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Biblioteche e bibliotecari nella letteratura straniera : la letteratura nordamericana

Libraries and librarians in foreign literature: North American literature


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Abraham, Pearl. -- The romance reader = La lettrice de romanzi d'amore. -- 1995. -- Rachel Benjamin,16 anni, è la figlia di un rabbino chassidico, vive a New York, e lotta per diritti che possono sembrare banali, tra l'altro lei non può leggere libri in inglese ma solo libri ebraici, quelli della Sinagoga. Libri e libri giunti dall'Europa appena in tempo, in pacchi confezionati, che hanno un loro ordine, che dice Rachel, non è quello "alfabetico" . Rachel comincia a comprare libri poi li ruba in un supermarket, poi entra in una biblioteca e con uno stratagemma ottiene la " vietata " tessera per il prestito e comincia a prendere e a leggere gli amati libri e ,visto che tra un po' dovrà sposarsi, sceglie libri d'amore, che legge di notte nella sua stanza. Dopo il disastroso matrimonio combinato, Rachel riuscirà a fare la sua scelta. (Torino, Einaudi, 1997)
[AF]

Anastas, Benjamin. -- Diario di un inconcludente = An Underachiever's Diary. -- 1998. -- William è il primo di due gemelli monozigoti, tanto uguali tanto diversi. William è un inconcludente per scelta, mentre il suo gemello Clive studia in una prestigiosa università lui sceglie un college "scalcinato" con una biblioteca centrale con "solo centomila volumi, alcuni dei quali danneggiati dall'acqua", una biblioteca utile solo per avventure amorose. A che cosa possono servire altrimenti gli scaffali di una biblioteca? Quale migliore utilizzo pratico possono avere "tutti quei libri ormai superati che si stavano praticamnete disgregando"? In una sera di amorosi sensi, William, incontrerà, nella sezione biografie, l'occhio curioso di uno studente-lavoratore, che rimetteva un libro al suo posto "seguendo l'ordine decimale Dewey". (Neri Pozza, 2002)
[DM]

Asimov, Isaac. -- L'altra faccia della spirale = Second Foundation. -- 1952. -- Callia, amante oca del crudele signore di Kalgan (ma in realtà superpsicologo della seconda Fondazione), saputo che Homir Munn non è un mercante ("non mi sembra abbastanza selvaggio. La maggior parte dei mercanti portano la barba, hanno vocioni tonanti, e dominano le donne"), ma un bibliotecario, esce con questa considerazione: "Intendi dire che si occupa di libri. Ma guarda! Sembra un'attività così sciocca per un uomo maturo".
[MT]

Asimov, Isaac. -- Correnti dello spazio = The currents of space. -- 1952. -- Nella biblioteca del pianeta Sark le letture dei frequentatori sono controllate e censurate.
[Chaintreau-Lemaître, 1993]

Asimov, Isaac. -- Il crollo della galassia centrale = Foundations and empire. -- 1952. -- Nel futuro in cui tutti i pianeti sono abitati, non ci sono più i vecchi libri di carta, ad eccezione di una vecchia biblioteca universitaria che sopravvive sul pianeta Trantor.
[Chaintreau-Lemaître, 1993]

Atwood, Margaret. -- Fantasie di stupro e altri racconti = Dancing girls. -- 1977. -- La protagonista di Capelli ingioiellati è una ricercatrice che narra di un suo grande amore agli inizi della sua carriera universitaria quando "ci avventuravamo tra gli scaffali della biblioteca alla ricerca di titoli obsoleti che nessuno aveva mai sentito così da poterli tirare fuori durante il successivo dibattito letterario, con quel tono reverenziale subito padroneggiato da ogni futuro direttore di dipartimento, ed osservare i visi sgomenti dei nostri colleghi" (p.106). Ricorda, poi, un suo viaggio a Salem per fare delle ricerche sullo scrittore N. Hawthorne. "L'unico altro luogo di interesse, secondo l'Ente per il Turismo, era la biblioteca. Al contrario di tutto il resto è aperta a febbraio, e era internazionalmente famosa per la sua raccolta di genealogie. L'ultima cosa a cui ambivo era una visita alla biblioteca, ma ritornare all'hotel, con i suoi rumori e le sue puzze chimiche, non ne valeva la pena, e non potevo restare nel ristorante tutto il giorno. La biblioteca era vuota, eccetto per un signore di mezza età con un cappello di feltro che stava consultando con grande costanza gli alberi genealogici, ed era chiaro che stava cercando di far passare il tempo. Un'incaricata con uno chignon ed un viso accigliato era seduta dietro la scrivania a risolvere un cruciverba. La biblioteca serviva anche da museo di oggetti vari. C'erano parecchie polene di navi, fanciulle dagli occhi sbarrati, uomini di legno, pesci e leoni riccamente decorati, con la doratura ormai consunta; e nelle teche era esposta una collezione di capelli ingioiellati del periodo tardo vittoriano [...]". (p. 109) Nella raccolta compaiono, inoltre, altri riferimenti alle biblioteche. In Polarità, la protagonista viene ricoverata in un ospedale e gli amici che vanno a casa sua per prendere le sue cose vi trovano "una dozzina di libri della biblioteca, alcuni avevano il prestito scaduto". In Le vite dei poeti, la protagonista è una poetessa che un tempo "aveva un lavoro part-time nell'archivio di una biblioteca" e Marika le dice di aver letto il suo libro perché lo ha preso in biblioteca. In Le danzatrici, le due protagoniste discutono mentre camminano verso la biblioteca. (Trad. Monica Nucera Mantelli, Milano, Baldini&Castoldi, 2000).
[RM]

Auster, Paul. -- Città di vetro = City of glass. -- 1985. -- “Quinn trascorse il mattino successivo alla biblioteca della Columbia con il libro di Stillman. Arrivò presto, fu il primo all’apertura e il silenzio dei saloni di marmo lo rassicurò, come se gli fosse stato accordato l’accesso a una cripta di oblio. Dopo aver mostrato la tessera di ex studente all’addetto insonnolito dietro la scrivania, prese il libro, tornò al terzo piano e si accomodò su una poltroncina di pelle verde in una delle sale per fumatori.” (p. 39, in Trilogia di New York, Einaudi, 1996, ed. or. The New York trilogy, 1987)
[AdR]

Auster, Paul. -- Follie di Brooklyn = The Brooklyn Follies. -- 2005. -- Il protgonista, Nathan Glass, un assicuratore in pensione, incontra in una libreria di Brooklyn il nipote Tom che non vedeva da diversi anni e che lavora in quella libreria, e riprende i rapporti con lui. Nathan ricorda allora alcuni episodi del passato di Tom, quando aveva una borsa di dottorato in letteratura ed era un promettente studioso: "Tom aveva la sua borsa ma viveva da studente, con un lavoro part-time alla biblioteca universitaria per coniugare il pranzo con la cena." (p. 62) Harry, il proprietario della libreria in cui Tom lavora, già finito in prigione in passato per una truffa su alcuni quadri, ne sta ora organizzando un'altra su un manoscritto: con alcuni complici vorrebbe produrre un falso del manoscritto del romanzo La lettera scarlatta di Nathaniel Hawthorne e poi rivenderlo. Spiega a Nathan: "È questo il bello. Il manoscritto di Hawthorne è scomparso. A parte il frontespizio... che mentre stiamo parlando è custodito in una cassaforte della Morgan Library." [...] "Questa è la parte che mi inquieta di più. Io ho proposto di venderlo direttamente a una delle biblioteche cittadine - la Berg Collection, la Morgan, la Columbia University - oppure metterlo all'asta da Sotheby's." (p. 11-112) In realtà, Harry sarà lui stesso vittima di un inganno. Alla resa dei conti il presunto complice ed amico Gordon gli dice che "Myron l'ha mostrato [il manoscritto] anche a un conservatore della Morgan Library. Uno dei massimi esperti nel campo. Ha dato il suo giudizio stamattina ed è convinto che si tratti di un falso." (p. 176) Alla morte di Harry, il contenuto della libreria viene venduto o regalato. "I tascabili furono svenduti a cinque o dieci cent, i cartonati smerciati a tre per un dollaro e i volumi rimasti in casa a fine febbraio vennero spediti agli ospedali, alle organizzazioni benefiche e alle biblioteche per marittimi." (p. 243) Ancora un riferimento durante un dialogo tra Tom e Nathan su Edgar Allan Poe: "- Come conosci tutte queste cose, Tom? - Sono note - A me no. - Perché non hai mai fatto il dottorato. All'età in cui tu eri in giro a salvare la democrazia nel mondo, io me ne stavo seduto in una biblioteca a farcirmi il cervello di nozioni superflue." (p. 130, traduzione di Massimo Bocchiola, Torino, Einaudi, 2005)
[RM]

Auster, Paul. -- Moon Palace = Moon Palace. -- 1997. -- Dice il protagonista Fogg: "- Ho fatto qualche progetto [...] L'inverno scorso ho fatto domanda di ammissione alla scuola per bibliotecari della Columbia, e mi hanno preso. [...] È una bella cosa, un'opportunità magnifica. Il corso dura due anni, dopo di che avrò sempre di che guadagnarmi da vivere. - Non riesco a vederti nelle vesti di bibliotecario. Fogg. - Riconosco che è strano, però credo di esserci portato. In definitiva le biblioteche non appartengono al mondo reale. Sono posti separati, ricettacoli del pensiero puro. In quel modo posso continuare a vivere sulla luna per tutta la vita. " (Einaudi 1997, p. 233)
[GL]

all'indice

Baker, Nicholson. -- La pausa = The fermata. -- 1994. -- Romanzo dalla forte coloritura erotica in cui il protagonista Arno ha il dono di fermare il tempo in una dimensione statica al cui interno può muoversi liberamente. Tra i luoghi dove avvicina gli obiettivi femminili delle sue ossessive fermate c’è la biblioteca pubblica di Boston, mentre “Marian, bibliotecaria di libri rari” è la protagonista di un racconto che Arno scrive nel corso del romanzo. (traduzione di Ettore Capriolo, Milano : Frassinelli, 1994)
[AR]

Bateson, Mary Catherine. -- Con occhi di figlia: ritratto di Margaret Mead e Gregory Bateson = With a daughter's eye: a memoir of Margaret Mead and Gregory Bateson. -- 1984. -- "Non so come mi avrebbero chiamata se fossi stata un maschio, ma so che mio padre aveva proibito il nome William, il nome di suo padre e di suo nonno, perché "creava troppa confusione ai bibliotecari"; mentre accettava il nome di una zia nubile, Mary, che fu uno dei primi esperti di storia sociale dell'Inghilterra medievale, e aveva già fornito ai bibliotecari una Mary Bateson di cui occuparsi". (Milano: Feltrinelli, 1985)
[GV]

Beach, Sylvia. -- Shakespeare and company = Shakespeare and company. -- 2004. -- Autobiografia dell'autrice, nota per la parte che ebbe nella pubblicazione dell'Ulisse di Joyce. Sylvia Beach, americana, fonda a Parigi una libreria specializzata in pubblicazioni inglesi e americane. La libreria, frequentata dai più importanti scrittori dell'epoca (Pound, Hemingway, Gertrude Stein, Gide), ebbe più successo come biblioteca circolante: i suoi iscritti in effetti, Joyce in testa, non avevano mai molto denaro da spendere. Scrive Sylvia Beach: "Nella mia qualità di libraia e bibliotecaria, ho imparato a dedicare ai titoli una certa attenzione (diversamente da quei lettori che varcano la soglia di un libro senza suonare il campanello) e penso che in un qualunque concorso i libri di Hemingway dovrebbero vincere il primo premio: sono di per sè soli un poema, carichi di un potere suggestivo che ha poca parte nel successo di pubblico dello scrittore. Hanno una loro vita indiendente, e hanno arricchito i vocabolario americano." (pag. 94, Edizioni Sylvestre Bonnard, 2004)
[CC]

novità
Beinhart, Larry. -- Il bibliotecario. La posta in gioco è la Casa Bianca = The Librarian. -- 2004. -- David Goldberg, bibliotecario di un college nei pressi di Washington DC, per arrotondare lo stipendio accetta l'incarico di riordinare la grande biblioteca di un vecchio uomo d'affari, Alan Carston Stowe. Quello che Goldberg sa è che Stowe è straordinariamente ricco ed è uno dei grandi elettori del Partito Repubblicano, capace di muovere migliaia di voti e determinare fortune e sfortune di un candidato alla presidenza. Quello che Goldberg non sa è che fra le carte di Stowe è nascosto qualcosa di estremamente compromettente per tutto lo staff presidenziale; qualcosa che può cambiare le elezioni; qualcosa per cui qualcuno è disposto a uccidere. (traduzione di Giorgio Brizzi, Firenze, Giunti, 2008)
[AdR]

Bellow, Saul. -- Quello col piede in bocca e altri racconti = Him with the foot in his mouth. -- 1984. -- Nel primo racconto della raccolta vi è la descrizione di una biblioteca e della bibliotecaria. "Ho da sempre un debole per questo tipo di umorismo ebraico, che a lei può essere estraneo, non solo perché lei è di ceppo scozzese-irlandese (così mi dice la Da Sousa), vive in un'altra sfera - in un'area tranquilla, entro la circonferenza del sistema decimale Dewey. È possibile che non le garbi quella vita da monaca o da pastorella che la parola "bibliotecaria" suggerisce. Può irritarla il fatto che l'abbia tenuta lontana dalla dinamica vita moderna - erotica, narcotica, drammatica, pericolosa, piccante. Forse detestava far circolare le illegali estasi altrui, maneggiare libri immorali (in massima parte fasulli, mi creda, signorina Rose). (Mondadori, 1984)
[Chaintreau-Lemaître, 1993] ; [AB]

Bloch, Arthur. -- Buon compleanno, Murphy! = Murphy's law. The 26th anniversary edition. -- 2003. -- "Scoperta di Westheimer: Un paio di mesi in laboratorio spesso fanno risparmiare un paio d'ore in biblioteca" (p. 112) Regola di Murphy sulla tesi: Il libro o il periodico più importante per completare la tua tesi mancherà dalla biblioteca" (p. 164, traduzione di Riccardo Cravero, Longanesi, 2005).
[RR]

Bradbury, Ray. -- Fahrenheit 451 = Agence Bradley. -- 1955. -- In una società del futuro i libri diventano fuori legge e sono condannati al rogo, ma alcuni "ribelli" li imparano a memoria, diventando essi stessi dei libri umani in una biblioteca
[Chaintreau-Lemaître, 1993]

Bradbury, Ray. -- La vera autentica mummia egizia fatta in casa dal colonnello Stonesteel = Colonel Stone Steel's Genuine Home-Made Truly Egyptian Mummy (1981) in Il viaggiatore del tempo. -- 2003. -- "In tutta Green Town, in tutta la tua vita, non un delitto, non un incendio di orfanotrofio, non un sadico che incida il proprio nome sulle gambe di legno delle signore della biblioteca!" (pag. 289, R. Bradbury, Il viaggiatore del tempo, Mondadori, 2003).
[AE]

Brautigan, Richard. -- La casa dei libri = The abortion: an historical romance. -- 1966. -- Il protagonista, è bibliotecario in una biblioteca piuttosto particolare di San Francisco: vi si conservano, infatti, i libri mai pubblicati, perchè rifiutati dagli editori o mai inviati per la pubblicazione. Gli autori portano i loro libri direttamente in biblioteca. Il bibliotecario vive all'interno della biblioteca che non può mai lasciare perchè un libro potrebbe arrivare da un momento all'altro. Ma la sua vita cambiera con l'arrivo di Vida, di cui si innamora. Le scene "bibliotecarie" sono numerose. "Questa e' una bellissima biblioteca, molto fornita, molto americana, e l'ora è perfetta. È mezzanotte. La biblioteca dorme profondamente. Come un bimbo che sogna, la porto dentro l'oscurità di queste pagine. Adesso la biblioteca è 'chiusa', ma io non devo tornare a casa, perchè è questa la mia casa, da anni. Del resto, devo stare sempre qui. Rientra nelle mie mansioni. Non vorrei darmi il tono d'un piccolo burocrate, però mi spaventa solo l'idea che possa venire qualcuno e non trovarmi. Da ore siedo a questa scrivania, a fissare gli scaffali in penombra, zeppi di libri. Amo la loro presenza, il modo in cui fanno onore al legno su cui posano. Sta per piovere, lo so. [...] Ho 'chiuso' la biblioteca alle nove. Ma se arriva qualcuno con un libro, basta che tiri il cordone della campanella, per distogliermi da qualsiasi altra attività: che dorma o cucini, che mangi o faccia l'amore con Vida." (p. 13-14) "Ora dovevo registrare il libro. Tutti i libri che riceviamo vengono registrati sul Catalogo Generale della Biblioteca. È il resgistro di tutti i libri che entrano, giorno per giorno, mese per mese, anno per anno. Vengono tutti iscritti sul nostro Catalogo. Non usiamo il sistema di classificazione Dewey nè alcun altro sistema, per catalogare i nostri volumi. Li annotiamo sul nostro Librone, via via che arrivano. Quindi lasciamo che sia lo stesso autore a collocare il suo libro dove gli aggrada, su un qualsiasi scaffale a suo piacimento. Non importa dove viene collocato, tanto poi non viene mai nessuno a prnderli in prestito, nè a leggerli sul posto. Questa non è una biblioteca come le altre. È una biblioteca di un altro tipo." (p. 20) "Questa biblioteca è nata perchè si sentiva il bisogno e il desiderio di un luogo simile. Doveva esserci, ecco, una biblioteca così. Quel desiderio ha fatto esistere quest'edificio, non molto grande, e il personale a esso dedicato, al momento rappresentato interamente da me. Il palazzetto è vecchio, in mattoni gialli, nello stile tipico della San Francisco post terremoto. L'indirizzo è: 3150 Sacramento Street, 94115 San Francisco, California. Ma non accettiamo libri per posta. Devono essere consegnati di persona. È una delle norme basilari della nostra biblioteca. Molti hanno lavorato qui prima di me. L'avvicendamento è molto rapido. Credo di essere il trentacinquesimo o trentaseiesimo bibliotecario. Ho ottenuto il posto perchè ero l'unico che avesse i requisiti necessari, ed ero disponibile. Ho trentun anni e non ho mai fatto veri e proprio studi da bibliotecario. Ho avuto un altro tipo di formazione, che si è rivelata molto adatta per gestire questa biblioteca. So comprendere le persone e mi piace quello che faccio. Credo di essere l'unico, in America, in grado di svolgere questa mansione, oggi come oggi." (p. 23-24) (trad. di Pier Francesco Paolini, Milano, Marcos y Marcos, 2003)
[Chaintreau-Lemaître, 1993] ; [RM]

Brodkey, Harold. -- Educazione sentimentale in Primo amore e altri affanni = First love and other sorrows. -- 1957. -- Nel racconto i due protagonisti si incontrano e si innamorano in biblioteca.
[Ferrieri, 1997]

Brooks, Geraldine. -- I custodi del libro = People of the Book. -- 2008. -- L'autrice dedica il libro "A tutti i bibliotecari del mondo". Basato sulla storia vera della Haggadah di Sarajevo, un manoscritto ebraico del XV secolo, salvato due volte da un musulmano (si tratta per due volte di un bibliotecario musulmano). La protagonista Hanna, restauratrice di manoscritti e libri antichi, scopre il libro che si credeva andato distrutto. "Hanna ha sussultato alla notizia. Conosce bene la Haggadah di Sarajevo [...] quando, negli anni Quaranta, i nazisti e i famigerati reparti della Mano Nera cercarono di impadronirsene, il bibliotecario musulmano del Museo di Sarajevo lo pose in salvo. E ora, stando a quanto le ha riferito l'israeliano, il libro è stato nuovamente sottratto alla furia distruttrice e alla follia degli uomini da un musulmano: il direttore della biblioteca del museo che, in un giorno del 1992, sotto una pioggia di bombe, l'ha nascosto e l'ha posto al riparo." "Laureato in teologia all’Università di Istanbul e in lingue orientali alla Sorbona, Serif Kamal aveva insegnato ed era stato capo di gabinetto al Ministero per gli affari religiosi, prima di diventare capo bibliotecario del Museo Nazionale. Parlava dieci lingue e aveva scritto diversi saggi di storia e architettura, ma la sua specialità era lo studio dei manoscritti antichi. Aveva una vera passione per la letteratura fiorita in quel crogiuolo di culture che Sarajevo era da sempre ad esempio per la lirica in arabo classico ispirata al sonetto petrarchesco”. (p. 70) Rischiando la vita, e d’accordo con il direttore del museo, Serif decide di portare a casa la Haggadah, custodita nel museo, dopo essere stato informato della visita alla biblioteca del generale Faber, temuto comandante della Mano Nera, “i famigerati reparti responsabili del massacro di migliaia di civili inermi”, che sta rastrellando la città alla caccia di codici e incunaboli ebraici per poi metterli al rogo. “Serif aveva aggrottato le sopracciglia. ‘Ho forse scelta? Io sono il kustos. Quel libro è sopravvissuto per cinque secoli… se pensate che sia disposto a lasciarlo perire ora che è sotto la mia responsabilità, non mi conoscete’. Serif era tornato in biblioteca. Gli tremavano le mani mentre prendeva la scatola classificata come ARCHIV DER FAMILIE KAPETANOVIC – TURKISCHE URKUNDEN. Aveva sollevato alcuni antichi atti notarili scritti in turco. Sotto c’erano parecchi codici in lingua ebraica. Preso il più piccolo, se l’era infilato nei calzoni, nascondendo il gonfiore sotto la giacca. Poi aveva rimesso a posto i documenti in turco e aveva risigillato la scatola.” (p. 100-101) Tornato a casa, mostra alla piccola Lola, la ragazzina ebrea che nasconde in casa sua: “Devi essere orgogliosa di questo libro, è un capolavoro che il tuo popolo ha donato al mondo”. Poi medita su dove nasconderlo, dicendo alla moglie che “il posto migliore per nascondere un libro è una biblioteca”, e infine decide di portarlo nella biblioteca della moschea. Il secondo bibliotecario a salvare il libro dai bombardamenti su Sarajevo è nel romanzo “il dottor Ozren Karaman, capo bibliotecario del Museo Nazionale e docente di biblioteconomia presso l’Università di Bosnia”. Durante un incontro tra i Ozren e Hanna Heath il bibliotecario racconta ad Hanna come ha salvato il volume. “Zoccoli. Era così che chiamavamo i nemici. Qualcosa che veniva dalle stalle. Sapevo che se fossero entrati nel museo l’avrebbero messo a soqquadro in cerca dell’oro, calpestando e distruggendo cose di cui, ignoranti com’erano, non potevano nemmeno lontanamente immaginare il valore. Sono corso dalla polizia. La maggior parte degli agenti erano usciti a difendere la città come meglio potevano. L’ufficiale di guardia disse ai suoi: ‘C’è qualcuno disposto a lasciarci la pelle per salvare un po’ di roba vecchia?’ Però, quando capì che ci sarei andato anche da solo, reclutò due ‘volontari’ perché mi dessero una mano. Non voleva che si spargesse la voce che un polveroso bibliotecario aveva più fegato di un poliziotto.” (Trad. di Massimo Ortelio, Vicenza, Neri Pozza, 2008)
[RM]

