[AIB] Associazione italiana biblioteche. BollettinoAIB 2003 n. 4 p. 509-510
AIB-WEB | BollettinoAIB | Sommario 2003 n. 4

RECENSIONI E SEGNALAZIONI


All: letteratismo e abilità per la vita, [indagine a cura dell'Istituto nazionale per la valutazione del sistema dell'istruzione]. [Firenze]: Regione Toscana; [Pisa]: Plus-Università di Pisa, 2003. 2 v.: ill. (Formazione, educazione, lavoro) (Educazione. Studi e ricerche ; 17). ISBN 88-8492-105-8.

I due volumi in oggetto contengono i dati raccolti nel corso di un'indagine pilota compiuta dall'Istituto nazionale per la valutazione del sistema dell'istruzione, su richiesta di tre regioni italiane (Campania, Piemonte e Toscana), con lo scopo di verificare lo stato della propria popolazione relativamente al grado di competenze possedute, a livello alfabetico (literacy), numerico (numeracy) e a quello relativo alle "abilità per la vita", tutte caratteristiche ritenute indispensabili per misurare l'effettiva possibilità di perseguire, da parte di ogni individuo, quegli obiettivi generali legati a un apprendimento che si snoda lungo l'arco dell'esistenza, applicato poi praticamente negli ambiti legati all'occupabilità professionale, all'inclusione sociale e all'autorealizzazione.

Una precedente inchiesta internazionale denominata All (Adult Literacy and Life Skills), compiuta dal 1994 al 2000 in ventidue paesi, aveva prodotto un quadro comparativo delle competenze alfabetiche funzionali (literacy-letteratismo) della popolazione tra i 16 e i 65 anni e aveva definito gli indicatori di abilità, applicati a campioni nazionali che rappresentavano la popolazione del paese oggetto d'indagine. Le maggiori difficoltà emerse dall'analisi dei dati ottenuti risultavano essere legate alla difficile attività di misurazione e confronto delle nuove capacità, di cui ogni persona deve dotarsi in una società sempre più complicata e complessa, dove non è sempre possibile avere a disposizione rassicuranti modelli.

Lo studio All aveva portato all'individuazione dei seguenti elementi di novità:

  • necessità di misurarsi con la competenza alfabetica in relazione a testi in prosa;
  • necessità e verifica delle competenze informatiche applicate alla vita quotidiana;
  • necessità di rendere visibili situazioni, luoghi e contesti non tradizionali di apprendimento;
  • necessità di organizzare nuove forme di lavoro, con capacità di collaborare e assumere ruoli diversi da parte di ogni cittadino adulto.

Questa può essere considerata la "foto di gruppo" riguardante i paesi che avevano partecipato al progetto, in attesa di passare alle "radiografie" dei singoli contesti nazionali, in alcuni dei quali sono ormai in vigore da anni studi sui comportamenti della popolazione adulta, mentre in altri, come l'Italia, non sono mai state compiute ricerche di questo tipo, che vanno di pari passo con lo sviluppo delle politiche del lifelong learning. Di qui la decisione da parte dell'allora Ministero della pubblica istruzione (attuale MIUR) di sviluppare su base nazionale una successiva ricerca All, affidando l'incarico all'Istituto nazionale per la valutazione del sistema dell'istruzione (Invalsi), con il sostegno delle regioni, alle quali la Costituzione italiana ha da sempre riconosciuto la competenza in merito alle scelte di indirizzo delle politiche formative. È in questa prospettiva che il Piemonte, la Toscana e la Campania hanno accolto la proposta dell'Invalsi di finanziare lo svolgimento di uno studio pilota della ricerca All, facendolo realizzare nel proprio territorio.

Il progetto in questione mette a fuoco alcune variabili rappresentative di una serie di "abilità utili per la vita", che influenzano non solo la riuscita economica e professionale ma anche quella legata ad aspetti socio-relazionali, che verranno passati in esame in qualità di "momenti informali di apprendimento", tra i quali troviamo: le visite in biblioteca, le visite alle librerie, alle mostre culturali, ai musei, ai siti archeologici e ai parchi naturali, oltre alle abitudini culturali e non dei soggetti, da come impiegano le abilità di lettura, scrittura e calcolo, dal tempo che trascorrono con familiari e amici e dalle attività che svolgono durante il tempo libero.

