RECENSIONI E SEGNALAZIONI

Maurizio Vivarelli.  Verso il piacere di leggere: la pratica della lettura tra gli studenti di Massa Marittima. Elaborazione dati di Fabio Santini.  Firenze: Titivillus; Massa Marittima: Biblioteca comunale "G. Badii", 1996.  110 p.  (Quaderni di Culture del testo; 4).  ISBN 88-7218-027-9.  L. 25.000.

Nella realtà italiana, seppur con un certo ritardo rispetto ad altri paesi della cosiddetta area economicamente avanzata, si è andato sviluppando, particolarmente nell'ultimo decennio, un crescente interesse per la lettura, nella sua doppia valenza formativa e informativa, nonché per i luoghi e le strategie a essa connesse, per incentivare la motivazione e la creazione di lettori abituali e consapevoli.

Quanto si legge, come si legge, dove e perché si legge sono i quesiti principali attorno a cui si muovono indagini di vario tipo orientate a fotografare una realtà che evidenzia inevitabili collegamenti tra la pratica della lettura e i vari contesti entro cui essa sia esplica. La famiglia prima, la scuola dopo e, ancora, le biblioteche sia pubbliche sia scolastiche rappresentano le agenzie educative e le strutture principali di riferimento per un discorso in chiave pedagogica che miri alla realizzazione di percorsi formativi rivolti al lettore giovanile.

Se una rilevazione in termini quantitativi e qualitativi della lettura è fondamentale nell'ambito di una panoramica generale del fenomeno, l'analisi della motivazione diviene necessaria per cogliere gli aspetti salienti dei processi che caratterizzano la formazione del lettore sin dalla primissima età. Leggere per sapere, per acquisire competenze, ma soprattutto per piacere affinché divenga pratica autonoma, non eterodiretta, frutto di scelte consapevoli, così da rimanere punto focale e permanente nella vita dell'individuo.

In relazione a queste brevi considerazioni di premessa, appare interessante l'indagine curata da Maurizio Vivarelli con la consulenza di Luca Ferrieri e Claudio Di Benedetto e la collaborazione di un gruppo di insegnanti di scuole di vario ordine e grado per la realizzazione del questionario utilizzato. La pubblicazione di questo volume rappresenta il compimento del progetto "Il piacere di leggere: indagine sulla lettura a Massa Marittima", elaborato e condotto a termine dalla Biblioteca comunale "G. Badii" nel corso degli anni 1994-1995, con il doppio fine di comparare direttamente attitudini e atteggiamenti dei lettori appartenenti ai diversi ordini di scuola, cercando di cogliere una visione evolutiva della pratica della lettura e di promuovere attività e iniziative nell'ambito del territorio per incentivare la motivazione alla lettura, sia nella scuola sia in biblioteca.

Il testo individua delle linee propositive in merito alla tematica, senza approdare a facili e pretenziose soluzioni, articolandosi sostanzialmente in tre parti: la prima con contenuti riferimenti al dibattito, ancora in evoluzione, sulla lettura nei suoi aspetti teorici e pratici in ambito pedagogico; la seconda, relativa all'indagine realizzata, che comprende l'esposizione della metodologia, del questionario e dei risultati; la terza, costituita da appendici con tavole statistiche in cui compaiono i dati di altre indagini significative a livello nazionale (Istat, Eurisko, Grinzaneletture dal 1957 al 1995) e i risultati del rilevamento condotto nella Scuola materna statale di Massa Marittima. Infatti anche la scuola dell'infanzia ha partecipato al progetto, sia con la somministrazione del questionario di indagine ai bambini e alle famiglie, sia con la realizzazione di un percorso di lavoro, evidenziando interesse nell'indagare gli aspetti salienti della tematica della lettura anche in questa fascia di età in cui il bambino, pur non avendo ancora acquisito le competenze tecniche, puņ essere avviato, comunque, a divenire un lettore motivato considerando il libro come un oggetto piacevole, carico di valenze affettive ed emotive.

Maurizio Vivarelli, accennando a studiosi come R. Barthes, E. Detti, A. Faeti, L. Ferrieri e altri ancora, tratta brevemente alcuni dei punti di vista più significativi dedicati al tema della lettura, introducendo alla complessità dell'attuazione di questa pratica considerata nei tre aspetti fondamentali di formazione, informazione e piacere. In riferimento specifico all'indagine, l'autore si sofferma maggiormente sugli orientamenti sociologico e pedagogico, cercando poi di cogliere i contributi più significativi prodotti sul versante biblioteconomico affinché gli aspetti teorici abbiano, attraverso questi dati, una ricaduta sul piano pratico di attuazione di percorsi a scuola e in biblioteca.

