[AIB]Associazione italiana biblioteche. Bollettino AIB. Inediti
RECENSIONI E SEGNALAZIONI

Fabio Venuda. Il progetto Anecdota: informatica e basi dati per lo studio del libro antico. Milano: Editrice Bibliografica, 1995. 137 p. 1 floppy disk. (Quaderni di Biblioteche oggi; 8). ISBN 88-7075-412-X. L. 30.000

II nome del progetto illustrato in questo volume si rifà al titolo scelto da Lodovico Antonio Muratori per la raccolta di informazioni da lui portate alla luce nel corso delle sue ricerche alla Biblioteca Ambrosiana. E intento di Venuda è la disposizione di un sistema di archiviazione e trattamento dei dati che permetta di trarre miglior profitto dall'uso dei repertori bibliografici relativi all'epoca della stampa manuale. Scopo primario la fusione dei patrimoni informativi che risiedono in ciascuno degli annali o cataloghi, di solito circoscritti all'attività di un tipografo o in un luogo, calando i dati ricavati dalle varie fonti in una sola, articolata base di dati. Questa base è stata definita dedicando particolare attenzione alla dimensione reticolare dell'archivio, e prevedendo la connessione reciproca (oltre che l'indicizzazione e dunque la reperibilità) delle registrazioni sulla base di numerose caratteristiche. Il sistema è stato concepito servendosi di TINman, e della base viene offerta sia una dettagliata analisi sia una porzione a scopo dimostrativo sul dischetto allegato al volume. Il nucleo della trattazione, dove sono descritti propositi e organizzazione del progetto, è inoltre preceduto da una rassegna di iniziative in corso (aggiornata all'inizio del 1995) in vari paesi nel campo dell'informatica a supporto della ricerca umanistica.

La solidità del discorso di Venuda (avallata dalle presentazioni di Giorgio Montecchi e di Corrado Pettenati) ha forza di persuasione quando delinea un archivio che dalla fusione di nozioni disperse in varie sedi - per quanto accessibili - possa ottenere un totale maggiore della somma degli elementi. E tuttavia non esime dal riflettere su tutte le difficoltà tanto delle trascrizioni quanto degli interventi necessari per calare nella nuova struttura i risultati di ricerche condotte e presentate secondo metodi affatto differenti. Se si pensa che il repertorio su cui si è principalmente esercitato Venuda ha passato il secolo d'età (si tratta degli Annali di Gabriel Giolito de' Ferrari, che Salvatore Bongi pubblicò nel 1890) si comprende che la riproduzione delle schede nella nuova base non può essere completamente automatica, con tutte le possibili e prevedibili corruzioni, né la faccenda cambierebbe per la maggior parte degli altri repertori che potrebbero candidarsi alla conversione nella base Anecdota. A maggior ragione poi l'intervento di fusione e coordinazione dei dati di diversa provenienza, che è ciò che accresce il valore dell'insieme, riveste grande delicatezza e non potrebbe certo svolgersi a grandi passi o automaticamente. Ma soprattutto come si riuscirebbe a garantire che dall'accostamento di più dati non risultino affermazioni fallaci, modifiche anche non intenzionali degli assunti dei rispettivi autori? Che due studiosi possano sostenere tesi in contraddizione su un singolo problema fa parte del processo della ricerca, anche in bibliografia, ma è ragionevole consigliare la cautela nella costruzione di un archivio che porterebbe - nel bene e nel male - a dimensioni di repertorio di riferimento un insieme di dati paragonabile a quello che si cela nello schedario di ciascun ricercatore, il cui uso (idiosincrasie e rischi compresi) è strettamente personale.

Giulia Visintin, Sommariva del Bosco


N.B. Sorry, no English abstract is available.
Copyright AIB 1998-02-01, a cura di Alberto Petrucciani
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