Il campione utilizzato, composto da 1715 unità, è stato suddiviso sulla base di tre parametri: sesso, fasce d'età e titolo di studio, presenti proporzionalmente nelle regioni in cui si è svolto il rilevamento dati, garantendo che per le variabili suddette fosse coinvolta proporzionalmente la popolazione da 16 a 65 anni, residente nei capoluoghi, nei comuni non montani e montani.
Dovendo riassumere in poche righe un'indagine educativa-comparativa svolta a livello nazionale, mi limito ad accennare che, nella fase investigativa, sono stati utilizzati dei questionari aventi il compito di descrivere il background socio-culturale, e alcuni fascicoli contenenti prove cognitive, volte invece a evidenziare sia la percentuale della popolazione che non supera i livelli di analfabetismo che quella dotata di competenze matematiche, letteratismo e problem solving. Altri tipi di prove impiegate, non sono riproducibili in quanto coperte dal copyright.

Arriviamo finalmente alle biblioteche che entrano in questa inchiesta come primo nodo interpretativo, sotto il profilo di "Abitudini culturali - e non solo - nella vita quotidiana: opportunità di apprendimento non formale e informale": ci spiace constatare che a livello nazionale, il 62,1% del campione non si serve mai di una biblioteca e il 32,7% non ne visita mai una ma esiste anche un 26,4% al quale capita di entrarci forse una volta l'anno, mentre solo il 6,4% vanta una frequenza mensile e il 4,9% settimanale. In ogni caso, le donne e la popolazione più giovane sono i più assidui frequentatori delle biblioteche pubbliche.

Il contesto di vita, le relazioni sociali e le strutture di cui dispone il luogo di residenza appaiono comunque molto significativi nell'incentivare o scoraggiare queste abitudini e anche i dati relativi alle singole regioni sembrano confermare questa affermazione, in quanto la Toscana e il Piemonte, dotati di una rete bibliotecaria più ampia e collaudata della Campania, arrivano rispettivamente a una percentuale di non frequentatori di una biblioteca di 43,2% e 57,8%, contro i 73,1% di utenti partenopei. Pure la visita alle librerie non è una abitudine praticata generalmente dalla popolazione intervistata che in questo caso non evidenzia differenze tra i due sessi: il 7,2% del campione afferma di entrare in libreria settimanalmente, il 18,8% mensilmente, il 41,1% almeno qualche volta l'anno e il 32,7% non le visita mai. Un ulteriore nodo interpretativo riguarda l'abitudine della lettura e, dalle domande poste agli intervistati su cosa leggono e quanto leggono, emerge chiaramente che questa è una delle attività preferite dalla popolazione di riferimento (60%), anche se per la maggior parte degli uomini leggere è un dovere.

La ricerca prosegue in vari settori collaterali come: l'apprendimento in età scolare, il grado di soddisfazione del proprio lavoro e l'utilizzo di tecnologie innovative (PC, cellulari...) in ambiti professionale o a livello di vita quotidiana, comparando le varie percentuali, in un contesto di variabili conosciute e misurate effettivamente.
Vorrei concludere non citando altre percentuali e numeri, ma evidenziando come simili lavori possano essere utili nella costruzione di una politica graduale di avvicinamento tra biblioteche ed esigenze dei propri cittadini-utenti, in vista di un inserimento di questi ultimi nel processo permanente di apprendimento, nel quale le biblioteche, con la loro connotazione multidimensionale, partecipano a pieno titolo, favorendo lo sviluppo sia di competenze alfabetiche che numeriche.

Una ipotetica fase futura dell'inchiesta in oggetto, che puntasse a monitorare quelle abilità e competenze, utilizzate nel variegato mondo delle biblioteche (banche dati, biblioteche digitali, e-learning, e-book...) ci porterebbe senz'altro a disegnare più dettagliatamente una mappa di esperienze "effettivamente" utili per la vita, indispensabili oggi in un contesto di cittadinanza attiva di ciascun individuo.

Patrizia Lùperi
Biblioteca di Lingue e letterature moderne 1, Università di Pisa


N.B. Sorry, no English abstract is available.
Copyright AIB 2004-03-02, a cura di Giada Costa
URL: https://www.aib.it/aib/boll/2003/0304509.htm