BibliotEconomia: l'economia della cooperazione bibliotecaria: Venezia, Palazzo Querini Stampalia, 25-26 febbraio 2000, a cura di Chiara Rabitti. [Venezia]: Fondazione scientifica Querini Stampalia, 2001. 105 p. (Collana Queriniana; 27) (Seminari Angela Vinay; 11).

Il volume in oggetto raccoglie i testi degli interventi presentati nel corso dello svolgimento dell'undicesimo seminario Angela Vinay. Tale iniziativa apre un nuovo percorso, in quanto gli incontri seminariali del passato erano stati dedicati allo studio dei problemi connessi con l'automazione in campo bibliotecario, mentre il convegno del 2000 ha spostato il campo di indagine verso i temi relativi all'economia delle biblioteche e, più in generale, all'economia della cultura.
Infatti, secondo quanto afferma Giovanna Mazzola Merola nel suo intervento presente nella prima sezione del libro, denominata Il contesto, pur avendo i centri bibliotecari, la loro ragione d'essere proprio nella cooperazione, intesa come condivisione delle risorse e razionalizzazione dei servizi, raramente le biblioteche trovano un proprio spazio rappresentativo nei luoghi dove si discute pubblicamente di cultura, come ad esempio nella bella rivista "Economia della cultura", diretta da Paolo Leon che, pur avendo fornito un contributo notevole nel dibattito su questo argomento, non lo ha mai posto in relazione al mondo bibliotecario. Successivamente, Adriana Vigneri ha spostato l'attenzione sulle biblioteche pubbliche e specificatamente sulla riforma delle autonomie locali e sul disegno di legge che il Governo ha presentato lo scorso anno, avente per oggetto le modalità con le quali alcuni servizi, che prevedono un elevato grado di competenze tecniche, possano essere organizzati, introducendo il principio di concorrenza nella scelta della gestione. Quindi, per l'organizzazione interna del settore sociale e culturale, il Comune si troverà di fronte a due alternative: fare ricorso alle risorse esterne del mercato oppure creare una struttura pubblica alla quale affidare le proprie attività. Questa seconda opzione è quella che gli enti pubblici hanno praticato comunemente fino ad oggi, costituendo consorzi per migliorare l'organizzazione dei servizi bibliotecari, senza ricorrere ad agenzie private.

Passando velocemente all'analisi della seconda parte del volume (dedicata allo studio delle Entrate (Fonti e strumenti di finanziamento), uno degli scritti più interessanti risulta quello di Giovanni Solimine, che tenta di dare una risposta al seguente quesito: "Ma i servizi di una biblioteca devono essere gratuiti, oppure possono essere soggetti a tariffazione?" Il docente, per avvalorare la sua posizione a favore della gratuità, cita un passo del Manifesto Unesco sulle biblioteche pubbliche, nel quale viene chiaramente definita la mission delle biblioteche, che devono costituire un baluardo fondamentale in ogni strategia a lungo termine per la cultura, la diffusione dell'informazione, dell'alfabetismo e dell'istruzione. In tale brano si afferma: "In linea di principio, l'uso della biblioteca pubblica deve essere gratuito. La biblioteca pubblica rientra nelle responsabilità delle autorità locali e nazionali." Ma egli si spinge oltre, sostenendo la necessità di migliorare la qualità delle biblioteche, incrementando ed espandendo i servizi, con lo scopo di raggiungere un bacino d'utenza sempre più esteso, al quale si potrà chiedere solamente di contribuire alle spese di alcune prestazioni.

Il problema della misurazione e valutazione dei costi - argomento molto dibattuto nell'attuale dibattito professionale - viene successivamente sollevato da Paola Geretto, che sottolinea come, in particolare, sia da tempo avvertita la necessità di definire le spese in rapporto alla soddisfazione dell'utenza, pur non avendo questa istanza ancora trovato posto negli standard internazionali. Infatti, per svolgere un accurato lavoro di standardizzazione delle varie misurazioni, sia all'interno di ogni struttura che, più in generale, verso singole tipologie di biblioteche (universitarie, pubbliche&...), sarà indispensabile avvalerci di quadri generali di riferimento normativo come le norme ISO 2789 (Statistiche internazionali per le biblioteche) e ISO 11620 (Library performance indicators), che studiano specificatamente ogni struttura nel suo processo evolutivo nel corso degli anni. Un secondo livello di misurazione è quello rappresentato dagli standard adottati nell'ambito della statistica ufficiale: per i paesi dell'Unione Europea si è predefinito un set omogeneo di indicatori, mentre altri Stati, come gli USA, producono proprie statistiche ufficiali.

Il lavoro di Claudio Leombroni, posto all'interno della parte dedicata alle Uscite (Voci di spesa e strumenti di razionalizzazione), riporta l'attenzione su un aspetto strettamente biblioteconomico come la catalogazione partecipata in ambito SBN, vista sotto il profilo economico. Parlare di questo tema significa sostanzialmente affrontare il problema della cooperazione nell'ambito del Sistema bibliotecario nazionale che, secondo le parole di Angela Vinay, si traduceva nel tentativo di immaginare e realizzare "un sistema di informazione e di strutture per la formazione e per l'educazione permanente del cittadino". Particolarmente degna d'attenzione si rivela l'analisi svolta da Leombroni in merito alla "geografia situazionale" nella quale si trova oggi la biblioteca, che agli inizi degli anni Novanta ha vissuto una vera rivoluzione, venendo il suo orizzonte operativo invaso dal consumo dei servizi di rete e dalla diffusione dell'accesso all'informazione, gestita pericolosamente da soggetti privati.

