RECENSIONI E SEGNALAZIONI


Multi-script, multilingual, multi-character issues for the online environment: proceedings of a workshop sponsored by the IFLA Section on Cataloguing, Istanbul, Turkey, August 24, 1995, edited by John D. Byrum jr. and Olivia Madison.  München: Saur, 1998.  123 p.  (IFLA publications; 85).  ISBN 3-598-21814-1.  DM 98.  Distribuito da Ellediemme - Libri dal mondo s.r.l.

Come suggerisce il titolo stesso, questi argomenti si sono fatti più pressanti negli ultimi anni con l'adozione generalizzata dei cataloghi online. Paesi tecnologicamente non all'avanguardia cominciano tuttavia a muovere i primi passi nell'automazione e si affacciano con i loro OPAC nel "villaggio globale"; d'altro canto, anche paesi ricchi come la Svizzera presentano al loro interno situazioni di plurilinguismo che si riflettono sui cataloghi bibliografici. Un altro fenomeno destinato a intensificarsi nei prossimi anni - se prenderà corpo un'effettiva politica di convivenza multietnica - sarà quello di dare spazio nelle nostre biblioteche pubbliche a libri di altre culture, altre lingue, altri alfabeti, destinati agli immigrati, come già accade in molti paesi, come quelli scandinavi.

Il libro si apre con una breve introduzione che sintetizza, per tappe, gli incontri organizzati dall'IFLA su questi temi. Nel 1986 una conferenza a Tokyo mette a fuoco queste tematiche con un occhio di riguardo per le lingue orientali. Poi le sezioni IFLA sulle Tecnologie dell'informazione e sui Servizi bibliotecari alle popolazioni multiculturali, insieme alla Divisione sul contratto bibliografico, organizzano un incontro nell'agosto del 1993 a Madrid. Da quest'incontro emergono risoluzioni e azioni da adottare, approvate dalle due sezioni dell'IFLA. Tra queste:
- incoraggiare i cambiamenti nelle norme di catalogazione in modo da includere tutti gli alfabeti e le lingue;
- diffondere raccomandazioni sull'ordinamento necessario tra lingue e alfabeti diversi;
- diffondere raccomandazioni per il trattamento delle divisioni tra parole in alfabeti non latini;
- diffondere raccomandazioni sul trattamento delle abbreviazioni nelle registrazioni bibliografiche allo scopo di ridurre le difficoltà di comprensione dei dati in databases multilingui.

La sezione Catalogazione dell'IFLA, infine, sponsorizza quest'incontro di Istanbul con sei interventi principali e altri di commento. Tema di fondo è la necessità sempre più pressante di standard internazionali e di partecipazione cooperativa alla creazione e gestione dei dati bibliografici come unica soluzione ai problemi posti da queste pubblicazioni.

L'IFLA ribadisce il suo impegno in questo campo e il programma a medio termine (1998-2001) della sezione Catalogazione porta avanti quelle che erano state le linee guida emerse dall'incontro di Madrid (1993).

Gli interventi presentano situazioni molto diverse una dall'altra. Si comincia con una panoramica dalla Turchia dove la recente automazione ha portato alla luce un disinteresse diffuso, durato anni, per l'adozione di regole comuni di catalogazione da parte delle biblioteche. La leadership della Biblioteca nazionale nel fissare standard di catalogazione si scontra, infatti, con la poca collaborazione delle altre biblioteche, situazione questa che non potrà essere tollerata a lungo con l'avvento dei cataloghi in linea.

Un altro intervento, molto tecnico, presenta i problemi posti dall'arabo, con una rassegna degli studi recenti e con le questioni che restano tuttora aperte.

Più interessanti gli interventi delle bibliotecarie russe che tracciano anche un quadro complessivo della situazione attuale e passata delle biblioteche alla luce dei profondi cambiamenti politico-economici che ci sono stati negli ultimi anni. Ludmila Terekhova ci parla dell'imponente Biblioteca russa di letteratura straniera, rinominata Rudomino dal nome della sua fondatrice e che possiede 5 milioni di documenti in 140 lingue. In questa biblioteca la prassi è cataloghi separati per ogni lingua. Altra particolarità, l'importanza del catalogo cartaceo che nelle previsioni di Terekhova giocherà un ruolo fondamentale ancora per molti anni in Russia, vista la lentezza dei processi di automazione.

Gli interventi più coinvolgenti sotto il profilo tecnico e delle cose già fatte e non soltanto progettate ci vengono dalla Svizzera e dalla Finlandia. La Svizzera, oltre alle sue quattro lingue ufficiali, presenta nei suoi cataloghi scientifici e di ricerca molto materiale in inglese. Gli accessi per autore e per soggetto sono i punti-chiave dove si evidenzia la molteplicità delle lingue usate. L'indicizzazione per soggetto è multilingue; l'utente, infatti, ha la possibilità di scegliere in quale lingua fare la ricerca. Alla Biblioteca nazionale si è preferita questa scelta rispetto al catalogo unico per soggetto, che mescolasse voci nelle varie lingue. Ovviamente, in alcune lingue il catalogo risulterà più ricco che in altre; l'utente viene informato di questo e può quindi effettuare ricerche anche nelle altre lingue. Anche la collega svizzera, alla fine, ribadisce che l'ideale sarebbe avere una lista multilingue creata e mantenuta a livello internazionale, invocando quella collaborazione così necessaria e sentita da tutti.

L'esperienza finlandese è simile a quella svizzera, sotto molti punti di vista. Anche qui due lingue ufficiali affiancate dalla forte presenza dell'inglese. YSA, il tesauro generale finlandese, sta per essere tradotto anche in svedese. Oltre a questo esistono una ventina di liste di soggetti per aree specifiche, spesso pensate per ambienti multilingui. Molto interessante è il trattamento delle vaste raccolte di letteratura russa presenti in Finlandia. Fintantoché esistevano i cataloghi cartacei, si usavano i caratteri cirillici che sono stati poi traslitterati quando si è passati agli OPAC. Dal 1994 il set interno di caratteri dei databases VTLS è stato modificato in ISO 6937/2 + Modem cirillico. In questo modo si possono inserire e visualizzare documenti in cirillico, visualizzabili anche traslitterati, a seconda del terminale usato. Il termine in cirillico e quello traslitterato appariranno uno vicino all'altro.

L'ultimo intervento, invece, ci presenta le caratteristiche dello standard Unicode: la sua versatilità permette la distribuzione mondiale delle applicazioni, senza bisogno di convertire codifiche diverse. Un linguaggio universale del futuro, assolutamente non centrato sull'inglese e sull'alfabeto latino, ma con spazio per tutte le lingue e tutti gli alfabeti.

Giovanna De Benedet
Università Ca' Foscari, Venezia