RECENSIONI E SEGNALAZIONI

Mary Beth Fecko.  Electronic resources: access and issues.  London: Bowker-Saur, 1997.  XI, 148 p.  (Topics in library and information studies).  ISBN 1-85739-065-2.  £ 30.

Nella letteratura professionale compaiono con sempre maggior frequenza le guide che introducono il bibliotecario all'uso di Internet e alle problematiche dell'attivazione dei servizi basati sull'accesso, la raccolta e l'organizzazione dei materiali digitali in biblioteca. Il termine electronic resource (ER) è ormai consolidato nell'uso: Books in print SilverPlatter (gennaio 1998) segnala ben 19 monografie in commercio in lingua inglese, che lo presentano (al singolare o al plurale) nel titolo, 14 delle quali edite nel 1996 o nel 1997. Una ricerca con la stringa computer file produce solo 3 titoli, mentre tra digital ed electronic library otteniamo 23 titoli.

È una fortuna recente che si deve a numerosi fattori: agli sforzi di elaborazione e sistematizzazione di tali tematiche da parte delle organizzazioni bibliotecarie, in gran parte statunitensi, all'edizione delle norme ISBD(ER) nel 1997 e in generale al profondo mutamento che sta caratterizzando la professione in questi ultimi anni sul versante dell'utilizzo delle tecnologie dell'informazione.

Questa nuova guida, scritta da Mary Beth Fecko (Rutgers University, New Jersey) in un linguaggio privo di inutili tecnicismi e illustrata con 37 home pages tra le più significative, è rivolta principalmente ai novizi, agli studenti di biblioteconomia ma anche a quei professionisti che necessitano di un quadro di riferimento sintetico e chiaro rispetto alla complessa articolazione della materia e soprattutto di un approccio critico, rivolto a privilegiare un corretto utilizzo dei materiali digitali che risulti integrato rispetto a quello delle risorse a stampa e insieme realmente efficace nel recupero delle informazioni.

Nel primo capitolo (rassegna storica dell'evoluzione delle ER) l'accento è posto sul mutamento che le ER hanno prodotto nelle relazioni utente-biblioteca, e sulla conseguente ridefinizione della tipologia delle informazioni e dei servizi offerti al pubblico, in particolare nel settore del reference.

I concetti chiave sono quelli della forte pervasività e versatilità delle risorse elettroniche: non più relegate ai servizi di nicchia, le ER si diffondono nei più diversi settori e ridefiniscono i contenuti di ogni servizio offerto, a motivo di numerosi fattori di attrazione e soprattutto della capacità di drenare in biblioteca «a significant share of mainstream information».

Diminuiscono i tempi dedicati a un servizio di reference personalizzato, aumenta il tempo destinato alla manutenzione del sistema informativo, alla predisposizione di guide ai materiali documentari e di interfacce ai cataloghi e infine all'offerta di servizi di assistenza sull'uso "ponderato" delle ER (sostegno all'utente sulla scelta degli strumenti, insegnamento delle strategie di ricerca, valutazione del contenuto delle basi dati in linea, attenzioni rivolte al periodo di copertura, alla perdita del contenuto informativo con il passaggio da un repertorio a stampa alla sua forma elettronica, ecc.) nella coscienza che un uso superficiale delle ER vada anche a limitare l'utilizzo delle risorse tradizionali della biblioteca e inibisca lo sviluppo di quelle abilità di base alla ricerca così necessarie sui supporti cartacei.

Tratto distintivo e caratterizzante dell'autrice è lo spirito di osservazione critica e di vigile attenzione sui comportamenti di ricerca degli utenti, che ritorna in numerosi punti dell'opera, ad esempio quando verrà considerata la comprensione da parte degli utenti dei principi di funzionamento dei motori di ricerca.

