[AIB] Associazione italiana biblioteche. BollettinoAIB 2002 n. 2 p. 228
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RECENSIONI E SEGNALAZIONI


Flavia Cancedda. La stamperia Gonzaga a san Marcello al Corso: storia e annali (Roma 1704-1719). Manziana (RM): Vecchiarelli, 2000. 314 p. (Bibliografia, bibliologia e biblioteconomia. Collana di testi e studi. Studi, 7). ISBN 88-8247-038-5. Eur 25,82.

Questo ponderoso volume, dovuto all'acribia storica e bibliografica di Flavia Cancedda, mantiene esattamente ciò che annuncia nel titolo. Il volume è infatti diviso in due parti, che se non sono equilibrate dal punto di vista meramente quantitativo dello sviluppo delle pagine (la prima parte, la storia, è infatti più breve della seconda: gli annali), lo sono sicuramente sotto l'aspetto della ricerca e dei risultati ottenuti. Le oltre cento pagine che costituiscono la prima parte del lavoro dimostrano la capacità dell'autrice di investigare le fonti disponibili per ricostruire - modo preciso e analitico - la storia della stamperia di Francesco Gonzaga inserendone la attività nel contesto storico e culturale della Roma di primo Settecento. Oltre alla figura del protagonista, attivo nella capitale dal 1704 al 1719, Cancedda ricostruisce con efficacia il quadro complessivo dell'attività di uno stampatore capitolino al principio del secolo dei lumi. L'acutezza storica della studiosa compulsa tanto documenti archivistici, quanto fonti edite, spogliando sistematicamente, ad esempio, una fonte preziosissima per le vicende culturali italiani qual è quella rappresentata dal «Giornale de' letterati d'Italia», che iniziò le sue pubblicazioni nel 1710 e nel quale sono frequenti le citazioni e le recensioni di opere edite dalla stamperia Gonzaga.

Altra fonte naturale della ricerca sono i libri, cioè la produzione a stampa dell'officina: Cancedda ricostruisce così non solo le vicende biografiche del tipografo, successore di Nicol'Angelo Tinassi, ma ne illustra l'attività editoriale, all'interno di quei meccanismi propri dell'editoria di inizio Settecento, soffermandosi su tutti gli aspetti ad essa connaturati: dalla committenza editoriale, alla censura, dal sistema dei privilegi alla comunicazione editoriale, analizzando con grande ricchezza di informazioni la produzione editoriale all'interno delle diverse tipologie. Al termine di quest'ampia illustrazione, Cancedda condivide il giudizio sull'attività del Gonzaga espressa dal corrispondente romano del «Giornale de' letterati», il quale, a proposito della stampa del Catalogus della Biblioteca Imperiali del Fontanini, stampata dal Gonzaga nel 1711, affermava: «La stampa è mobilissima, a cui corrisponde la carta con tutto il restante».

Dunque una figura e un'attività, quella di Francesco Gonzaga, che godette di buona reputazione nell'ambiente culturale romano contemporaneo, ma fino ad oggi presso che dimenticata: questo sapiente lavoro permette di ricollocare il tipografo in piena luce nel panorama dell'editoria romana dell'inizio del secolo decimoottavo e di apprezzarne a pieno le doti di professionista. Concludono questa prima parte la bibliografia, che da conto dei documenti d'archivio e delle opere a stampa utilizzate nel corso del lavoro, alla quale fanno seguito dieci pagine di riproduzioni, tratte da edizioni gonzaghesche, che ne illustrano - anche visivamente - la qualità dell'apparato illustrativo.

Dopo alcune "avvertenze", nelle quali, tra l'altro, sono indicati succintamente i criteri adottati nella descrizione delle edizioni, e una «legenda delle sigle di biblioteche» (in totale dodici, delle quali nove romane e tre non romane) hanno inizio gli annali tipografici di Francesco Gonzaga. Nelle "avvertenze", Cancedda discute di alcune edizioni citate dalle fonti, ma da lei non rintracciate nel corso delle proprie ricerche: è il caso delle Theses ex scriptura sacra di Bonifacio Pepe, la cui pubblicazione fu annunciata sul «Giornale de' letterati» nel 1710. Almeno un esemplare di quest'opera è conservata presso la Biblioteca universitaria di Bologna (Cfr. SBN-Antico IT\ICCU\UBOE\004362), che è tra le biblioteche non romane citate dalla studiosa.

Le ricerche della studiosa hanno dunque condotto al censimento di 190 edizioni sicuramente uscite dai torchi di Francesco Gonzaga: esse vengono descritte con accuratezza e con dovizia di informazioni negli annali. Oltre alla trascrizione del frontespizio, all'indicazione della collocazione degli esemplari consultati e alla collazione (nella quale ci sorprende un poco la mancata indicazione della segnatura), la studiosa fornisce indicazioni sul contenuto dell'edizione: a ciò seguono note tipografiche, note editoriali e bibliografiche che, naturalmente, si adattano alle peculiarità delle singole edizioni e si dimostrano attente a particolarità talvolta omesse, quali ad esempio il rilevamento della filigrana. Per ultime sono fornite informazioni sugli esemplari consultati.

Dopo una "tavola cronologica degli annali", completa gli annali e ne costituisce un'utile e indispensabile parte integrante un ricco apparato di indici: indice degli autori, dei titoli, dei dedicatari (i dedicante o dedicatori, come preferisce Cancedda, sono talmente pochi, che la compilatrice rinuncia a fornircene un elenco, preferendo il loro inserimento nel cumulativo indice degli autori principali e subordinati), dei revisori, dei disegnatori e degli incisori, degli autori citati nel «Giornale de' letterati d'Italia#187;, un indice cronologico delle citazioni tratte dal «Giornale de' letterati d'Italia» ed inserite negli annali, l'indice degli esemplari consultati e, infine, l'indice generale dei nomi. Tutto questo corrobora il giudizio che ci troviamo di fronte a un lavoro davvero ricco di informazioni e che non potrà mancare nello scaffale di quanti si occupano di produzione libraria nel primo Settecento.

Graziano Ruffini
Centro servizi bibliotecari di Scienze politiche, Università di Genova


N.B. Sorry, no English abstract is available.
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