[AIB]  Associazione italiana biblioteche. BollettinoAIB 2007 n. 4 p. 461-473
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UNIMARC e il libro antico
Il Gruppo di lavoro ITALE per la catalogazione informatizzata del materiale antico

di Marta Luciana Giovannoli


Nasce un'idea

Il Gruppo ha cominciato le proprie riunioni nel 2003, nella splendida sede dell'Accademia della Crusca, proprio nella storica Sala delle Pale, dove sono conservate le "pale", gli stemmi personali degli accademici cinque-settecenteschi con i relativi motti.
L'idea di un Gruppo di lavoro sul libro antico, attivo nel seno di ITALE, Associazione italiana utenti Aleph, che riunisce appunto i rappresentanti delle istituzioni che utilizzano questo software, era nata durante l'Assemblea ITALE tenuta a Siena nel 2002: l'Accademia della Crusca doveva catalogare il Fondo dei Citati, vale a dire le edizioni a stampa "citate" nel Vocabolario degli accademici della Crusca.
Era necessario fornire ai catalogatori un template Aleph, una griglia di lavoro con l'indicazione dei campi UNIMARC1 da riempire, dando istruzioni su come applicarla alla descrizione di queste opere. Si rendeva quindi indispensabile una riflessione proprio sul manuale per scegliere quali tag erano indispensabili, quali utili, cosa mettere/dove mettere.
Nel Gruppo, alla sua formazione, erano rappresentate poche istituzioni: Accademia della Crusca -Firenze (Delia Ragionieri, Marielisa Rossi), Biblioteca civica Berio - Genova (Danilo Bonanno), Biblioteca comunale di Siena (Daniele Danesi), Politecnico di Torino (Maddalena Morando), Università degli studi di Siena (Marta Luciana Giovannoli).
Proseguendo i lavori, il Gruppo si è allargato e ne sono entrati a far parte rappresentanti di altre istituzioni interessate alle problematiche discusse. Ad oggi ne fanno parte: Accademia della Crusca - Firenze (Delia Ragionieri), Biblioteca civica Berio - Genova (Danilo Bonanno), Biblioteca del Senato della Repubblica (Alessandra Casamassima), Politecnico di Torino (Maddalena Morando), Scuola normale superiore di Pisa (Arianna Andrei, Barbara Allegranti), Università degli studi di Genova (Valter Montallegro), Università degli studi di Roma Tre (Gabriella Raciti), Università degli studi di Siena (Marta Luciana Giovannoli), Università di Pisa (Elisabetta Soldati), Università Federico II di Napoli (Maria Rosaria Bacchini).
Il Gruppo si avvale della consulenza scientifica di Maria Cassella (Università degli studi di Torino), Daniele Danesi (Biblioteca comunale di Siena), Annalisa Spinello (CILEA), Marielisa Rossi (Università di Roma Tor Vergata), Margaret D'Ambrosio (Associazione IRIS-Firenze), Simona Turbanti (Università di Pisa).
L'obiettivo, come si accennava, era quello di stilare un Tracciato per la registrazione del libro antico in UNIMARC.
L'iniziativa s'inseriva in una serie di attività portate avanti da varie istituzioni: basti pensare al lavoro del CERL2, alla trascodifica in UNIMARC di EDIT16 e all'attività dell'ICCU3.
La base per iniziare sono stati gli strumenti esistenti, UNIMARC/Bibliographic4 ovviamente, e ISBD(A) 5: infatti, anche se il lavoro è consistito soprattutto nell'analisi di UNIMARC, non era possibile prescindere dal confronto con ISBD(A), pur con tutte le sue manchevolezze, sottolineate in più di un'occasione. Si è anche tenuto costantemente presente l'evoluzione della normativa: l'IFLA aveva già in corso una riflessione su ISBD(A), da cui poi è scaturito il draft 20066. È inoltre da tempo disponibile l'UNIMARC/Holdings7, che può interessare per la registrazione dei dati dell'esemplare, mentre nel giugno 2005 è uscito l'update 5 di UNIMARC/Bibliographic, in cui ci sono novità anche per i tag riguardanti il materiale antico.
La riflessione su UNIMARC è stata esaustiva. Esso è stato analizzato in tutti i suoi campi e sottocampi e per ognuno di essi ci si è posto il problema: si applica al libro antico? E se sì, come?
In più di un caso sono nate delle perplessità e delle riserve sul risultato delle scelte effettuate. Ponendosi dal punto di vista dell'utente finale, si può affermare che spesso la scheda descrittiva di un libro antico è di difficile, quasi di impossibile lettura: si pensi, per esempio, alle note concernenti l'esemplare, in cui si registrano le lacune, lo stato di conservazione, gli appunti manoscritti, gli ex-libris ...
I campi UNIMARC sono solo due: 316 e 317, ripetibili all'infinito, ciascuno con il relativo sottocampo 5, nel quale sono registrati i dati della biblioteca che possiede l'opera8. Poi c'è il ripetersi degli accessi legati all'esemplare: il possessore, il glossatore, il donatore... Tutte informazioni utili per determinate tipologie di utenti, pesanti da registrare in un record bibliografico, soprattutto se, come ormai è quasi la norma, l'istituzione fa parte di un sistema bibliotecario.

