[AIB] Associazione italiana biblioteche. BollettinoAIB 2003 n. 1 p. 92
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RECENSIONI E SEGNALAZIONI


Dal libro alle collezioni: proposta operativa per una gestione consapevole delle raccolte, testi di Alessandro Agustoni, Angelo D'Adda, Emanuela Rivetta, Miranda Sacchi, Marco Sirtori; revisione scientifica di Giovanni Solimine. Milano: Provincia di Milano, Settore Cultura, Sistemi bibliotecari intercomunali, 2002. 75 p.

Dal libro alle collezioni, volume di 75 pagine edito dalla Provincia di Milano, sottotitolo Proposta operativa per una gestione consapevole delle raccolte, è il risultato del lavoro di un gruppo di quattro persone, curato da dieci persone dei sistemi bibliotecari intercomunali lombardi. Il libro rappresenta una reale novità nel panorama bibliotecario italiano, in quanto risulta da un lavoro trasversale e insieme gerarchico realizzato di concerto tra un'amministrazione pubblica - la Provincia di Milano - e i bibliotecari attivi professionalmente in biblioteche pubbliche di diversi enti locali.
La volontà di servire la popolazione sul piano culturale emerge dallo spirito con cui sono scritte le pagine, non numerose ma scarnamente sintetiche, che riportano - razionalizzandola alla luce del metodo scientifico - un'esperienza di un anno di lavoro.

Il problema "cosa comprare" e "per chi"; cosa e come scartare per mantenere efficiente e agile la biblioteca pubblica è stato ampiamente dibattuto nella letteratura professionale angloamericana e riportato anche in Italia quale conseguenza della maturazione delle biblioteche pubbliche di ente locale sorte molto numerose negli anni Settanta dopo la legge di decentramento delle competenze in materia di biblioteche.
Il lavoro dei bibliotecari della Provincia di Milano si rifà ai dettami e alle raccomandazioni dell'IFLA, di cui tien conto anche la Regione Lombardia nella legge vigente emanata nel lontano 1985, ai lavori pubblicati dall'AIB (Linee guida per la valutazione delle biblioteche pubbliche italiane, 2000), ai criteri statistici stabiliti dall'Istat per l'analisi della popolazione, al metodo Conspectus elaborato dai bibliotecari americani del Research Library Group nel 1978 per «controllare e pianificare lo sviluppo delle raccolte».

La supervisione di Giovanni Solimine avvalora sul piano teoretico il lavoro tecnico professionale svolto dal Gruppo di lavoro lombardo.
Tra le pagine di una matura professionalità e di "freddo" metodo fa capolino qualche atteggiamento forse un po' ingenuo, quale il desiderio di bibliografie esaustive di riferimento per la scelta dei libri (come se fossero strumenti di produzione automatica e scevri dall'invecchiamento) oppure il desiderio di una speciale attenzione alle biblioteche da parte degli editori, come se le biblioteche e i bibliotecari fossero dei "minorenni" bisognosi per questo motivo di un occhio di riguardo da parte degli altri soggetti sociali ed economici, cui si riconosce implicitamente maggiore maturità e affermazione nel loro ruolo.

Un'altra tentazione, forse un po' "dannosa", riguarda il personale, che "si raccomanda" non sia soggetto a continuo turn-over, evidentemente per salvaguardarne la professionalità, ma sia di ruolo anche nelle realtà più piccole, come i «punti di contatto con il servizio bibliotecario», mentre si sa che i bilanci degli enti locali impongono sempre nuove restrizioni sulle spese per il personale. Sarebbe più utile a questo proposito indicare sinteticamente i requisiti minimi professionali delle persone addette ai vari ruoli, ma la situazione ancora molto fluida e indefinita del ruolo dei bibliotecari in Italia ai vari livelli si fa sentire.
Un altro elemento importante per un discorso che voglia affrontare con metodo il rapporto biblioteca-utente, è quello della rilevazione dei desideri degli utenti, reali o potenziali: la definizione di target, "profilo di comunità", infatti è condotta solamente per via anagrafica o di censimento, senza integrazioni per indagine diretta di argomento o titoli da acquistare per la biblioteca di base.

Il metodo Conspectus, che ben si adatta a un ambiente universitario, presenta qualche forzatura se rapportato a livello di biblioteca locale, anche se nella pubblicazione in esame la definizione del "profilo" dell'utenza, che tiene conto delle fasce d'età, della condizione professionale, del titolo di studio e delle caratteristiche territoriali in campo economico e culturale, ha un peso decisivo nell'orientamento degli ambiti di formazione delle raccolte.

Un aspetto scontato, ma che forse andrebbe riesaminato, è l'attenzione all'aggiornamento delle raccolte con parallelo oculato scarto delle pubblicazioni obsolete: si evidenzia così la separatezza di interesse metodologico tra i bibliotecari di biblioteche pubbliche e di biblioteche di conservazione, laddove si dovrebbe pensare anche a un collegamento funzionale tra tipi diversi di biblioteche a livello di "coordinamento sistemico", in quanto i libri obsoleti scartati dalle biblioteche di pubblica lettura non fanno certamente parte del patrimonio delle biblioteche di conservazione, che documentano altri ambiti editoriali, e si giunge così, per esempio, alla riedizione di antologie scolastiche per avere in libreria testi letterari introvabili, come dimostra un'operazione editoriale di successo di qualche anno fa.
Dal libro alle collezioni non è un libro dei sogni né un manuale da seguire pedissequamente, ma - come esso stesso si definisce - un work in progress, un resoconto di un lavoro pratico che vuole avvalersi di teorie sperimentate e allo stesso tempo creare una teoria metodologica valida per il nostro paese.

Anna Rosa Rugliano
Università di Trieste


N.B. Sorry, no English abstract is available.
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