Brown, Dan. -- Il codice da Vinci = The da Vinci code. -- 2003. -- "Il corridoio del piano superiore era largo, riccamente arredato e portava in un'unica direzione: una porta a doppio battente di quercia, enorme, con una targa di ottone: BIBLIOTECA ASTRONOMICA. Aringarosa aveva sentito parlare di quel luogo, la biblioteca d'astronomia del Vaticano, che si diceva contenesse più di venticinquemila volumi, comprese rare opere di Copernico, Galileo, Keplero e Newton. A quanto si diceva, era anche il luogo dove i più alti esponenti della Curia organizzavano i loro incontri privati che preferivano non tenere all'interno delle pareti del Vaticano. (p. 180) Dopotutto, i Gran Maestri precedenti erano figure famose e apprezzate con propensione per l'arte. La prova era stata scoperta anni prima nella Bibliothèque Nationale di Parigi, nelle carte note cone Les Dossier Secrets, i dossier segreti. Tutti gli storici del Priorato e tutti gli appassionati del Graal li avevano letti. Catalogati al numero 4°-lm1-249, la loro autenticità era stata stabilita da molti esperti... (p. 242-243) EDOUARD DESROCHERES - Archivista capo della Biblioteca Mitterand [È uno dei custodi del Graal] (p. 434) Il King's College, fondato da re Giorgio IV nel 1829, ospita il dipartimento di Teologia e studi religiosi nei pressi del Parlamento, su un terreno concesso in uso alla Corona. Oltre a vantare centocinquant'anni di esperienza nell'insegnamento e nella ricerca, il dipartimento ha fondato nel 1982 l'istituto di ricerca di Teologia sistematica, che possiede una delle biblioteche elettroniche più complete e aggiornate del mondo. Langdon era ancora scosso quando lui e Sophie lasciarono la strada bagnata dalla pioggia e ntrarono nella biblioteca. La sala principale per le ricerche era come Teabing l'aveva descritta: una camera ottagonale dominata da un'enorme tavola rotonda che sarebbe piaciuta a re Artù e ai suoi cavalieri, se non avesse badato alla presenza di dodici teminali di computer con lo schermo a cristalli liquidi. In fondo alla sala, la bibliotecaria si stava versando una tazza di tè e si preparava al lavoro della giornata. (p. 439) 'Pamela Gettum' si presentò la donna, tendendogli la mano. Aveva una faccia simpatica, un'aria molto erudita e una voce gradevole. Appeso al collo portava un paio di occhiali dalle lenti spesse. [...] Per un attimo la donna parve leggermente imbarazzata. 'Di solito il nostro servizio è solo su richiesta e dietro appuntamento. A meno che, naturalmente, lei non sia ospite di qualcuno del college' [...] Gettum si guardò attorno, nella biblioteca deserta, e strizzo l'occhio a tutti e due. 'Bé, non posso dire di avere troppo lavoro, vero? Se mi compilate la richiesta, non credo che nessuno abbia qualcosa da dire. Che cosa cercate?' (p. 440) Nei vent'anni precedenti, l'istituto si era servito di un software per la lettura ottica dei caratteri e di programmi per la traduzione automatica al fine di digitalizzare e catalogare un'enorme raccolta di testi: enciclopedie, biografie, testi sacri in decine di lingue, storie, lettere, diari di religiosi, tutto ciò che riguardava la spiritualità umana. Poiché l'imponente raccolta era adesso sotto forma di bit e di byte anziché di pagine fisiche, i dati erano infinitamente più accessibili. Gettum accese il terminale e cominciò a scrivere. 'Per iniziare, facciamo una ricerca booleana con alcune parole chiave e vediamo cosa troviamo.' 'Grazie.' Gettum scrisse alcune parole: LONDON, KNIGHT, POPE. Quando premette il tasto 'cerca', le parve di sentire il ronzio del grosso computer che, nella stanza sotto di loro, esaminava i dati alla velocità di cinquecento megabyte al secondo. [...] (p. 441-442) Numero risultati previsto: 2692 'Dobbiamo specificare qualche altro parametro' disse la bibliotecaria sospendendo la ricerca. (p. 442) 'Va bene' rispose Gettum, 'mi presterò al gioco. Se è un argomento che riguarda il Graal, dobbiamo controllarlo sulle parole chiave. Aggiungo un parametro di prossimità e tolgo la ricerca tra i titoli. Così avremo come risultato solo i casi in cui le parole chiave sono vicine a parole che si riferiscono al Graal' Ricerca: KNIGHT, LONDO, POPE, TOMB in prossimità di (cento parole) di: GRAIL, ROSE, SANGREAL, CHALICE. 'E quanto tempo occorrerà per la ricerca?' volle sapere Sophie. 'Poche centinaia di terabyte con riferimenti incorciati multipli?' Con gli occhi che le brillavano Gettum premette il pulsante di ricerca. 'Un semplice quarto d'ora.' Langdon e Sophie non dissero nulla, ma la bibliotecaria ebbe l'impressione che la giudicassero un'eternità. (p. 444, Milano, Mondadori, 2003)
[PB]

Bukowski, Charles. -- Panino al prosciutto = Ham on Rye. -- 1982. -- Terminate le scuole medie inferiori, Henry Chinaski si ritrova con parecchio tempo libero. "Scoprii la biblioteca pubblica La Cienega. Feci il tesserino. La biblioteca era vicino alla vecchia chiesa sul West Adams. Era una biblioteca molto piccola, con una sola bibliotecaria. Una donna di classe. Sui trentotto anni, ma coi capelli bianchissimi raccolti in uno stretto nodo sulla nuca. Aveva il naso aguzzo e gli occhi verdi, profondi, dietro le lenti senza montatura. Avevo la sensazione che sapesse tutto. Giravo per la biblioteca in cerca di libri. Li tiravo giù dagli scaffali, a uno a uno. Ma non erano granchè. Erano molto noiosi. Pagine e pagine di parole che non dicevano niente. O se dicevano qualche cosa ci mettevano troppo a dirla e quando l'avevano detta uno era così stanco che non aveva più nessuna importanza. Sfogliai un libro dopo l'altro. Di certo, tra tutti, ne avrei trovato uno che mi andava bene. Tutti i giorni andavo giù alla biblioteca all'angolo tra Adams e LaBrea e c'era la mia bibliotecaria, severa, infallibile, e silenziosa. Continuavo a tirar giù libri dagli scaffali. Il primo libro decente che trovai era di un tizio di nome Upton Sinclair. Le sue frasi erano semplici, e parlava con rabbia. Scriveva dei porcili di Chicago. Diceva le cose com'erano, semplicemente, senza tanti fronzoli. Poi trovai un altro autore. Si chiamava Sinclair Lewis. E il libro si intitolava Main Street. Questo Lewis spogliava gli uomini della loro ipocrisia, uno strato dopo l'altro. Solo che gli mancava la passione. Ricominciai a cercare. Leggevo un libro a sera. Un giorno stavo girando per la biblioteca, e intanto guardavo di sottecchi la bibliotecaria, quando trovai un libro con questo titolo: Bow Down To Wood and Stone. Un bel titolo, perché era proprio quello che facevamo tutti, inchinarsi al legno e alla pietra. Finalmente un po' di fuoco! Aprii il libro. L'autrice era Josephine Lawrence. Una donna. Non importava . Chiunque, anche le donne, poteva arrivare alla conoscenza. Lo sfogliai. Era come tanti altri libri: pagine di parole effemminate, oscure, noiose. Rimisi a posto il libro. E già che ero lì, con la mano alzata, tirai giù il libro vicino. Era di un altro Lawrence. Aprii il libro a caso e cominciai a leggere. Parlava di un uomo al pianoforte. Da principio sembrava tutto molto falso. Ma continuai a leggere. L'uomo al pianoforte era inquieto. Il suo cervello continuava a dire cose. Cose oscure e curiose. Le frasi erano serrate, incalzanti, come un uomo che urlasse, ma non 'Joe, dove sei?'. Piuttosto Joe, dov'è qualcosa? Lawrence con le sue frasi serrate, dolorose. Nessuno mi aveva mai parlato di lui. Perché non lo pubblicizzavano? Lessi un libro al giorno. Lessi tutto il D.H. Lawrence che c'era in quella biblioteca. La mia bibliotecaria cominciò a guardarmi in modo strano, quando arrivavo col mio tesserino. 'Come va oggi?', mi chiedeva. Una frase gentile. Mi faceva sentir meglio. Come se fossi andato a letto con lei. Lessi tutti i libri di D.H. Larence. E mi portarono ad altri libri. A quelli di H.D., la poetessa. A quelli di Huxley, l'amico di Lawrence. Li leggevo uno dopo l'altro, difilato. Uno tirava l'altro. Attaccai Dos Passos.[...] (p. 172-173) Altri riferimenti alle biblioteche, tra cui due battute di dialogo tra Henry e il suo amico Becker. Entrambi hanno la passione della scrittura e vorrebbero diventare scrittori. Henry però è disilluso, mentre Becker ne è convinto. 'Io ce la farò', disse Becker. 'Un giorno vedrai i miei libri sugli scaffali delle biblioteche'." (p. 297) E più avanti: 'Un giorno scriverò tutto questo. Sarò sugli scaffali delle biblioteche: BECKER. Ci sono pochi B, nei cataloghi, bisogna dare una mano alla categoria'. (p. 322) (Milano, TEA, 2002)
[RM]

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Caldwell, Ian - Thomas, Dustin. -- Il codice del quattro = The Rule of Four. -- 2004. -- Alle prese con la soluzione dei misteri dell’Hypnerotomachia Poliphili, due laureandi di Princeton, tra codici, indovinelli, morti e segreti si destreggiano, animati dal prorompente desiderio della conoscenza, tra i meandri di uno degli incunaboli più preziosi ed oscuri del mondo occidentale. “La sala dei libri rari è situata in un angolo fuori mano della Firestone. All’interno, dove i libri più recenti hanno centinaia d’anni, il tempo diventa qualcosa di relativo... La signora Lockhart, la bibliotecaria dimenticata dal tempo, forse in gioventù ha rammendato calzini insieme alla moglie di Gutemberg. La sua pelle bianca ricopre una struttura ossea che sembra fatta apposta per fluttuare tra le cataste di libri. Durante il giorno la si può sorprendere a balbettare parole in lingue morte ai libri in cui è immersa, come un’impagliatrice in conversazione con i suoi animali”(p. 60). “ … insignificanti come bibliotecari… (p. 81). “Facciamo numerosi viaggi tra il carrello e gli scaffali, ricollocando dozzine di libri. Per la maggior parte li riponiamo fuori posto, perché Paul non vuole che siano facilmente reperibili” (p. 278). (Piemme, 2004).
[ICF]

Capote, Truman. -- Colazione da Tiffany = Breakfast at Tiffany's. -- 1958. -- La protagonista si reca in biblioteca dove viene seguita dal suo corteggiatore che esamina i libri che lei ha consultato per capire le sue intenzioni.
[Chaintreau-Lemaître, 1993]

Carter, Stephen L. -- L’imperatore di Ocean Park = The Emperor of Ocean Park. -- 2002. -- Talcott Garland è professore di giurisprudenza e appartiene alla ricca e importante borghesia di colore (definita dall’autore “la nazione più scura”). Dopo la morte di suo padre, giudice federale in pensione, si trova proiettato in un passato oscuro e misterioso, intrecciato al problema scacchistico noto come doppio Excelsior, ai sospetti di sua sorella Mariah sulla morte del padre, alla latitanza del fratello Addison e alla candidatura della moglie Kimmer per un seggio presso la corte d’appello federale. Nella sua ricerca delle “disposizioni” del padre defunto della cui esistenza tutti tranne lui sembrano essere a conoscenza, Talcott scopre verità sepolte ed inquietanti. La biblioteca della facoltà è un elemento del paesaggio e della vita quotidiana del protagonista: “Il palazzo meridionale, dal quale si gode una vista del campus principale, è l’Oldie, un edificio vagamente gotico con tre piani di uffici sul lato orientale e sei piani di biblioteca a occidente, collegati da una serie di aule lungo il lato sud e da un alto muro di pietra a nord” (p. 143) “Indica la parete di finestre, attraverso la quale si scorgono le guglie, le torri e l’enorme, massiccia biblioteca, la gloria gotica del campus” (p. 175) “La biblioteca è come al solito nel bel mezzo di una ristrutturazione, e i ponteggi coprono la fiancata che delimita il vialetto” (p. 383) “La biblioteca vuole ancora il libro che ho smarrito” (p. 486) “Molti dei professori se ne stanno seduti nei loro uffici, telefonando al bibliotecario della facoltà quando hanno bisogno di qualche volume o addirittura chiedendo di farlo alle loro segretarie, ma a me piace andare ogni tanto in biblioteca e respirarne l’aria, o meglio mi piaceva, prima che cominciassi a sospettare che Kimmer potesse avere una relazione con Jerry Nathanson [avvocato che lavora con la moglie del protagonista]. Alle cinque meno dieci uso la mia chiave per aprire la porta dell’ingresso laterale della biblioteca di legge, situata al secondo piano, lontana dalla confusione degli studenti. Entro nel retro della sala periodici, due dozzine di file parallele di scaffali grigio piombo stracolmi di riviste di legge […] La preside vuole che la facoltà abbia un edificio degno del ventunesimo secolo, ma io credo che le biblioteche dovrebbero restare con in piedi piantati nel diciannovesimo, quando il metodo con cui venivano trasmesse le informazioni era la stabilità della parola stampata e non l’effimero cavo a fibre ottiche […] Sorrido all’impiegato addetto alla consultazione aggirando il suo lungo banco. Lui non ricambia: è al telefono, e se le voci che girano sono vere sta probabilmente piazzando una scommessa” (p. 542-44) Un’altra biblioteca compare fugacemente: [il protagonista con il figlio di tre anni] “Frequentiamo le letture di racconti alla biblioteca pubblica” (p. 707) “ Prendiamo in prestito una catasta di libri per i più piccoli alla biblioteca pubblica in cima a Circuit Avenue; tanto vale che si cominci anche a leggere” (p. 711) (traduzione di Stefano Bortolussi, Milano : Mondadori, 2002)
[AR]

Chabon, Michael. -- Le fantastiche avventure di Kavalier e Clay = The Amazing Adventures of Kavalier & Clay. -- 2000. -- New York 1939: dall'incontro tra Josef Kavalier, un giovane artista ebreo fuggito da Praga dopo linvasione tedesca e Sammy Klayman, il cugino alla ricerca di un disegnatore per creare insieme nuovi fumetti, un lungo percorso di crescita e maturazione dei protagonisti. I personaggi dei fumetti creati dal sodalizio Kavalier & Clay assumono forma e rilievo notevole. In un capitolo che descrive la nascita di un nuovo eroe dei fumetti, nella città di Empire City, "andremo nell'Ufficio 99, un piccolo ambiente ordinato, bianco e senzaria, in fondo a un corridoio al terzo piano sotterraneo della biblioteca pubblica dell'Empire City. Qui, a una scrivania che si trova, in profondità, oltre i binari della metropolitana, siede la giovane signorina Judy Dark, viceincaricata al catalogo dei volumi fuori uso. [...] Povera Judy Dark! Povere piccole bibliotecarie di tutto il mondo, ragazze segretamente belle, marchiate per sempre dalla crudeltà di un paio di grossi occhiali scuri (p. 349-350)". La bibliotecaria si trasformerà poi nella Signora della Notte, nuova eroina dei fumetti. La protagonista femminile, Rosa Saks, era andata alla biblioteca pubblica a consultare un librone con delle silografie alla Rockwell Kent" per preparare un murales in una stanza destinata a un ragazzo (p. 515). Il giovane Tommy Klayman (figlio di Sammy e Rosa) "era andato in biblioteca e aveva scoperto uno scaffale, che non aveva mai visto prima, tutto di libri sui trucchi con le carte, le monete, i foulard e le sigarette" (p. 645). Tommy inoltre riordina segretamente il settore fumetti di un'edicola "per mascherare ulteriormente questa segreta attività da bibliotecario, originata soprattutto dal rispetto per il lavoro di suo padre, ma anche da una innata sofferenza per il disordine [...]" (p. 648). (traduzione di Luciana e Margherita Crepax, Milano : Rizzoli, 2001)
[AR]

Chandler, Raymond. -- Finestra sul vuoto = The high window. -- 1942. -- "'Stando così le cose, probabilmente Merle diverrà una di quelle vergini dalla faccia acida, che siedono dietro le scrivanie delle biblioteche pubbliche e stampigliano sui libri". "Non è così conciata", avevo protestato. [...] "E come fate poi a sapere che tutte le bibliotecarie sono vergini?'" (p. 205, Milano, Feltrinelli, 1992)
[AM]

Chandler, Raymond. -- Il grande sonno = The big sleep. -- 1939. -- Il detective Philiph Marlowe va a fare delle ricerche nella biblioteca pubblica di Hollywood.
[Chaintreau-Lemaître, 1993]

Chandler, Raymond. -- Troppo tardi = The little sister. -- 1949. --- "Era una ragazzetta linda, dall'aria piuttosto affettata, coi capelli castani, pudicamente lisci e un paio d'occhiali dalla montatura invisibile. Portava un abito a giacca marrone evidentemente comprato fatto, e da una cinghia sulla spalla le pendeva una di quelle goffe borse quadrate che fanno pensare a una Sorella della Carità che porta i primi soccorsi ai feriti. Sui capelli lisci, marrone, posava un cappellino che era stato strappato dalle mani della mamma in troppo tenera età. Niente trucco, niente rossetto, niente gioielli. Erano gli occhiali non cerchiati a darle quell'aria da bibliotecaria." (Tutto Marlowe investigatore, vol. 2, Mondadori, 1971)
[AB]

Chatwin, Bruce. -- Utz = Utz. -- 1989. -- "Utz [...] Incontrò maggiori difficoltà quando dovette dissipare le voci che lo volevano immischiato nelle attività dei segugi di Goering. Le voci erano fondate: aveva fornito uno stillicidio di informazioni sulla collocazione di certe opere, informazioni accessibili a chiunque si sapesse destreggiare in una biblioteca di libri d'arte. [...] Ottenne un lavoro mal pagato come catalogatore della Biblioteca Nazionale e andò ad abitare in un appartamentino senza pretese nel quartiere ebraico [...]" (p. 24-25, traduzione di Dario Mazzone, Milano, Adelphi, 1989)
[RR]

Cisneros, Sandra. -- Caramelo o Puro Cuento = Caramelo or Puro Cuento. -- 2002. -- "Ho unito due sedie accanto alla stufetta elettrica della sala da pranzo ed è lì che sto cercando di leggere un libro su Cleopatra. In questa stupida casa non ho nessun momento di intimità per ascoltare i miei pensieri, ma posso sentire quelli di tutti gli altri. Le voci rimbombano perché la casa ha ancora la metà dei mobili, anche se papà ci aveva promesso che avrebbe costruito dei mobili nuovi una volta arrivati qua. Ma questo è stato in agosto. Il mio libro su Cleopatra è grande, e questa è l'unica cosa che chiedo a un libro in questi giorni. Un biglietto economico per andarmene da qui. (p. 350-351). "Papà mi ha promesso che l'appartamento di nonna sarà pronto presto e che avrò una camera tutta mia, finalmente. Nel frattempo me ne sto accanto alle scale dove i miei fratelli saltano su e giù come una squadra di football che si allena. E non parlano mai con un tono di voce normale: urlano sempre. 'Non stiamo urlando. Noi parliamo così.', dice Lolo urlando. I ragazzi salgono facendo tuonare i gradini, accertandosi che i loro passi facciano ancora più rumore. 'Oh! Non siamo mica in biblioteca', sbraita Memo. 'Se non ti va bene, te ne vai. 'Magari... per potermi allontanare da voi'. Ma appena penso di aggiungere questa seconda parte, lui se ne è già salito su galoppando, due gradini alla volta, senza sentirmi.' "(p. 352) Caramelo si conclude con una lunga serie di ringraziamenti, tra cui a "Mario e Alejandro Sanchez per la loro assistenza bibliotecaria", e con questa dichiarazione: "Ci sono molte persone e molte circostanze nella mia vita che mi hanno aiutata a diventare una scrittrice, ma vale la pena ripetere qua cinque elementi fondamentali". Il terzo degli elementi elencati, dopo i ruoli importanti avuti dal padre e dalla madre, è la Biblioteca Pubblica di Chicago. (Roma, La nuova frontiera, 2004, traduzione dall'inglese di Santa Rede).
[RM]

Coben, Harlan. -- Non dirlo a nessuno = Tell no one. -- 2001. -- Il protagonista di questo incalzante thriller americano si reca in biblioteca per cercare notizie su un episodio fondamentale della sua vita): "Sceso dal treno, mi feci portare da un taxi all'autonoleggio e, una volta lì, chiesi all'impiegato con la giacca verde dietro il bancone le indicazioni per la biblioteca. Per arrivarci impiegai circa tre minuti. La biblioteca di Ridgemont aveva sede in un moderno edificio di mattoni in stile coloniale, finestroni, scaffali di faggio, soppalchi, torrette e un caffè. Chiesi di poter utilizzare Internet alla bibliotecaria, una donna dal volto avvizzito con un vestitino di percalle. 'Ha un documento?' mi chiese. Glielo diedi. 'Per usare il computer deve risiedere nella contea' osservò. 'La prego, è molto importante.' Mi aspettavo un 'niente da fare', ma lei invece si ammorbidì. 'Quanto tempo pensa di impiegarci?' 'Qualche minuto, non di più.' 'Quel computer lì' e ne indicò uno alle mie spalle 'è il nostro Internet point. È a disposizione di tutti per un massimo di dieci minuti....' Il nostro eroe non trova lì il numero del giornale ricercato in quanto la notizia era vecchia di oltre 6 anni, perciò si rende necessario ricorrere a microfilm. La bibliotecaria deve a questo punto aiutare nella ricerca. 'Era un donnone e camminava con un certo impaccio. Trovò la bobina in un cassetto e mi aiutò a inserirla nella macchina e a farla scorrere. 'Buona fortuna' mi disse, tornando alla sua scrivania.' Ovvio che il nostro eroe troverà lì ciò che cercava. (p. 326, Milano, Mondadori, 2001)
[PL]

Connelly, Michael. -- Il buio oltre la notte = A darkness more than night. -- 2002. -- In un colloquio tra Terry McCaleb ex agente FBI in pensione e Harry Bosch detective della omicidi: “Conosci la storia di questo posto, Terry? Mi riferisco a prima che arrivassero i missionari.” “No, e tu?” “Un po’. Quando ero piccolo mi piacevano i libri di storia. Li prendevo in prestito dalla biblioteca, soprattutto quelli su Los Angeles e la California”. (p. 276, traduzione di Francesca Pinchera, Casale Monferrato : Piemme, 2002)
[AR]

Connelly, Michael. -- La memoria del topo = The Black Echo. -- 1992. -- Solo una piccola citazione all'interno dell'indagine che vede coinvolto Hieronymous Bosch, detective della Divisione Hollywood, alla caccia dei responsabili di un furto in un caveau che sembra nascondere un mistero più vasto. "Per accedere alla cassetta, l'intestatario entra nel caveau con un impiegato, che lo accompagna ad aprire la cassetta e quindi lo scorta in una cabina. Al termine dell'operazione, richiudono insieme la cassetta e il cliente sigla la sua scheda. Più o meno come in biblioteca" (p. 228, Casale Monferrato : Piemme, 2001)
[AR]

Cooley, Martha. -- L'archivista = The archivist. -- 1998. -- "Matthias Lane è archivista in una grande biblioteca americana dove sono custodite, sottochiave, le lettere scritte da T.S. Eliot all'amica Emily Hale". Ha studiato biblioteconomia. "Allora mi consideravo, e mi considero ancora, l'erede di una ricca tradizione, a cavallo della linea che separa spirito e ragione. I grandi bibliotecari sono sempre stati uomini di religione - monaci, preti, rabbini - e il servizio reso ai libri è un atto di omaggio e di fede. Perfino Thomas Jefferson, quel bibliotecario geniale e razionale, venerava ciò che chiamava l'Infinito Potere. È impossibile essere un custode di libri e non provare gratitudine verso qualcosa che sta al di là dell'intelletto che li ha creati - una Mente superiore, benigna e vivace, di inconcepibile ampiezza, che spinge alla lettura e alla scrittura. Judith si lamentava sempre del fatto che le biblioteche sono piene di libri falsi e banali - e aveva ragione, sebbene ciò non mi abbia mai preoccupato. Una biblioteca è concepita per essere ordinata non pura." (p. 19) Numerose scene in biblioteca e con bibliotecari (Guanda, 2000)
[CC] ; [RR]

Cooper, Douglas. -- Amnesia = Amnesia. -- 1994. -- Dalla copertina: "Un archivista di una biblioteca di Toronto si accinge a chiudere il suo ufficio per andare a sposarsi da lì a poche ore, quando giunge improvvisamente un lunatico e irrefrenabile personaggio che inizia a raccontargli la storia della propria vita. L'archivista scopre di non potersi sottrarre a questa strana, fluviale narrazione e, come ipnotizzato, decide di lasciarsi travolgere. Inizia così la storia di Izzy Darlow, della sua famiglia, di Katie, paziente in un ospedale psichiatrico.[...]" Da p.26-27: "'Mi scusi' disse mortificato. Era chiaro che provava rispetto per il materiale d'archivio. Rilevai la cosa e annuii. 'Le biblioteche...' disse. "Le biblioteche sono importanti. Mi ritrovai braccato dentro la biblioteca dal primo giorno della prima elementare. Aaron era andato a scuola prima di me e li aveva preparati al mio arrivo. [...] Sapevo che mi avrebbero mangiato vivo, così mi nascondevo in biblioteca, prima e dopo le lezioni.[...] Fu ben presto evidente che nel mio caso la prima elementare sarebbe stata una perdita di tempo, così il mio insegnante mi lasciò trascorrere giorante intere in biblioteca. Suppongo dovessi sembrare patetico, a nascondermi lassú, ma ero deciso a trovare un mondo nei libri. Il mondo esterno era troppo pericoloso. Mi sbagliavo, ovviamente. Riguardo al relativo pericolo del mondo esterno. C'era un mondo su uno scaffale della biblioteca - un mondo sul secondo scaffale dal pavimento, un mondo di gran lunga più spaventoso di tutte le violenze che dovevo affrontare in famiglia. Ma giunsi a scoprirlo solo qualche tempo dopo. Ci volle del tempo prima che qualcuno si accorgesse di Izzy che se ne stava seduto in solitudine al tavolino all'angolo della biblioteca. [...] Passava intere giornate in biblioteca, mentre gli altri studenti ci stavano lo stretto necessario. Ci venivano in pochi a meno si non esserci obbligati per punizione dagli insegnanti." In biblioteca Izzy conosce il signor Arrensen, il bibliotecario, che in seguito lo consiglia e con cui avrà modo di intraprendere importanti discussioni.
[AC] ; [RM]

