[AIB] Associazione italiana biblioteche. BollettinoAIB 2003 n. 2 p. 229
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RECENSIONI E SEGNALAZIONI


Libro e censure, a cura di Federico Barbierato; introduzione di Mario Infelise. Milano: Sylvestre Bonnard, 2002. 221 p.: ill. (Universo Libro). ISBN 88-86842-29-5. Eur 16,50.

Attenzione ai vocaboli! Si parla di libro, non di codici manoscritti. Dice Infelise in apertura: «Gli europei si accorsero presto che la capacità di penetrazione del libro a stampa non aveva precedenti. L'euforia della scoperta aveva condotto il re di Francia Luigi XIII ad affermare che la stampa era "arte più divina che umana", proprio per lo straordinario servizio che poteva offrire alla fede cristiana e all'amministrazione del regno. Non ci volle molto, però, per accorgersi di alcuni inconvenienti non secondari. La stampa era utile alla fede e ai sovrani, ma - se non ben controllata - era altrettanto utile ai loro nemici». Di qui, l'estensione e l'organizzazione degli strumenti di censura dopo l'invenzione della stampa a caratteri mobili.
Ma quali sono stati i generi letterari più soggetti ad espurgazioni o eliminazioni? E perché? E da parte di chi? A queste domande risponde il volumetto in esame con una struttura di tipo enciclopedico, che prende l'avvio da Afrodisiaci, libri e, passando per 53 voci, trova una fine aperta alla speranza nella Stampa, libertà di.

Le voci sono dotte e sufficientemente esaurienti. Lo stile varia a seconda dell'autore: in alcune è un po' arido, lasciando troppo spazio alle citazioni; in altre è narrativo e scorrevole; in altre ancora è ironico e frizzante; alcune sono fin troppo sintetiche; altre, articolate e complete come capitoli a sé. Ed ecco che, più che un dizionario ragionato, sembra di leggere una saga: la saga del libro a stampa, appunto, con la diversa fortuna (o sfortuna) incontrata dai personaggi, costituiti dai diversi generi letterari, in paesi e periodi diversi.
Si apprende così quanto misero sia stato il destino della Bibbia in volgare; colpevole - per aver attinto a preesistenti versioni di estratti biblici, o per esigenze filologiche, o per semplice necessità di traduzione - di interpretazioni non canoniche della parola divina, essa fu proibita dall'Inquisizione spagnola fin dal 1492; perfino Enrico VIII riuscì, prima di abiurare il cattolicesimo, a vietare nel 1530 la volgarizzazione della Bibbia in Inghilterra; in Italia si dovette aspettare il 1758 perché Benedetto XIV autorizzasse chiunque alla lettura delle versioni in volgare, purché commentate e approvate dalla Santa Sede. Sorte non migliore hanno avuto i libri ebraici, bruciati a migliaia, ad esempio, nel 1553 a Venezia in seguito a una disputa sui contenuti anticristiani del Talmud, oppure oggetto e motivo di tragiche epurazioni quando si costituì in Italia, nel 1938, la Commissione della bonifica libraria, quasi che il bacino della parola scritta fosse una palude mortifera.
Consolatoria, per contro, è la storia dell'Encyclopédie. Lo Stato (francese, questa volta) aveva tentato di bloccarne la pubblicazione, gettando in carcere Diderot nel 1749 a causa di alcuni suoi testi sospettati di eresia. Ma fu tale il favore per l'opera incipiente sia da parte del pubblico, sia, di conseguenza, da parte dei librai che senza Diderot e l'Encyclopédie vedevano sfumare ogni loro guadagno, che dopo 103 giorni di prigione il geniale autore fu liberato e poté lavorare altri vent'anni alla sua opera, portandola trionfalmente a termine.
In conclusione, Libro e censure, dotato anche di un apparato iconografico e di una bibliografia per soggetti, dona momenti di piacevolissima lettura. Dispiace un poco, invece, che, essendo indirizzato dall'editore soprattutto agli studenti di materie bibliologiche, contenga qualche refuso nella nomenclatura: Giulio III, istigatore del rogo dei libri ebraici del 1553, è diventato Giulio II, morto già nel 1513 (p. 79); Diderot può chiamarsi Diderto... Ma sono sciocchezze, piuttosto stimoli per andare a rinfrescare le proprie nozioni di storia.

Maria Luisa Ricciardi
Valdobbiadene (TV)


N.B. Sorry, no English abstract is available.
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