Necessita, quindi, arrivare al più presto ad una nuova definizione del ruolo giocato dall'istituzione biblioteca in questo scenario da terzo millennio, anche se esistono aspetti difficilmente prevedibili, dovuti all'impatto che le nuove tecnologie giocheranno sulle nostre attività lavorative e ludiche. Nondimeno alcuni mutamenti di notevole rilevanza sono già avvenuti: ad esempio, in Italia, si è assistito ad una segmentazione della richiesta di informazioni, per cui uno studente si rivolge ad una biblioteca per avere dati bibliografici, all'ufficio Informagiovani per conoscere nuove opportunità di lavoro, agli uffici degli enti locali per ottenere certificati e altre notizie amministrative. Questa frammentazione rappresenterà, in un futuro ormai prossimo, un serio pericolo per il bilancio delle biblioteche pubbliche, che avranno notevoli difficoltà a sostenere i costi di gestione e di funzionamento di un servizio di catalogazione, che, pur aderendo a SBN, si occupa esclusivamente della ricerca dell'informazione bibliografica.

Sempre nella sezione Uscite, trova spazio la relazione di Ornella Foglieni, dedicata agli spazi dei servizi di una biblioteca; tale intervento riprende parzialmente alcune tematiche affrontate dai precedenti relatori, ma le amplia dal punto di vista di chi, come la Foglieni, opera in vasti sistemi bibliotecari (quelli della Regione Lombardia), che si trovano a dover affrontare notevoli problemi di rinnovamento organizzativo e gestionale. In materia di spazi bibliotecari, l'autrice suggerisce tre grandi suddivisioni : spazi fisici, virtuali e del mercato. Quanto al primo tipo, numerosi convegni sono stati dedicati agli edifici e all'architettura bibliotecaria e, volendo sintetizzare alcune conclusioni raggiunte, potremmo dire che la moderna biblioteca è sempre più proiettata verso la multimedialità, nel tentativo di offrire raffinati servizi ad un'utenza sempre più esigente e remota. Inoltre, la prospettiva di avere a disposizione libri elettronici e altri supporti online all'avanguardia, rende tali servizi sempre più costosi e di difficile gestione da parte di personale "in via d'estinzione", a causa dei numerosi pensionamenti e della scarsità nelle nuove assunzioni. Se passiamo, invece, agli spazi virtuali, li troviamo popolati da reti telematiche, che le biblioteche sono costrette a condividere con altre strutture, venendo in tal modo a perdere il ruolo egemonico che esse ricoprivano nel mondo dell'informazione.

La competizione costituirà poi l'elemento caratterizzante dello spazio economico, che renderà indispensabile, in Italia, una programmazione "sul e per il territorio con modalità adeguate e realistiche". Considerando i sistemi bibliotecari, non è più pensabile "conservare e tutelare", ma diventerà indispensabile "t;progettare la valorizzazione e la gestione dei beni e delle infrastrutture culturali, stimolando la capacità di attrarre domanda in una logica di gestione integrata di servizi per il territorio".
Arrivando alle pagine conclusive del libro, che per complessità e spunti di riflessione meriterebbe un ben più ampio spazio, troviamo le relazioni dedicate all'analisi economica dei servizi di biblioteca, presentate nel corso della tavola rotonda "Ma i conti tornano?". Dopo l'introduzione di Igino Poggiali, siamo di fronte all'intervento di Alessandro Bertoni, che riporta, sintetizzandole, le informazioni elaborate dal Rapporto preliminare del gruppo di ricerca su "Misurazione e valutazione delle biblioteche universitarie", istituito dall'Osservatorio per la valutazione del Sistema universitario del MURST. Prima di questa iniziativa, avevamo pochissime informazioni sul mondo bibliotecario delle università italiane, in quanto non esistevano statistiche specifiche, ma gli unici dati a disposizione erano quelli elaborati dalla Conferenza dei rettori delle università italiane (CRUI) ed erano in rapporto a numero di docenti, studenti e superfici delle biblioteche. Bertoni ripercorre, quindi, la storia di commissioni e gruppi di lavoro confluiti nel 1999 nella CRUI, costituendo una Commissione di delegati rettorali per le biblioteche. Per un approfondimento dei dati, l'autore consiglia la consultazione del sito del MURST (ora MUIR), mentre la sottoscritta suggerisce anche di collegarsi al sito della CRUI e in particolare al "Forum per le biblioteche di ateneo".

Bertoni conclude sottolineando la presenza, in Italia, di alcuni atenei che recentemente hanno "ripensato" la loro politica economica in campo bibliotecario, puntando sulla riorganizzazione dei servizi, sull'accorpamento degli spazi e su una sempre più alta professionalità dei loro operatori. Quale migliore applicazione pratica del concetto teorico di bibliotEconomia?

Patrizia Lùperi
Biblioteca di Lingue e letterature romanze, Università di Pisa