[AIB] Associazione italiana biblioteche. BollettinoAIB 2003 n. 1 p. 99-100
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RECENSIONI E SEGNALAZIONI


Successes and failures of digital libraries, edited by Susan Harum, Michael Twidale. Urbana-Champaign: Graduate School of Library and Information Science, University of Illinois, 2000. 134 p. ISBN 0-87845-107-2. $ 30,00.

Nel 1998 si tenne nello Stato dell'Illinois, Stati Uniti, la trentacinquesima conferenza intitolata "Clinic on library applications of data processing". Organizzata in collaborazione con la scuola per biblioteche e scienza dell'informazione dell'University of Illinois a Urbana-Champaign, aveva un titolo volutamente provocatorio: "Successi e fallimenti delle biblioteche digitali".
Durante la conferenza è stato utilizzato il progetto "Digital Libraries Initiative", sviluppato soprattutto nell'iniversità che ospitava la conferenza stessa, quale caso di studio da cui ricavare risorse per future iniziative riguardanti le biblioteche digitali. Gli interventi dei relatori sono stati pubblicati nel volume in recensione.
Stephen Griffin, direttore dell'Agenzia della Digital Libraries Initiative, espone, nel primo intervento, la storia di quest'istituzione.

Griffin ricostruisce i quattro anni di storia della Digital Libraries Initiative spiegando come è stata finanziata. Sottolinea che il concetto di biblioteca digitale non è equivalente a una mera collezione digitale coi relativi strumenti di gestione; è invece uno strumento di sviluppo per raggruppare collezioni, servizi e persone a supporto dell'intero ciclo di creazione, disseminazione, uso e conservazione di informazioni e conoscenze.
Edward Fox, nell'intervento successivo, relaziona sul progetto della Biblioteca digitale delle tesi e dissertazioni, di cui è direttore, costituita da un network tra diverse università e biblioteche con lo scopo di assicurare una pubblicazione digitale alle tesi e alle dissertazioni prodotte nelle istituzioni aderenti all'iniziativa, al fine di permettere agli studenti di raggiungere un'ampia audience e alle istituzioni di risparmiare soldi rispetto a pratiche convenzionali di pubblicazione.
Il terzo intervento tratta dei giornali in formato full-text e dello sforzo per renderli accessibili da parte del progetto Digital Library Initiative, attraverso Internet. Come in altri ambiti, anche qui una scelta critica è la scelta del formato digitale standard per i documenti, caduta sullo standard SGML, poi convertito in XML.

Le relazioni centrali presentano ricerche sociologiche sugli utenti della Digital Libraries Initiative, sulle ricerche da questi effettuati e sulla valutazione degli utenti stessi sul progetto complessivo. Vengono presi in considerazione i feedback degli utenti, i test di usabilità, gli incontri coi bibliotecari che si occupano della consulenza in rete. Le raccolte di dati e le analisi per la misurazione e la valutazione del progetto Digital Libraries Initiative, ancora in corso, hanno lo scopo di capire la natura dell'utilizzo della biblioteca digitale e i fenomeni sociali coinvolti. L'autore dell'intervento che si occupa di questioni semantiche nelle biblioteche digitali, Hsinchun Chen, citato in altre relazioni all'interno della stessa conferenza, nomina l'information overload quale problema sempre più evidente nella nostra età dell'informazione. Lo stesso Chen spiega come viene affrontato questo problema nella Digital Libraries Initiative, attraverso un uso mirato dell'intelligenza artificiale.
Non manca un intervento sulla possibilità di trasformare le informazioni e le tecnologie accumulate nel progetto della Biblioteca digitale in prodotti e servizi commerciabili.

Particolarmente interessante è il parallelo tra la DLI e OCLC, un'impresa commerciale che opera all'interno dei servizi per le biblioteche.
Un problema fondamentale nel mondo digitale è l'annotazione: questa viene analizzata nel penultimo intervento, nel quale si affronta il futuro dell'annotazione in un "mondo (di carta) digitale".
L'ultima relazione si focalizza sull'importanza delle biblioteche per "fare ordine" e per sopravvivere in un mondo elettronico caratterizzato da un sempre maggiore disordine.
Nonostante la data della conferenza, 1998, non sia recentissima, le relazioni non appaiono datate, non addentrandosi in questioni tecniche che verrebbero superate in un batter di ciglia.

Scopo dichiarato dei curatori della raccolta è quello di fornire una descrizione generale dello "stato dell'arte" per coloro che vogliono sviluppare la loro biblioteca digitale, più dal punto di vista teorico che da quello prettamente pratico; una riflessione sicuramente utile, specie se proveniente da un mondo all'avanguardia nel campo delle biblioteche digitali quale è quello anglosassone e americano in particolare.
La qualità dell'opera è garantita dal fatto che quasi tutti gli interventi sono completati da una corposa bibliografia.
Il linguaggio usato è un inglese tecnico, piuttosto difficile per chi si trova alle prime armi coi termini biblioteconomici anglosassoni; la lettura non è quindi facile per chi non è avvezzo alle pubblicazioni professionali in questa lingua.

Alberto Rovelli
Università "Bocconi", Milano


N.B. Sorry, no English abstract is available.
Copyright AIB 2003-06-19, a cura di Giada Costa
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