Mentre il capitolo introduttivo si conclude con una breve disamina sui problemi della formazione o alfabetizzazione bibliografica degli utenti, locali o remoti (questi ultimi distinti in primari e secondari), con alcuni cenni allo sviluppo delle collezioni e ai profondi mutamenti che si registrano nella professione, il secondo capitolo presenta una rassegna delle applicazioni disponibili su Internet: strumenti di posta elettronica e altri servizi in linea (liste di discussione, BBS, Usenet e Freenets), recupero delle informazioni e indicizzazione delle risorse di rete (gopher, FTP, Telnet e Hytelnet, Wais, WWW, Web browsers), linguaggi di codifica (SGML, HTML, VRML).

Dopo alcune pagine dedicate al commento di tredici utili indicazioni metodologiche per la creazione e manutenzione di pagine Web, si riporta la distinzione di Grossman (1996) tra motori di ricerca e cataloghi (directories o indici) dei documenti e si commentano in breve alcuni motori di ricerca o cataloghi o servizi di navigazione: Aliweb, All-In-One Search Page, AltaVista, Argus Clearinghouse, Cyberhound, Deja News, Excite, Galaxy, i-Explorer, Infoseek, Lycos, Magellan, Open Text Index, Web Crawler, World Wide Web Worm, Yahoo!. La parte finale del capitolo è dedicata alla spiegazione del funzionamento dei robots o spiders nell'indicizzazione automatica delle pagine Web, al problema della mancanza di standard nella produzione delle pagine, all'instabilità delle informazioni: tutto ciò condiziona necessariamente i risultati di una ricerca in linea che sarà caratterizzata quindi da un elevato richiamo, ma da una scarsa precisione.

Nel terzo capitolo (editoria elettronica e servizi di fornitura dei documenti) l'accento è posto sulle nuove opportunità offerte dall'editoria elettronica agli autori (che possono oggi contare su un'ampia audience e sul feedback costante dei lettori), agli editori (che hanno da tempo investito nel settore o che cominciano a sperimentare oggi le possibilità offerte dalla produzione di riviste digitali) e ai più importanti servizi di document delivery. I libri elettronici sono una realtà sempre più consistente sulla rete e la produzione di basi di dati testuali su supporto CD-ROM è in sensibile aumento: vantaggi e svantaggi del loro uso sono considerati insieme a una rassegna dei principali casi editoriali (tra cui l' emblematico City of bits: space, place and the Infobahn di W.J. Mitchell); sono citati anche gli editori che hanno attivato servizi Web attraverso i quali è possibile avere informazioni sui libri elettronici e sui loro autori, insieme a materiali quali newsletters e legami ipertestuali a riviste letterarie o a siti di particolare interesse (BookWire, Eastgate Systems, The Digital Library, Electronic Book Aisle, Yahoo!).

Un'analisi più approfondita è riservata alle riviste in formato digitale nate nei primi anni Novanta, di cui si analizzano le caratteristiche di prima e seconda generazione (secondo le indicazioni di E. Duranceau): i periodici possono dividersi in titoli in sola versione elettronica e in titoli con controparte a stampa e, secondo lo schema di J. Franks, in riviste improntate su un modello database (ad esempio Lexis/Nexis, Dialog, con accesso sotto forma di password) o su un modello per cui l'utente è dotato – per la durata dell'abbonamento – di un programma con funzioni di scarico dei dati unicamente in linguaggio proprietario. Vengono adeguatamente considerati gli aspetti relativi alla catalogazione di tali risorse, alla presenza nel catalogo automatizzato della biblioteca di registrazioni relative a documenti non fisicamente presenti, alla necessaria comparazione con le riviste a stampa, alle politiche delle acquisizioni, all'evoluzione del mercato e ai grandi progetti editoriali in corso che garantiscono all'utente l'accesso a pieno testo a vaste collezioni di periodici (Oxford University Press, Project Muse, Red Sage Project, SuperJournal, TULIP, Elsevier Electronic Subscriptions).