Coupland, Douglas. -- Microservi = Microserfs. -- 1995. -- "Ma poi mamma, la bibliotecaria, ha detto: 'Pensate solo a come sarebbero confusi i bibliotecari! Voglio dire, con che criterio dovremmo schedare un nome del genere? I segni diacritici determinano difficoltà infinite'" (p.153). "'Pensate che le biblioteche diventeranno obsolete?' ha detto mamma, mentre rimestava il suo caffè e temeva per la sorte del suo lavoro. 'I libri, cioè?'. Karla si è lasciata andare a un dibattito sul Sistema Dewey e sul sistema di catalogazione della Biblioteca del Congresso, che è risultato quanto meno soporifero. Mamma si è trovata controvoglia a entrare nello specifico dei sistemi di catalogazione. I bibliotecari amano l'ordine, la logica e la linearità" (p.188). (Trad. Nicoletta Vallorani e Ermanno Guarneri, Milano, Feltrinelli, 1996)
[RR]

Coupland, Douglas. -- La sacra famiglia = All families are psychotic. -- 2001. -- Pochi minuti dopo erano nell'archivio Internet della biblioteca. L'interno del locale era fresco e dall'aspetto consueto: un luogo visitato da persone la cui vita non conteneva assurdità, da famiglie che si scambiavano CD o maglioni per Natale, e che non falsificavano le rispettive firme, né avevano relazioni con istruttori di nuoto di nome Jamie, o con segretarie di nome Nicole. Ted aspettava fuori dalla biblioteca, sotto una vecchia quercia coperta di muschio. Digitando codici dulla tastiera Janet pensava ad alta voce [...]. Mentre lei continuava la ricerca, Bryan disse: "Non ero mai stato prima in una biblioteca". La sua voce era priva di qualsiasi ironia. "Io sì", disse Wade. "A Las Vegas, per fare ricerche sulla mia malattia. Sono posti strani, vero? Voglio dire, tutti questi...libri."(trad. di Alfredo Colitto, Milano, Frassinelli, 2003)
[AC]

Crowley, John. -- La traduttrice = The translator. -- 2003. -- Kit si diresse verso la biblioteca [...] Entrò nella sala di lettura, le cui scaffalature erano piene di libri che nessuno degnava di un'occhiata. Salì le scale; arrivò davanti al bagno spettrale del primo piano che nesuno usava mai. Tornò indietro attraversando la sala dei periodici e lo vide seduto a un tavolo, intento a leggere. [...] Andò vicino al punto in cui era seduto, muovendosi con cautela tra gli scaffali a vista dei periodici colmi di giornali rilegati finché trovò tra essi un varco largo quanto bastava per vedere di là, vedere la sala e lui. [...] (p. 96-97). [...] La biblioteca al centro del campus era fresca come una cantina e quasi vuota a luglio. Era in luoghi come quello - austero e accogliente, alto e buio e rivestito di legno scuro, e tentacolare - che a Kit capitava di sognare. I sogni non avevano quell'odore, però, il respiro di dormiente di innumerevoli pagine di carta, di colla vecchia. [...] era più bello stare lì, passeggiare lì sotto le immense querce del campus, muoversi tra gli scaffali e aprire libri russi a lei non meno estranei di prima, o indugiare nella grande sala di lettura dove non c'era nessuno, passeggiando come nella radura di una foresta lungo le alte file di libri che nessuno toccava mai. [...] (p. 211-212) Durante una manifestazione studentesca nel campus universitario, che rischia di degenerare in rissa, i ragazzi scppano verso la biblioteca per cercare rifugio. [...] La biblioteca era aperta. Ai gradini, Saul e Max li fecero entrare tutti, fuorilegge medievali che reclamavano il diritto d'asilo [...] Per quanto tempo rimasero trincerati lì? Il bibliotecario venne più volte a parlare con loro, imponendo il silenzio e dicendo - cosa che sapevano - che la biblioteca era un luogo di lavoro e di studio, non di conversazione e confusione. Qualcuno piangeva. Il tempo passava. Sopra le loro teste, tutt'attorno alla base della rotonda, c'erano parole stampigliate in oro: Un buon libro è la preziosa linfa vitale di uno spirito eletto. Le porte continuavano ad aprirsi per mostrare la luce del giorno e accogliere nuovi dimostranti, e anche chi aveva dei conti in sospeso con loro, le loro voci si abbassavano fino a diventare sussurri sibilanti, fino al momento in cui il bibliotecario li cacciava. [...] (p. 300-301) (trad. di Francesco Bruno, Ponte alle Grazie).
[GF]

Cruz Smith, Martin. -- Havana = The Havana Bay. -- 1999. -- "E adesso tu sei ai tropici e io sono ancora qui, poco più che bibliotecario". (Milano, Mondadori, 1999)
[CR]

Cunningham, E.V. -- La doppia vita di Sylvia West = Sylvia. -- 1960. -- Pseudonimo usato dallo scrittore Howard M. Fast. Un investigatore privato, Alan Macklin, viene ingaggiato per indagare sul passato di Sylvia. Lei è una grande lettrice e Macklin la cerca nelle biblioteche della sua città, Pitsburgh. Qui incontra una bibliotecaria "arida e asessuata", Irma Olanski, che la conosce.
[Galli, 1995]

Cunningham, Laura. -- Popcorn a colazione = Sleeping Arrangements. - 1989. -- A Lily Shaine, allevata a popocorn a colazione, sono toccati in sorte, alla morte della madre, due genitori speciali, lo zio Len e lo zio Gabe. Lo zio Gabe indossa impeccabili pigiami marroni, tiene sempre vicino al suo letto gli occhiali e un libro di preghiere e prega "come un arabo" anche se è un ebreo praticante. Lo zio Gabe, nonostante i suoi trentotto anni in famiglia viene chiamato "il ragazzo" perchè dimostra vent'anni di meno, non prende la vita di petto e non si accorge di nulla perchè ha la testa tra le nuvole. Ma che mestiere fa lo zio Gabe quando non compone canzoni gospel? Lo zio gabe insegna biblioteconomia in una scuola privata di Manhattan e la biblioteca di cui si occupa è confinata in un gabinetto ristrutturato. "La biblioteca ha un tetto di tegole inclinato e lui sta in piedi recitando il sistema di classificazione decimale con uno scarico sotto i piedi" (Sperling & Kupfer, 2003)
[DM]

Cunningham, Michael. -- Le ore = The hours. -- 2001. -- Una delle protagoniste, Laura Brown, è una bibliotecaria in pensione. (Bompiani, 2001)
[RF]

Curtiss, Ursula. -- Chiedetelo a Geoffrey. -- Una lunga scena si svolge nella biblioteca, dove Sarah cerca notizie su alcuni suoi parenti, chiedendo aiuto alla bibliotecaria. "Erano le quattro passate. Sarah chiese e ottenne indicazioni: dieci minuti dopo, con la sensazione che una cortina stava finalmente per alzarsi, parcheggiò di fronte a un basso fabbricato di vetro e mattoni, sovrastato dagli olmi. La bibliotecaria capo, una donna dalla carnaggione di porcellana, lungi dall'essere l'anziana signora che Sarah si era aspettata d'incontrare, era invece una cinquantenne ben curata, che aveva un'aria sdegnata nei confronti di ogni genere di indagine. Emergendo da un ufficio interno, al richiamo di una delle ragazze sedute intorno al banco a forma di ferro di cavallo, disse: - 'Sono la signora Rutherford. In cosa posso esservi utile?'" (p.50) (Il giallo Mondadori, n.1852, 29-7-1984)
[GR]

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Cussler, Clive. -- Missione Eagle = Deep Six. -- 1984. -- Una nuova avventura per Dirk Pitt, eroico alter ego dell'autore. In una descrizione di uno dei personaggi del romanzo: "a parte una sottile corona di capelli intorno alle tempie, la sua testa era calva come un uovo e le sopracciglia cespugliose facevano apparire ancora più scuri gli occhi castani [...] portava un paio di pantaloni comodi e un giubbotto sportivo. Poco più che quarantenne, Lucas assomigliava più a un dentista o a un bibliotecario che allagente speciale incaricato di dirigere la sezione dei servizi segreti responsabile dell'incolumità del presidente degli Stati Uniti (p. 30). In un dialogo tra altri due personaggi: "Che desidera? chiese il pilota con affettata ingenuità. Informazioni. Ma questo non è il posto giusto, ribattè il pilota, alzando istintivamente le mani [di fronte al fucile impugnato dallinterlocutore] questo è un servizio di ambulanza aerea, non una biblioteca (p. 300) (traduzione di Giuseppe Settanni, Milano : Longanesi, 2001)
[AR]

Deaver, Jeffrey. -- Il collezionista di ossa = The bone collector. -- 1997. -- Il serial killer compie omicidi fotocopia ispirandosi a quelli descritti in un libro rubato da una biblioteca. "La storia era comparsa in un libro, che in quel momento era ben saldo nella tasca del collezionista di ossa. Crimini nella vecchia New York. Non riusciva a spiegare la sua immensa attrazione per quel piccolo volume. Se avesse dovuto descrivere il proprio rapporto con quel libro, avrebbe dovuto ammettere di esserne dipendente. Settantacinque anni e ancora praticamente integro, un gioiello della legatoria. Era il suo portafortuna e il suo talismano. L'aveva trovato in una piccola sezione della biblioteca pubblica e aveva commesso uno dei pochi atti disonesti della sua vita facendoselo scivolare nella tasca del soprabito un giorno e poi allontanandosi dall'edificio." (p. 145) Sui suoi crimini investiga Lincol Rhyme, un ex detective paraplegico. Ad un certo punto ha bisogno di sapere dove si trovavano i vecchi macelli a New York: "'Chiama la biblioteca, Banks', continuò Rhyme, 'Devono avere uno storico.' (p. 166) Il serial killer era stato in ospedale psichiatrico: "Ha tentato di uccidersi. L'hanno messo sotto sorveglianza. Prima ha tentato di tagliarsi le vene con un pezzo di carta, la copertina di una rivista. Poi è entrato in biblioteca di nascosto e ha trovato un bicchiere d'acqua nel bagno del bibliotecario, l'ha rotto e si è tagliato le vene. L'hanno salvato [...]." (p. 336) "Dellray lesse il rapporto per qualche secondo poi disse: 'Abbiamo fatto analizzare il frammento di PF che avete trovato da Tony Farco alla PERT - a proposito, ti manda un ciao, Lincoln. È placcatura d'oro a quanto pare. Probabilmente risalente a una data compresa tra sessanta e ottant'anni fa. Tony ha trovato alcune fibre di cellulosa attaccate al metallo, quindi ritiene che provenga da un libro.' 'Ma certo! Il bordo dorato di una pagina', disse Rhyme. 'Ora, ci ha anche trovato sopra delle particelle d'inchiostro. E dice... attento, che adesso cito testualmente le sue parole: 'Non è incompatibile con il tipo di inchiostro che viene adoperato dalla Biblioteca Pubblica di New York per timbrare le ultime pagine dei suoi libri'. Non trovi che parli in modo strano?' 'Un libro della biblioteca', commentò Rhyme tra sé. 'Un libro della biblioteca rilegato in cuoio rosso', intervenne Amelia Sachs. Rhyme la fissò con occhi sgranati. 'Esatto!" gridò. 'Ecco da dove vengono i frammenti di cuoio rosso. Non dai guanti. È un libro che lui si porta dietro. Potrebbe essere la sua bibbia'. '[...] Richiama la biblioteca Banks. Forse è così che si è consumato le suole delle scarpe: nelle sale di lettura. Lo so, è una pista debole. Ma non abbiamo molte opzioni a disposizione. Voglio una lista di tutti i libri antichi rubati dalle filiali di Manhattan nell'ultimo anno'. 'Lo faccio subito'. Il giovane poliziotto si strofinò un taglio di rasoio sulla guancia mentre chiamava il sindaco a casa e gli domandava senza troppe cerimonie l'autorizzazione a contattare il direttore della biblioteca pubblica per chiedergli ciò di cui avevano bisogno. Mezz'ora più tardi il fax cominciò a ronzare e sputò due pagine. Thom le strappò dall'apparecchio. 'Ehi, certo che i lettori hanno la mano lesta in questa città', commentò portando il documento a Rhyme. Negli ultimi dodici mesi, dalle sedi della biblioteca pubblica erano scomparsi ottantaquattro volumi vecchi di cinquant'anni o più, di cui trentacinque a Manhattan. Rhyme studiò la lista. Dickens, Austen, Hemingway, Dreiser... Libri di musica, filosofia, enologia, critica letteraria, fiabe. Il loro valore era sorprendentemente basso. Venti, trenta dollari. Rhyme immaginò che nessuno di essi fosse una prima edizione, ma a quanto pareva i ladri non ne erano al corrente. Continuò a leggere la lista. Niente, niente. Forse... E poi lo vide. Crimini nella vecchia New York, di Richard Wille Stephans, pubblicato dalla Bountiful Press nel 1919. Il suo valore era stimato in sessantaquattro dollari, ed era stato rubato dalla dipendenza di Delancy Street della Biblioteca Pubblica di New York nove mesi prima. Veniva descritto come un volume di dodici centimetri per quindici, rilegato in pelle di capretto rosso, con risvolti marmorizzati e bordi dorati. 'Ne voglio una copia. Non mi interessa come. Trova qualcuno alla Biblioteca del Congresso, se devi.' (p. 374-375) La localizzazione della filiale della NYPL da cui è stato rubato il volume è l'elemento decisivo per individuare la base operativa del serial killer, dove questi tiene prigioniera una bimba.Ma il criminale riesce a fuggire alla retata e va a trovare Rhyme direttamente a casa sua. "Taylor notò qualcosa e si immobilizzò. Spalancò la bocca.. Si sporse in avanti, fissando la copia di Crimini nella vecchia New York posata sul leggio del dispositivo per voltare le pagine. 'Ecco come... L'hai trovato davvero... Ah, la polizia dovrebbe essere orgoglioso di averti nei suoi ranghi, Lincoln Rhyme. Credevo ci sarebbero voluti giorni prima che tu arrivassi alla casa. Ero convinto che, a quel punto, la piccola Maggie sarebbe stata spolpata dai cani.' 'Perch&eacutte; stai facendo questo?"domandò Rhyme. Ma Taylor non rispose: stava esaminando Rhyme attentamente, borbottando quasi tra sé. 'Non eri così bravo, sai. Ai vecchi tempi. Ti sfuggivano un sacco di cose allora, vero? Ai vecchi tempi.' Ai vecchi tempi... Che cosa intendeva dire? Scosse la testa semicalva, i capelli grigi - non castani - e guardò la copia del libro di testo di medicina legale scritto da Rhyme. Un lampo di riconoscimento gli passò nello sguardo e Rhyme cominciò a capire. 'Hai letto il mio libro', disse il criminalista. 'L'hai studiato. In biblioteca, giusto? Nella sede della biblioteca pubblica vicino a casa tua? Dopotutto il sosco 823 era un lettore.' (p. 423-424) Dalla nota dell'autore: 'Ah, a proposito: chiunque fosse interessato a leggere una copia dei Crimini nella vecchia New York potrebbe avere qualche problema a trovarla. La storia ufficiale è che il libro sia opera di finzione, anche se mi è giunta voce che l'unica copia esistente è stata recentemente rubata dalla Biblioteca Pubblica di New York - da una persona non identificata. (p. 447) Dal romanzo è stato tratto il film omonimo, diretto da Philip Noyce e con Denzel Washington nella parte dell'ex detective paraplegico. (Milano : Sonzogno, 2000)
[PB]

Delshon, Steve. -- Padri e figli: il piacere di stare insieme. 365 momenti speciali che rendono insostituibile il ruolo di padre. -- 2005. -- In una raccolta americana di pensieri ed aforismi sul ruolo del padre, un riferimento non casuale alla biblioteca: "Per i tuoi figli è un'avventura fantastica andare insieme in biblioteca. E sono orgogliosissimi, quando ricevono la loro prima tessera della biblioteca, Alla fine però mischiano i loro libri con quelli della biblioteca e a te tocca pagare la mora per il ritardo. D'altra parte la biblioteca ha sempre bisogno di soldi, e i bambini, così facendo, contribuiscono ad aiutare la comunità. Essere padre ti insegna a guardare il lato positivo delle cose" (p. 176-177, Milano, Armenia, 2005).
[MSR]

Dick, Philip K. –- Confessioni di un artista di merda = Confessions of a Crap Artist. -- 1975. –- L’io narrante, qui, è Jack Isidore, l’artista del titolo: “Seville, California, ha una buona biblioteca pubblica. [...] La biblioteca, però, è stata importante per me perch&cute; ha formato la mia educazione e le mie convinzioni. Ogni venerdì, che è il mio giorno libero, vado lì verso le dieci e mi metto a leggere Life e i fumetti del Saturday Evening Post e poi, quando i bibliotecari non mi guardano, prendo le riviste di fotografia dall’espositore e le sfoglio per scoprire quelle speciali pose artistiche che fanno assumere alle modelle.” (p. 29) Parla Fay Hume, sorella di Jack: “'Quando mi conoscerai meglio' le dissi 'imparerai a non fare caso a quello che dico. Io sono una persona rozza e volgare. Mi ricordo che una volta, in biblioteca, me ne uscii con un ‘vaffanculo’ davanti alla bibliotecaria. Avrei voluto morire. Avrei voluto sprofondare nel pavimento. Non ci tornai mai più, non sarei stata capace di guardarla in faccia'.” (p. 89) Ancora Jack: “Per andare a trovare Charley all’ospedale dell’Università della California, tra la Parnassus e Fourth, a San Francisco, dovevo prendere l’autobus Greyhound che partiva da Inverness alle 6.20. Arrivavo a San Francisco alle 8.00 del mattino. Generalmente mi recavo alla biblioteca pubblica di San Francisco dove leggevo gli ultimi numeri delle riviste, prendevo in prestito dei libri che potevano piacere a Charley e facevo ricerche. Da quando aveva avuto l’infarto studiavo il sistema circolatorio, e ricopiavo le informazioni scientifiche sul quaderno, e quando era possibile mi facevo prestare anche le opere di consultazione e i periodici specializzati in modo che avesse qualcosa da leggere sull’argomento.” (p. 125) (Trad. Maurizio Nati, Roma, Fanuci, 2002).
[AMr]

Dick, Philip K. -- In senso inverso = Counter-Clock World. -- 1967 . "Nella California del 1998 il tempo scorre in senso inverso. A causa di un bizzarro fenomeno scientifico, i morti risorgono dalle tombe, diventano adulti, giovani, adolescenti, infanti, per poi tornare nel grembo da cui provengono. Alcune ditte specializzate, i Vitarium, si occupano di prelevare dai cimiteri i defunti che ritornano al mondo. Tra questi, è giunto il momento di un potente leader nero, fondatore di un culto popolarissimo, e la più temuta organizzazione del mondo, la Biblioteca, che ha il compito di cancellare le testimonianze scritte degli eventi che non sono piú accaduti, si accinge a eliminarlo prima che una nuova ondata di violenze razziali dilani il paese" (Recensione da IBS, Fanucci, 2003).
[LS]

Doody, Margaret. -- Gli alchimisti = The alchemists. -- 1980. -- Il romanzo della scrittrice canadese si svolge ad Oxford in ambiente universitario negli anni '60. Protagonisti ne sono alcuni studenti: Valeria, Tony, Paul, Anne. I riferimenti alle biblioteche, e in particolare alla Bodleiana, chiamata spesso soltanto Bod, sono numerosi, ma per la maggior parte abbastanza brevi, del tipo: "[...] Esistono dei libri favolosi zeppi di antiche ricette alla Bodley. Mi piacerebbe provarne qualcuna delle altre [...]" (p. 45) A p. 140 viene rimaneggiata una citazione da The Dunciad di Alexander Pope, che diventa: "Guarda, la Bodleian dorme, e l'Isis ghiacciato / Scorre appena in mezzo a una distesa di neve." Tony descrive l'ambientazione ricostruita da Valeria per una delle loro truffe: "Non c'erano vasi di fiori, ma un solo intrepido giacinto dentro una ciotola. Sopra il tavolo, una piccola piletta di libri presi in prestito dalla biblioteca, le cui copertine mpolverate erano protette da foderine di plastica, creava un'altra macchia di colore. Tony notò che Valeria aveva scelto Gita al faro e La storia del Partito Liberale. (p. 178) Valeria recita un personaggio in una delle truffe organizzate dai ragazzi e parla della zia: "Facevamo le solite cose - andavamo alla Torre, allo Zoo. E facevamo anche cose un po' insolite. Mi portava al British Museum per mostrarmi la Sala Lettura. Mi diceva che Karl Marx e Bernard Shaw avevano studiato lì, e che probabilmente ci avrei lavorato anch'io, quando fossi cresciuta." (p. 181) Un dialogo tra John, studente di fisica, e Anne, studentessa di lettere: "'Oh, sì. È di notte che i laboratori Clarendon funzionano a pieno ritmo. Ci trasformiamo tutti in gufi. Molti esperimenti possono essere compiuti solo nelle ore notturne, quando abbiamo il permesso di utilizzare la corrente per le apparecchiature. [...]'. 'Capisco', disse Anne. 'Sono contenta che le biblioteche chiudano di notte - non mi piacerebbe affatto sapere di dover studiare allora'. (p. 250) Una descrizione più significativa viene data della biblioteca pubblica, dove Tony si reca per cercare materiale per la sua tesi: "Gli sarebbe piaciuto imbattersi in uno dei suoi amici solo per dirgli che avrebbe partecipato al film. Ma i pub erano chiusi, e sapeva che l'unico posto in cui era sicuro di poter incontrare qualcuno era la Bodley; in un pomeriggio così radioso, non se la sentiva affatto di passare sotto i suoi portali bui e tristi. D'altra parte, doveva studiare un po'. Come compromesso, decise di andare alla biblioteca pubblica all'angolo con Blue Boar Street, per cercare, come disse a se stesso, biografie di personaggi del diciassettesimo secolo. La biblioteca era poco affollata, ma il suo personale, come al solito, sembrava oppresso dal lavoro. Ogni giorno doveva occuparsi di una grossa quantità di libri, di solito sempre gli stessi. Trasportavano quelli restituiti su dei carrelli, e li buttavano a casaccio sulla mensola più alta di ogni scaffalatura. Questi libri - i romanzi appena pubblicati, i classici più gettonati del genere giallo o umoristico - venivano nuovamente presi in prestito prima ancora che si avesse il tempo di riporli al loro posto. Era probabile che molte opere di P.G. Wodehouse non trovassero da anni la strada del ritorno alla loro nicchia sullo scaffale della W. Tony scartabellò oziosamente qualche romanzo, prestando particolare attenzione alle opere sullo scaffale più in alto. La sua intenzione originaria si era persa per strada, ma lui non ci aveva fatto caso; la sua mente era impegnata a decidere se leggere un altro Graham Greene o un Angus Wilson, o godersi un nuovo giallo. Forse avrebbe dovuto provare a leggere uno di quegli enromi romanzi americani. Mentre rifletteva per decidersi ammirò, come faceva spesso, la grande quantità di libri degli autori più disparati, e immaginò - e anche questo gli capitava spesso - come sarebbe apparso il suo nome sui suoi libri (sotto la M di Marling, a meno che non fossero stati così famosi da finire sugli scaffali più alti), e quali ne sarebbero stati i titoli. Fantasticare sui libri che un giorno avrebbe potuto o no scrivere era uno dei passatemi segreti di Tony. Le citazioni erano sempre una buona idea per i titoli, specie i frammenti meno noti dei poeti metafisici. La sua mente indugiava su Marvell - quanti titoli avrebbe potuto ricavare anche solo da una sua poesia? Deserti di vasta eternità? Troppo lungo. Vasta eternità? Troppo confuso e metafisico. Deserti d'eternità sarebbe stato perfetto. Di Anthony Marling. Già si figurava la recensione: [seguono recensioni immaginarie]. Mentre è in biblioteca incontra Horst Heppllewhite e i due iniziano a chiacchierare, finché "una donna imponente, avvolta in un soffocante abito di tweed marrone, piombò su di loro. 'Se voi giovanotti volete fare una conversazione privata', annunciò in tono stentoreo, 'vi prego di farla altrove. Questa biblioteca', li informò, 'esiste a beneficio di coloro che vogliono prendere in prestito dei libri. Io sto cercando un libro da portare a mia sorella a casa, e non riesco a pensare con questo rumore'. Tutti gli altri occupanti della biblioteca, che avevano studiato o sfogliato libri indisturbati durante la conversazione di Tony e Horst, ebbero un sussulto di sorpresa a questo sonoro rimprovero, e i tre diventarono il centro dell'attenzione di tutti. Il pechinese che la donna trascinava con sè con un vecchio guinzaglio di cuoio annusò i pantaloni di Horst e starnutì violentemente. 'Vi sarò molto grata se ricorderete che una Biblioteca è un luogo di Pace e Silenzio', aggiunse l'apparizione vestita di tweed, ritornando a passo di marcia in fondo al corridoio, presumibilmente per riprendere la sua caccia al Libro. Tony si chiese cosa leggesse negli intervalli tra il giardinaggio e le riunioni con le amiche. Leggeva stando seduta sopra uno di quei bastoni trasformabili in sedili, sempre che leggesse? [...] Tony e Horst si diressero entrambi, imbarazzati, verso l'uscita. Tony fece registrare il prestito del suo libro giallo, rinunciando a ogni ricerca, vera o finta, su Maria di Modena." (p. 266-274) Per liquidare Horst, Tony si inventa un appuntamento con un bibliotecario alla Bodley per vedere dei manoscritti e poi vi si reca veramente: "Fu così depresso da questo incontro con Horst, che andò veramente dritto alla Bodley, anche se in realtà non c'era nessuna fretta di vedere bibliotecari o manoscritti. Studiò senza nemmeno prendere il tè. Proseguì con le sue ricerche fino all'ora di chiusura, sorprendendo i bibliotecari e i suoi amici, che erano abituati a vederlo dileguarsi dopo pochissimo tempo." (p. 275) (trad. di Rosalia Coci, Palermo : Sellerio, 2002)
[RM]

