[AIB] Associazione italiana biblioteche. BollettinoAIB 2003 n. 2 p. 230-231
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RECENSIONI E SEGNALAZIONI


Biblioteche nobiliari e circolazione del libro tra Settecento e Ottocento: atti del Convegno nazionale di studio, Perugia, Palazzo Sorbello, 20-30 giugno 2001, a cura di Gianfranco Tortorelli. Bologna: Pendragon, 2002. 430 p. (Le sfere; 58). ISBN 88-8342-115-9. Eur 25,00.

Nel panorama italiano della ricerca storica, il libro, sottratto ormai alla tradizione erudita e talvolta celebrativa, è diventato oggetto di molteplici indagini, le quali, studiandone gli aspetti della produzione, diffusione e consumo, hanno comunque mantenuto una propria specificità storiografica, pur nell'attenzione mostrata a modelli interpretativi adottati altrove. In questa prospettiva di studio si possono collocare anche i contributi presentati al convegno organizzato dalla Fondazione Uguccione Ranieri di Sorbello, di Perugia, i cui atti qui si presentano e dei quali per convenienza si riporta l'indice che può concorrere a dare un'idea del contenuto della pubblicazione: Gianfranco Tortorelli, Premessa; Lodovica Braida, Circolazione del libro e pratiche di lettura nell'Italia del Settecento; Adriana Chemello, Lettura e lettrici nella tradizione italiana dell'Ottocento; Flavia Cristiano, Biblioteche private e antiquariato librario; Laura Desideri, La biblioteca del Gabinetto Vieusseux negli anni dell'"Antologia": acquisizioni, recensioni, letture; Elisabetta Benucci, "Io gli studi leggiadri talor lasciando e le sudate carte". La biblioteca di Palazzo Leopardi a Recanati; Fabio Tarzia, Lettura nobiliare a Roma nella seconda metà del Settecento: aspetti e proposte di metodo; Lucia Tonini Steidl, La biblioteca fiorentina di Dimitrij Petrovic Buturlin; Rita Chiacchella, Le vicende delle biblioteche Ansidei e Manzoni; Alessandra Panzanelli Fratoni, Tracce di circolazione del libro a Perugia tra Cinquecento e Seicento; Francesco Guarino, L'archivio Bourbon di Sorbello: una fonte non solo per la memoria familiare; Laura Zazzerini, Un percorso nella memoria della biblioteca "Uguccione Ranieri di Sorbello Foundation"; Luigi Crocetti, Indicizzare la libertà.

In un percorso tematico che comprende l'analisi dei luoghi di concentrazione e di tutela della cultura scientifica, l'esame del pubblico e dei sistemi di approvvigionamento dei libri, argomento centrale e sotteso è la lettura, cui, difatti, sono dedicati, vuoi espressamente, vuoi marginalmente, molti dei contributi presentati al convegno, cosicché nell'insieme troviamo rappresentata buona parte di quel "reticolo di pratiche codificate" (in cui, ovviamente, non si esaurisce il fenomeno della lettura) prospettato da Roland Barthes e Antoine Compagnon: leggere è una tecnica; leggere è una pratica sociale; leggere è una forma di gestualità; leggere è una forma di saggezza; leggere è un metodo; leggere è un'attività voluttuaria.
Ricordiamo dunque il saggio di Braida, equamente impegnato a illustrare il delinearsi di un pubblico nuovo, soprattutto femminile, e le nuove occasioni di accedere al libro (caffè, società letterarie, gabinetti di lettura), nonché le diverse norme sulla censura libraria nel Settecento; e poi i contributi di Chemello, Benucci, Tarzia che tratteggiano, ognuno con una propria chiave di lettura, aspetti del pubblico di lettrici femminili: la prima autrice recupera la raffigurazione letteraria della donna-lettrice; la seconda, invece, ricostruendo le fasi di formazione della biblioteca Leopardi, evidenzia gusti e interessi intellettuali di una figura di lettrice eccezionale, Paolina Leopardi; Tarzia, infine, offre un esempio di antropologia della lettura e di ricerca della mentalità nell'analisi del contenuto della biblioteca di Margherita Gentili, che vaglia, usando come lente d'ingrandimento il romanzo Le avventure di Saffo di Alessandro Verri e l'epistolario di questi con il fratello Pietro.