Si concretizza il lavoro: il seminario del 2004

Il lavoro intenso è sfociato nella stesura di un Tracciato analitico, che, pur finalizzato al software Aleph, può essere utilizzato anche da altre istituzioni che usano applicativi diversi.
 Il Tracciato è stato illustrato nel Seminario tenuto all'Accademia della Crusca nel dicembre 2004. Gli atti del Seminario sono stati pubblicati nel numero maggio-agosto 2006 della rivista «Culture del testo e del documento»9.
In occasione di questo Seminario, sono state presentate delle proposte e rilevati dei problemi con l'augurio che potessero stimolare la discussione e l'approfondimento di essi.
Tra i principali:
- si sono fornite delle indicazioni sulle modalità di utilizzo del campo 012, Impronta, e del sottocampo 5, relativo all'identificazione della biblioteca e dell'esemplare descritto:
-  è stata curata una traduzione/interpretazione dei tag 140 e 141, che riportano le informazioni codificate per il libro antico;
-  il sottocampo 4 (codice di funzione) è stato preso in esame per applicarlo al campo 712, così da specificare la funzione dell'intestazione in esso inserita per quanto riguarda la produzione materiale e/o iconografica dell'edizione (stampatore, incisore …) e le caratteristiche dell'esemplare (dedicatario, donatore …). Abbiamo consigliato l'uso solo di alcuni codici, i cui significati sono stati anch'essi tradotti ed interpretati;
-  l'adozione di campi proprietari10, 549, 569, 719, è scaturita dalla constatazione che i tag previsti sembrano in alcuni casi insufficienti per registrare tutte le peculiarità del libro antico. Si può, infatti, ritenere importante indicizzare il titolo non editoriale presente sulla copertina o sul dorso dell'esemplare (campo 549), mentre manca un tag specifico che dia accesso al titolo di una parte non autonoma di testo (sezione, appendice ...) fisicamente unita all'opera (campo 569). Il campo 719 è stato previsto per quelle istituzioni che, non gestendo un authority file, vogliano creare un ulteriore accesso ad un tipografo/editore: per esempio, in caso di pubblicazioni congiunte, nel 719 può essere inserito il nome del secondo editore.
Particolarmente significativi sono stati gli interventi di colleghi esterni al Gruppo, che hanno parlato delle loro esperienze. Daniele Danesi, della Biblioteca comunale di Siena, ha illustrato le problematiche relative ai campi 140-141; Stefano Tartaglia, dell'Università di Siena, ha affrontato la spinosa questione dell'indicizzazione per soggetto del libro antico; Cristina Magliano e Gabriella Pelosio hanno offerto un'importante testimonianza delle esperienze realizzate dall'ICCU e da EDIT16 nella catalogazione di questo materiale; Stephen Parkin della British Library ha parlato della catalogazione del libro antico nella propria biblioteca, anche in rapporto al passaggio al software Aleph.

L'attività successiva al seminario

Il Seminario non ha significato l'esaurirsi dell'attività del Gruppo, che si è dato un programma preciso:
-  proposte di modifica ad UNIMARC/Bibliographic;
-  realizzazione di un tracciato UNIMARC sommario;
-  studio di un tracciato UNIMARC/Authorities11 per registrare in forma standardizzata i nomi dei librai, tipografi, editori del libro antico.

La collaborazione con l'ICCU

Come accennato, in occasione del Seminario del dicembre 2004 fu sottolineato che, nello stilare il Tracciato analitico, erano emerse lacune, difficoltà d'interpretazione, inesattezze. Ad alcune di queste problematiche era stato ovviato con l'adozione di campi proprietari, soluzione consapevolmente scelta come temporanea.
Il Gruppo ha formulato, con l'obiettivo di presentarle al PUC (Permanent UNIMARC Committee) dell'IFLA12, varie richieste di modifica e di creazione riguardanti i seguenti campi: 100, 140, 141, 142, 215, 316, 317, 327, 331, 511, 560.
Nell'iniziare questo percorso, abbiamo sentito subito l'esigenza di coinvolgere l'ICCU, che (tramite la sua rappresentante Cristina Magliano) è membro del PUC e che esamina questi problemi in più sedi: dal Laboratorio per la bibliografia retrospettiva alla Commissione per l'aggiornamento delle RICA13.
In varie riunioni congiunte si è arrivati alla stesura di sette proposte di modifica, stilate in base alle novità nel frattempo introdotte dall'Update 5 di UNIMARC/Bibliographic del giugno 2005, che riguardano anche la descrizione del libro antico: in particolare i tag 316 e 317, ed anche il 141, che è stato massicciamente rivisto.
La collaborazione sempre più stretta con l'ICCU si è concretizzata anche con l'ingresso nel Comitato nazionale UNIMARC14 di un rappresentante di ITALE e di due membri del Gruppo ITALE sul libro antico.
Si sta quindi delineando un Gruppo allargato di descrizione del libro antico, che travalica l'uso di questo o quel software, per puntare all'individuazione di una "via italiana" alla catalogazione di questo tipo di materiale, e che, speriamo, possa avere influenza sempre maggiore in ambito di codifica internazionale.

Le proposte di modifica concordate con l'ICCU e presentate al PUC

Le proposte di modifica e di creazione di nuovi campi concordate con l'ICCU riguardano i tag:
100, 141, 316, 421, 422, 511, 560 e sono state inoltrate da Cristina Magliano al PUC nel 2007.
Esaminiamole brevemente:

100: nella descrizione del libro antico è particolarmente importante registrare la data di stampa, quando sia differente da quella di pubblicazione. Manca in UNIMARC un codice specifico. Si è chiesto l'introduzione del codice "k" nella posizione 8, seguito dalla data di pubblicazione e da quella di stampa nelle posizioni 9-12 e 13-16.