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Eisenberg, Evan. -- L'angelo con il fonografo: musica, dischi e cultura da Aristotele a Zappa = The recording angel: the experience of music from Aristotle to Zappa. -- 1987. -- "Clarence apre la porta della cucina, e riesco a entare non senza qualche difficoltà. Ogni superficie della casa - mensole e armadietti, ripiani del forno e del frigorifero, e quasi tutto il pavimento di linoleum - è ricoperta di dischi. Disci pesanti, di gommalacca, stipati in scatole di cartone o impilati semplicemente l'uno sull'altro. Su una delle pile troneggia un piatto di spaghetti arrugginiti. Sul lato opposto della stanza giacciono quattro buste della spesa piene di ciambelle zuccherate. C'è un tanfo orribile. - Il gabinetto è otturato - si scusa Clarence. - Per defecare mi reco alla Biblioteca Pubblica, e orino in un secchio" p. 4-5. (Trad. di Paolo Prato, Torino, Instar libri, 1997).
[RR]

Emecheta, Buchi. -- Cittadina di seconda classe = Adah's story. -- 2000. -- L'autrice, nigeriana emigrata a Londra, racconta in questo romanzo la sua storia. Grazie alla sua caparbietà e determinazione riesce a studiare nel suo paese. Si sposa con un uomo, Francis, più modesto culturalmente. Comincia una attività come bibliotecaria nella biblioteca del Consolato Americano di Campbell Street. "Le dimensioni della sua busta paga preoccuparono un po' Francis, che si rivolse al padre per avere consigli. Pensi che il nostro matrimonio durerà se permetto che Adah lavori per gli americani? Il suo stipendio sarà tre volte il mio. I miei colleghi rideranno di me. Che cosa dovrei fare secondo te? - Sei uno sciocco, ecco quello che sei. A chi li darà i soldi? Ai suoi, per caso, ... Lascia che lavori per un milione di americani e che porti i soldi qui, in questa casa. Sarà la tua fortuna. Hai scelto bene la tua sposa, figlio." (p. 32) Adah e Francis si trasferiscono in Inghilterra con la speranza di poter concludere lui gli studi di contabilità industriale e lei gli studi di biblioteconomia che in effetti conclude presso la British Library Association. Adah riprende il suo lavoro come assistente di biblioteca alla Biblioteca di North Finchley, nonostante avesse avuto già due figli. "Alla biblioteca, fu presto messa sotto l'ala della bibliotecaria capo. Era una cecoslovacca, esplosiva nel benvenuto che le diede e molto, molto cordiale. ... Ben presto si abituò al suo lavoro. Stava raramente seduta e questo non era un bene per i suoi piedi. Solo Dio sapeva che cosa facevano gli abitanti di North Finchley con tutii i libri che prendevano a prestito. Le code a volte erano così lunghe che alcuni dovevano aspettare in fila fuori, e tutto solo per prendere in lettura dei libri. Questo contrastava decisamente con la biblioteca in cui lavorava prima. Al consolato, dovevano corrompere la gente perché leggesse narrativa. La gente voleva solo leggere manuali per migliorare le proprie condizioni economiche. A nessuno importava nulla della narrativa. Ma a North Finchley, il numero di coloro che leggevano narrativa era così impressionante, che Adah decise di emularli. Anche lei cominciò a leggere le opere di molti narratori contemporanei, e questo fatto la aiutò moltissimo culturalmente. Nel suo nuovo lavoro doveva essere velocissima ad archiviare libri, ad archiviare tesserini, a decifrare i tesserini dei lettori, a rintracciare quelli smarriti. E diceva sempre "Grazie" "Grazie" quando le restituivano i libri. In realtà lavorare alla biblioteca di North Finchley non era altro che un continuo dire "Grazie, grazie". Nel complesso Adah era felice di aver ottenuto un lavoro di prima classe; ... Le stava bene di essere una cittadina di prima classe per quella parte della giornata in cui lavorava in una biblioteca pulita, con il riscaldamento centralizzato, ma e i suoi figli? ... Fin quando il fatto di essere stata assunta in una biblioteca ... fece notizia, Francis fu disposto a badare ai figli, ma ben presto il nuovo lavoro di Adah non fece più notizia. Tutti ne prendevano atto arricciando il naso." (p.57-59) Le biblioteche scandiscono i successivi spostamenti di Adah, anche in maternità. "Portò Titi all'asilo di quartiere di Lindhurst Hall all'angolo di Willes Road vicino alla biblioteca di Athlone Street" (p. 169). Successivamente va a lavorare alla Biblioteca di Chalk Farm, dove "le persone che lavoravano in quella biblioteca le facevano dimenticare i suoi problemi." (p. 199) Finiti i suoi studi come bibliotecaria ottiene un posto come "funzionario di biblioteca al British Museum" (p. 223), ma con cinque figli, da sola, avendo lasciato il marito, è costretta ad abbandonare la professione bibliotecaria e dopo un periodo difficile si dedicherà interamente alla scrittura. (Giunti 2000)
[CC]

Ephron, Nora. -- Il collo mi fa impazzire : tormenti e beatitudini dell'essere donna = I feel bad about my neck and other thoughts on being a woman. -- 2006. -- Quando tornai alla Casa Bianca, Pierre mi portò a conoscere Kennedy. Era l'uomo più bello che avessi mai visto Non ricordo i dettagli della nostra conversazione, ma forse sono inclusi nelle memorie di Salinger nella Kenney Library. Un giorno o l'altro andrò a controllarle. [...] Il che mi porta all'incontro cruciale con JFK, quello su cui nessuno della Kennedy Library è venuto a chiedermi niente. (traduzione di Delfina Vezzoli, Milano, Feltrinelli, 2007, p. 84-85)
[JM]

Eugenides, Jeffrey. -- Middlesex = Middlesex. -- 2002. - Premio Pulitzer 2003. L'autore, nato in America ma di origini greche, narra la storia di Calliope Stephanides, rara specie di ermafrodito, che "ha vissuto i primi anni della sua vita come bambina, fino a quando l'arrivo della pubertà l'ha sottoposta a inevitabili trasformazioni". In realtà, Eugenides ripercorre anche le vicende della famiglia di Calliope, a cominciare dai nonni Eleutherios (Lefty) e Desdemona emigrati nel 1922 dall'Asia Minore (allora greca, poi occupata dai turchi) negli Stati Uniti. I riferimenti a biblioteche sono tantissimi. I seguenti sono i più significativi. "Mentre i miei genitori si sorbivano un corso accelerato di gonadogenesi, io - ancora ufficialmente Calliope - non restavo con le mani in mano. Stavo cercando qualcosa nel dizionario nella sala di lettura della Biblioteca pubblica di New York. Il dottor Luce era nel giusto, pensando che le sue conversazioni con i colleghi e gli studenti di medicina fossero al di sopra della mia comprensione. Non conoscevo il significato di termini come "5-alfa-riduttasi", "ginecomastia", o "canale inguinale". Però mi aveva sottovalutato, nel complesso, non considerand il rigoroso programma della mia scuola privata non tenendo conto delle mie notevoli capacità di studio e ricerca. Soprattutto non poteva immaginare l'influenza esercitata dalle professoresse di latino, la signorina Barrie e la signorina Silber. E così, mentre le mie Wallabees facevano cic ciac tra i tavoli, e alcuni maschi alzavano lo sguardo dai libri per vedere se arrivava qualcuno di interessante e lo riabbassavano (il mondo non era più pieno di occhi, per me), sentii nell'orecchio la voce della professoressa Barrie. [...] Nell'aula del mio cervello non si faceva avanti nessuno. Per questo ero venuto in biblioteca. Sapevo di avere qualcosa, sotto, ma non sapevo cosa. Non avevo mai visto un dizionario così grosso. Il Webster della Biblioteca pubblica di New York stava ai dizionari di mia conoscenza come l'Empire State Building sta a un palazzo normale. Era un libro dall'aspetto medievale, rilegato in cuoio marrone, e mi faceva pensare al guanto di un falconiere. Aveva le pagine dorate come una Bibbia. Sfogliando le pagine in senso alfabetico, da contabile a eringio, oltre fandango e formicaride, fino a ipertonia, ipostolia, eccolo: ipospadia - med. [...]" Seguendo i vari rimandi Calliope consulta anche le voci Eunuco e poi Ermafrodito, di ciascuna delle quali viene riportata la definizione. Il rimando da Ermafrodito la porta alla voce Mostro. "Eccola lì, in bianco e nero, mostro, in un logoro dizionario della biblioteca di una grande città. Un vecchio libro venerabile, grosso e pesante come una lapide, con pagine ingiallite che portavano i segni lasciati dalle moltitudini che le avevano sfogliate prima di me. C'erano scarabocchi a matita e macchie d'inchiostro, sangue secco, briciole di spuntini, e la rilegatura di pelle era assicurata al leggio di una catenella. Quello era un libro che raccoglieva tutto il sapere del passato e allo stesso tempo offriva un saggio delle attuali condizioni sociali. La catena stava a indicare che un visitatore della biblioteca avrebbe potuto farlo circolare di sua iniziativa. Il dizionario conteneva ogni parola della nostra lingua, la catena ne conosceva solo alcune: ladro e rubare e, forse, sottrarre. La catena parlava di povertà e diffidenza, ineguaglianza e decadenza. Callie si stava aggrappando a quella catena, la stava tirando, se l'attorcigliava intorno alla mano facendo sbiancare le dita, mentre fissava la parola mostro. Era ancora lì. Non si era mossa. Non era scritta sulla parete del vecchio bagno alla Baker < Inglis. Nel Webster c'erano i graffiti d'altro genere. Il sinonimo era ufficiale, autorevole; era il verdetto, il giudizio che la cultura dava a una persona come me. Mostro. [...] Il sinonimo la pereguitava. Durante il tragitto per uscire dalla biblioteca e poi giù per i gradini fiancheggiati dai leoni di pietra, il dizionario continuò a chiamarla mostro, mostro! Gli stendardi vivaci appesi al timpano gridavano mostro. [...] (p. 491-494) "Di giorno io e Zora vivevamo tranquille Lei aveva scritto centodiciotto pagine del suo libro sulla carta pi` sottile che avessi mai visto. Perciò il manoscritto era delicato, bisognava stare attenti a maneggiarlo. Zora mi faceva sedere al tavolo della cucina e lo esibiva come una bibliotecaria avrebbe fatto con uno scritto di Shakespeare." (p. 560) (traduzione di Katia Bagnoli, Milano, Mondadori, 2003).
[TS] ; [RM]

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Fadiman, Anne. -- Ex libris: confessions of a common reader. -- 1998. -- Si tratta di una raccolta di saggi apparsi su "Civilization", rivista della Library of Congress, in cui la scrittrice e giornalista americana racconta in tono leggero e divertente alcuni "problemi" legati alla lettura, scrittura e bibliofilia. I riferimenti a biblioteche sono numerosi. Nel saggio The Literary Glutton dice, citando una frase del critico inglese Holbrook Jackson: "Books are food, libraries so many dishes of meat, served out for several plates... We eat them from love or necessity, as other food, but most from love" (p.78). In Insert a caret racconta che suo padre, che ha iniziato la sua carriera come correttore di bozze, ha la mania di correggere tutto, compresi i menù dei ristoranti e "he had even corrected library books [...] which he viewed not as defacements but as 'improvements.'" (p. 66). In My Ancestral Castles: "There must be writers whose parents owned no books, and who were taken under the wing of a neighbor or teacher or librarian, but I never met one." (p. 102). Nel saggio The P.M.'s Empire of Books parla di un libro di William Ewart Gladstone On Books and the Housing of Them (1898) in cui lo statista inglese spiega come catalogare e sistemare fisicamente i libri di una biblioteca, incluse alcune considerazioni sulla scaffalatura: "The system of rolling shelves that Gladstone invented here is used today in the Bodleian Library's Radcliffe Camera and at The New York Times Book Review, among many other places." (p. 117, London, Penguin, 2000).
[RM]

Fante, John. -- Chiedi alla polvere = Ask the dust. -- 1939. -- Dalla prefazione: "Ero giovane, saltavo i pasti, mi ubriacavo e mi sforzavo di diventare uno scrittore. Le mie letture andavo a farle alla biblioteca pubblica di Los Angeles, nel centro della città. [...] (I giorni in cui non ero a corto di vino, non andavo mai in biblioteca. La biblioteca era il posto ideale per quando non avevo niente da mangiare o da bere, o la padrona di casa mi stava alle costole per recuperare l'affitto arretrato. In biblioteca. almeno, c'erano i gabinetti). Ci ho visto una quantità di barboni, là dentro, per lo più addormentati sui loro libri. Continuavo ad aggirarmi per la sala grande, tirando giù un libro dopo l'altro, leggendo qualche riga, a volte qualche pagina, per poi rimetterli al loro posto. Poi un giorno ne presi uno e capii di essere arrivato in porto. [...] Ero socio della biblioteca. Presi in prestito il libro e me lo portai in stanza. [Era Chiedi alla polvere, ovviamente]
[Ferrieri, 1997] ; [PB]

Ferguson, Will. -- Felicità(R) = Happiness(TM). -- 2002. -- Edwin de Valu è un editor della casa editrice americana Panderic Inc., dove si occupa del settore dei manuali di autoaiuto. Il suo lavoro consiste nell'esaminare i manoscritti che arrivano non richiesti, e che si accumulano nella "pigna purulenta", e il più delle volte scrivere lettere di cortese rifiuto, già prestampate, ai loro autori. Un giorno gli arriva un manoscritto dal titolo Quello che ho imparato sulla montagna in cui l'autore, tale Tupak Soiree, promette di dare aiuto in ogni aspetto della vita, dal peso al sesso, dal fumo al guadagno e di rendere tutti felici. Il tono e la mole del manoscritto inducono Edwin a cestinarlo subito, dopo averne letto due righe, ma poco dopo il direttore della casa editrice gli chiede di trovare un bestseller sull'argomento in tempi rapidissimi. Edwin dice di averne già uno sotto mano e recupera (non senza una serie di episodi divertenti) il manoscritto di Tupak Soiree. Edwin descrive il suo collega/rivale Nigel Simms: "Nigel avrebbe dovuto avere i capelli impomatati all'indietro e un sorriso untuoso; avrebbe dovuto avere un dente d'oro e la cintura di coccodrillo. Gli sarebbe stata a pennello. Invece era impeccabile nel vestire, studiatamente casual e al tempo stesso attentamente scompigliato. Fra i redattori, Nigel Simms era un giovanotto gradevole e sexy. Intendiamoci, considerati i concorrenti (gli altri redattori) e la fonte dell'apprezzamento (le redattrici), come complimento non era un granchè. In un normale panorama umano, Nigel sarebbe stato ritenuto come massimo nella media, ma in quella conigliera, nella categoria dei redattori editoriali, quanto a sex appeal e a spirito un millimetro sopra quella dei bibliotecari, Nigel brillava come uno stallone appena strigliato." (p. 27) Quando Edwin cerca di rintracciare l'autore del manoscritto per offrirgli un contratto, scopre dal padrone di casa che Tupak ha lasciato il suo appartamento e si trova in una zona desertica, nella città di Paradise Flats. Edwin vorrebbe un indirizzo a cui mandargli un fax e il padrone di casa gli risponde: "'Certo. Lo mandi presso la Biblioteca comunale di Paradise Flats. Se non è nel deserto, ci sono buone possibilità che sia dalle parti della biblioteca. Non ho mai conosciuto un tipo che legga così tanti maledetti libri. È completamente svitato, se posso dirle la mia. Comunque, il numero di fax della biblioteca ce l'ho qui da qualche parte. Resti un momento in linea'". (p. 81). Quasi tutto il capitolo 47 è dedicato alla biblioteca di Paradise Flats dove Edwin si reca con il direttore della sua casa editrice e con un altro personaggio per cercare l'autore di Quello che ho imparato sulla montagna, il manuale di autoiauto che è diventato un successo mondiale ed ha trasformato il mondo in un luogo felice. Qui i tre hanno un lungo dialogo con la bibliotecaria. "La biblioteca era l'orgoglio di Paradise Flats. Costruita nei gioni gloriosi della città, prima del declino delle miniere di sale, la biblioteca, con la sua cupola altezzosa e il tetto di rame verde, era il pezzo forte della contea. Fra l'altro, era da lì che veniva il nomignolo del posto: Città di Smeraldo. Sebbene in realtà non fosse propriamente una città e i tetti delle case non fossero di smeraldo, ma di rame. La biblioteca era diventata una specie di simbolo cittadino e quando vennero costruiti il municipio e il liceo, poco prima dei festeggiamenti estivi del 1897, si decise di ricoprire di rame anche quelli. [...] La biblioteca, una fiera costruzione di arenaria tardovittoriana, era ancora l'edificio più imponente della contea, sebbene quella che un tempo era stata una grande piazza fosse ormai ridotta a uno striminzito fazzoletto di erba secca con una fontana nel mezzo che da anni non vedeva una goccia d'acqua. Le panchine, sepolte dalla sterpaglia, erano scrostate come per un eczema allo stadio terminale. Il cemento del vialetto era tutto sbrecciato e i gradini che portavano alla libreria pieni di buchi. Ma l'edificio in sè era ancora splendido, nonostante gli anni. Dentro regnavano polvere e oscurità e in contrasto con il caldo torrido di fuori, se non proprio fresco, vi si poteva trovare quanto meno un pochino di requie dalla calura. La bibliotecaria, una donna alta dalle labbra sottili con un'aria vagamente apocalittica, era nascosta dietro una pila di vecchi volumi da cui dovettero stanarla. [...] Mr Ethics guardò le cataste di libri, gli scaffali su tre piani, le vecchie scale a rotelle tutte arrugginite. L'aria era pervasa da un odore di muffa. Il locale era greve di parole e di concetti. Più che una biblioteca, era un deposito di opere perdute. 'Dagli anni venti le nuove acquisizioni non sono state molte,'disse la bibliotecaria con un certo mal riposto orgoglio. 'Buona parte di questi libri risale ancora alla dotazione del boom del 1894. Sono stati qui studiosi dell'Università di Phoenix a catalogare la nostra raccolta. Se solo il signor McGreary smettesse di leggerli. Sono troppo preziosi per essere letti, capite. Molti sono prime edizioni. Alcuni valgono migliaia di dollari. Dico migliaglia.' [...] 'Sono questi gli unici libri che legge il signor McGreary?' 'Oh no. Legge di tutto. Lo sfrutta bene il nostro sistema di prestito interbibliotecario, glielo posso garantire. È sempre qui a ordinare libri alla sede principale e lamentarsi se non arrivano. È veramente un uomo impossibile [...]' 'Mi dica,' fece Edwin mentre stavano per andarsene, 'Ha mai sentito parlare di un libro intitolato Quello che ho imparato sulla montagna?' 'Io non leggo,' disse lei recisa [sic]. 'Leggere è un'occupazione da perditempo.' Edwin sorrise. 'Sono assolutamente d'accordo,' disse. (p. 253-261) (trad. di Andrea Buzzi, Milano, Feltrinelli, 2004)
[RM]

Fante, John. -- La confraternita del Chianti = The brotherhood of the grape. -- "Sì me ne andai. Lo feci prima di compiere vent'anni. Furono gli scrittori a portarmi via. London, Dreiser, Sherwood Anderson, Thomas Wolfe, Hemingway, Fitzgerald, Silone, Hamsun, Steinbeck. In trappola, barricato contro il buio e la solitudine della valle, me ne stavo lì con i libri della biblioteca pubblica impilati sul tavolo da cucina, solo, ad ascoltare il richiamo delle voci dei libri, con la brama di altre città."
[Ferrieri, 1997] ; [GR]

Fante, John. -- Sogni di Bunker Hill = Dreams from Bunker Hill. -- 1982
[Ferrieri, 1997]

Fante, John. -- La strada per Los Angeles = The road to Los Angeles. -- 1985. -- Il protagonista Arturo Bandini è innamorato di una bibliotecaria. "Smisi di correre quando raggiunsi la biblioteca. Era una succursale della Biblioteca Pubblica di Los Angeles. La signorina Hopkins era in servizio, i lunghi capelli biondi pettinati con cura. Sognavo sempre di metterci dentro il viso per sentirne il profumo. Avrei voluto sentirmeli fra le dita. Ma lei era così bella che a stento riuscivo a parlarci. Sorrise. Mi mancava il respiro e lanciai un'occhiata all'orologio. [...] Il vestito non era del tipo giusto, era di un azzurro chiaro; la luce non penetrava. Osservai la curva dei suoi tacchi. Mi sentii come se stessi baciandoli." (p. 12-13) Bandini cerca di far colpo su di lei con le sue letture impegnate che prende però dagli scaffali a caso. "Alle nove lei suonò il campanello. Mi precipitai verso Filosofia afferrando qualcosa. Era un altro Nietzsche: Uomo e superuomo. Sapevo che l'avrebbe colpita. Prima di timbrarlo, ne scorse qualche pagina. - 'Accipicchia!' disse. 'Che libri legge lei.' Dissi: 'Hm. Non è niente. Non leggo mai cose frivole'." (p. 13-14) (Milano, Marcos y Marcos, 1996)
[Ferrieri, 1997] ; [RM]

