L'interesse per la storia della lettura - e dei lettori - è per la biblioteconomia francese punto cardine. E quale terreno migliore della letteratura contemporanea per esercitare competenze e proporre strategie?
Il testo, sotto la direzione di Martine Poulain, si propone come agile guida per il bibliotecario, che, spesso per formazione, non dispone degli strumenti adatti per conoscere e seguire le evoluzioni del mondo letterario contemporaneo.
Una prima parte affronta l'argomento da un punto di vista storico-teorico; segue una seconda parte, tecnica, dove contributi di autori diversi analizzano la situazione, suddividendola per generi (letteratura, poesia, periodici) e tematiche (Internet, editoria, acquisizioni e promozione), sia in Francia sia nei paesi francofoni, con annesse specifiche e puntuali bibliografie.
Nel suo saggio introduttivo, Martine Poulain sottolinea l'importanza della letteratura quale "momento essenziale nella costruzione dell'identità", e di come le biblioteche francesi, a differenza delle colleghe anglosassoni e tedesche, abbiano sempre cercato di offrire al proprio pubblico anche quella produzione che non rientrava nella definizione classica di letteratura. Scelta che è costata alla biblioteconomia francese l'accusa di relativismo culturale.
Ma cosa si intende per letteratura? Alla letteratura classica, istituzionale e scolastica, codificata nel tempo, si contrappone una letteratura con "l" minuscola, fatta dai cosiddetti genres mauvais (i thriller, i fumetti, i romanzi d'amore, la science fiction ecc.). È una contrapposizione troppo semplicistica e riduttiva, per il panorama culturale attuale, nel quale i testi non sono più appannaggio e bandiera di una classe; al contrario circolano liberamente e gli stessi lettori hanno un rapporto molto più individuale con il testo che leggono e quindi con l'autore stesso.
Quindi il problema è come organizzare una politica culturale, tenendo conto dell'estrema mobilità tra la qualità dei testi, dei lettori e del mercato editoriale.
Ogni biblioteca ha una propria missione a cui essere fedele, da cui non può prescindere: monitorando costantemente il patrimonio e il relativo uso è possibile valutare le scelte fatte e, all'occorrenza mutarle. E si ritorna alla contrapposizione tra "Letteratura" e "letteratura" che si presenta allora come dato di fatto, punto di partenza: da un lato i lettori, interessati alla dimensione estetica, stilistica e di contenuto di un'opera - quindi a quei canoni che ne fanno un'opera letteraria - dall'altra lettori per i quali conta solo la narrazione, indipendentemente dalla presenza di valori estetici.
Le biblioteche di pubblica lettura non possono più ignorare tale constatazione, ma è da qui che devono partire per costruire e ampliare le proprie raccolte, poiché sono - come scrive Jean-Jacques Viton - "les receptacles passagers d'un bagage de mots, d'accent, de tons et de passions".
Paola Arrigoni
Biblioteca del dipartimento di scienze dell'antichità, Università di Milano