141: è stata proposta una completa riorganizzazione, per potervi inserire tutte le informazioni codificate relative alla copia: tipo di legatura, stato di conservazione, danneggiamenti subiti, illustrazioni non editoriali, segni lasciativi da chiunque l'abbia posseduto o consultato. Queste informazioni si danno nei tag 316 e 317 in modo discorsivo, ma finora mancava la possibilità di registrarle in forma codificata.
I codici del sottocampo "a" hanno subito cambiamenti concernenti la registrazione del tipo di legatura e dello stato di conservazione dell'esemplare.
Sono stati inoltre aggiunti tre sottocampi: d, e, f.
- Il sottocampo "d" (Binding State of Preservation Code - specific), con tre posizioni per registrare i codici relativi ai tipi di danni subiti dalla legatura (chimici, biologici, muffe …).
- Il sottocampo "e" (Body of the Book specific characteristics), con sei posizioni per informazioni relative alle illustrazioni specifiche dell'esemplare (Hand-made Illustration: miniature, disegni a matita, a pennello ...) e ai segni di utilizzo presenti su di esso (Marks in Book: glosse, marginalia, ex libris ...).
- Il sottocampo "f" (Body of the Book State of Preservation Code - specific) dedicato alle informazioni sui danneggiamenti subiti dall'esemplare: tre posizioni, con gli stessi codici del sottocampo "d".

316: è stato proposto di rendere ripetibile il sottocampo "a" e di riordinarne il contenuto, secondo una scansione precisa:
- descrizione di opere legate insieme
- caratteristiche dell'esemplare
- copie numerate di un'edizione
- pagine mancanti e danneggiamenti
- stato di conservazione
- descrizione della legatura e sue dimensioni.
Ciascuna caratteristica dovrebbe, quindi, essere inserita in un separato sottocampo "a".

421-422: è stato presentato un esempio specifico, relativo ad una monografia, per sottolineare che questi campi sono usati per collegare tra loro l'opera principale e un'appendice o supplemento fisicamente separati da essa. Nelle Notes on field contents del 421 si parla già di «serial and monograph»; l'esempio mette in evidenza l'uso dei due campi per le pubblicazioni monografiche, non necessariamente antiche, che presentino queste caratteristiche.

511: nuovo campo (Half title_Edition data), per dare accesso al titolo dell'occhietto, quando differisca in modo significativo da quello proprio. Viene anche sottolineata la differenza tra il nuovo campo e il 513 (Added title-page title).

560: anch'esso è un nuovo campo proposto (Artificial title/not editorial title), per indicizzare il titolo non editoriale presente sull'esemplare.

Tutte queste proposte, formulate secondo lo schema richiesto dall'IFLA, sono state tradotte in inglese, e corredate con la "riscrittura" della pagina del Manuale chiamata in causa aggiungendo esempi ad hoc, il tutto con l'indispensabile e preziosa collaborazione di Cristina Magliano dell'ICCU.
Le proposte sono state esaminate dal PUC: si aspetta una risposta ufficiale e, se accettate, saranno prossimamente pubblicate.

Le proposte di modifica da riesaminare

Sono rimaste in sospeso altre proposte del Gruppo ITALE, in parte presentate al Seminario, in parte frutto di riflessione e sperimentazioni successive: per esse è necessario una verifica più approfondita.

140: nel sottocampo "a" si è cercato di dare maggiore specificità ai dati concernenti le caratteristiche fisiche dell'opera (illustrazioni e relative tecniche, marche tipografiche editoriali), aggiungendo codici o puntualizzando quelli già esistenti. Per esempio, sono precisate le varie tecniche con cui sono eseguite le illustrazioni: mezzo-tinto, bulino, punta secca, cromo-litografia ... Le posizioni 23 e 24 sono definite in maniera diversa: infatti, adesso la 23 è riservata alla presenza o meno della marca tipografica mentre la 24 alla presenza o meno della marca editoriale. Come ben sappiamo, questa divisione così netta è spesso impossibile nel libro antico, quindi si è proposto di dare rilievo non al tipo di marca, ma alla sua collocazione nell'opera: nella posizione 23 si indica se la marca tipografica editoriale è presente nel colophon, e nella 24 se essa si trova invece nel frontespizio.
Inoltre si propongono due nuovi sottocampi: b, c.
- Il sottocampo "b" (Titlepage Code - Technique), con una sola posizione, indica la tecnica con cui il frontespizio è stato realizzato: xilografia, acquaforte, incisione ...
- Il sottocampo "c" (Illustration Code - Content type), con tre posizioni, indica la presenza di illustrazioni scientifiche, specificandone la natura: per esempio botaniche, mediche, astronomiche ...

142: nuovo campo: dati codificati relativi alle varianti di edizione (Coded data field: antiquarian - Variants of edition). Dovrebbe riportare le informazioni sulle varianti di edizione: impronta, data, segnatura, formato ... Avrebbe obbligatoriamente il sottocampo 5, relativo all'individuazione della biblioteca e dell'esemplare descritto. Riporterebbe, quindi, in forma codificata, quanto scritto, in forma discorsiva, nel nuovo tag 331, cui sarebbe collegato.