Una storia della lettura è possibile - condividiamo con Barthes e Compagnon - solo se abbraccia l'intero campo delle letture (pratiche e oggetti), passando attraverso il meccanismo di una tipologia comparata. Lo stesso Tarzia, consapevole che la nuova prospettiva di ricerca libraria esige una metodologia di lavoro, si è cimentato proprio con il suo saggio nel difficile compito di indicarne presupposti e risvolti teorico-pratici.
Se dei vari aspetti di storia della lettura sono rimasti fuori dal convegno perugino i temi legati alla lettura come procedimento di ricreazione del testo (per comprendere: gli spunti formulati in proposito dalla sociobibliografia di McKenzie), tuttavia, ne sono stati approfonditi altri, peraltro specifici del clima socio-culturale dell'Ottocento, quali, ad esempio, i nuovi luoghi di lettura e i nuovi sistemi di approvvigionamento dei libri. A proposito di luoghi, come non citare lo studio che da anni va conducendo Desideri sullo stabilimento di Giovan Pietro Vieusseux, fondato a Firenze nel 1819 e organizzato in due strutture portanti: il Gabinetto di lettura vero e proprio e la biblioteca circolante destinata al prestito a domicilio, quest'ultima con una fisionomia che la distingueva da altre analoghe, come rileva un passo autografo dello stesso Vieusseux (dat. 1841), significativo documento trascritto da Desideri: «un merito che distingue questa Biblioteca circolante da quella di molti altri Gabinetti di lettura, è che i romanzi non sono i libri che vi sono in maggior numero; e vi si trovano molte di quelle opere importanti sulle scienze e sulle lettere, e recenti, che si cercherebbero invano nelle pubbliche biblioteche».

Merito del saggio di Cristiano è di chiarire la distinzione tra libraio d'assortimento («che si dedica abitualmente alla vendita di opere d'ogni genere») e libraio antiquario («che compra e vende libri rari, usati o fondi di librerie»); tale distinzione che, determinata dallo sviluppo della produzione libraria in direzione industriale e popolare e dalla disseminazione del collezionismo, consentì al mercato antiquario di contare su un proprio bacino di sostegno, fu poi sancita nel 1894 dal regolamento per il commercio librario in Italia. Fenomeni caratterizzanti la diffusione del libro nell'Ottocento sono la dispersione di biblioteche nobiliari e la circolazione di libri ecclesiastici, incrementata dalle successive soppressioni delle corporazioni religiose, che stimolarono e alimentarono il farsi e disfarsi di collezioni ad opera di studiosi e professionisti che andarono ad ingrossare le fila del collezionismo librario (cito Cristiano, p. 86-87). In proposito, in un suo recente saggio, Alfredo Serrai si è soffermato sulla necessità di dedicarsi allo studio delle collezioni private in Italia, in tanto in quanto esse hanno rappresentato non l'esperienza antagonista, bensì complementare a quella delle biblioteche pubbliche proprio in virtù del loro carattere tipico, la specializzazione, che ne avrebbe fatto, almeno per alcuni paesi, un'istituzione fondamentale per lo sviluppo di singoli settori culturali. Lo ricorda molto opportunamente Panzanelli Fratoni, presentando nel suo contributo un'eccezione (ma solo apparente) a questa prospettiva: la raccolta privata di Prospero Podiani, a Perugia, tesa sin dalle origini a costruirsi con i caratteri della biblioteca pubblica e tali funzioni svolgeva grazie alla pratica del prestito librario di cui potettero godere personaggi come Antonio Possevino e Angelo Rocca. E ancora il tema delle biblioteche private può annoverare, come era prevedibile avendo esso dato origine e titolo al Convegno, un buon numero di saggi che ricostruiscono le vicende della costituzione delle biblioteche e/o archivi e si soffermano sull'analisi della loro fisionomia: il già citato contributo di Benucci sulla biblioteca di palazzo Leopardi a Recanati, costituita con acquisti massicci e non frutto di sedimentazioni ereditarie accumulatesi attraverso le generazioni, come spesso accade nel caso di raccolte librarie nobiliari; e poi i saggi di Chiacchella e di Tonini Steidl, nonché quello di Zazzerini in cui viene illustrata anche la metodologia dell'intervento applicato al patrimonio librario della biblioteca della Fondazione Uguccione Ranieri di Sorbello, attuato dopo un attento studio dei cataloghi e documenti conservati nello stesso Archivio Bourbon di Sorbello, alla cui fisionomia di archivio di famiglia (peraltro con tesori quali gli Autografi di chiarissimi personaggi, busta 102 e la serie Mappe e Tipi catastali) e ai cui riordinamenti avvenuti nel XVIII e XIX secolo dedica un saggio Guarino.
Per concludere: occasioni come quella offerta dal convegno perugino consentono di esplorare zone meno conosciute del panorama librario ed editoriale italiano e di approfondirne alcuni particolari momenti (maggiori e minori) legati agli aspetti della diffusione, del consumo e della ricezione; studi questi che vanno ad accostarsi a quelle ricerche intenzionate a ricostruire, se pur in modo ancora disorganico, una storia del libro "a tutto tondo", che comunque può essere perseguita solo con il concorso di tutte le discipline del libro.

Marielisa Rossi
Università di Roma "Tor Vergata"


N.B. Sorry, no English abstract is available.
Copyright AIB 2003-08-09, a cura di Anna Galluzzi
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