[AIB] Associazione italiana biblioteche. Bollettino AIB 1997 n. 3 p. 389-391
RECENSIONI E SEGNALAZIONI

Storia della lettura nel mondo occidentale, a cura di Guglielmo Cavallo e Roger Chartier. Roma-Bari: Laterza, 1995. XLIV, 471 p. (Storia e società). ISBN 88-420-4754-6. L. 50.000.


I modi di leggere e le trasformazioni che le pratiche di lettura hanno subito nel corso dei secoli rappresentano un approccio interessante per l'analisi delle pratiche culturali di ogni epoca storica. Se è vero infatti che la scrittura, quindi la possibilità di tramandare testi, rappresenta tradizionalmente lo spartiacque tra la storia e la preistoria, è anche vero che la lettura si accompagna inevitabilmente alla pratica di scrivere e rappresenta quindi il riflesso speculare di ogni epoca storica. Non parliamo infatti di "lettura" del passato? In un'epoca come l'attuale, nella quale le pratiche del leggere stanno subendo trasformazioni profonde (dettate innanzi tutto dalla comparsa di nuove pratiche di scrivere e di trasmettere i messaggi scritti) l'indagine sulla lettura - oltre al tradizionale taglio sociologico - svela anche la dimensione storica che è oggetto proprio in questi mesi di esperienze estremamente interessanti. Ma rivela anche la difficoltà apparentemente insormontabile della scarsità di documentazione diretta. Poche e frammentarie infatti sono le fonti che ci consentono di ricostruire le pratiche di lettura delle epoche passate. I documenti sono per lo più indiretti: essi sono rappresentati prevalentemente dalle forme assunte nelle varie epoche dai libri e dalle altre testimonianze della cultura scritta. Da questa documentazione ricca, ma appunto indiretta, si possono ricavare per lo più suggestioni, ipotesi, approssimazioni, interrogativi. Che la comparsa di una nuova forma libraria come quella del codice abbia rappresentato - nel mondo antico - una vera e propria rivoluzione culturale è senz'altro qualcosa di più di una semplice ipotesi. Che, tra gli elementi che ne favorirono l'affermazione, ci sia anche l'affermarsi di nuovi lettori e di nuovi testi, nonché di pratiche che richiedevano la possibilità di leggere e scrivere contemporaneamente, cosa del tutto impossibile con libri in forma di rotolo, è opinione ormai comunemente accettata. Altrettanto diffusa - e condivisibile - è anche l'opinione che l'invenzione della stampa non sia stata accompagnata dall'emergere di modi rivoluzionari di leggere. Mentre oggi - d'altro canto - la possibilità ormai concreta di disporre di testi in strutture non lineari, su supporti magnetici, elettronici e digitali, rappresenta sicuramente una delle più grandi rivoluzioni nel campo della lettura. Ma tutto questo non è quasi mai raccontato direttamente dai lettori delle varie epoche, bensì testimoniato dalla forma dei testi e dalle tracce del loro uso che i lettori hanno lasciato sui supporti. Lettura ad alta voce e lettura silenziosa, lettura intensiva ed estensiva, lettura lineare e navigazione ipertestuale sono sempre pratiche piuttosto immaginate che riconosciute. Tuttavia il patrimonio di ricerche, analisi e riflessioni che si sono venute accumulando in questi ultimi anni hanno già prodotto teorizzazioni di indubbio interesse.

Secondo il noto bibliografo McKenzie, ad esempio, "nuovi lettori producono nuovi testi, e i loro significati sono funzione delle loro nuove forme". Questa è senza dubbio una lettura (ci si perdoni il gioco di parole) in chiave ottimistica dei processi storici. Equivale infatti a dire che sono necessariamente le spinte dal basso a produrre i movimenti storici. Ma il dubbio che il procedimento possa anche avvenire con direzione esattamente inversa non è completamente dissolto dalla splendida Storia della lettura nel mondo occidentale, curata da Guglielmo Cavallo e Roger Chartier pubblicata da Laterza (che dovrebbe uscire presto anche in Francia presso Les éditions du Seuil).