215: si chiede lo spostamento della segnatura dal campo 307 al 215 sottocampo "a", essendo un'informazione che riguarda l'estensione dell'edizione. Poiché la segnatura fornisce un'informazione omogenea con la paginazione/cartulazione, sembra opportuno incorporare questo dato nel sottocampo "a", dopo l'estensione. In alternativa, si ipotizza la creazione di un sottocampo specifico nel 307.
Ancora riguardo al 215, si propone di riportare le dimensioni della copia nel tag 316, in quanto è un dato concernente l'esemplare, lasciando nel sottocampo "d" solo il formato.
Da notare che SBN(A) registra la segnatura in nota, e che il draft 2006 di ISBD(A) non dà indicazioni in merito, mentre sposta le dimensioni nella nota di copia.

327: la modifica richiesta riguarda il secondo indicatore, che adesso può essere #: nota non strutturata, oppure 1: nota strutturata. Per rendere chiaro il trattamento dei dati dal punto di vista informatico, si suggerisce di cambiare il secondo indicatore da # a 0 in caso di nota non strutturata.

331: nuovo campo, che dovrebbe riportare le varianti di edizione (Variants notes) riscontrate sull'esemplare descritto. È considerato specifico per il libro antico e dovrebbe avere il sottocampo 5, con l'indicazione della biblioteca e della copia descritta.

423: si chiede che comprenda anche la descrizione di parti non autonome di testo e non fisicamente separate, contenute nell'opera che si sta catalogando (sezioni, appendici ...). Nel tracciato presentato al Seminario 2004 era stata suggerita l'adozione di un nuovo tag, momentaneamente indicato come proprietario: il 569.

Il Tracciato sommario

Il Tracciato UNIMARC sommario è stato realizzato pensando alle esigenze di strutture che non possono o non vogliono investire tempi e mezzi nella descrizione approfondita del proprio patrimonio antico, ma si limitano a dare notizia del possesso di un'opera o di una sua edizione particolare.
Questo tracciato può essere utile anche in caso di descrizione di opere antiche senza esame "libro alla mano", sia che si scelga la catalogazione diretta, per esempio da schede cartacee, oppure quella derivata.
È stata anche considerata l'eventualità che, se un'istituzione sceglie di eseguire una descrizione meno accurata di questo materiale, può affidare il compito a personale senza formazione specifica.
Sono stati fatti tagli soprattutto nei campi codificati e nelle note: i primi, perché di non immediato utilizzo o comprensione da parte degli utenti, le seconde, perché comunque riconducibili a campi più generali, oppure non essenziali ai fini di una descrizione sommaria. Così, per esempio, sono stati tolti i tag 140 e 141. Infatti, riguardo al 140, le informazioni concernenti le illustrazioni possono essere riportate nell'area della descrizione fisica in modo semplificato, mentre l'analisi del contenuto sembra superflua in questo tipo di catalogazione. Anche la presenza di una marca tipografica editoriale può essere registrata in nota, se ritenuto opportuno. Ugualmente, il contenuto del campo 141 non è stato ritenuto essenziale, in considerazione del fatto che lo studio approfondito dell'esemplare, richiesto per usarlo, non è confacente ad una catalogazione "veloce" o senza libro alla mano.
Sempre per queste ragioni, è considerato opzionale anche il campo 012 ed è indicata la possibilità di abbreviare la trascrizione del frontespizio.
L'area della pubblicazione è stata semplificata, così come quella della serie.
Per quanto riguarda le note, è data indicazione di usare il tag 300, come previsto dal Manuale, per tutte le note dal 301 al 315.
Nel blocco dei legami sono stati mantenuti solo quelli che indicano opere legate insieme (481 e 482) e il generico 488.
È stato ridotto l'uso dei titoli in relazione: solo il titolo uniforme, il titolo parallelo, il titolo per esteso, ed il 517: titolo variante.
Il tracciato sommario ha avuto subito un'applicazione: la Regione Toscana ha promosso un progetto riguardante la catalogazione delle edizioni del XVI secolo conservate nelle biblioteche toscane. Per eseguire questo lavoro è stato convenuto che il tracciato sommario possa essere un punto comune di partenza per l'inserimento dei dati ritenuti essenziali.