In riferimento alle modalità di insegnamento della lettura, l'autore ne sottolinea la problematicità visto che, nonostante vi si riservi spazio nei programmi scolastici dalle elementari alle superiori, il quadro conoscitivo del fenomeno è ancora poco chiaro e, anzi, si riscontra diffusamente una progressiva disaffezione a tale pratica tra gli alunni nel passaggio a un ordine di scuola successivo. Si accenna, inoltre, al fatto che la lettura va intesa come esercizio compiuto del pensiero e si fa riferimento alle responsabilità proprie della scuola di farsi carico di elaborare strategie di educazione ad essa e fornire un adeguato supporto strumentale. Solo così diviene possibile affiancare all'acquisizione delle fondamentali competenze di decodificazione del messaggio testuale la capacità di orientarsi criticamente nella scelta bibliografica e sviluppare e consolidare un rapporto emotivo con il testo.

A questo proposito è chiaro il richiamo all'obiettivo di fornire al lettore reali competenze di fruizione delle biblioteca, intesa come luogo di autorientamento e strumento centrale nella formazione: sarebbe stato interessante un ampliamento in questo senso considerando anche la biblioteca scolastica che, seppur nella realtà italiana sia da considerarsi ancora una nave senza timoniere e dalla rotta incerta, è il luogo propedeutico per eccellenza a tutti i percorsi di maturazione del lettore.

L'indagine è stata condotta con metodo rigoroso comprendendo un campione rappresentativo della popolazione studentesca della città (135 studenti su 947): 30 alunni della scuola elementare, 30 della media, 30 del liceo classico, 30 di un istituto tecnico e 15 di un IPSIA (in quanto solo maschi, scelti in percentuale paritaria rispetto al sesso). Il questionario comprendeva sia domande di tipo sociologico per evidenziare il profilo del lettore (sesso, provenienza, occupazione e titolo di studio dei genitori), sia domande di tipo motivazionale ed emozionale nei confronti del libro e della lettura, per rilevare quale tipo di connotazione abbia questa pratica nella vita degli studenti.

Circa il metodo e le correlazioni con altre indagini l'autore, facendo riferimento anche a Ferrieri, sottolinea la difficoltà di delineare un chiaro quadro generale della problematica a causa della quantità di variabili da prendere in considerazione in una tematica come quella della lettura. Fondamentalmente si individuano tre maggiori diffcoltà rispetto all'omogeneità delle metodologie di indagine: la polisemia del termine "leggere"; le difficoltà interpretative suscitate da giudizi soggettivi generici; le difficoltà nell'individuare quanto conti davvero, per chi legge, la lettura. Cosicché, vista l'esistenza di tanti diversi modi di leggere e tipi di relazioni possibili con il testo, l'autore chiarisce che l'indagine da lui proposta, come del resto quelle già compiute dall'Istat, è di tipo quantitativo e intende indicare con il termine "lettura" l'utilizzo generico di un testo, prevalentemente su supporto cartaceo, per non meglio precisate finalità estetico-cognitive.

Interessanti sono i risultati ottenuti, dei quali vorremmo sottolinearne tre in particolare: l'importanza dell'atteggiamento positivo delle famiglie rispetto alla lettura e alla presenza di biblioteche domestiche per incentivare questa pratica, rendendo i soggetti presi in esame propensi a considerarla come piacere; la negatività dell'intervento della scuola quando esso rende la lettura oggetto di scelte operate esclusivamente dall'insegnante con fini prevalentemente didattici e di acquisizione di competenze; la definizione dei soggetti che si dichiarano lettori per piacere fa aumentare notevolmente la loro abitudine a questa pratica rispetto a coloro che si definiscono lettori per dovere o per motivi pragmatico-strumentali.

Quindi ci pare importante sottolineare come, da una breve correlazione di questi dati analizzati, emerga una realtà di importanti relazioni esistenti tra la formazione del lettore e le offerte formative proposte dalle varie agenzie educative e di supporto strumentale. Tale considerazione appare ancora più significativa nel momento in cui emerge, anche in questa indagine, il dato che evidenzia come un approccio alla lettura per piacere sia fortemente manifesto nella scuola materna ed elementare, mentre diminuisce sensibilmente con il passaggio agli altri gradi scolastici.

L'autore conclude lasciando aperto il dibattito sulla difficoltà di eseguire di fatto un corretto confronto di dati per poter poi predisporre, attraverso un'attenta valutazione dei risultati, una rete di interventi mirati e collegati in cui siano coinvolti attivamente tutti i soggetti pubblici e privati interessati alla diffusione della lettura (scuola, editoria, biblioteche). Senza dubbio non vi sono facili soluzioni attuabili sul piano nazionale ma l'intento che emerge, anche da lavori di questo tipo, è quello di orientare gli sforzi affinché si creino i presupposti per offrire al lettore la possibilità di divenire tale nel senso più profondo del termine.

Marina De Rossi, Dipartimento di scienze dell'educazione, Università di Padova