[AIB] Associazione italiana biblioteche. BollettinoAIB 2002 n. 2 p. 214-215
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RECENSIONI E SEGNALAZIONI


Nicola Palazzolo. Informazione pubblica e informatica per il diritto: profili di un'esperienza scientifico-organizzativa (1996-2001). Fiesole (FI): Cadmo, 2001. 253 p. ISBN 88-7923-252-5. Eur 21.

Il dibattito sull'informazione di fonte pubblica, che tanta attenzione ha sollevato nel corso degli ultimi anni, si arricchisce di spunti con l'ultimo libro di Nicola Palazzolo. Si tratta di una raccolta di articoli, interventi a convegni, presentazioni di opere, relazioni e documenti prodotti nel corso della sua quinquennale direzione dell'Istituto per la documentazione giuridica del CNR e riproposti, oggi, come memoria storica di quel percorso scientifico. I testi sono organizzati non cronologicamente, ma attorno alle grandi tematiche a cui si è rivolta l'attività dell'IDG; le appendici accolgono osservazioni sul ruolo dell'istituto, anche nella prospettiva di una riorganizzazione della ricerca su scala nazionale.

La natura occasionale dei singoli interventi, volutamente non rielaborati né armonizzati, determina sovrapposizioni inevitabili ma funzionali a evidenziare alcuni punti chiave del pensiero dell'autore:
- l'evoluzione del concetto tradizionale di informatica giuridica deve accompagnarsi non solo alla ricerca di nuovi strumenti e metodologie, ma anche alla diffusione di una cultura giuridica interdisciplinare che possa rifondare il rapporto tra il cittadino e le istituzioni. L'IDG ha fronteggiato le trasformazioni in atto, evolvendosi da ente specializzato nella realizzazione di prodotti informatici a partner privilegiato di vari enti pubblici per la soluzione dei problemi informativi del cittadino, e punta ora a una sinergia con l'università, non più utente ma partecipe dell'attività di ricerca dell'Istituto. Si auspica che gli atenei, avvalendosi delle nuove potenzialità della documentazione e ridefinendo il ruolo dell'informatica giuridica nei corsi di laurea in Giurisprudenza, tornino a formare giuristi che siano veri critici del diritto, dediti all'interpretatio iuris più che a un mero accumulo di conoscenze normative e giurisprudenziali;
- il discorso sul ruolo dell'università si lega saldamente a quello dei servizi bibliotecari. La riforma universitaria del 1989 ha avuto un effetto centrifugo sulle biblioteche, accentuandone la frammentazione a livello dipartimentale in nome di una mal intesa autonomia amministrativa e gestionale. D'altra parte i sistemi bibliotecari d'ateneo, ove non fondati su un'approfondita analisi degli obiettivi, sono stati realizzati come semplici insiemi di strutture sofferenti di mancanza di coordinamento;
- il ruolo del documentalista va reinterpretato, così come le modalità della sua intermediazione tra produzione documentaria ed esigenze informative. L'obiettivo dell'informatica giuridica in Italia è oggi il salto qualitativo: garantire a contenuti già quantitativamente consistenti una migliore organizzazione (interoperabilità, uniformità di citazioni e rinvii tra fonti, strumenti concettuali per il recupero dell'informazione).

A partire da questa visione d'insieme, Palazzolo espone lo stato dell'arte della documentazione giuridica; presenta le soluzioni applicative studiate dall'IDG; illustra progetti e prospettive; propugna, tra l'altro, una strategia comune di soggetti pubblici e privati per l'editoria giuridica digitale, la realizzazione informatizzata di raccolte coordinate di legislazione vigente, la creazione di un insieme organico di sistemi informativi specializzati ricercabili attraverso una rete nazionale. Di particolare interesse, poi, è lo spaccato dell'attività dell'IDG offerto "dall'interno" nelle ultime sezioni della silloge.

Tuttavia, proprio la prospettiva per così dire "istituzionale" finisce per privilegiare le tematiche dell'informatica giuridica rispetto a quelle più generali dell'informazione pubblica; questioni quali la pubblicità dell'informazione, la "democraticità" di Internet, le dicotomie comunicazione-informazione, accessibilità-gratuità, conoscibilità-conoscenza del diritto, sono solo lo sfondo del discorso di Palazzolo. La vis polemica, che pure anima il volume, ha piuttosto come referente una certa mentalità di vecchio stampo che, relegando la documentazione giuridica a un ruolo ancillare, rinuncia di fatto a coglierne le opportunità.

Emerge in vari interventi, infine, la preoccupazione del docente di storia del diritto, "prestato" all'informatica, di evidenziare la coerenza del proprio percorso di ricerca; non certo per conquistare una credibilità scientifica che la lunga carriera basta ad attribuirgli, ma per ribadire una concezione non solo tecnica della figura del documentalista giuridico, la cui professionalità, quanto e più che in altri ambiti, deve basarsi su una solida formazione nelle discipline di riferimento.

Chiara De Vecchis
Biblioteca del Senato


N.B. Sorry, no English abstract is available.
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