UNIMARC/Authorities

Contemporaneamente alle proposte di modifica ad UNIMARC/Bibliographic, è iniziato l'esame della trascrizione in formato UNIMARC/Authorities delle forme standardizzate di accesso ai tipografi editori e librai antichi.
Fondamentale, per fare un punto sulla situazione, è stato il Convegno di Firenze sull'authority control15: alcuni interventi, infatti, sono stati dedicati alle esperienze maturate in questo campo e all'illustrazione delle varie soluzioni adottate.
Manca, infatti, nei cataloghi in linea e nei repertori cartacei, una concordanza nel trattamento della varietà di tipologie: il singolo tipografo editore che si identifica in più modi, magari perché pubblicando opere italiane si presenta con il nome italiano, salvo poi assumerne uno latino, quasi sempre declinato, nel momento in cui pubblica opere in questa lingua. Contemporaneamente, magari, lavora anche con un nome falso. Frequente è la ricorrenza del tipografo editore che si trasferisce in una città o nazione diversa, e traduce o cambia il suo nome, e ci sono quelli che pubblicano congiuntamente e da soli. C'è poi il caso dei continuatori: la vedova, gli eredi, il nipote che ha lo stesso nome del nonno.
Ricostruire la storia di una stirpe di tipografi editori e librai è quanto mai arduo, anche se esistono gli annali tipografici. Per il secolo XVI è prezioso EDIT16, anche se ovviamente limitato agli italiani.
Prima i cataloghi a stampa, poi quelli on-line, hanno scelto spesso soluzioni personali per costruire gli indici "controllati" dei tipografi editori e librai. Ma si possono evidenziare due correnti: identificarli come individuo o come ente.
Il Gruppo ha preferito la seconda ipotesi. In caso di nome personale, l'elemento d'accesso è il cognome, seguito dal nome proprio.
Questa scelta è stata fatta dopo un'attenta riflessione: le RICA, riguardo agli editori moderni, danno indicazioni totalmente diverse. Il Gruppo si è allineato a quanto deciso da EDIT16 e da ICCU Antico, in attesa del parere della Commissione RICA, che ha in esame la problematica.
Anche per questo lavoro l'esame è stato meticoloso. Se l'applicazione esaustiva di UNIMARC/Bibliographic al libro antico è forse una novità, crediamo che pure l'analisi di UNIMARC/Authorities, così com'è stata fatta, sia qualcosa di innovativo, almeno per l'Italia.
Non è stata fatta una traduzione, come quella curata dal Comité français UNIMARC nel 200416, ma una ricognizione finalizzata alla stesura di una bozza, di una griglia di campi e sottocampi, come per il tracciato della descrizione bibliografica, così da offrire al catalogatore indicazioni di cosa mettere/dove, nel momento in cui, conoscendo tutti i dati dei tipografi, editori, librai antichi, desideri inquadrarli in una registrazione di autorità.
L'analisi si è anche, inevitabilmente, estesa alla descrizione standardizzata di altri accessi legati a quello del tipografo editore libraio e di grande importanza nella descrizione del libro antico: le marche tipografiche e i luoghi di pubblicazione.
Sono stati esaminati i tre tipi di record previsti: l'Authority entry record, il Reference entry record, ed il General esplanatory entry record. Lo studio era finalizzato a sperimentare l'applicabilità e convenienza del loro utilizzo, in relazione anche alle GARR17. Da ciò è scaturito un breve documento, con qualche esempio.
Passando poi allo studio dell'Authority entry record, sono stati considerati i campi relativi agli enti, escludendo, almeno per il momento, quei tag riferiti all'entità come nome personale e come soggetto e quelli che si riferiscono ai titoli uniformi.
Il Gruppo non intende offrire una soluzione a tutte le casistiche che il catalogatore di libri antichi deve affrontare, ma ha cercato di calare nella griglia UNIMARC le varie forme di tipografi editori e librai. Il tracciato che ne è scaturito si può presentare come un contenitore, che dovrebbe essere ospitale di ogni tipologia di tipografo editore antico.
Come già per il bibliografico, però, sono venute subito alla luce incongruenze, difficoltà d'applicazione, lacune. Quanto emerso è stato concretizzato in varie proposte di modifica. Commentiamo le più rilevanti, sottolineando che alcuni dei problemi evidenziati non si riferiscono solo ai tipografi editori e librai antichi, ma a tutti gli enti, e possono riguardare anche l'entità persona.

$0 e $5: non è chiaro l'uso dei due sottocampi, anche in relazione ai campi note. È stata elaborata un'interpretazione, tutta da verificare.

$5: manca un codice che identifichi il soprannome, in quanto "e" indica solo lo pseudonimo. Non sembra opportuno unire le due tipologie sotto lo stesso codice.

150: l'articolazione del campo, per quanto riguarda i tipi di autorità governative, non è ospitale per le autorità politico-territoriali antiche. Sarebbero necessari altri codici.

21x: sarebbe opportuno assegnare un sottocampo specifico alla registrazione della data di attività o di vita di un ente (similmente al sottocampo "f" per il tag 200), al posto del generico "c". A proposito di questo campo, è emersa un'altra difficoltà: quando un tipografo editore pubblica congiuntamente ad un altro abbiamo un'intestazione unica, ma come articolarla? In quale sottocampo inserire il secondo nome? Effettuare anche per esso l'inversione cognome/nome, se si tratta di una persona? UNIMARC ci offre il sottocampo "h", che serve per registrare «la parte del nome oltre l'elemento principale e l'elemento invertito». Momentaneamente, è questa l'indicazione data, da verificare.