Florance, Cheri L. - Gazzaniga, Marin. -- Figlio del silenzio = Maverick mind. -- 2004. -- È la storia, raccontata in prima persona dalla protagonista, di Cheri Florance, esperta di disturbi del linguaggio e di suo figlio Whitney a cui viene diagnosticata una grave forma di autismo. La dottoressa Florance scoprirà che il figlio è affetto invece da una sindrome sconosciuta cui viene dato il nome di "Maverick mind". I soggetti "Maverick" possiedono straordinarie doti nell'uso del pensiero visivo e associativo mentre il loro pensiero verbale e sequenziale è quasi del tutto inesistente. Un passaggio del libro racconta un episodio avvenuto nella Biblioteca pubblica a lei e ai suoi tre figli. (p. 43-45) "Un sabato Vanessa e William, che avevano un'autentica passione per la lettura, mi pregarono di portarli alla biblioteca pubblica. L'unica cosa che mi preoccupava era come fare a tenere buono Whitney, ma mi promisero che avrebbero scelto in fretta i loro libri, così andammo. Non appena entrammo Whitney si diresse immediatamanete in un'area gioco piena di giocattoli e pupazzi attrezzata appositamente perché i genitori potessero nel frattempo consultare i libri. Fantastico, pensai, ha trovato qualcosa che lo tiene occupato. Vanessa e William mantennero la promessa: scelsero i loro libri e si misero in coda per compilare la scheda di prestito. Dopo qualche minuto mi accorsi che la coda andava piuttosto a rilento. Mi sentivo nervosa: diedi un'occhiata a Whitney e vidi che stava ancora giocando tranquillo. Quando finalmente toccava quasi a noi Whitney arrivò tenendo tra le braccia una montagna di pupazzi. Scossi la testa e dissi a Vanessa di rimanere in coda per tenere il posto mentre cercavo di riportare Whitney nell'area gioco per fargli rimettere a posto i pupazzi. "Devono restare qui in biblioteca, non possiamo portarli a casa". Ma naturalmente non poteva capirmi. Riafferrò i pupazzi e cercò di rimettersi in coda insieme ai suoi fratelli. Provò a convincerlo Vanessa, ma lui reagì con violenza cominciando a scalciare a sbattere la testa e a cercare di morsicare sua sorella. [...] A quel punto tutti ci stavano guardando. "Certe persone dovrebbero imparare come tenere i propri figli" disse la bibliotecaria, mentre altri genitori in coda mormoravano frasi simili: "I genitori che non sanno controllare i propri figli non dovrebbero portarli in biblioteca". [...] ero paonazza di rabbia e di imbarazzo. Volevo tornare dentro a prendere i libri per Vanessa e William, ma insistettero che ce ne andassimo. [...] Ero sicura che da qualche parte nel suo cervello lui si era immaginato che se sua sorella e suo fratello potevano prendere dei libri e portarseli a casa, altrettanto avrebbe dovuto poter fare lui con quei pupazzi. Non poteva capire perché certe cose si potevano prendere e altre no. [...] ma ero anche dispiaciuta per Vanessa e William. [...] Ma che cosa stava accadendo alla loro infanzia? Per "colpa" di Whitney non potevano nemmeno prendere in prestito dei libri dalla biblioteca". (Sperling & Kupfer, 2004)
[CC]

novità
Foer, Jonathan Safran. -- Ogni cosa è illuminata = Everything is illuminated. -- 2002. -- "Con l'aiuto degli uomini bramosi e delle donne ostili dello shtetl, la mia ultima bisnonna crebbe diventando se stessa e coltivando interessi personali: la tessitura, il giardinaggio, la lettura di qualunque cosa su cui mettesse mano – cioè tutto, praticamente, della portentosa biblioteca di Yankel, una stanza ricolma di libri dal pavimento al soffitto, che un giorno si sarebbe trasformata nella prima biblioteca pubblica di Trachimbrod. (p. 96) A Lusk ti ho comprato dei libri, le disse Yankel chiudendo la porta a prima sera, chiudendo fuori il resto del mondo. Non possiamo permetterceli, ribatté lei afferrando la borsa pesante, Domani dovrò restituirli. Non possiamo permetterci neanche di non averli. Qual è la cosa che possiamo permetterci di meno: averli o non averli? A mio parere perdiamo in ogni caso. meglio perdere coi libri [...] Fu un'idea di Brod di trasformare la loro biblioteca da privata in pubblica fissando una piccola tariffa per il prestito dei libri. Era con questi soldi, insieme a quelli che poteva estorcere agli uomini innamorati di lei, che riuscivano a sopravvivere. (p. 100) 'Questa è una fotografia di Baruch davanti alla vecchia biblioteca. Lui si metteva a sedere lì tutto il giorno e sapete che non era nemmeno capace di leggere! Diceva che gli piaceva pensare ai libri, pensare ai libri senza nemmeno leggerli. Andava sempre in giro con un libro sotto il braccio e prendeva più libri dalla biblioteca che tutti gli altri dello shtetl!' (p. 182]) Il romanzo è quell'arte che più facilmente si brucia [...] Questo avvenne probabilmente a causa di un commesso viaggiatore zingaro che la terza domenica di un mese sì e uno no portava libri a carrettate sulla piazza dello shtetl, reclamizzandoli come Mondi di paraboliche parole, mirabilia di mirabile meravigliosità. [...] In quei pochi anni, dal 1850 al 1853, furono scritti oltre settecento romanzi [...] Una speciale sala dei romanzi fu aggiunta alla Biblioteca Yankel e Brod, anche se quelli ancora letti cinque anni dopo la loro composizione si contavano sulle dita di una mano. Un giorno, quasi un secolo più tardi, un bambino sfilava tra gli scaffali. Cerco un libro, disse alla bibliotecaria, che fin da bambino aveva amato i romanzi di Trachimbrod ed era l'unica dello shtetl ad averli letti tutti. L'ha scritto il mio bisnonno. Come si chiamava? Safranbrod, ma credo l'abbia scritto con uno pseudonimo. Il libro come si intitolava? Non mi ricordo il titolo. Me ne parlava sempre. Mi raccontava delle storie contenute nel libro, per farmi dormire. Di cosa parla? gli chiese lei. D'amore. Lei rise. Tutti parlano d'amore. (p. 240-241, Parma, Guanda, 2002)
[AdR]

Foster Wallace, David. –- Infinite Jest = Infinite Jest. -- 1996. -– Romanzo infinito, come da titolo: c’è spazio per tutto, biblioteche e bibliotecari compresi. “Leggo, io,” dico [è Harold Incadenza, n.d.r.] “Studio e leggo. Scommetto che ho letto tutto quello che avete letto voi. Non pensate che non abbia letto. Io consumo le biblioteche. Logoro le costole dei libri e i lettori ROM. Sono uno che fa cose tipo salire su un taxi e dire al tassista: ‘In biblioteca, e a tutta’. [...]” (p. 21). “A me sembra che sia più felice [Harold si riferisce a sua madre]. Sembra perfino più alta. Ha smesso di girare il mondo per questa e quell’altra cosa, La cosa dell’associazione per la grammatica. La cosa della protesta delle biblioteche.” (p. 60); capiamo cosa sia questa “cosa” oltre 300 pagine dopo: “[...] e la cui Falange Tattica [...] diretta da Avril [la madre di Harold] era allora impegnata (senza successo, come emerse in seguito) in una battaglia legale contro l’iniziativa Titolo II/G della nuova amministrazione Gentle per la-razionalizzazione-e-controllo-spese-interne-biblioteche-statali [nell’orig. public-funded-library-phaseout-fat-trimming initiative]” (p. 384). “[...] e quella scuola tanto per bene per la quale hai pianto [parla il padre di Harold all’altro figlio, James] e quella bibliotecaria esperta di ricerche sui Negri con i capelli lunghi fin qua che... quella signora che se ne stava sempre a naso in aria e in punta di piedi [...]” (p. 219). Discussione attorno alla dose standard dello DMZ, un allucinogeno che i ragazzi vorrebbero spacciare “Hal guarda la cima della testa di Pemulis. “Sei stato in una biblioteca medica?” “Mi sono collegato al MED.COM [...] e ci ho navigato in lungo e in largo. Un mucchio di roba sui lisergici [...] Se digiti DMZ ottieni due o tre cosucce. Che è potente, che è sinistro. Nessuna specifica. E un gran casino di polisillabi. Mi ha fatto venire l’emicrania.” “Sì ma sei fisicamente saltato sul camion e fisicamente andato in una vera biblioteca medica?” [...] “L’unica condizione posta da Hal è che qualcuno in grado di capire i testi tecnici si decida a saltare sul carro attrezzi e andare alla biblioteca medica della Boston University o del M.I.T. per verificare che il composto sia organico e non dia assuefazione, al che Pemulis risponde che un assalto alla biblioteca è già stato inserito nella sua agenda per oggi.” (p. 285-286, 289); ma ancora a p. 1046: “La sola preoccupazione di Pemulis è se questo DMZ che ha preso per il WathaBurger lascia tracce. Andrà in biblioteca e controllera`. Lui è molto attivo ed efficiente”. Hal al telefono con il fratello Orin: “E mi è appena venuto in mente che ho ancora un libro della biblioteca che devo restituire. Me n’ero completamente dimenticato. Cazzo.” (p. 334). Poco oltre: “Era una cosa da incubo. Non riuscivo a capire cosa volesse quell’uomo [un terapeuta del dolore dal quale Hal viene mandato dopo la morte del padre]. Andai a Copley Square e mi passai in rassegna la sezione della biblioteca dedicata al dolore. Non su disco. Libri veri. Lessi Kuebler-Ross, Hinton. Mi feci una sgobbata su Kastenbaum e Kastenbaum. Lessi cose come Sette Scelte: Compiere I Passi Verso Una Nuova Vita Dopo Aver Perso Qualcuno Che Si Ama di Elizabeth Harper Neeld, 352 pagine di vere cazzate. [...] L’intuizione chiave di Lyle fu che avevo affrontato la questione dalla parte sbagliata. Ero andato in biblioteca e mi ero comportato come uno studente del dolore. Invece dovevo tuffarmi nella sezione dei professionisti del dolore. [...] Ancora in asciugamano, chiamai il taxi. Vi saltai dentro prima che si fermasse al cancello. Dissi letteralmente: ‘Alla più vicina biblioteca con una significativa sezione dedicata alla terapia professionale del dolore e del trauma, e vacci a tavoletta’.”(p. 337, 339-340). “Il motivo per cui non deve svolgere un lavoro manuale esterno è che Charlotte si è presa un Virus tipo l’H.I.V. Ex prostituta, riformata. Perché le prostitute che smettono poi diventano tutte perbenino? È come se le ambizioni da bibliotecarie che hanno represso per tanto tempo tracimassero tutte insieme.” (p. 369). “La donna arcigna con l’aria da bibliotecaria [...]” (p. 1300). (Trad. Edoardo Nesi, Roma, Fandango, 2000).
[AMr]

Foster Wallace, David. -- La ragazza con i capelli strani = Girl with Curious Hair. -- 1989. -- Faye, la protagonista lesbica del racconto “Piccoli animali senza espressione” grazie alla “laurea in biblioteconomia” presa nel 1982 all'universit&agra; di Bryn Mawr viene chiamata nello staff del quiz televisivo Rischio! [Jeopardy! nell’orig.] “in qualità di Ricercatrice Argomenti e Domande”. (p. 160). Faye conoscerà poi la sua amante Julie, futura campionessa di Rischio! al colloquio di selezione dei concorrenti per il programma. “Nella registrazione della sfida di prova, messa a confronto con il bruno Shriner da Encino e il bibliotecario Redding, secco come un ramoscello e con il parrucchino biondo esagerato, Julie vince facilmente”. (p. 161) (Trad. Francesco Piccolo, Torino, Einaudi, 1998). Nel racconto “Here and there”, presente nella raccolta originaria ma non nella traduzione italiana, il protagonista Bruce, ventitreenne neolaureato al MIT, va a trovare gli zii nel Maine. Durante i pochi giorni di permanenza, accompagna la zia che segue due corsi estivi, francese e sociologia, all'università del Maine e mentre lei è in classe lui si intrattiene nella “campus library”, che cos&rave; descrive: “The library is tiny, cute, like the children’s section of a public facility, with carpet and furniture and walls colored in the muted earth-tones of autumn rot. There is hardly anyone in the summer library except two very heavy women who inventory the books at the tops of their lungs. It is at once too noisy and too quiet to do any real work, and I have no ideas that do not seem to me shallow and overwrought. I really feel, sitting, trying to extrapolate on the equations that have informed the last two years of my life, as though I'd been shot in the head. I end up writing disordered pieces, or more often letters, without direction or destination. What is to prove? It seems as though I've disproved everything. I soon stop going to the UMP library”.
[AMr]

Franzen, Jonathan. -- Le correzioni = The Corrections. -- 2001. -- Chip Lambert, uno dei protagonisti del romanzo, con una carriera accademica in corso è costretto ad abbandonarla, questa volta suo malgrado. Perde, infatti, il posto all’università per “comportamento sessuale scorretto”, in quanto accusato di avere una relazione con una studentessa. Chip racconta che da ragazzino nella biblioteca municipale scopre "un elaborato di fisiologia vegetale sufficientemente ignoto e semplice da poter essere scambiato per l'opera di un brillante alunno di terza media" che gli consente di vincere un premio. (p. 36) Si fa accenno al ballo di beneficienza della Free Library (p. 204) e ancora a biblioteche nel dialogo che coinvolge Enid, la madre di Chip, durante una crociera: "le biblioteche e le librerie di Oslo fanno ottimi affari, - informò la signora Nygren. - Credo che non succeda lo stesso altrove. La lettura è in declino in quasi tutto il mondo. Ma non in Norvegia, mm. Quest'autunno il mio Per sta leggendo per la seconda volta le opere complete di John Galsworthy. In inglese. [...] - Tutti gli anni Per legge un libro di ogni vincitore del Premio Nobel per la letteratura, e anche le opere complete del suo preferito tra quelli che ha letto l'anno precedente. E vedete, ogni anno l'impresa si fa un po'più difficile, perché c'è stato un altro vincitore." (p. 312). Vi sono poi alcuni riferimenti ad archivi aziendali. (traduzione di Silvia Pareschi, Torino, Einaudi, 2005)
[RM]

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Gaiman, Neil. -- American Gods = American Gods. -- 2002. -- "Un giorno il magico portone si sarebbe aperto e lui ne avrebbe varcato la soglia. Perci&ogave; segnava i giorni sul calendario con gli uccelli del Nordamerica, l'unico in vendita nello spaccio, e il sole tramontava e sorgeva senza che lui lo vedesse. Si esercitava con i giochi di prestigio illustrati in un manuale scovato in quella terra desolata che era la biblioteca del penitenziario, faceva ginnastica e mentalmente stilava la lista delle cose che avrebbe fatto appena fuori." (p. 14, Milano, Mondadori)
[MC]

Gates, David. -- Preston Falls = Preston Falls. -- 1998. -- "Ha preso in considerazione una vita che comportasse prendere nota dell'opera trasmessa la settimana successiva e procurarsi da qualche parte il libretto. Magari alla New York Public Library". (Milano, Feltrinelli, 2001)
[CR]

George, Elizabeth. -- E liberaci dal padre = A great deliverance. -- 1988. -- Il romanzo ruota intorno all’omicidio di un contadino di Keldale - nello Yorkshire - e mette alla prova una coppia di investigatori di Scotland Yard inedita e singolare: l’aristocratico ispettore Thomas Lynley e il sergente Barbara Havers (tutt’altro che aristocratica). Descrivendo una ragazza accusata di parricidio, la proprietaria di un albergo del paese dove si svolge l’azione principale afferma 'Quando non lavorava alla fattoria con suo padre, leggeva. È venuta qui ogni giorno per il Guardian, in effetti, per anni di seguito. Non portavano mai il giornale alla fattoria, allora lei veniva ogni pomeriggio e dopo che l’avevano letto tutti, glielo lasciavamo portare a casa. Penso che abbia letto tutti i libri di sua madre che c’erano in casa, tutti quelli di Marsha Fitzalan [una vicina], e le era rimasto soltanto il giornale. Non abbiamo una biblioteca con il sistema del prestito, sapete'. Abbassò lo sguardo sul bicchiere, rabbuiandosi. (p. 119, Milano, Longanesi, 2001)
[AR]

Gibson, William. -- Neuromante = Neuromancer. -- 1984. -- "Case attivò il suo secondo programma. Un virus progettato con molta cura attaccò il tessuto codificato che schermava i controlli principali del sotterraneo che ospitava i materiali di ricerca della Senso/Rete. [...] Il virus di Case aveva praticato una breccia attraverso il comando ice della biblioteca. (p.63) La biblioteca di consultazione della Senso/Rete era un'area d'immagazzinamento morta: i materiali qui conservati dovevano venir fisicamente rimossi prima di poter essere interfacciati. Molly avanzò barcollando tra file di armadietti grigi tutti identici. [...] Molly girò a sinistra. Una bibliotecaria sbiancata in volto era rincantucciata fra due armadietti, le guance umide, gli occhi vacui. Case si chiese cosa mai avessero fatto i Moderni per provocare un terrore simile. [...] Case passò al cyberspazio e inviò un comando pulsante lungo il filo rosso che perforava l'ice della biblioteca. [...] La memoria centrale della biblioteca per un minuto subì un cambiamento nella sua registrazione permanente: il costrutto era stato rimosso un mese prima, per ordine della dirigenza. Ma se un bibliotecario avesse controllato, cercando l'autorizzazione alla rimozione del costrutto, avrebbe scoperto che i dati erano stati cancellati. [...] Molly chiuse la porta dell'armadietto. Case tornò indietro. Ritirò la linea attraverso l'ice della biblioteca. Questo ritornò di scatto nel suo programma, attivando automaticamente un completo rovesciamento del sistema." (p.65-66). Diversi altri riferimenti a biblioteche. (Trad. Giampaolo Cossato e Sandro Sandrelli, Milano, Editrice Nord, 1999)
[RM]

Grafton, Anthony. -- La nota a piè di pagina : una storia curiosa = The footnote : a curious history. -- Si sta parlando dell'emerito storico tedesco Leopold von Ranke. "L'apparato di Ranke, per contro, attestava una ricerca critica, originale e sistematica. Perfino durante gli anni di insegnamento a Francoforte sull'Oder, povera di libri, era riuscito a ricevere dalla Biblioteca reale di Berlino i principali testi a stampa di storia del Rinascimento. Va detto che la pazienza del personale di quella Biblioteca fu messa a dura prova (tanto che, quando Ranke ebbe la cattedra a Berlino, correva la battuta che si era trattato di scegliere: o la Biblioteca doveva andare da lui, o lui alla Biblioteca: considerato che lui era più piccolo, la seconda soluzione si era dimostrata più semplice)." (Trad. Gianna Lonza, Milano, Sylvestre Bonnard, 2000, p. 48-49)
[GV]

Grafton, Sue. -- P come pericolo = P is for Peril. -- 2001. -- Una nuova indagine per Kinsey Millhone che nel corso delle sue indagini utilizza la biblioteca pubblica. “Attraversai la strada e m’infilai nella biblioteca pubblica dove, attraverso le guide cittadine, cercai di rintracciare Maureen Peabody” (p. 333, traduzione di Marina Martinotti, Milano, Salani, 2002)
[AR]

Grayson, Emily. -- Notte di stelle a Stone Point = The Observatory. -- 2000. -- Dal risvolto dell'ed. italiana: "Liz e Harper sono gemelle ma i loro destini sono opposti. Liz, oppressa dal peso di una sorella troppo perfetta, si è chiusa in un bozzolo per proteggersi dalle delusioni. Così, a 36 anni, si trova imprigionata in una vita che le sta stretta, con un lavoro da bibliotecaria e senza un uomo da amare." Da p. 8-9: "Era ricomparsa nella mia vita un due di gennaio. Nevicava ed ero appena tornata dal 'Water Mill', il bar dove andavo con le colleghe della biblioteca di Longwood Falls, in cui ero capo bibliotecaria. Era solo il secondo giorno di un nuovo anno che già si preannunciava molto simile a quello vecchio. Ci eravamo riunite intorno a un tavolo appartato del locale e stavamo lì sedute, insieme, a rilassarci. Nessuna di noi aveva un marito o dei figli e tutte cercavamo di guadagnare un po' di tempo prima di tornare alle nostre case fredde e silenziose." Da p. 18: "Lei era ricca e famosa mentre io, come quasi tutti i comuni mortali, conducevo una vita più tranquilla e meno esaltante. Il mio lavoro di capo bibliotecaria a Longwood Falls comportava notevoli responsabilità ed ero orgogliosa di quello che facevo. Naturalmente, oggi le biblioteche, seppure afflitte da una cronica scarsità di fondi, si sono informatizzate ma c'è ancora un sacco di lavoro da fare per pianificare i diversi programmi. Qualche volta, mentre mi aggiravo per le sale silenziose rivestite di legno, mi veniva voglia di urlare. Dov'era finita la mia possibilità di una vita fantastica? Dov'erano il mio misterioso uomo bruno, la mia importante carriera, i miei bellissimi bambini? Insomma, dov'era la mia vita?" (Piemme, 2000)
[GV]

Grisham, John. -- I confratelli = The brethren. -- I Confratelli, tre ex giudici rinchiusi nel carcere federale di minima sicurezza di Trumble, nella Florida del Nord, si ritrovano ogni giorno nella biblioteca legale del penitenziario per discutere i casi di alcuni reclusi e per scrivere lettere, esche per ricatti che fruttano loro un mucchio di soldi. Un imprevisto però cambierà le loro sorti. "In termini di spazio, la biblioteca legale occupava un quarto preciso dell'area dell'intera biblioteca di Trumble. Era in un angolo, separata dal resto da un'elegante parete di mattoni rossi e vetro, costruita a spese dei contribuenti. Gli scaffali, pieni zeppi di vecchi libri, erano disposti in ranghi così serrati che i detenuti faticavano a passarci in mezzo. A ridosso dei muri c'erano tavoli con un assortimento di macchine per scrivere, computer e articoli da ufficio degni della biblioteca di un grande studio legale... Il giudice Joe Roy Spicer del Mississippi guadagnava quaranta centesimi l'ora per spazzare i pavimenti e tenere in ordine scaffali e scrivanie... Il bibliotecario ufficiale della sezione legale era il giudice Hatlee Beech del Texas e, con i suoi cinquanta centesimi l'ora, era il più pagato. La pignoleria con cui aveva a cuore i 'suoi volumi' lo portava a bisticciare spesso con Spicer per il modo in cui venivano conservati... Nelle giornate ordinarie, i tre giudici trascorrevano in biblioteca dalle sei alle otto ore. Se un detenuto di Trumble aveva un problema legale, non aveva che da prendere appuntamento con uno dei Confratelli e andarlo a trovare nel loro piccolo santuario" (pp. 35 e 36). (Milano : A. Mondadori, 2000)
[GB]

Grisham, John. -- La convocazione = The summons. -- 2002. -- Il protagonista è Ray Atlee, un professore di legge che viene convocato insieme al fratello Forrest dal padre, un vecchio giudice rigido e integerrimo, per discutere l’amministrazione dei beni di famiglia. L’incontro diventa il punto di partenza di un mistero legato al ritrovamento del padre cadavere e di alcune scatole contenenti più di tre milioni di dollari. Nel corso delle sue ricerche per scoprire l’origine del patrimonio di famiglia Ray si reca in biblioteca: “La biblioteca pubblica di Biloxi era in Lameuse Street. La trovò grazie a una carta della città appositamente acquistata e parcheggiò vicino all’ingresso principale. Com’era ormai sua abitudine, prima di entrare nell’edificio si fermò guardandosi attentamente intorno. I computer erano al pianterreno, in una sala a vetrate, ma, notò Ray con disappunto, priva di finestre che dessero all’esterno. Il principale quotidiano lungo la costa era il “Sun Herald”, i cui archivi potevano essere consultati fino al 1994 grazie a un servizio informatizzato della biblioteca.” (pag. 234-35, traduzione di Tullio Dobner, Milano : Mondadori, 2002).
[AR]

Grisham, John. -- La giuria = The runaway jury. -- 1996. -- La giuria del titolo si deve occupare di un processo a carico di una compagnia produttrice di sigarette, accusata di aver provocato - attraverso la vendita del suo prodotto - la morte per cancro ai polmoni di un accanito fumatore. "Il primo teste di venerdì mattina era un goffo individuo con l'aria del bibliotecario, barbetta rossa e lenti bifocali. Un brusco risveglio dopo le affascinanti creature che si erano sedute su quella sedia prima di lui." La citazione in questione fa riferimento a un testimone della difesa, che nel quadro dello svolgimento del processo svolge una funzione di secondo piano (quasi di infimo ordine), come lo stesso Grisham sottolinea: "[...] non doveva dimostrare nulla. Il suo scopo era contraddire [...] i periti presentati dall'accusa, e intorbidare le acque per insinuare nella mente dei giurati il dubbio sulla reale pericolosità del fumo", (p. 339, traduzione di Tullio Dobner, Milano, A. Mondadori, 1996)
[AR]

Grossman, Lev. -- Codex = Codex. -- 2004. -- Edward Wozny, giovane consulente finanziario di New York, viene incaricato di riordinare la collezione di manoscritti di una nobile famiglia inglese. Inizialmente deciso a rifiutare l’incarico, si appassiona al mistero che aleggia intorno a uno dei volumi che dovrebbero far parte della collezione e si reca presso un archivio di manoscritti e libri rari per cercare delle informazioni. “Ma dov’erano i libri? Edward vedeva soltanto due o tre scaffali, in giro, nei quali non potevano esserci pi` di duecento volumi al massimo. Rimase lì con la striciolina di carta in mano, incerto sul da farsi. Passeggiò per la sala, osservando con nonchalance gli altri frequentatori per cercare di dedurre la prassi del posto. Non trasse alcuna indicazione evidente. Sbirci&ograe; attorno a varie porte, nessuna delle quali gli parve promettente. Tutta la faccenda sembrava un esempio di perfetta efficienza molto misteriosa, come uno di quegli incomprensibili bagni pubblici ultramoderni” [traduzione di Annalisa Garavaglia, Milano, Rizzoli, 2005, pp. 77-78]
[FDT]