Uno dei fili conduttori di questa raccolta di saggi è che con il verbo leggere si identifichino e si sovrappongano significati sostanzialmente differenti nello spazio (soprattutto sociale) e nel tempo. Non a caso il primo contributo del volume, quello di J. Svenbro (La Grecia arcaica e classica: l'invenzione della lettura silenziosa) è incentrato sui numerosi verbi che in greco antico indicano l'atto del leggere, ciascuno con la sua differente sfumatura di significato. Dalle due forme base di nemein e legein, combinati di volta in volta con le differenti preposizioni, viene così ricostruita l'evoluzione storica delle pratiche del leggere nel mondo greco. G. Cavallo (Tra "volumen" e "codex": la lettura nel mondo romano) torna invece su un tema che gli è caro, quello del passaggio dal rotolo al codice, sviluppato però in modo originale proprio per ricercare le tracce di una trasformazione che investì non solo la produzione libraria, ma anche e soprattutto le pratiche della lettura. Basti pensare alla possibilità fornita dalla nuova forma del libro di abbinare l'attività del leggere con quella dello scrivere e alle novità che questa nuova opportunità introdusse nel lavoro intellettuale.

Nei saggi di M. Parkes (Leggere, scrivere, interpretare il testo: pratiche monastiche nell'alto medioevo), J. Hamesse (Il modello della lettura nell'età della Scolastica), P. Saenger (Leggere nel tardo medioevo) vengono illustrati rispettivamente il passaggio dalla lettura ad alta voce a quella silenziosa, con la conseguente introduzione del sistema della separazione delle parole e della punteggiatura, la comparsa di pratiche di lettura non lineare e la parallela mise en page tipica della Scolastica e infine l'estendersi della lettura visiva dagli ambienti monastici a quelli laici (prima di tutto universitari) alla fine del medioevo cui viene messo in relazione lo svilupparsi di una coscienza critica di fronte al testo, del dissenso, perfino dell'erotismo. R. Bonfil, dal canto suo, completa il panorama del medioevo con uno sguardo al mondo ebraico (La lettura nelle comunità ebraiche dell'Europa occidentale in età medievale).

Sul "quaderno dei luoghi comuni", tipica esperienza dell'umanesimo e vera specializzazione professionale di pedagoghi e precettori, si sofferma con raffinatezza e ricchezza di documentazione A. Grafton (L'umanista come lettore). Nei contributi di J.-F. Gilmont (Riforma protestante e lettura) e D. Julia (Lettura e Controriforma) si colgono, nel quadro delle novità che le lotte religose introducono nei modelli di lettura, nuove classificazioni che ridefiniscono il rapporto tra mondo cattolico e mondo protestante così come è stato delineato finora. A una contrapposizione fra modello cattolico, basato sull'ascolto e sulla parola, e modello riformato, basato invece sullo scritto, sembra piuttosto sostituirsene un'altra che vede da una parte cattolici e riformati luterani, dall'altra i riformati calvinisti o pietisti.

Letture e lettori "popolari" dal Rinascimento al Settecento sono gli affascinanti temi al quale è dedicato il saggio di R. Chartier. Lo studioso francese disegna una geografia che va dai pliegos e occasionnels ai chapbooks alla bibliothèque bleu, individuando per ciascuno una dimensione diversa della lettura senza trascurare nessun documento utilizzabile. R. Wittmann (Una "rivoluzione della lettura" alla fine del XVIII secolo) e M. Lyons (I nuovi lettori nel XIX secolo: donne, fanciulli, operai) analizzano le dimensioni sociologiche ed economiche della lettura prima, durante e dopo la Rivoluzione, con la comparsa dell'alfabetizzazione di massa. Il saggio conclusivo di A. Petrucci (Leggere per leggere: un'avvenire per la lettura) getta uno sguardo sulla realtà contemporanea, nella quale i fenomeni dell'invadenza dei nuovi media determinano non solo l'invadenza dell'immagine, ma anche quel passaggio dal codice allo schermo che si preannuncia non meno rivoluzionario di quello dal rotolo al codice. Inoltre la diffusione dell'alfabetizzazione presso nuovi soggetti determina la crisi dei modelli di lettura che potremmo definire "occidentali".

Lorenzo Baldacchini, Istituzione Biblioteca Malatestiana


N.B. Sorry, no English abstract is available.
Copyright AIB 1997-10-27, ultimo aggiornamento 2000-01-20, a cura di Alberto Petrucciani
AIB-WEB | Bollettino AIB | Sommario 1997 n. 3