$4: non è chiaro il suo utilizzo nel contesto dell'authority file. In esso, infatti, si registra la relazione di un'entità con uno specifico esemplare: tipografo piuttosto che possessore, dedicatario oppure incisore, ecc. Invece, come puntualizzano le GARR, l'intestazione autorizzata dell'entità è indipendente dal genere e dal tipo di materiale che è descritto in un catalogo bibliografico18.
La ripetibilità del sottocampo potrebbe generare confusione: l'intestazione di authority può essere collegata a più record bibliografici in cui l'entità ha funzioni diverse. Inserendo nel record di authority vari sottocampi 4, non sarebbe comunque chiara, senza leggere la scheda bibliografica, la relazione dell'entità con il singolo esemplare.
Nell'esame del blocco delle note, si è notato che UNIMARC/Authorities è veramente lacunoso per la registrazione degli elementi rilevanti dei tipografi editori e librai antichi in campi specifici.
Manca un campo nota in cui poter dare agli utenti l'informazione del repertorio da cui si trae la forma del nome riportato nel tag 2xx.
Il campo per riportare le fonti è l'810 ma, nella definizione del blocco 8xx, è data espressa indicazione che esso è per i catalogatori e quindi da non visualizzare in un Opac.
Alla visualizzazione pubblica è destinato il blocco 3xx, com'è scritto chiaramente nella sua definizione. Però, date le caratteristiche particolari delle entità trattate, sarebbe opportuno che anche l'utente finale potesse essere informato del repertorio che contiene la forma accettata del nome.
Si propone quindi un campo nota, simile al 321 del bibliografico, in cui riportare la fonte da cui è tratta la forma presente nel tag 210.
L'alternativa, ipotizzata senza approfondirne le implicazioni, può essere quella di rendere visualizzabile negli Opac il campo 810.
Manca un campo nota in cui riportare l'indirizzo del tipografo editore libraio, informazione anch'essa importante, trascritta da EDIT16, che ne fa oggetto di ricerca. Poiché questa notizia può essere assimilabile a quelle relative all'attività dell'editore, per le quali si usa il tag 340, si può ipotizzare di aggiungere ad esso un sottocampo specifico.
Manca una nota specifica per i campi 4xx.
Verificando il blocco delle note troviamo: la 300, che non è pertinente, in base a ciò che è dichiarato nella definizione del campo; la 305, che è specifica per chiarire la relazione tra la forma inserita nel 5xx e quella accettata; la 310, che può essere utilizzata solo nei Reference entry record, i record di rinvio. Anche nel tag 4xx può essere necessario aggiungere al semplice rinvio una spiegazione, una nota appunto, con funzione uguale a quella svolta dalla 305 per i tag 5xx.
Sarebbe opportuno inserire la possibilità di usare il sottocampo "u" in vari campi, oltre all'856, per riportarvi l'indirizzo on-line del repertorio da cui viene tratta la notizia, oppure il link all'immagine digitalizzata della marca. Già UNIMARC/Bibliographic ha allargato l'uso di questo sottocampo.
Si è inoltre proposta la descrizione normalizzata della marca tipografica editoriale, con la creazione di un record di authority autonomo, strutturato in campi e sottocampi, in cui riportare sia le caratteristiche della marca stessa sia il collegamento con il record del tipografo editore che la usa.
Dopo un esame approfondito è stata scartata l'ipotesi di usare il tag 216 (Trademark) ed è stato ipotizzato un nuovo tag 21x. Nell'elaborare questa proposta, si è tenuto presente l'Archivio marche di EDIT16, che contiene record di authority strutturati e collegati agli editori19.
Considerando la complessità e difficoltà della creazione di un archivio simile, sarebbe comunque importante, all'interno della notizia di autorità relativa al tipografo editore, la presenza di un campo specifico. In esso si dovrebbe descrivere la marca (o le marche) tipografica editoriale usata: dimensioni, varianti, tipo di illustrazione ... Per il momento, è stato suggerito l'uso del campo proprietario 349.
Naturalmente, abbiamo cercato subito anche per UNIMARC/Authorities la collaborazione degli esperti del settore: Cristina Magliano dell'ICCU, e i colleghi di EDIT16, in particolare Gabriella Pelosio, che già da tempo hanno affrontato questo tipo di problematiche, ed evidenziato lacune ed incongruità: l'authority di EDIT16 dei tipografi, editori e librai italiani del XVI secolo è all'avanguardia per la sua articolazione e per le soluzioni che propone.
 Sono state definite proposte di modifica, anch'esse presentate al PUC da Cristina Magliano, che sono state accolte con molto interesse, in particolare quella relativa ad un record per la descrizione della marca tipografico/editoriale, finalizzato alla costruzione di un archivio specifico, così da ampliare quello già presente in EDIT16.

Gli obiettivi futuri

Il Gruppo auspica un confronto con tutte le istituzioni che si occupano del libro antico per discutere e, se possibile, trovare dei punti d'incontro nella trattazione di questa tipologia di documenti. Tanto per citare solo la diatriba più comune: usare o no ISBD(A)? E se sì, in maniera completa o parziale?
La recente pubblicazione dell'ISBD consolidated edition sarà oggetto di studio ed approfondimento da parte nostra.
È anche importante entrare in contatto con altri gruppi, Aleph e non, che analizzano UNIMARC/Bibliographic per la descrizione di altre tipologie di materiale: molti campi del libro antico sono ovviamente di uso generale, e le interpretazioni o proposte di modifica fatte interessano anche documenti moderni o su diverso supporto.
Si sta concretizzando una collaborazione interessante con il Gruppo ITALE che si occupa del tracciato concernente le Risorse elettroniche: già sono state fatte delle riunioni congiunte per allineare i due tracciati.
Un'altra iniziativa, scaturita da discussioni e dubbi sorti nel corso delle riunioni, riguarda il trattamento delle riproduzioni, editoriali e non, di libri antichi, effettuate su vari supporti. È stato stilato un documento che dà indicazioni ed interpretazioni: sarà arricchito di esempi e sarà messo a disposizione della comunità scientifica.
Il nostro, come d'altronde è sempre per i gruppi di lavoro, è un working in progress: le novità sono registrate nel sito ITALE, al seguente indirizzo: <http://www.itale.it/CMpro-v-p-10.html>.