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Hall, James W. -- Freddi tropici = Tropical freeze. -- 1989. -- Indagando sulla scomparsa di un amico d'infanzia, Thorn si fa aiutare anche da Priscilla Spottswood, che vive da sola su una barca, circondata da una quarantina di gatti, nonostante sia paralitica. "Priscilla era stata la bibliotecaria di tutte le Keys per quarant'anni. Era andata in pensione giusto in tempo perché, quasi completamente sorda, urlava tanto da far tremare i muri!" (p. 126) Però è un'esperta di computer. "- Allora - cominciò. - Questa non è una visita di cortesia, vero? - No, signora, non lo è. - E non sei venuto per prendere un libro in prestito. Né per rinnovare la tua tessera. - Non esattamente. - Vuoi che indovini? - Ho un problema. Devo fare una specie di ricerca. Ho bisogno di alcune informazioni. - Hai bisogno del mio computer? - Sì. - Qualcosa d'illegale? - Sì, probabilmente. - Adesso sì che capisco." (p. 128) Comunque il computer non ha imparato ad usarlo al lavoro: "- Ha chiamato un tale, che voleva sapere se abbiamo il computer nella nostra biblioteca. Thorn smise di spazzolare la comicia di flanella. - E tu cos'hai detto? - Be', non gli ho risposto io, ha risposto Margaret Elkins, che gli ha detto di no, che noi non eravamo così attrezzati. E allora quello ha chiesto se per caso c'era qualcuno della biblioteca capace di usare il computer, perché gli serviva qualcuno per fare una piccola ricerca col computer. Margaret gli ha detto di no, che non c'era nessuno lì in grado di farlo, ma che c'era qualcuno in città che sapeva usare il computer e a cui poteva forse interessare un lavoretto extra. Priscilla." (p. 175-176) Inutile dire che l'ex bibliotecaria farà una gran brutta fine. (Milano : Arnoldo Mondadori, 1996)
[PB]

Hamilton, Masha. -- La biblioteca sul cammello = The camel bookmobile. -- 2007. -- Fiona Sweeney (Fi per gli amici) fa la bibliotecaria a New York: ha un buon lavoro, un fidanzato, amici... Un giorno decide per` di dare una svolta alla sua vita. Leggendo un annuncio, decide di trasferirsi in Kenya, per lavorare per associazione delle biblioteche itineranti di quel paese. L'idea è quella di portare i libri agli abitanti di quel paese, usando i cammelli. Il libro racconta la vita di Fiona in Africa, gli incontri con i responsabili del progetto ma anche con le persone del posto, che non sanno leggere e scrivere e non capiscono proprio perché i cammelli da un giorno all'altro portino libri ! Il libro è pieno di citazioni sulle biblioteche ed i libri, in particolare vorrei evidenziare la frase che dice una vecchia contadina del posto: "Le mie figlie hanno bisogno della biblioteca. Hanno bisogno delle possibilità che porta con sè". (pag. 154, traduzione di Sara Caraffini, Milano : Garzanti, 2007)
[AS] ; [AdR, MS]

Hart, Carolyn G. -- Morte in libreria = Death on demand. -- 1987. -- Annie, la proprietaria della libreria "Delitti a richiesta" organizza ogni domenica sera un incontro di scrittori di gialli. Ingrid Jones è la sua aiutante nella libreria. "Fritz Hemphill accennò con la testa un brusco saluto. Ingrid Jones entrò dietro di lui e, in quel suo modo tipicamente riservato, iniziò a servire il vino e il caffè. Il suo viso scarno arrossì di piacere alla cordialità di Max. Ingrid era una delle più belle sorprese della vita, una bibliotecaria in pensione che sapeva tutto sui libri e che disinteressatamente amava essere d'aiuto. [...]" (p.51) Proprio durante uno di questi incontri domenicali, si verifica un omicidio. Annie, in quanto proprietaria del negozio, è sospettata dalla polizia. Max, suo fidanzato, cerca di aiutarla svolgendo delle indagini per conto suo. Inventando una scusa, si mette in contatto con l'editore di due degli scrittori presenti in libreria al momento dell'omicidio per avere informazioni su di loro. "Sono Max Darling sto scrivendo un articolo per un giornale della biblioteca e sto cercando informazioni sui fatti personali che possono condizionare le vendite dei libri. [...] I bibliotecari hanno notato con preoccupazione che si sta attuando una censura nel mercato editoriale per bambini, che invece non è in atto nel mercato destinato agli adulti. In altre parole, il comportamento degli scrittori per bambini influisce nelle loro possibilità di vendite?" (p.204) (Trad. Federica Culotta, Palermo, Sellerio, 1997).
[RM]

Harvey, Miles. -- L'isola delle mappe perdute = The island of lost maps: true story of cartographic crime. -- 2000. -- Da una recensione di Barbara Briganti in "La Repubblica" del 30 Aprile 2001, p. 30: "E' la storia di un omarino assolutamente insignificante che si introduceva nelle sale di lettura delle maggiori biblioteche americane, cattedrali del sapere dovute alla filantropia di ricchi magnati e zeppe di edizioni rare ormai raramente consultate da chicchessia. Una volta all'interno l'omarino richiedeva proprio quei poderosi volumi di storia o di viaggi che valgono capitali. E nel silenzio frusciante delle grandi sale, a quanto pare assai poco frequentate, tirava fuori una lametta e "zac" tagliava via con precisione mappe, carte geografiche, e quanto illustrava i resoconti di guerre o di esplorazioni, possibilmente relativi alla storia e alla scoperta degli Stati Uniti, ma talvolta anche molto più antichi. Fu scoperto per caso, quando aveva depredato decine e decine di istituzioni culturali e il suo bottino era stato da tempo venduto, rivenduto e sparpagliato in tutto il paese. Questa esile trama serve come spunto per raccontare la storia di un'arte complessa e poco nota: quella che, partendo dalle osservazioni raccolte da esploratori e naviganti, disegnava un poco alla volta il ritratto della Terra [...].
[RR]

Hegi, Ursula. -- Come pietre nel fiume = Stones from the river. -- La protagonista è una nana che gestisce insieme col padre una piccola biblioteca privata dove i libri vengono prestati dietro modesto pagamento. Siamo in Germania in piena epoca nazista e attraverso gli occhi di questa ragazza sensibile e positiva, vediamo muoversi come in un piccolo universo dove la biblioteca è il centro, i destini di tutti coloro che vi entrano o vi passano vicino, intrecciandosi gli uni agli altri e tutti alla Storia.
[AMV]

Hegi, Ursula. -- La visione di Emma Blau = The vision of Emma Blau. -- Diversi riferimenti alle biblioteche. Ritorna la biblioteca privata a pagamento di Burgdorf in Germania, una biblioteca "a gestione familiare" già citata nel precedente romanzo di Ursula Hegi Come pietre nel fiume. L'autrice, in questo romanzo, ricorda "la persecuzione" e il rogo dei libri del 1933. "In quella primavera del 1933 oltre duecento autori furono dichiarati decadenti, traditori, marxisti oppure corrotti (...) Trudi e suo padre imballarono oltre la metà della loro biblioteca privata in scatole di cartone e la portarono al piano di sopra nella stanza del cucito (...) Ricordi le prediche del vecchio parroco contro i libri della biblioteca a pagamento? (...) Trudi annuì "Adesso invece i libri spazzatura sono al sicuro. Quelli si che li brucerei" "Perché non li teniamo allo scoperto? (...) Facciamo così: riempiamo la parte alta di ogni cassa con i libri del prestito e teniamo tutte le scatole in biblioteca" "Ma certo" Leo Montag sorrise. "Quale luogo migliore di una biblioteca per accatastarvi scatole di libri". (pag. 178-179, Milano, Feltrinelli, 2000).
[CC]

Herz, J.C. -- I surfisti di Internet = Surfing on the Internet. -- 1995. -- "Sembra quasi che un qualche bibliotecario pazzo si sia fatto di metedrina e abbia deciso che i linguaggi di programmazione, i fanclub e il sesso - in quest'ordine - siano le tre fondamentali attività umane, e abbia di conseguenza rivisto e corretto la Classificazione decimale Dewey" (Trad. Giuliana Giobbi, Milano, Feltrinelli, 1995)
[RR]

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Irving, Washington. -- Il libro degli schizzi = The sketchbook [aka of Geoffrey Crayon]. -- 1818-1820. -- "Il ruscello della letteratura è divenuto un torrente, s'è gonfiato sino a farsi fiume, s'è disteso fino a diventare un oceano. Qualche secolo fa un cinquecento o seicento manoscritti formavano una grande biblioteca; ma cosa direste voi di biblioteche quali esistono adesso, che contengono un tre o quattrocentomila volumi, danno da fare a legioni di scrittori che lavorano tutti quanti insieme, mentre la stampa va avanti con furia sempre crescente a raddoppiare e quadruplicare quei numeri? Il mondo sarà inevitabilmente seppellito sotto una valanga di libri eccellenti. Ben presto ci vorrà la vita di un uomo solo a impararne i titoli. Già molti uomini assai colti al giorno d'oggi non leggono più altro che recensioni, e non andrà molto che un erudito non sarà più altro che un catalogo ambulante". (Torino, UTET, 1947, p. 130)
[ASl]

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Jackson Braun, Lilian. -- Il gatto che parlava ai fantasmi. -- "Polly Duncan, in compagnia di membri del consiglio di amministrazione della biblioteca, scambiò occhiate con Qwilleran attraverso la stanza affollata; [...]" (p.41) Polly, la bibliotecaria, e Qwillwran parlano, in un'altra scena, di Goodwinter, che sta scrivendo un libro sulla storia della stampa: '- Indubbiamente per lui è un'esperienza istruttiva - insistette Polly, caparbiamente. - In biblioteca prende sempre libri che trattano l'argomento. Grazie a Senior Goodwinter, la nostra biblioteca possiede la raccolta più completa di pubblicazioni sulla stampa a mano degli Stati centrali di nord-est.'" (p.113)(Il giallo Mondadori, n.2273, 23-8-1992)
[GR]

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Katzenbach, John. -- L’analista = The analyst. -- 2003. -- La vita del dottor Frederick Starks, psicoanalista newyorkese, viene sconvolta da un misterioso messaggio anonimo che si rivela il preludio di un gioco crudele, teso al suo annientamento. Per sfuggire al suo vendicativo persecutore Starks inscena il suo suicidio e cerca di ricostruirsi una nuova identità per vendicarsi a sua volta. “Aveva bisogno di un nome nuovo, di una storia e di una vita verosimili […] La sua prima sortita a questo scopo fu un fallimento. Andò alla biblioteca dell’università del New Hampshire e scoprì che per entrare aveva bisogno di una tessera del college. Rimase per un momento a osservare con invidia gli studenti che si aggiravano tra le pareti di libri. C’era però una seconda biblioteca, molto più piccola, in Jones Street. Faceva parte del sistema bibliotecario della contea e, sebbene mancasse della grandiosità e del cavernoso silenzio accademico, aveva comunque ciò che gli serviva: libri e informazioni. E l’ingresso era libero: chiunque poteva entrare e leggere un giornale, una rivista o un libro seduto in una delle grandi poltrone di pelle sparse nei due piani del basso edificio di mattoni. Portare a casa un volume, però, esigeva una tessera. Lungo una parete della biblioteca c’era anche un tavolo con quattro computer a disposizione del pubblico, nonché le regole di utilizzo e le istruzioni per l’uso. […] Dopo aver letto per un’ora, si avvicinò alla fila di computer. Era metà mattina di un giorno feriale di fine estate e la biblioteca era quasi deserta. […] Appese alla parete, come aveva già notato, c’erano le istruzioni. Cercò quelle che spiegavano come accedere a Internet, le seguì e di colpo lo schermo prese vita.” (p. 279) Nella sua ricerca di una nuova identità Starks ruba il portafoglio di un barbone al cui interno trova “la tessera di una biblioteca nei sobborghi di Saint Louis, Missouri” e un ritaglio di giornale relativo a un necrologio dal quale scopre che “la madre era stata bibliotecaria della contea e, in precedenza, preside di una scuola” (p. 299) Il dottor Starks riesce infine a crearsi una nuova identità reale e per proseguire nel suo piano di vendetta ne costruisce una fittizia: “Frederick Lazarus ottenne una tessera della biblioteca e si immerse nella cultura della vendetta” (p. 315). (traduzione di Nicoletta Lamberti, Milano : Mondadori, 2003)
[AR]

Keruoac, Jack. -- Satori a Parigi = Satori in Paris. -- 1966. -- Numerosi riferimenti alle biblioteche francesi in cui il protagonista si reca per le sue ricerche sul suo albero genealogico. "Così vado in biblioteca. La Bibliothèque Nationale, per consultare la lista degli ufficiali nell'esercito di Montcalm 1756 Quebec, e anche il dizionario di Louis Moréri e Pêre Anselme, ecc., tutte le informazioni possibili sulla casa reale di Bretagna, ma non c'era niente nemmeno là e infine nella Biblioteca Mazarine la vecchia dolce Madame Oury capobibliotecaria spiega pazientemente che i Nazisti bombardarono e bruciarono tutti i loro archivi nel '44, particolare che avevo dimenticato nel mio ardore. Eppure sento che dovrebbe esserci qualcosa d'interessante in Bretagna - Sicuramente de Kérouak dovrebbe esistere in Francia visto che è registrato nel British Museum di Londra - Glielo dico - Alla bibliothèque Nationale non si può fumare nemmeno al gabinetto e non ci si può scambiare una parola di nascosto con le segretarie e regna una specie di orgoglio nazionale per tutti quegli 'studiosi' seduti a copiare dai libri e io credo che butterebbero fuori persino John Montgomery (John Montgomery che dimenticò il suo sacco a pelo nella scalata al Matterhorn ed è il miglior bibliotecario e studioso d'Inghilterra)." (p. 21) "Strana severa biblioteca da parrocchia, la Bibliothèque Nationale sulla rue de Richelieu, con migliaia di studiosi e milioni di libri e strani bibliotecari con grembiuli Zen (grembiuli francesi) che in uno studioso o scrittore ammirano più che altro la bella calligrafia - Qui, ti senti un genio americano che sfuggì alle regole del liceo." (p. 29) "Lo dico perché, in fondo conosco delle biblioteche e in particolare la più grande del mondo, la Biblioteca Pubblica di New York dove fra mille altre cose ho copiato questo lungo nome sanscrito esattamente come si scrive, e allora perché dovrei essere guardato con sospetto nella biblioteca di Parigi? Naturalmente non sono più giovane e 'puzzo di liquori' e parlo persino a interessanti studiosi ebrei della biblioteca di laggiù [...] eppure non so come dire, davvero sembrava che mi credessero matto quando videro cosa volevo, il cui titolo avevo copiato dai loro archivi incompleti e scorretti [...] (p. 30) (Trad. Silvia Stefani, Milano, Mondadori, 1998)
[Chaintreau-Lemaître, 1993] ; [RM]

Kincaid, Jamaica. -- Un posto piccolo = A small place. -- 2000. -- Nel libro la scrittrice racconta la storia relativamente recente dell'isola di Antigua nelle Piccole Antille, isola in cui è nata nel 1949. Nello stile di una testimonianza-accusa Jamaica Kincaid attacca, con una scrittura forte ed efficace, il regime coloniale degli inglesi che occuparono l'isola fin dal secolo XVII, e con esso ogni regime colonialista. La biblioteca pubblica di Antigua fondata dagli inglesi e ospitata in un edificio dell'epoca coloniale rappresenta nel libro uno dei simboli del colonialismo: "voi (inglesi) amavate il sapere e ovunque andavate facevate in modo di costruire una scuola, una biblioteca (si, e in entrambi i posti distorcevate o cancellavate la mia storia e celebravate la vostra) (p. 42). Ma, la biblioteca è anche il luogo che rende possibile il superamento di ogni forma di non-libertà e canonizzazione per dare spazio a nuove consapevolezze: "Quando ero piccola ed ero iscritta alla biblioteca, la capobibliotecaria era la stessa. A quei tempi sembrava imperiosa e piena di sè, era assai sospettosa (nel mio caso era giustificata: rubavo molti libri dalla biblioteca. Non era mia intenzione farlo davvero; è solo che, dopo aver letto un libro, non tolleravo di separarmene), ed era sempre certa che stessimo tramando qualcosa alle sue spalle. Doveva essere molto fiera del suo lavoro, allora, e di far parte di una simile istituzione, poiché vedendola oggi, sembra l'esatto contrario di ciò che era un tempo. Andavo in biblioteca ogni sabato pomeriggio - era l'ultima tappa del giro di commissioni che svolgevo il sabato pomeriggio ... e mi sedevo a guardare i libri pensando a quanto fossi infelice (ero una bambina e che cos'è una bambina se non un essere pieno di sè), a quanto mi amassi, quanto non mi amassi, quanto mi piacessi appena, e così via. A nove anni avevo letto ormai tutti i libri del reparto ragazzi (era molto piccolo), e perciò dovevo usare la tessera di mia madre per prendere a prestito i libri degli adulti. La stessa bibliotecaria che ora si vergogna per come è ridotta la biblioteca mi teneva d'occhio per essere certa che non me ne andassi con più libri di quelli consentiti per assicurarsi che li avrebbe rivisti e che non finissero nella mia biblioteca privata. Questa donna mi teneva d'occhio, accertandosi che non me ne andassi con i libri stretti tra le gambe ... o nel cesto tra i miei acquisti del sabato pomeriggio." (p.48-50) La biblioteca di Antigua fu distrutta da un terremoto nel 1974 e non era stata ancora ricostruita più di dieci anni dopo (1988 pubblicazione de libro negli Stati Uniti). L'autrice ne ricorda il fascino e la bellezza: "Ma se tu avessi visto la vecchia biblioteca, là dove era un tempo, in un grande, antico edificio di legno verniciato in una nuance di giallo che la gente come me trova molto bella, con la sua ampia veranda, le grandi finestre sempre aperte, le file di scaffali piene di libri, con bei tavoli e sedie di legno doves sedersi a leggere, se tu potessi sentire il suono della sua quiete (poiché in quella biblioteca la quiete era di per sè un suono), l'odore del mare (a un tiro di schioppo), il calore del sole (nessun edificio potrebbe proteggerci da questo), l'incanto di tutti noi lì come fedeli che si comunicano davanti a un altare, mentre, ancora una volta, assimilavamo la fiaba di come vi abbiamo conosciuti, del vostro diritto di fare le cose che avete fatto, di quanto eravate, siete e sempre sarete belli; se tu potessi vedere tutto questo con un unico colpo d'occhio, capiresti come mai il mio cuore si spezza davanti al mucchio di letame che ora passa per la biblioteca di Antigua. Il posto in cui la biblioteca si trova ora, sopra l'emporio di tessuti, in quel vecchio edificio di cemento ormai fatiscente, è troppo piccolo per ospitare tutti i libri dell'altro edificio e così molti volumi, invece di essere confortevolmente adagiati sui loro bravi scaffali in attesa di farmi conoscere tutta la vostra grandezza, sono accatastati in una stanza in certi scatoloni, dove si coprono di muffa o di polvere, o dove finiscono col rovinarsi per sempre. Lì i giovani bibliotecari non riescono atrovare ciò che cercano, e io non so se ciò sia dovuto alla confusione e al fatto di dover conservare negli scatoloni per un lungo periodo il contenuto di una biblioteca pubblica o alla cattiva istruzione postcoloniale ricevuta dai giovani bibliotecari" (p. 46-47) (Traduzione di Franca Cavagnoli, Milano : Adelphi, 2000)
[CC]

King, Stephen. -- Cuori in Atlantide = Hearts in Atlantis. -- 1999. -- Dal libro è stato tratto l'omonimo film. L’ultimo giorno di aprile, undicesimo compleanno di Bobby, sua madre gli consegnò un pacchettino sottile avvolto in carta d’argento. Dentro c’era una tessera bibliotecaria arancione. Una tessera per la biblioteca degli adulti. Addio Nancy Drew, Hardy Boys e Don Winslow. Benvenuti a tutti gli altri protagonisti di storie colme di passioni misteriose e torbide come Il buio in cima alle scale. Per non parlare di pugnali insanguinati nelle stanze di qualche torre (c’erano misteri e torri anche nelle storie di Nancy Drew e degli Hardy Boys, ma ben poco sangue e mai passione). “Ricorda solo che la signora Keldon al banco prestiti è amica mia” lo ammonì sua madre. Il tono era quello asciutto delle intimazioni, ma vedeva che suo figlio era contento ed era felice per lui. “Se cerchi di prendere qualcosa di spinto come I peccati di Peyton Place o Delitti senza castigo, lo verrò a sapere.” Bobby sorrise. Sapeva che era vero. “Se trovi quell’altra, la signorina Tondeggio, e ti chiede come mai hai una tessera arancione, tu dille di leggere dietro. Ci ho scritto il mio consenso e l’ho firmato.” “Grazie, mamma. È un regalo fantastico.” (trad. di Tullio Dobner, Milano, Sperling& Kupfer, 2002 pp.16 - 17)
[CP]

King, Stephen. -- It = It. -- 1986. -- Una biblioteca e il bibliotecario hanno un ruolo non trascurabile nella lotta alla presenza misteriosa che minaccia una cittadina americana. "Ben adorava la biblioteca. Ne amava la perenne frescura, anche nelle più torride giornate di una lunga estate calda; ne amava il mormorante silenzio, rotto solo da sporadici bisbigli, dal tonfo ovattato di un bibliotecario che timbrava libri e tessere, o dallo sfogliar di pagine nella Sala Periodici, dove s'intrattenevano gli anziani a leggere giornali inseriti nei lunghi bastoni. Amava l'illuminazione, quella dei raggi obliqui che entravano dalle alte e strette finestre nel pomeriggio o quella raccolta in pozze pigre sotto i globi appesi al soffitto con catenelle nelle sere invernali, con il vento che sibilava all'esterno. Gli piaceva l'odore dei libri, un odore di spezie, che aveva del favoloso. Ogni tanto passava fra gli scaffali per gli adulti, rimirando migliaia di volumi e immaginando un mondo di vite dentro ciascuno di essi, come talvolta, camminando per la sua via in un crepuscolo affocato e affumicato di un pomeriggio di tardo ottobre, il sole ridotto a una linea di arancione cupo all'orizzonte, immaginava le vite che si svolgevano dietro tutte quelle finestre: persone che ridevano, o litigavano, o davano da mangiare ai bambini o a cani e gatti, oppure desinavano loro stessi guardando la telescatola. Gli piaceva il caldo che faceva sempre nel corridoio di vetro tra la palazzina vecchia e la Biblioteca Infantile, anche d'inverno, se non erano trascorse due giornate di fila con il cielo coperto; la signora Starrett, capo bibliotecaria del reparto infantile, gli aveva spiegato che il fenomeno era provocato da una cosa che si chiamava effetto serra. L'idea lo aveva entusiasmato. Molti anni più tardi avrebbe costruito l'assai dibattuto centro delle telecomunicazioni della BBC a Londra e se ne potrà discutere per mille anni ancora senza che si sappia (all'infuori di Ben) che quel centro di comunicazioni non era altro che il corridoio di vetro della Biblioteca Pubblica di Derry in verticale". (p. 192-193) Questa è la descrizione del bibliotecario: "... questi indossava semplici camicie bianche e calzoni di colore anonimo acquistati da Penney e sedeva in un box di lettura alla biblioteca dell'Università del Maine, a scrivere sulle origini delle note a piè di pagina e dei possibili vantaggi della numerazione ISBN nella catalogazione dei libri, mentre fuori marciavano i dimostranti e Phil Ochs cantava 'Richard Nixon trovati un'altra patria' e c'erano uomini che morivano con lo stomaco squarciato in villaggi con nomi che non sapevano nemmeno pronunciare; lui sedeva assorto nel suo lavoro di studioso (Bill lo vedeva), illuminato da un raggio obliquo di frizzante luce bianca invernale, con il volto disteso e attento, cosciente che nessun essere umano più di un bibliotecario si ritrova a sedere sul motore dell'eternità". (p. 532, Sperling Paperback)
[RM] ; [PB] ; [MdG]

