Hanratty - John Sumsion. International comparison of public library statistics. Loughborough: Library and Information Statistics Unit, 1996. 182 p. (LISU occasional paper; 12). ISBN 0-948848-82-0. £ 20.


Quando si discute delle biblioteche italiane si cerca spesso di rapportarne il rendimento a quello delle biblioteche di altri paesi, citando di volta in volta qualche dato ricavato da svariate fonti: dal confronto emerge quasi sempre uno scarto piuttosto significativo, che fornisce la dimensione del ritardo che le nostre biblioteche accusano rispetto a quelle europee e nordamericane. Ne abbiamo una conferma anche da questo recente prodotto della Library & Information Statistics Unit della Loughborough University, che da anni conduce accurate indagini sulle biblioteche inglesi e che questa volta ha realizzato un confronto fra le statistiche disponibili per le biblioteche pubbliche di vari paesi europei (Regno Unito, Danimarca, Finlandia, Norvegia, Svezia, Olanda, Belgio, Svizzera, Slovenia, Italia, Francia, Germania, Spagna, Portogallo, Irlanda), del Nord America (Stati Uniti e Canada), dell'Australia e della Nuova Zelanda.

Quasi 130 pagine del quaderno sono dedicate a una descrizione, corredata anche dalla riproduzione di alcune pagine di esempio, delle fonti disponibili per i paesi presi in considerazione. Per l'Italia viene esaminato il fascicolo pubblicato nel 1995 dalla Regione Lombardia contenente i dati e gli indicatori sulle biblioteche di base aggiornati al 1992, e quindi il confronto non riguarda nel nostro caso dati nazionali, anche se fin dal 1994 erano disponibili i risultati della ricerca promossa dall'AIB su un campione stratificato di 200 biblioteche pubbliche di tutte le zone d'Italia. La scelta crediamo sia dovuta al fatto che scopo di questa ricerca fosse essenzialmente mettere a confronto le metodologie usate piuttosto che comparare i dati. Del resto, per tutti gli altri paesi vengono presi in considerazione annuari statistici e non ricerche condotte occasionalmente, come nel caso dell'indagine AIB; questa anomalia sottolinea ancora una volta, quindi, la mancanza in Italia di una rilevazione costante dei dati da parte degli organismi nazionali. In sede di analisi dei dati lombardi, i curatori rilevano la mancanza di tabelle sulle presenze e sulle transazioni informative e fanno anche notare che il quadro delle biblioteche della Lombardia non è rappresentativo della situazione italiana.

Il lavoro contiene anche una comparazione fra gli indici statistici elaborati nei vari strumenti presi in esame, dal quale si ricava che, mentre l'annuario della Lombardia si può dire allineato per molti aspetti agli omologhi strumenti prodotti in altri paesi, esso appare più povero di altri per la parte riguardante i servizi, limitata ai dati sui prestiti. Vi troviamo anche un confronto delle misure, delle modalità di rilevazione e degli indicatori in uso nel Regno Unito da parte del CIPFA (The Chartered Institute for Public Finance and Accountancy) per le public libraries inglesi con gli standard e i manuali di misurazione prodotti da Unesco, ISO e Unione Europea.

Alle pagine 166-167 incontriamo una tabella riepilogativa che propone un raffronto tra alcuni dati essenziali, presenti in tutti gli annuari esaminati. Limitando il confronto ai paesi europei, vediamo che, rispetto al 12,4% dei cittadini lombardi che usa il servizio bibliotecario, gli utenti inglesi sono il 68% della popolazione, i finlandesi il 49%, e così via tutti gli altri, fino ai francesi con il 18% (solo la Germania con una percentuale dell'11,6% presenta un dato inferiore a quello lombardo); in Lombardia sono disponibili 1,4 volumi per abitante, contro i 7,3 della Finlandia, 6,2 della Danimarca, i 5 scarsi della Svezia e della Norvegia (anche in questo caso la Germania non è messa molto meglio di noi, con un indice di 1,6 volumi per abitante, mentre l'ultima posizione tocca alla Spagna con 0,4); con 0,7 prestiti per abitanti la Lombardia viene al penultimo posto per quanto riguarda questo servizio, seguita solo dalla Spagna (0,3) e surclassata dai 16 prestiti della Finlandia, dai 14 della Danimarca, dagli 11 dell'Olanda; la spesa pro capite per le biblioteche in Inghilterra è il doppio di quella lombarda, per non parlare della Danimarca che spende sei volte di più o della Finlandia e della Svezia che spendono 5 volte di più, mentre anche paesi che non navigano nell'oro, come Belgio e Slovenia, spendono più di noi.

Senza che ci sia bisogno di alcun commento, ci pare che questi dati descrivano con sufficiente chiarezza il percorso che rimane da compiere alle biblioteche pubbliche del nostro paese.

Giovanni Solimine, Università della Tuscia