NOTE

[1] Universal Machine-Readable Cataloging: formato, codificato a livello internazionale, per lo scambio dei dati bibliografici registrati su supporto elettronico. Basato su ISBD, è diviso in nove blocchi, a loro volta articolati in campi, indicatori e sottocampi. Escono aggiornamenti periodici: l'ultimo è del giugno 2005.

[2] Consortium of European Research Libraries, nato nel 1992 con l'obiettivo di registrare i libri stampati in Europa nel periodo della stampa manuale, quindi prima del 1830, in una banca dati europea in linea: l'HPB, Hand Press Book Database.

[3] L'Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche, attraverso il laboratorio per la bibliografia retrospettiva, coordina il Censimento nazionale delle edizioni italiane del XVI secolo, che ha lo scopo di documentare la produzione italiana a stampa tra il 1501 e il 1600 e di effettuare la ricognizione degli esemplari a livello nazionale. La base dati contiene edizioni stampate in Italia in qualsiasi lingua e all'estero in italiano <http://edit16.iccu.sbn.it/web_iccu/ihome.htm>.

[4] International Federation of Library Associations and Institutions, UNIMARC manual : bibliographic format, 2. ed., Munchen: Saur, 1994.

[5] L'ISBD (International Standard Bibliographic Description) è uno standard internazionale, che serve per la descrizione normalizzata di qualsiasi tipo di documento: stabilisce il contenuto, l'ordine e la punteggiatura della descrizione. Lo scopo è di permettere lo scambio internazionale delle registrazioni bibliografiche. Specifico per il libro antico è l'ISBD(A): International standard bibliographic description for older monographic publications (Antiquarian)[13].

[6] Il draft è consultabile all'indirizzo: <http://www.ifla.org/VII/s13/pubs/ISBD(A)_February2006.pdf>. Le novità sono confluite nell'ISBD consolidated edition, pubblicata nel 2007.

[7] Cfr. <http://www.ifla.org/VI/8/projects/UNIMARC-HoldingsFormat.pdf>.

[8] SBN inserisce queste informazioni nel campo 899, in cui sono registrate le localizzazioni, e non utilizza i campi 316 e 317.

[9] Gruppo di lavoro ITALE sul libro antico, Tracciato analitico per la registrazione del libro antico in UNIMARC, «Culture del testo e del documento», 7(2006), n 20, p. 23-60.

[10] Campi non previsti da UNIMARC, ma riservati agli usi nazionali per inserirvi dati di rilevanza locale.

[11] Formato UNIMARC per il trattamento delle voci d'autorità, anch'esso diviso in blocchi, campi, indicatori e sottocampi. Ha lo scopo di facilitare lo scambio di authority data in formato elettronico.

[12] Il PUC (Permanent UNIMARC Committee) dell'IFLA (International Federation of Library Associations and Institutions), nato nel 1991, con l'obiettivo di controllare il formato UNIMARC, discutere le proposte di modifica ed approvare i cambiamenti al formato.

[13] La Commissione è stata istituita nel 1996 con lo scopo di aggiornare e semplificare le regole per la compilazione del catalogo alfabetico per autori nelle biblioteche italiane. I lavori della Commissione si possono trovare all'indirizzo: <http://www.iccu.sbn.it/genera.jsp?id=94f>.

[14] Il Comitato è stato istituito dall'ICCU nel marzo 2007 con il compito di affiancare il rappresentante nazionale presso il PUC, per rispondere ai quesiti degli utilizzatori del formato UNIMARC e per raccogliere e selezionare le proposte di evoluzione.

[15] Authority control: definizione ed esperienze internazionali, atti del convegno internazionale, Firenze, 10-12 febbraio 2003, a cura di Mauro Guerrini e Barbara B. Tillett, Roma: Associazione italiana biblioteche, 2003, <http://www.sba.unifi.it/ac/it/home.htm >.

[16] La traduzione francese, comprendente anche una lista di errori rilevati durante la traduzione stessa, si trova all'URL: <http://www.bnf.fr/pages/infopro/normes/no-acuni.htm#Autorite>.

[17] Guidelines for authority records and references, 2. ed., München: Saur, 2001. L'ICCU ha curato la traduzione italiana: Linee guida per registrazioni di autorità e di rinvio, Roma: ICCU, 2005.

[18] Linee guida per registrazioni di autorità e di rinvio cit., p. 1.

[19] Già nel Seminario tenuto alla Crusca nel 2004, Gabriella Pelosio ha presentato una proposta di trascodifica in formato UNIMARC dei record dell'Archivio marche di EDIT16.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

[1] Lorenzo Baldacchini. Il libro antico. Nuova ed. aggiornata. Roma: Carocci, 2001.

[2] Lorenzo Baldacchini. Edizioni del Cinquecento, cataloghi e utenti, verso quale tipo di descrizione? « Biblioteche oggi», 2 (1984), p. 69-76.

[3] Biblioteca nazionale centrale di Roma. Marche tipografiche editoriali (MAR.T.E.), <http://193.206.215.10/marte>. La base dati contiene schede di marche presenti in edizioni italiane del XVII secolo.

[4] Maria Cassella - Maddalena Morando. Problemi e prospettive di un nuovo formato: l'UNIMARC holdings. «Bollettino AIB», 47(2007), n. 1-2, p. 63-77.

[5] Catalogazione e controllo di autorità. Giornate di studio. Roma: Istituto della Enciclopedia Italiana, 21 e 22 novembre 2002, <http://www.iccu.sbn.it/genera.jsp?id=96>.

