RECENSIONI E SEGNALAZIONI

Marie-France Blanquet.  Science de l'information et philosophie: une communauté d'interrogations.  Paris: ADBS, 1997.  149 p.  (Collection Sciences de l'information. Série Études et techniques).  ISBN 2-84365-001-1.  FF 200.

La dimostrazione dell'esistenza di elementi comuni tra filosofia e scienza dell'informazione è l'obiettivo che Marie-France Blanquet si propone di raggiungere in Science de l'information et philosophie.

La scienza dell'informazione, poiché analizza i processi di costruzione, diffusione e utilizzazione dei dati informativi, condivide con la filosofia alcune questioni epistemologiche di fondo. L'individuazione dell'oggetto specifico della propria ricerca e la necessità del controllo dei dati raccolti sono fasi peculiari del procedimento scientifico e, come tali, qualificano sia la filosofia che la scienza dell'informazione.

L'argomentazione è sviluppata in tre parti. Nella prima si espongono alcuni concetti relativi alla conoscenza scientifica e alla modalità, che le è propria, di organizzazione razionale dei fatti. Nella seconda si riflette sulle implicazioni morali insite nella scienza dell'informazione, in qualità di attività conoscitiva condotta dall'uomo, i cui effetti si possono ripercuotere, positivamente o meno, sull'umanità. Nella terza parte si focalizza l'attenzione sul fenomeno in atto di globalizzazione dei dati informativi e sul conseguente rischio di manipolazione della conoscenza da parte di pochi privilegiati.

Per il linguaggio semplice e privo di tecnicismi, il libro si rivolge a un pubblico vasto e non specialistico. Il suo carattere divulgativo appare il pregio maggiore, tenuto conto della complessità dell'argomento trattato. In ultima analisi, è un volume utile a tutti coloro che indipendentemente dall'ambito specifico di interesse sono portati a meditare su benefici e costi relativi alla mondializzazione delle informazioni.

In effetti, il confronto tra filosofia e scienza dell'informazione, scopo dichiarato nelle pagine iniziali, sfugge a un certo punto al controllo dell'autrice, che si lascia prendere la mano da considerazioni trascendenti l'ambito propriamente filosofico e sconfinanti in terreno etico-ideologico.

Si vuol dire che, pur in nome di un'affinità tra filosofia e scienza dell'informazione, determinata dalla ricerca di quale utilità esse rivestano per l'uomo, la seconda parte del volume segna un cambiamento di direzione nell'analisi. L'autrice abbandona il procedimento per parallelismi e concentra l'attenzione sulla scienza dell'informazione, trascurando le relazioni con la filosofia.

Nella prima parte, la scienza dell'informazione è inserita all'interno di una classificazione che divide il sapere in: logico, caratterizzato dall'analisi e sintesi razionale dei fatti; intuitivo, trascendente ciò che è concretamente conoscibile e mirante al metafisico; sensibile, fondato su ciò che è solo percepito e non passato al vaglio della prova oggettiva. La scienza dell'informazione rientra nel sapere logico, in quanto ha per oggetto la conoscenza di informazioni acquisite per via razionale e formalizzate in segni veicolati da un documento, di qualsiasi forma esso sia.

È importante che il contenuto di conoscenza abbia già superato la prova di verifica quando lo specialista in scienza dell'informazione entra in atto, in quanto quest'ultimo è interessato alle modalità di rappresentazione del contenente. Si tratta di assicurare che il passaggio dall'informazione codificata nel documento primario alla memoria registrata si realizzi senza alterazioni né falsificazioni.

Per garantire un trattamento il più possibile oggettivo delle informazioni la scienza della documentazione adotta il metodo di analisi e sintesi dei dati, proprio della conoscenza scientifica e filosofica. Questo procedimento avvicina la scienza dell'informazione alla filosofia, istituendo un interessante confronto metodologico che, a nostro avviso, poteva essere approfondito.

Da questo piano di analisi si passa alle considerazioni sugli effetti dell'applicazione della tecnologia informatica alla memorizzazione e conservazione dei dati. La diffusione delle informazioni attraverso le reti informatiche accorcia sensibilmente i tempi necessari allo scambio dei dati e abbatte le barriere spaziali, favorendone la libera circolazione. La concezione tradizionale di spazio e tempo viene scardinata. Le distanze geografiche sono superate dalla velocità di trasmissione delle notizie per via telematica, lo spazio è unificato da un tempo universale, improntato all'istantaneità e all'hic et nunc.

All'ampia e facile disponibilità di informazioni su reti informatiche – un esempio tra tutti Internet – non corrisponde, purtroppo, una pari fruizione di quelle da parte delle nazioni e, all'interno di queste, dei gruppi sociali e degli individui. Questo scarto implica conseguenze che si possono manifestare in due forme opposte: "sotto-informazione", nel caso di insufficienza o carenza degli strumenti di comunicazione del sapere, "sovrainformazione", nel caso contrario.

Di qui il rischio di esclusione dal circuito comunicativo sia di coloro che non possono o non sanno usare i sistemi informatizzati sia di coloro che, pur detenendone il possesso, pagano lo scotto dell'abuso in termini di abbassamento del livello culturale e di riduzione dell'offerta lavorativa, in quanto la macchina spesso si sostituisce all'uomo. Senza parlare della sopraffazione esercitata da coloro che, usando con disinvoltura le conoscenze tratte dalla scienza e dalla tecnologia della documentazione, manipolano e alterano le informazioni.

Il volume si limita a porre problemi, senza proporre ipotesi di soluzione, compito del resto complesso, data l'incessante evoluzione delle tecnologie elettroniche e la difficoltà di fare previsioni a lungo termine. Esso comunque stimola nuove riflessioni e lascia il campo aperto a future discussioni.

Bettina Mariotti, Centro interdipartimentale di servizi bibliotecari di storia, Udine