Si descrivono infine a grandi linee i principali servizi di document delivery in formato elettronico (Adonis, BLDSC, CitaDel, Delft University of Technology Library, FIDDO, INIST, KR SourceOne, UMI, UnCover), mentre nel capitolo successivo è il valore formativo/informativo degli ipermedia a essere oggetto di analisi: nonostante la gran parte dei titoli multimediali sia oggi disponibile su supporto CD-ROM e l'analisi del mercato registri incrementi significativi nella produzione di lettori e nelle vendite dei titoli, secondo l'autrice l'uso diffuso di tale tecnologia non si sarebbe ancora imposto, contrariamente alle previsioni di qualche anno fa; viene sottolineato inoltre come gli ipermedia interattivi siano diffusi – pur se in misura minore – su altri supporti e siano presenti anche sulla rete. Vengono riportati alcuni esempi di guide, di enciclopedie interattive e di strumenti di reference: tra i CD-ROM l'unico riferimento è alla produzione della casa Grolier, mentre vengono descritti tre programmi interattivi disponibili sul Web: Library Tutor, una guida canadese all'utilizzo delle risorse della biblioteca, le storie di avventura interattive di Yahoo! e il laboratorio artistico The Place.

È noto che i termini di "biblioteca virtuale" e di "biblioteca digitale" sono spesso usati – purtroppo – come sinonimi; l'autrice riporta inoltre i risultati delle ricerche di Covi e Kling che testimoniano i differenti significati di "biblioteca digitale" presso computer scientists da un lato e library and information scientists dall'altro. Fecko propone in merito una definizione apparentemente molto chiara: «a digital library consists of a networked collection of multimedia information typically available in one location, while a virtual library comprises a set of links to various resources on the Internet, such as documents, software or databases [...]. The advantage of a virtual library is that it can transparently provide access to collections that are not geographically close to each other. A virtual library is not designed to reside in one place [...] in the manner of a digital library». Inoltre la biblioteca virtuale pone tra i suoi obiettivi l'ampliamento dell'accesso alle collezioni, l'utilizzo dei materiali multimediali, l'informazione interattiva sulle risorse e sui servizi: alcuni esempi in tale direzione sono forniti dalla visita virtuale della Ames Public Library (Iowa) o dal Global Campus Project (California), mentre Internet Public Library, Thor+ e Viva sono tra i migliori esempi di virtual library e di virtual reference desk.

Dopo un'analisi delle problematiche relative alle biblioteche digitali (efficacia, costi, selezione dei materiali da convertire, conservazione, accesso, caratteristiche dell'interfaccia, organizzazione delle raccolte e controllo bibliografico, manutenzione dei legami alle collezioni digitali) si forniscono alcuni esempi di tali biblioteche: Electric Library (ma non è forse proprio questo un caso di biblioteca virtuale?), Elinor, Informedia, Project Open Book, University of Michigan Digital Library, University of Illinois at Urbana-Champaign Digital Library.

Nel quinto capitolo una bibliografia selettiva include anche le opere utilizzate nella guida: fonti a stampa (46 titoli) e in maggior misura fonti in linea (211 titoli); alla fine un glossario e un indice.

In conclusione una buona guida, nella lettura della quale si apprezza la forte esperienza dell'autrice nell'utilizzo di Internet e della letteratura biblioteconomica specifica, ma di cui occorre lamentare alcuni limiti: l'esclusivo utilizzo di fonti angloamericane, la scarsa considerazione della produzione di risorse multimediali su supporto CD-ROM, l'assenza di riferimenti agli aspetti tecnici che condizionano i servizi multimediali (dall'utilizzo di una rete locale, al rilevamento statistico degli accessi, alle questioni relative alla gestione dei collegamenti), e infine forse il limite più grave: la mancanza di quegli aggiornamenti che il lettor e si attende ormai sempre più spesso, almeno su tali tematiche, di ritrovare in linea.

Stefano Gambari, Sistema delle biblioteche del Comune di Roma