Per un fund raising a misura di biblioteca

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Giovanni Di Domenico

Abstract

In un precedente articolo ho provato a definire alcuni elementi che potrebbero qualificare un approccio efficace al fund raising per le biblioteche, vale a dire uno specifico modello di reperimento e raccolta sistematica di fondi aggiuntivi (o altre risorse) per sostenere in modo continuo gli scopi istituzionali, le attività, i progetti, la crescita di un'organizzazione bibliotecaria.
L'articolo mirava a enucleare gli aspetti comunicativi del fund raising, fondamentali soprattutto nel caso di un settore, quello delle biblioteche, strutturalmente debole e scarsamente visibile.
Stavolta cerco invece di soffermarmi sulla selezione dei mercati, delle fonti, delle chance che possono concretamente presentarsi alle biblioteche in cerca di finanziatori o, comunque, di sostenitori.
Come si può forse desumere anche dalla sommaria ricostruzione tentata, le opportunità di mercato per un fund raising che voglia essere a misura di biblioteca si presentano assai variegate e di diseguale appetibilità, ma tutte meritevoli di attenzione. Non le scorciatoie facili, ma il tempo, riscontri concreti, momenti di formazione e apprendimento, infine un'esperienza organizzativa diffusa e condivisa diranno verso quali destinazioni converrà indirizzare gli sforzi. Un fatto è però sicuro: in una stagione di risorse pubbliche e istituzionali deficitarie, ma di oggettiva necessità di valorizzazione e adeguamento delle biblioteche (parlo di accessibilità, qualità, rinnovamento, ampliamento), della loro offerta documentaria e dei loro servizi, non è più possibile rimandare l'appuntamento con queste problematiche. Insieme con strategie e politiche tendenti ad alimentare e a soddisfare la domanda di servizi bibliotecari, la ricerca sistematica di risorse può rientrare a pieno diritto tra le culture, le metodologie e le pratiche chiamate a sostenere un progetto di biblioteca (è sempre da lì che bisogna obbligatoriamente partire) e l'agire organizzativo, mai solo strettamente biblioteconomico, che vi è sotteso. Non ha forza l'obiezione che i livelli decisionali implicati sono spesso esterni alle strutture bibliotecarie: il fund raisingè prevalentemente comunicazione e progettualità; nulla impedisce di misurarsi con gli interlocutori istituzionali circa l'oggetto e i contenuti di un programma operativo e stabilire con loro in che modo, dove e con quali partner sia possibile trovare aiuti e investimenti per le biblioteche di oggi e per quelle di domani.

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