[6] Daniele Danesi. Codici, formati e interfacce per il libro antico: una critica. In: «Studi e testimonianze offerti a Luigi Crocetti». Milano: Editrice Bibliografica, 2004, p. 575-597.

[7] Andrea De Pasquale. SBN per il libro antico. «Biblioteche oggi», 17 (1999), n. 8, p. 16-27.

[8] Claudia Fabian - Isa De Pinedo - Cristina Magliano. Il Consortium for European Research Libraries e il progetto europeo COBRA/UNIMARC: due esperienze di cooperazione. «Bollettino AIB», 37 (1997), n. 2, p. 193-206.

[9] Mauro Guerrini - Lucia Sardo. Authority control. Roma: Associazione italiana biblioteche, 2003.

[10] Mauro Guerrini. Verso nuovi principi e nuovi codici di catalogazione. Con Carlo Bianchini ... [et al.]. Milano: Bonnard, 2005.

[11] IFLA - Working Group on Functional Requirements and Numbering of Authority Records (FRANAR). Functional Requirements for Authority Data, a Conceptual Model, <http://www.ifla.org/VII/d4/wg-franar.htm>

[12]IFLA - Universal Bibliographic Control and International MARC Core Programme (UBCIM). UNIMARC Guidelines no. 3. Guidelines for Using UNIMARC for Older Monographic Publications (ANTIQUARIAN), 1998, <http://www.ifla.org/VI/3/p1996-1/guid3.htm>.

[13] International Federation of Library Institutions. ISBD(A). International standard bibliographic description for older monographic publications (Antiquarian). 2. revised ed., <http://www.ifla.org/VII/s13/pubs/isbda.htm>. ISBD(A) è stato oggetto di revisione, conclusasi nel febbraio 2006. Il draft si trova all'URL: <http://www.ifla.org/VII/s13/pubs/ISBD(A)_February2006.pdf >
È disponibile anche il documento che ricapitola le sole modifiche: <http://www.ifla.org/VII/s13/pubs/ISBDA_Feb2006_recapofchanges.pdf >.

[14] International Federation of Library Institutions.ISBD consolidated edition. München: Saur, 2007.

[15] International Federation of Library Association and Institution. UNIMARC manual, Authorities forma. 2 ed. München: Saur, 2001.

[16] International Federation of Library Association and Institution. UNIMARC manual, Bibliographic format. 2 ed. München: Saur, 1994.

[17] Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche. Censimento delle edizioni italiane del XVI secolo. Roma: ICCU, 1987. <http://edit16.iccu.sbn.it/web_iccu/ihome.htm >.

[18] Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche. Guida alla catalogazione di bandi, manifesti, fogli volanti. Roma: ICCU, 1999.

[19] Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche. Guida alla catalogazione in SBN. Libro antico. Roma: ICCU, 1995.

[20] LAIT, Libri antichi in Toscana, 1501-1885, catalogo cumulativo di edizioni conservate in biblioteche di ente locale e di interesse locale, a cura della Biblioteca comunale Forteguerriana di Pistoia. Firenze: Regione Toscana, 2000. <http://lait.signum.sns.it/>.

[21] Il libro antico: situazione e prospettive di catalogazione e di valorizzazione: atti del Convegno di studi, Trento, 17 dicembre 2001. A cura di Laura Bragagna e Mauro Hausbergher. Trento: Provincia autonoma di Trento, Servizio beni librari e archivistici, 2003.

[22] Franco Neri. La nuova edizione dell'ISBD (A). Riflessioni a proposito della catalogazione descrittiva del libro antico. «Bollettino AIB», 33 (1993), n. 3, p. 305-325.

[23]Alberto Petrucciani. Ragioni e principi della revisione delle RICA: per un nuovo codice italiano di catalogazione. «Bollettino AIB», 45 (2005), n. 2, p. 149-186.

[24] Marielisa Rossi. Evoluzione della tecnica descrittiva. «Biblioteche oggi», 9 (1991), n. 6, p. 703-731.

[25]Marielisa Rossi. Il libro antico dal XV al XIX secolo, analisi e applicazione della seconda edizione dell'ISBD(A). Firenze: Olschki, 1994.

[26] Marielisa Rossi..Provenienze, cataloghi, esemplari: studi sulle raccolte librarie antiche. Manziana: Vecchiarelli, 2001.

[27] Giuliana Sapori. Manuale di regole di catalogazioneSBN. Libro antico,<http://www.cilea.it/Virtual_Library/bibliot/sapori/manuale.htm>.

[28] Paolo Veneziani. La descrizione delle cinquecentine, ipotesi per una normativa uniforme. «Biblioteche oggi», 2 (1984), p. 77-88.

[29] Marina Venier - Andrea De Pasquale. Il libro antico in SBN. Milano: Editrice Bibliografica, 2002.

[30] Giuseppina Zappella. Manuale del libro antico, guida allo studio e alla catalogazione. Milano: Editrice Bibliografica, 1996.

[31] Giuseppina Zappella. Le marche dei tipografi e degli editori italiani del Cinquecento, repertorio di figure, simboli e soggetti e dei relativi motti. Milano: Editrice Bibliografica, 1986.


MARTA LUCIANA GIOVANNOLI, Università degli studi di Siena, Biblioteca Circolo Giuridico, Via P. A. Mattioli, 10, 53100 Siena, e-mail giovannolim@unisi.it.

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Copyright AIB 2008-02-14, a cura di Antonella Iacono
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