King, Stephen. -- On writing = On writing. -- 2000. -- Stephen King ha lavorato in biblioteca dove ha incontrato sua moglie, studentessa/bibliotecaria. "Nell'estate del 1969 trovai da lavorare alla biblioteca dell'Università del Maine." (p. 51) Ecco la descrizione dell'incontro: "Un giorno di fine giugno un gruppo di noi lavoranti di biblioteca facemmo un picnic sul prato dietro la libreria universitaria. Seduta tra Paolo e Silvia e Eddie Marsh c'era una linda fanciulla dalla risata roca, con i capelli tinti di rosso e le più belle gambe che avessi mai visto, messe in mostra sotto una gonnellina gialla. Aveva con sè una copia di Soul on ice di Eldridge Cleaver. In biblioteca non mi era mai capitato di vederla e non mi sembrava vero che una studentessa fosse capace di una risata così bella e gagliarda. Inoltre, alla faccia delle ponderose letture, imprecava più come una operaia che come un'universitaria. (Siccome io avevo fatto l'operaio, ero qualificato per dare giudizi). Si chiamava Tabitha Spruce. Un anno e mezzo dopo ci sposammo. Siamo ancora sposati e lei non mi ha mai permesso di dimenticare che la prima volta che la vidi pensai che fosse la ragazza di Eddie Marsh. Magari una cameriera appassionata di libri della locale pizzeria con il pomeriggio libero" (p. 52) (Traduzione di Tullio Dobner, Milano : Sperling & Kupfer, 2000)
[CC]

King, Stephen. -- Il poliziotto della biblioteca = The library policeman in Quattro dopo mezzanotte = Four past midnight. -- 1990. -- L'incubo del protagonista è scatenato dalla mancata restituzione di un libro in biblioteca. La bibliotecaria morta ritorna come vampiro e cerca di vampirizzarlo per tornare alla gioventù e al suo lavoro di bibliotecaria, durante il quale terrorizzava i bambini con racconti spaventosi "... appese alla porta della sala dei ragazzi quel manifesto di Cappuccetto Rosso e ricordo che ci portò davanti un bambino tenendolo per mano. 'Vedi quella bimba?' gli chiede. 'Sì' risponde lui. 'Sai perché quella cosa cattiva sta per mangiarla?' chiede Ardelia. 'No', risponde il bambino con gli occhi grandi grandi e seri e lucidi di lacrime. 'Perché ha dimenticato di restituire in tempo il libro preso in biblioteca', gli dice lei. 'Tu non farai così, vero Willy?' ?No, mai', guira il bambino e Ardelia 'Meglio per te'. Poi lo condusse nella sala dei ragazzi per l'ora della fiaba ..."(Milano, Sperling & Kupfer, 1991, p. 570).
[MdG] ; [Chaintreau-Lemaître, 1993] ; [PB]

Kinsella, Sophie. -- I love shopping per il baby = Shopaholic & baby. -- 2007. -- Becky Bloomwood, impegnata questa volta con lo shopping per il bebe' che sta aspettando, riceve la seguente lettera: OXSHOTT SCHOOL FOR GIRLS MARLIN ROAD OXSHOTT SURREY KY22 0JG Dalla bibliotecaria della scuola Signora L. Hargreaves, 3 settembre 2003 Cara Becky, che piacere sentirti dopo tanti anni! Mi ricordo benissimo di te come allieva. Chi potrebbe dimenticare la ragazza che nel 1989 inventò la moda delle "borse dell'amicizia"? Sono molto lieta che tu appaia su "Vogue". Una vera sorpresa, come dici tu. Ti assicuro comunque che le insegnanti non stavano in sala professori a dire: "Scommetto che Becky Bloomwood non ce la farà mai ad apparire su 'Vogue'". Ne comprerò senz'altro una copia, ma ritengo improbabile che la preside autorizzi l'acquisto di una "copia di commemorazione ufficiale per ogni alunna", come suggerisci tu. Con i più cari saluti Lorna Hargreaves Bibliotecaria P.S. Hai ancora la copia di In The Fifth at Malory Towers? C'è una multa piuttosto consistente da pagare. (traduzione di Adriana Colombo e Paola Frezza Pavese, Milano, Mondadori, 2007, p. 127)
[JM]

novità
Krauss, Nicole. -- La storia dell'amore = The History of Love. -- 2005. -- Una volta al mese vado alla biblioteca di quartiere: per me prendo un romanzo e per Bruno un audiolibro, per via della sua cataratta. Al principio era scettico. E con questo cosa ci faccio? Disse osservando il cofanetto dell'Anna Karenina come se gli avessi messo in mano un clistere. [...] Da allora Bruno cominciò ad ascoltare a volume altissimo tutto quello che gli portavo, poi me lo restituita senza dire una parola. Un giorno tornai dalla biblioteca con l'Ulisse. [...] Mi misi a curiosare tra gli scaffali. Come faccio sempre, guardai se c'era qualcosa di mio figlio, Isaac. Ecco se c'era. E non un solo libro, ma quattro. Feci scorrere un dito lungo il dorso dei volumi. Mi fermai su Case di vetro e lo persi. (pag. 32) Trascorreva molto tempo alla biblioteca Boodleiana a leggere centinaia di libri e senza farsi nessun amico. Richiedeva talmente tanti volumi che, quando la vedevano, l'addetto cercava di nascondersi. (p.51-52) Arrivai alla biblioteca [...] La sedia del bibliotecario era vuota. Mi misi a correre sul serio! nella sala di lettura. Finalmente trovai un'addetta. Stava sistemando gli scaffali. Non potei trattenermi VORREI TUTTO QUELLO CHE C'È DELLO SCRITTORE LEO GURSKY! Urlai Si voltò a guardarmi e così fecero tutti. Scusi? Tutto quello che avete dello scrittore Leo Gursky, ripetei. Sto facendo una cosa. Dovrà aspettare un attimo. Aspettai un attimo. Leo Gursky, dissi. G-U-R. Lei spostò di lato un carrello pieno di libri. So scrivere. La seguii al computer. Digitò il mio nome, Il cuore mi batteva all'impazzata. C'è un libro sul combattimento dei tori di un certo Leonard Gursky, disse lei. No. Non c'è un Leopold? Leopold Leopold. Cercò ancora. Eccolo qua. [?] Le incredibili, fantastiche avventure di Frankie, prodigiosa ragazza sdentata, disse lei, e fece un gran sorriso. Dovetti resistere alla tentazione di darle una botta in testa con le mie soprascarpe. Andò a cercare il libro nella sezione bambini. Non la fermai. Restai lì a morire un po'. Mi fece sedere con il libro. Si diverta, disse. (p. 150-151) Me ne stavo a letto sdraiato a sognare sfide sempre più difficili quando ebbi una folgorazione: se riuscivo a forzare la serratura dell'appartamento di un estraneo, perché non avrei potuto farlo con quella di Kossar? O della bibliotecari pubblica? (p. 160) [...] Nella mia solitudine mi dà conforto pensare che le porte del mondo, sebbene chiuse, non sono mai del tutto sbarrate per me. Era questo il conforto che cercavo, fermo sotto il diluvio fuori dalla biblioteca, mentre una folla di estranei mi passava accanto di gran fretta. (p. 161) (Parma, Guanda 2005)
[AdR]

Kurzweill, Allen. -- L' orologio di Maria Antonietta = The Grand Complication. -- 2002. -- Alexander, il protagonista è un giovane bibliotecario che vive in una squallida zona di New York. Un giorno nella biblioteca in cui lavora si presenta James Jesson, un anziano signore che cerca un antico orologio dell'epoca di Maria Antonietta. Il libro segue poi i rapporti tra i due che implicano anche una gara sulla classificazione Dewey. (Bompiani, 2002)
[MR]

all'indice

Lahiri, Jhumpa. -- L'interprete dei malanni = Interpreter of maladies. -- 1999. -- Si tratta del libro di racconti di una giovane autrice (1967) nata a Londra da genitori indiani e che attualmente vive a New York. La biblioteca viene citata in alcuni di questi racconti: Quando veniva a cena il signor Pirzada, pag.41: Pirzada è un ospite in casa di Lidia, la protagonista del racconto, una bambina di dieci anni che vive a Boston, ma è di origini indiane. L'incontro con questo distinto signore si rivela essenziale per cominciare a conoscere le disavventure politiche del Pakistan sconvolto, negli anni in cui il racconto è ambientato (autunno 1971), dalla guerra civile. Pirzada si mostra sempre molto gentile con Lidia e difronte a un suo grazie per un lecca-lecca "davvero straordinario" risponde: 'Cos'è questo grazie? La signora della banca mi ringrazia, il cassiere del negozio mi ringrazia, la bibliotecaria mi ringrazia quando restituisco un libro in ritardo, il centralino intercontinentale mi ringrazia quando cerca di mettermi in contatto con Dacca senza riuscirci'. Lidia a scuola studia la storia americana e viene incaricata dalla sua insegnante di preparare una ricerca nella biblioteca della scuola. "La signora Kenyon ci consegnò un foglietto con i titoli da cercare nel catalogo. LI trovammo subito, e ci sedemmo a un tavolo basso e rotondo per consultarli e prendere appunti. Ma io non riuscivo a concentrarmi. Ritornai agli scaffali di legno chiaro, dove avevo notato una sezione contraddistinta dall'etichetta 'Asia'. Vidi libri sulla Cina, l'India, l'Indonesia, la Corea. Alla fine trovai un libro intitolato 'Pakistan, una terra e la sua gente'. Mi sedetti su uno sgabello e lo aprii. La copertina plastificata scricchiolava sotto le mie dita. Cominciai a girare le pagine, piene di fotografie di fiumi, campi di riso e uomini in divisa. C'era un capitolo dedicato a Dacca, e cominciai a leggere delle sue pioggie, della produzione di juta. Stavo studiando la cartina della popolazione quando Dora si affacciò al corridoio. 'Cosa stai facendo lì dietro?' C'è la signora Kenyon è venuta a controllare'. Chiusi di colpo il libro, troppo forte. Spuntò la signora Kenyon, ... e sollevò il libro dall'apice della costa, come se fosse un capello attaccato al mio maglione. Guardò la copertina poi me. 'Ti serve per la ricerca questo libro Lilia?' 'No, signora Kenyon' 'Allora non vedo il motivo di consultarlo', disse rimettendolo al suo posto nello scaffale. 'Non ti pare?' (pag. 45-46) La cura di Bibi Haldar, pag. 192: Il padre di Bibi, la protagonista del racconto, passa le serate in biblioteca "a leggere casistiche" per documentarsi sulla malattia della figlia. Il terzo e ultimo continente Il protagonista del racconto, anche lui di origini indiane, lavora in diverse biblioteche universitarie. (Traduzione di Claudia Tarolo, Milano : Marcos y Marcos, 1999).
[CC]

Leavitt, David. -- La lingua perduta delle gru = The lost language of cranes. -- 1986. -- Scritto da Leavitt a soli venticinque anni, nel 1986, è un romanzo su New York, come ci ricorda Fernanda Pivano nella postfazione alla prima edizione Oscar Mondadori, in uno stile al tutto al passato remoto, lento e cadenzato alla George Eliot di Middlemarch. È in un primo luogo un classico sull'omosessualità, una storia disperata, mai esasperata, sommessa anche se urlata, un triangolo di scoperte e segreti tra l'omosessualità del padre faticosamente celata, la rivelazione del figlio, ripresa dal precedente romanzo di Leavitt "Ballo di famiglia" e la figura della madre protagonista del libro. A metà il racconto si interrompe con il "caso del bambino gru". È il centro della narrazione, apparentemente deviata nel suo percorso, per venire ricollocata in una scena di tre pagine che si svolge in una biblioteca accademica. La biblioteca luogo di ricerca, talvolta di qualcosa che non si conosce, ma che deve essere svelato. La storia di Jerene è inventata da Leavitt allo scopo di giustificare la frase, una delle più belle e significative di tutto il libro, in cui Leavitt commenta il fatto clamoroso di un caso clinico davvero accaduto. "Ciascuno, a modo suo, trova ciò che deve amare, e lo ama; la finestra diventa specchio; qualunque sia la cosa che amiamo, è quella che noi siamo". E in biblioteca avviene la scoperta dell'articolo chiave, nucleo che indicizza il contenuto di tutto il testo narrativo. Il caso clinico si riferisce ad una pubblicazione reale e precisamente Psychoanalysis, Creativity and Literature: A French-American Inquiry (Columbia University Press, New York, 1978), di cui Leavitt ne dà gli estremi in epigrafe al testo "Vorrei inoltre ringraziare Lynn Hart che, per prima, mi ha segnalato il caso del bambino-gru, e il dottor Francois Péraldi, sulla cui lucida trattazione del caso è basata la mia versione immaginaria". Cito le parti relative alla scoperta dell'articolo in biblioteca: "Jerene lo scoprì per caso. Stava lavorando in biblioteca un pomeriggio - in realtà sprecando tempo - scorrendo gli indici di riviste e periodici psicanalitici alla ricerca di qualcosa, qualsiasi cosa desse un suggerimento, una nuova base, che illuminasse l'uscita di quella mastodontica e sregolata tesi in cui si era persa [...] molti dei professori la consideravano un genio nascente, una grande mente filosofica, mentre il resto temeva che potesse perdere il lume della ragione [...], temevano che potesse sorprenderli con un fucile a canna mozza per fargli saltare il cervello, come aveva fatto quello studente di matematica di Stanford.[...] Percorrendo l'indice, un po' annoiata e incominciando a pensare al pranzo, lesse il riassunto di un caso clinico che la incuriosì. Era in una raccolta di giornali psicanalitici, sistemati in una sezione remota della biblioteca. Seguì la traccia del numero d'ordine del volume; lo tolse dallo scaffale; lesse l'articolo la prima volta in fretta, un po' ansiosamente, ... poi lo rilesse lentamente. Quando finì respirava in modo irregolare, forte, e il suo piede tamburellava sulla base di scuro metallo della libreria. Il cuore le batteva forte. L'articolo parlava di un bambino piccolo, di nome ..." (pagg. 195-196) "Soltanto le gru lo rendevano felice. Divenne famoso come 'Il bambino gru' [...]. Dopo aver fotocopiato l'articolo, uscì dalla biblioteca [...]. Le gru sembravano una specie di insetti giganteschi, dalle membra lunghissime" (pag. 197) (Oscar Mondadori, 1990)
[AdR]

Leavitt, David. -- La nuova generazione perduta. -- 1998. -- Raccolta di saggi che lo scrittore americano ha pubblicato in diverse occasioni. In Autointervista del 1995, lo scrittore parla del processo al suo libro Mentre l'Inghilterra dorme, e include alcune considerazioni sulla censura dei libri. "[La causa legale] Non è stata gradevole. Ho scoperto che al mondo c'era parecchia gente che voleva vedere Mentre l'Inghilterra dorme ritirato dalle librerie e dalle biblioteche. [...] parecchie migliaia di copie del libro furono mandate al macero [...] 'Macero' ha un suono pratico, igienico, molto diverso dallo sgradevole spettacolo di un falò di libri. Ed è diverso, in quanto bruciare libri ha qualcosa di rituale, persino di liturgico." (p. 48) "Ma controllare un libro equivale a voler controllare tutti i libri, equivale a voler controllare l'immaginazione." (p. 55) Dal saggio La bugia piegata (testo di una conferenza alla New York Public Library, 1989): "È la primavera del 1980, e sono sdraiato sul prato verdissimo davanti alla Sterling Library di Yale." [...] In questi giorni, vivo con uno straordianrio entusiasmo, precipitandomi da una cena a una festa, dalle lezioni alla biblioteca, dall'appartamento di un amico al dormitorio di altri amici." (p. 125, 126) Alcuni altri riferimenti a biblioteche anche private negli altri saggi.
[RM]

Lehane, Dennis. -- Buio prendimi per mano = Darkness, take my hand. -- 1996. -- "Di solito, quando ricevo un'informazione dalla biblioteca non mando al bibliotecario una cassa di Michelob" (p. 109), nel corso di una conversazione del protagonista - Patrick Kenzie investigatore privato - con un giornalista al quale chiede di fare una ricerca su un delitto. Il giornalista non vuole fare lavoro di biblioteca gratis. "Poi la bocca si chiuse, gli occhi si velarono e lui apparve ragionevole e cortese come un bibliotecario in una piccola città" (p. 214), così dopo aver descritto un accesso d'ira di un carcerato psicopatico. Nel libro il protagonista, Pat Kenzie, riceve da una psichiatra l'incarico di proteggere il figlio perseguitato da minacce e messaggi anonimi. Sembra un caso di facile soluzione. Si rivela invece l'inizio di un incubo. (Casale Monferrato : Piemme, 2001)
[AR]

Lewis, Sinclair. -- Strada maestra = Main Street. -- 1920. -- La protagonista è una bibliotecaria che lascia il suo lavoro per sposare un medico.
[Chaintreau-Lemaître, 1993]

London, Jack. -- Martin Eden = Martin Eden. -- 1909. -- Il protagonista, un giovane senza istruzione, per amore di una fanciulla decide di porsi alla ricerca del sapere umano e per far ciò frequenta numerose biblioteche pubbliche.
[Chaintreau-Lemaître, 1993]

Lurie, Alison. -- Cuori in trasferta = Foreign affairs. -- 1984. -- I due protagonisti sono un giovane docente universitario e una anziana professoressa statunitensi, in Inghilterra per l'anno sabbatico. "le sue [di Fred Turner] ricerche su John Gay al British Museum […] vanno malissimo. Fred è attivo, energico, insofferente della reclusione. Quando è in una biblioteca gli piace aggirarsi fra gli scaffali per cercare i libri che gli servono, e imbattersi in altri che non conosce. Nel BM è proibito accedere agli scaffali; non sempre riesce a ottenere quello che vuole, e non può mai ottenere quello che non sa di volere. Spesso deve aspettare anche quattro ore perché la faticosa digestione dell'antica biblioteca vomiti una piccola patetica percentuale dei libri la cui collocazione ha copiato dal complesso e poco maneggevole catalogo. E anche quando arrivano non è che vada tutto bene. Fred è abituato a lavorare nel suo studio, senza rumore e distrazioni. Lì è circondato da altri lettori, molti dei quali sono eccentrici o addirittura pazzi, a giudicare dal loro aspetto e dai loro vezzi: riempire volumi polverosi di striscioline di carta multicolori, tamburellare con le mani o con i piedi, borbottare fra sé, conversare a mormorii nervosi, tossire e soffiarsi il naso in modo contagioso. Inoltre a Fred piace lavorare con agio, e muoversi; a casa i suoi appunti riempiono due tavoli e un letto nella camera degli ospiti, e il tappeto è coperto di libri aperti. Nel BM il suo fisico alto e muscoloso deve rattrappirsi in una sedia e su una stretta sezione di tavolo tra altri due studiosi o alienati e le loro invadenti pile di libri, in uno stanzone male alzato pieno di posti identici e costruito sullo stesso progetto delle prigioni modello ideate dai filosofi moralisti vittoriani" (p. 40-41). "Al momento solo due cose preoccupano Fred. Una è che il suo lavoro su John Gay non procede affatto celermente. All'inizio della permanenza a Londra, era la depressione a rallentarlo; adesso è l'euforia. In confronto al mondo esterno, il BM sembra ancora più opprimente di prima. È seccato di dover mostrare ogni volta il permesso per entrare a un guardiano sospettoso che ormai dovrebbe conoscerlo; e detesta l'ispezione alla sua borsa quando esce. È sempre più impaziente quando i libri che chiede risultano al deposito di Woolwich (due giorni per averli) o in prestito ad altri lettori (da uno a quattro giorni per averli). E se dirada le visite al BM è ancora peggio, perché i libri messi da parte per Fred o altri lettori al terzo giorno non resuscitano e vengono rispediti, con infinita lentezza, alle loro tombe oscure. Anche se lui conosce benissimo questa regola, sempre più spesso trascorrono parecchi giorni tra una visita e l'altra alla biblioteca, e un numero sempre maggiore dei libri che usava è scomparso chissà dove all'interno del sistema; le schede tornano con la scritta assente dallo scaffale; distrutto dai bombardamenti o, irritante al massimo, in prestito a F. Turner" (p. 132). "Pomeriggio di marzo in St. James Square. Vinnie Miner è seduta al lavoro in quella che anni di esperienza hanno eletto come la sedia più comoda e meglio illuminata nella Sala di Lettura della London Library. Se non ha bisogno di qualche volume disponibile solo al British Museum, preferisce studiare in questo ambiente tranquillo, dall'eleganza un po' sciupata, piacevolmente infestato dalle ombre degli scrittori del passato e dalle forme degli scrittori del presente. Per lei è facile immaginare lo spirito maestoso e ben vestito di Henry James che sale le scale con grande dignità, o quello di Virginia Woolf che strascica la seta floscia e stropicciata del suo abito anni '20 tra due scaffali in ombra. E quasi tutti i giorni è possibile incontrare Kingsley Amis, John Gross o Margaret Drabble ancora in carne e ossa. Anche molti amici di Vinnie frequentano la biblioteca; spesso c'è qualcuno con cui fare colazione" (p. 61-62). (Feltrinelli, 1986)
[GV]

Lutz, John. -- Messa a fuoco = Time Exposure. -- 1989. -- "La biblioteca era una struttura in mattoni, bassa e di forma vagamente quadrata che sembrava essere facilmente convertita in un supermercato, per ogni evenienza. [...] La biblioteca era dotata di cancelletti rotanti all'entrata e all'uscita per incolonnare il pubblico, nonché di uno di quegli aggeggi elettronici che somigliavano ai metal detector dell'aeroporto. Se qualcuno fosse uscito con un libro senza aver adempiuto le dovute formalità, le sirene si sarebbero messe a ululare, le luci a lampeggiare e gli addetti al servizio sicurezza della biblioteca sarebbero schizzati fuori dagli scaffali con le pistole sparando come indemoniati. Era una biblioteca spaziosa e ben organizzata, con una grande scelta di riviste sugli scaffali di legno in un angolo in fondo. [...] Adelaide Lacy era una delle tre donne che lavoravano dietro un lungo banco appena dopo i cancelletti. Le sue colleghe avevano l'aspetto da bibliotecarie. Mentre lei assomigliava davvero un po' a Marlene Dietrich. [...] C'erano libri e riviste sparpagliati su alcuni tavoli, in attesa di meticolose bibliotecarie che li raccogliessero e li rimettessero al posto assegnato dal loro sistema decimale Dewey. (p.26) Adelaide portava i biondi capelli tirati all'indietro e indossava una gonna troppo corta per una bibliotecaria. Ma neppure le sue gambe erano da bibliotecaria. Nudger si mise in guardia dal pensare tramite stereotipi. Non doveva farlo. Era un cattivo servizio reso a bibliotecarie, contabili, insegnanti e affini." (p. 46) (Trad. Franco Ferrario, Il giallo Mondadori, n. 2232, 10-11-1991)
[GR]

all'indice

Martin, Steve. -- Shopgirl = Shopgirl. -- 2000. -- "Gli occhiali da guida le conferiscono un'aria da bibliotecaria, prima che le biblioteche fossero su CD-ROM, e la sua Toyota dell'89 indica che pure lo stipendio è da bibliotecaria". (p. 15, Torino: Einaudi, 2001)
[GM]

Masters, Edgar Lee. -- Antologia di Spoon River = Spoon River anthology. -- 1915. -- Seth Compton era stato il bibliotecario. "Quando morii, la Biblioteca circolante che avevo organizzato a Spoon River, e di cui avevo avuto cura per il bene di menti avide, fu venduta all'asta sulla pubblica piazza come per distruggere l'ultimo vestigio della mia memoria e della mia influenza. Giacché, tra i tuoi figli, quelli che non capivano l'importanza di conoscere Le Rovine di Volney come l'Analogia di Butler e il Faust così come Evangelina, erano i veri potenti nel villaggio, e spesso mi chiedevate: 'A che cosa serve conoscere il male del mondo?'. Io sono fuori della tua strada ora, Spoon River, scegli il tuo bene e chiamalo il bene. Perché io non riuscii mai a farti capire che nessuno sa che cosa è il male; e nessuno sa che cosa è vero se non sa che cosa è falso." (Trad. Fernanda Pivano, Torino, Einaudi, 1970, p.166).
[RM]

Masters, Edgar Lee. -- Il nuovo Spoon River = The new Spoon River. -- 1924. -- Nella cittadina americana viene istituita una vera biblioteca pubblica.
[Grignani, 1998c]

McBain, Ed. -- L’ultimo ballo = The last dance. -- 2002. -- Un uomo anziano trovato morto dalla figlia, apparentemente suicida. Un nuovo caso che porterà il detective dell’87esimo distretto Steve Carella all’interno del rutilante modo di Broadway. Una breve citazione: “Un giorno lei gli dice che un tempo è stata una famosa commediografa, lo sapeva? E lui fa: “Ma andiamo, cosa mi racconti?” E lei: “No, è vero. A ventidue anni ho scritto una commedia intitolata La stanza di Jenny che ha avuto un enorme successo, che possa cadere fulminata in questo istante, se non ti sto dicendo la verità”. E Andrew: “Ma dai, mi stai prendendo in giro.” E lei: “Ah sì? Allora guarda in biblioteca. Cerca Jessica Miles sul Chi è chi in America”. (pag. 166, traduzione di Nicoletta Lamberti, Milano : Mondadori, 2001)
[AR]

McBain, Ed - Hunter, Evan. -- Candyland = Candyland. A novel in two parts. -- 2002. -- Romanzo suddiviso in due parti tra loro collegate (firmato con i due pseudonimi più noti): nella prima il protagonista è l’architetto californiano Ben Thorpe, dalla vita rispettabile ma con una vera e propria ossessione nascosta per il sesso; nella seconda il protagonista è la poliziotta Emma Boyle, incaricata di condurre le indagini sull’omicidio di una prostituta, avvenuto in un bordello frequentato anche da Thorpe - evento che mette in connessione le due parti del romanzo. Tra le sue conquiste Thorpe ricorda: “Sarah ha lunghi capelli biondi e peli neri arruffati sul pube e sotto le ascelle. Fa la bibliotecaria, pensa un po’. Lui le telefona di frequente dall’ufficio e lei gli descrive scene di sesso sfrenato […]. Ben se la immagina tra gli scaffali …” (p. 22, traduzione di Nicoletta Lamberti, Milano : Mondadori, 2002)
[AR]

McCarthy, Mary. -- Le pietre di Firenze = The Stones of Florence. -- 1959. -- Informazioni e citazione tratte dalla recensione di Nello Ajello in "La Repubblica" del 4 Agosto 2001, p. 34. "Bibliotecari in pensione, governanti, signore con misere rendite, pittori gentiluomini, scultori gentiluomini, anemici amanti delle lettere e dilettanti di ogni genere 'si sono innamorati di Firenze'. Questo amore sdolcinato da parte degli stranieri residenti in città implicava una tirannica resistenza al cambiamento. Firenze doveva rimanere come l'avevano trovata: un caro frammento del Mondo antico" (traduzione di Giovanna Baglieri, Archinto, 2001)
[RR]

McCourt, Frank. -- Che paese, l'America = 'Tis. -- 2000. -- Dopo aver raccontato la più triste delle infanzie irlandesi e cattoliche, l'autore dell'acclamato "Le ceneri di Angela", ci racconta nella continuazione autobiografica del primo libro, la sua "nuova" vita di immigrato irlandese in America, a New York nel secondo dopoguerra. E precisamente in una New York proletaria, dove fra case di mattoni rossi, popolate di pub di emigrati irlandesi, italiani lustrascarpe, negozi cinesi con merci di ogni tipo, lavoratori in cerca di miglior vita e fortuna, banchine ingombre di merci, con la irraggiungibile Manhattan fra i grattacieli lontani della finanza, Frankie si trova a percorrere, passo dopo passo, un nuovo faticosissimo apprendistato. Appena sbarcato a New York, da solo, in cerca di lavoro, casa ed amici, il giovane viene a conoscenza per caso, bevendo l'ennesima birra rossa in un pub di irlandesi, che esiste una grande biblioteca pubblica a New York dove tutti, anche gli immigrati possono accedere ai servizi...ed è pure gratis! Il libro descrive in molte altri parti la grande biblioteca pubblica della città, così come altre biblioteche scolastiche, perché Frank decide, nel corso della storia, di mettersi a studiare, riprendere gli anni persi nello studio in Irlanda, si iscrive all'università e diventa un insegnante di letteratura inglese. "Esci da questo bar. Prendi la Forty-secondo a ovest e prosegui sulla Fifth finchè non vedi due grandi leoni di pietra. Sali la scalinata tra i due leoni, chiedi la tessera della biblioteca e non fare il cretico" - gli consiglia il barista - "come il resto dei pestatorba che sbarcano dalla nave e si intontiscono con l'alcool. Leggi Johnson, leggi Pope e sta' alla larga dai mich sognatori" (pag. 34). Frank decide di andare. "Le bibliotecarie sono cordiali. Certo che posso avere una tessera, è così bello vedere un giovane emigrante venire in bibioteca. Volendo posso prendere in prestito quattro libri purchè li restituisca entro la scadenza. [...] Fai pure un giro, mi dicono loro, vai al secondo piano e da' un'occhiata alla sala di lettura principale. Queste bibliotecarie non assomigliano per niente a quelle irlandesi che facevano la guardia ai libri e li difendevano da soggetti come me". (pag. 34, traduzione di Claudia Valeria Letizia, Milano : Adelphi, 2000)
[AS]

McCourt, Frank. -- Ehi, prof = Teacher man. -- 2006. -- Continua l'autobiografia di McCourt che questa volta racconta al lettore la sua formazione professionale e culturale come insegnante di lingua e letteratura inglese a New York. Lavoro faticoso quello dell'insegnante quando si insegna in scuole di periferia o in istituti professionali, popolati da studenti svogliati e con spesso con grossi problemi familiari di bilancio, . Il professore McCourt riesce però a trasmettere ai tanti giovani che incontra (insegna in più scuole per arrotondare il magro stipendio), l'amore per i libri e soprattutto per le storie, soprattutto quella della sua infanzia ed adolescenza irlandese...un ottimo metodo per motivare ed invogliare a leggere! Nel libro compaiono spesso le biblioteche fra cui quella pubblica di New York e quelle universitarie dove l'autore si rifugia per studiare e leggere durante gli anni della formazione universitaria, "quando attaccavo a russare dietro una pila di libri, le bibliotecarie dell'università venivano a darmi uno scrollone [...] io le risposi che avevo sempre ammirato le bibliotecarie, non solo per la disinvoltura con cui padroneggiavano la classificazione decimale Dewey ma soprattutto per la sollecitudine che dimostravano in altri campi del vivere quotidiano". (pag. 58-59, traduzione di Claudia Valeria Letizia, Milano : Adelphi, 2006)
[AS]

Meltzer, Brad. -- I milionari = The Millionaires. -- 2002. -- Due fratelli in fuga a causa di un colpo perfetto – attraverso transazioni elettroniche ai danni di una banca - che si trasforma in una trappola. Alla ricerca di un accesso a Internet la strada migliore è una biblioteca “ci sono trenta computer nuovi di zecca al quarto piano della Broward County Library. A noi ne basta uno. Un computer, un accesso a Internet e un po’ di privacy [...]” (p. 342). Una investigatrice che sta seguendo i loro movimenti utilizza lo stesso computer – consultando il foglio firme per l’utilizzo da parte degli utenti - per verificare attraverso la cronologia della navigazione quali siti abbiano visitato (p. 377). (traduzione di Alberto Cristofori, Milano : Garzanti, 2002)
[AR]

Melville, Herman. -- Moby Dick = Moby Dick. -- 1851. -- Il prologo (Estratti) è rivolto al "vice-vice bibliotecario" che ha radunato tutti i riferimenti alle balene ivi contenuti setacciando "tutte le lunghe Vaticane e bancarelle della terra", e a cui il narratore si rivolge così: "Tu appartieni a quella genia terrea e disperata che nessun vino potrà mai scaldare, per cui persino un pallido sherry sarebbe troppo tinto di rosso; ma con cui a volte uno ama sedere, e anche sentirsi un povero disgraziato e diventare conviviale fra le lacrime e dir loro francamente [...]: 'Lasciate perdere, vice-vice! Quanto più vi sforzate di piacere al mondo, tanto più resterete per sempre senza un grazie! Magari potessi sgomberare per voi Hampton Court e le Tuileries! Ma inghiottite le lacrime, e in alto i cuori fino all'alberetto; perché gli amici che vi hanno preceduto stanno facendo sgombrare i sette piani del cielo, e cacciando finalmente in esilio quei coccoloni di Gabriele, Michele e Raffaele in previsione del vostro arrivo. Quaggiù non avete che cuori infranti da far tintinnare, lassù toccherete bicchieri infrangibili!" Il romanzo contiene numerosi riferimenti ai libri e alla lettura, nonchè un tentativo di classificazione delle balene, "un compito pesante", ammette il protagonista Ishmael, "ma io ho nuotato per biblioteche e navigato per oceani". (Trad. Nemi D'Agostino, Milano, Garzanti, 1982, p.6, 127-138).
[RM]

Merker, Hannah. -- In ascolto = Listening. -- 2001. -- Il libro è autobiografico, la protagonista, bibliotecaria, resta sorda dopo un incidente. "Dopo l'incidente tornai allo stimolante lavoro che tanto amavo, sulle stampelle e con degli occhiali nuovi. Dirigevo i servizi bibliotecari per i portatori di handicap visivo e fisico nella contea Suffolk (New York) una divisione regionale del servizio per i lettori portatori di handicap della Library of Congress. Avevo fondato io quella sezione. I lettori portatori di handicap della contea Suffolk prima dipendevano dalla Biblioteca regionale di New York. [...] Il lavoro in biblioteca, specialmente i problemi del reparto Consultazione e il vero e proprio divertimento e piacere di offrire alla contea quel nuovo servizio, mi appassionavano. Mi piacevano le sfide politiche connesse con la ricerca di fondi per il servizio [...] I servizi si erano tanto ingranditi che la sezione stava per essere trasferita all'interno del County Library Building" (p. 13) [...] Nella nuova sede dei servizi bibliotecari per portatori di handicap, con il nuovo direttore della biblioteca della contea non andavo tanto d'accordo. Una delle mie lettrici cieche e suo marito si erano appena trasferiti a Barbados. Mi invitarono per una lunga vacanza. Partii per una settimana e in seguito, attraverso un radioamatore, mandai un messaggio al mio nuovo capo, sarei rimasta a tempo indeterminato. Mi licenziò immediatamente" (p. 14) La protagonista non più bibliotecaria frequenta le biblioteche solo come utente: "A tutt'oggi ... il Sistema giudiziario dello Stato di New York non è ancora riuscito a perseguire due violazioni dell'articolo 4-B un estratto del quale recita - L'ingresso e/o il paritetico uso e gradimento di una qualsiasi struttura pubblica non può essere proibito a nessuna persona, per la sola ragione che detta persona è cieca o sorda, oppure perché detta persona è cieca o sorda e accompagnata da un cane" Era già capitato, nei dodici anni in cui abbiamo vissuto e viaggiato insieme, che qualcuno mettesse in dubbio il mio diritto legale di frequentare, con la mia accompagnatrice strutture pubbliche ... ma non ero mai stata aggredita verbalmente con la stupida brutalità e l'incivile indifferenza per la mia sordità, che è stata riservata il 6 marzo 1991, a me e a Sheena, dal direttore di una biblioteca pubblica di Long Island, nello Stato di New York. Quel 6 marzo stavo utilizzando i servizi del reparto consultazione della biblioteca [...] quando mi venne chiesto di allontanare il mio animale dai locali della biblioteca. Il direttore rifiutò arbitrariamente di riconoscere il documento di identità che ho sempre con me, in cui si dichiara che Sheena è iscritta nel registro dei circa duemila cani per sordi della contea. [...] Spesso mi chiedono perché stia a seccarmi con una cosa del genere. Ma io me lo ricordo, quel 6 marzo: il direttore della biblioteca ci incalzava tenacemente, me e Sheena, da una parte all'altra della biblioteca, mentre io continuavo a cercare il materiale di cui avevo bisogno. [...] Quello dichiarò che non credeva alla mia sordità. [...] Le biblioteche sono fondamentali nella mia vita. Vivevo nelle biblioteche già molto tempo prima che la scrittura e la ricerca diventassero il mio lavoro. Di fatto, poi, io sono una bibliotecaria, la bibliotecaria che ha fondato e diretto il progetto Lettura per i portatori di handicap della contea Suffolk [...] Per il mio lavoro io e Sheena andiamo a caccia di biblioteche, dappertutto [...]" (p. 180-182, Milano, TEA, 2001)
[CC]

Moore, Jeffrey. -- Una catena di rose = Prisoner in a red-rose chain. -- 1999. -- "Il giorno del quarantunesimo compleanno di William Shakespeare, un giocatore d'azzardo crudele e depravato di nome Walter Calverley pugnalò la moglie e assassinò i propri figli in una tenuta nel Nord dell'Inghilterra. Cosa abbia spinto questo libertino all'infanticidio fu raccontato tre anni dopo in un'opera singolare in un atto unico intitolata Una tragedia nella contea di York [...] il mio terzo incontro con Calverly ebbe luogo a North York, poco dopo il nostro trasferimento. Mi trovavo nella biblioteca dell'università di York, in mezzo a studenti più grandi, e conducevo ricerche sulle sette voci della Pagina. Una donna che somigliava a Claudia Cardinale e con gli occhiali stava riponendo i libri, e quando venne a sgomberare il mio tavolo le chiesi nervosamente se ci fosse modo di cercare determinate parole in Shakespeare. Sorrise e disse. Vieni con me. Dopo un periodi di divagazioni amorose mi misi al lavoro ed esaminai le concordanze shakespeariane che mia aveva trovato. [...] Domandai a Claudia se la biblioteca disponesse di un manoscritto originale dell'opera. Le sembrava improbabile, ma se ero interessato poteva fare qualche ricerca. [...] Quando tornai il giorno seguente come concordato (quasi un appuntamento), mi disse che c'era un primo quarto in ottime condizioni nella Newberry Library a Chicago. "Sei sicuro che la biblioteca sia aperta di sabato, signorino? mi chiese il tassista nero, con fare da vecchio zio. [...] Non era aperta. Almeno non ancora - avrei dovuto aspettare un'ora. Sui gradini dell'ingresso a tripla arcata, abbagliato dal sole di metà mattina, infilai giacca e cravatta, mi legai i capelli e li infilai dentro il colletto. Estrassi dal taschino una lettera di raccomandazione del mio professore d'inlgese ... Non volevo che il bibliotecario mi scambiasse per un teppista qualunque. Ma il bibliotecario era di animo gentile e fiducioso e sorrise leggendo la lettera. Mi condusse in una sala lettura, accese le luci ronzanti e tremolanti e mi spiegò che il Newberry era stato il primo edificio di Chicago ad essere dotato di energia elettrica. Disse anche che custodiva ventun miglia di libri. ... Finalmente mentre aspettavo ... mi portò un volume sottile in marocchino rosso. Questo è un ottimo primo quarto. Aspettavo che se ne andasse, ma lui non sembrava aver fretta. Gironzolò nelle immediate vicinanze per poi sedersi di fronte a me. Prese un libro a caso sul tavolo e cominciò a palleggiare rapidamente lo sguardo dal libro a me e viceversa, con gli occhi che lampeggiavano dietro le lenti bifocali. Cosa temeva? Che usassi l'evidenziatore? Mi batteva il cuore quando toccai il libro di pelle morbida, chiedendomi quanti morti avessero voltato le sue pagine. ... Alla fine mi addormentai, estenuato dal viaggio in treno, e mi svegliai in pieno tiro alla fune, con il bibliotecario che tentava di strapparmi il volume dalle braccia. "Il fantasma di Calverly mi visitò per l'ultima volta a Parigi, verso la fine dell'anno scolastico. Mi trovavo in Bib Nat (basta andarci due volte per chiamarla così), subito prima dell'orario di chiusura, quando incappai in una tesi di dottorato intitolata Une tragedie yorkshirienne de Shakespeare: canonique o apocryphe? L'autore era un certo Jacinthe Amyot ed era stata pubblicata dall'Universite de Champagne-Ardenne - un anno e tre mesi dopo la mia nasciita. Attrbuii a questa coincidenza un rilievo fatale - mai ignorare il richiamo del destino. Il giorno successivo, di conseguenza, tornai in biblioteca e trasferii le centottantasei pagine di tesi dal microfilm alla carta lucida. Nelle due settimane seguenti di lezioni saltate la tradussi febbrilmente e modificai il contenuto del frontespizio. Non l'ho ancora presentata e credo che non lo farò mai... Così, equipaggiato di una vacillante license e di un anocra più vacillante diplome d'etudes di Parigi, una tesi di dottorato dell'Ardenne e un diploma di dottorato in bianco dell'Università di Shrewsbury, torani a North York [...]. (p. 170-178) (Marcos y Marcos, 2002)
[CC]

Morley, Christopher. -- La libreria stregata = The haunted bookshop. -- 1948. -- Mifflin è il proprietario della libreria stregata, alle prese qui con il giovane Gilbert, impiegato di un'agenzia pubblicitaria che vorrebbe convincere Mifflin a fare pubblicità alla sua libreria. Gilbert è uno che non legge molto. "Il signor Gilbert prese degli appunti sul suo taccuino, e mi compiaccio di dirvi che il suo cuore si commosse nel comprendere la sua indegnità, perché fu visto alcuni giorni dopo alla Biblioteca Pubblica a domandare una copia di Così muore la carne." (p. 25) Altra scena con Gilbert in cui Mifflin lo invita ad una riunione serale di librai: "Se lei si interessa veramente del commercio dei libri, dovrebbe venire una sera a una seduta del Club della Pannocchia. Una volta al mese un certo numero di librai si riunisce lì, e discutiamo su argomenti libreschi bevendo sidro e sgranocchiando pannocchie. Abbiamo librai di ogni specie e condizione; ce n'è uno che è fanatico sul soggetto delle biblioteche pubbliche. Egli sostiene che tutte queste dovrebbero essere fatte saltare in aria con la dinamite. Un altro ritiene che il cinematografo distruggerà il commercio librario. Che sciocchezze! Qualunque cosa che stimoli la mente delle persone, e le renda vigili e avide di sapere, accresce il loro appetito di libri." (p.29) (Trad. Rosanna Pelà e Enrico Piceni, Palermo, Sellerio, 1998)
[RM]

Morley, Christopher. -- Il Parnaso ambulante = Parnassus on wheels. -- 1948. -- Il Parnaso ambulante è un carrozzone con il quale Mifflin gira la Nuova Inghilterra per vendere libri. In uno dei suoi discorsi di piazza per presentare la sua merce: "[...] Avete una biblioteca circolante in città, immagino, ma vi sono alcuni libri che la gente dovrebbe possedere." (p. 58) Elena McGill, l'altra protagonista, parla di Mifflin al governatore dello stato: - 'Lo conosce anche lei?' - 'Eh, crederei di sì' - quegli rispose. - Non è forse venuto da me la primavera scorsa a parlarmi di un acquisto per le biblioteche scolastiche? e non se n'è andato finché non gli ho promesso di fare quello che desiderava!' (p. 146) Per una serie di vicissitudini Mifflin finisce senza colpa in prigione e Elena va a liberarlo: "[...] Scrivere in prigione. Ho finalmente incominciato il mio libro; e ho trovato che gli individui qui dentro non conoscono niente di letteratura. Non c'è neppure una biblioteca in questo luogo." [...] Ma dovetti trascinarlo via, perché stava entrando nell'argomento di aprire una biblioteca di buoni libri nelle prigioni." (p. 157) (Trad. Rosanna Pelà e Enrico Piceni, Palermo, Sellerio, 1998)
[RM]

Munro, Alice. -- Segreti svelati = Open secrets. -- 2000. -- Nel primo dei racconti di questa raccolta la protagonista è una bibliotecaria. (Milano, La Tartaruga, 2000)
[CCr]

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Myron, Vicki - Witter, Bret. -- Io e Dewey = Dewey: The Small-Town Library Cat Who Touched the World. -- 2008. -- "Spencer, un piccolo paese della provincia americana, un gattino di poche settimane viene lasciato da uno sconosciuto nella buca per restituire i libri della biblioteca pubblica. La bibliotecaria adotta il micetto e lo battezza Dewey. In poco tempo Dewey diventerà il beniamino di tutti i cittadini di Spencer che, da sospettosi e scorbutici, si trasformeranno in assidui frequentatori di libri. Dewey infatti possiede un dono: quello di comunicare con i disadattati, gli infelici, i bisognosi di affetto." (Sperling & Kupfer, 2008)
[LS]

Nabokov, Vladimir. -- Pnin = Pnin. -- 1957. -- Il professor Pnin, alle prese con la restituzione di un libro alla biblioteca universitaria.
[Visintin, 1998]

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O'Donnell, Lillian. -- Un'indagine troppo privata = A private crime. -- 1995. -- Norah Mulcahaney, graziosa tenente di polizia a New York, indaga sugli omicidi di una giovane e di un neonato avvenuti in un mercatino nei pressi di una biblioteca pubblica (p. 19). Il caso si complica e si scoprono nuove ed inaspettate implicazioni. Durante le indagini il tenente si reca nella biblioteca. "Le ricerche con l'aiuto del computer sono facili e veloci, se si ha l'esperienza assieme al codice d'accesso necessario. Non era il caso di Norah. Così utilizzò i vecchi metodi; andò alla biblioteca pubblica, alla sede centrale fra la Quarantaduesima e la Quinta Avenue. Erano stati spesi milioni per rinnovare l'imponente edificio ed erano stati ben spesi, decise Norah mentre camminava lungo il corridoio di marmo lucido sino alla stanza principale di consultazione. L'atmosfera silenziosa suggeriva un rispetto per l'istruzione che emanava dalle pareti. La fila di teste chine sulla pagina stampata sotto la luce verdastra delle lampade da scrivania dava speranza. Avrebbe desiderato effettuare la ricerca personalmente ma non aveva particolare dimestichezza con gli schedari e avrebbe perso molto tempo. Si rivolse alla bibliotecaria, la signora Violet Winterthal, occhialuta e sulla cinquantina, che cominciò a dare a Norah indicazioni sull'uso degli schedari..." (pp. 141-142). (Milano : A. Mondadori, 1995. - Il giallo Mondadori ; 2416).
[GB]

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novità
Palahniuk, Chuck. -- Ninna nanna = Lullaby. -- 2002. -- "Alla biblioteca della contea, sezione libri per ragazzi, il libro è tornato sul suo scaffale, e aspetta. Poesie e filastrocche di tutto il mondo. E a pagina 27 c'è una poesia. Una poesia tradizionale africana, dice il libro. È lunga otto righe, e non ho bisogno di trascrivermela. [...] Strappo la pagina e rimetto il libro sullo scaffale. (p. 46) Immaginate una peste che si prende attraverso le orecchie. [...] La nuova morte [...] Immaginate roghi di libri. E di nastri, di film, di file, di radio e di televisori. Un unico grande falò. Biblioteche e librerie che bruciano nella notte. La gente prenderebbe d'assalto i ripetitori televisivi. Taglierebbe a colpi d'ascia i cavi in fibra ottica. (p. 53) C'è una lista stampata al computer di città le cui biblioteche possiedono una copia del libro (p. 120-121) [...] Viaggiare, fiondarsi nelle biblioteche, prendere un libro da uno scaffale, sedersi su una tazza nei gabinetti della biblioteca e strappare la pagina. Poi buttarla nel gabinetto e tirare l'acqua. Pensavamo sarebbe stata una faccenda veloce. Con le prime due biblioteche, nessun problema. Alla terza, sullo scaffale il libro non c'è. Scambiamoci sussurri da biblioteca, io e Mona andiamo al banco prestiti e chiediamo. Helen è in macchina con Ostrica che aspetta. Al banco c'è un tipo coi capelli lunghi raccolti in una coda di cavallo. Porta orecchini a entrambe le orecchie, grossi anelli da pirata, e un gilet scozzese, e ci dice – facendo scorrere su e giù la schermata del computer – che il libro è in prestito. 'È molto importante' dice Mona . 'Sono stata la penultima a prenderlo, e ho dimenticato una cosa in mezzo alle pagine.” Mi spiace, dice il tipo. 'Non può dirci chi l'ha preso?' chiede Mona. E il tipo dice no, mi spiace. Impossibile. E io conto: 1, 2, 3... Nel giro di un secondo, Helen Hoover Boyle è davanti al banco prestiti. Sorride finché il tipo non alza gli occhi dal computer, quindi allarga le mani, con le dita splendenti cariche di anelli. Sorride e dice: “Giovanotto? Mia figlia ha dimenticato una vecchia foto di famiglia tra le pagine di un libro: muove le dita e dice. “Ora lei può decidere di rispettare le regole oppure fare una buona azione. Scelga pure quello che preferisce”. Il bibliotecario le guarda le dita, e i riflessi iridati e le stelline di luce riflessa gli danzano sul viso. Si lecca le labbra. Poi fa segno di no con la testa e dice che non vale la pena di rischiare. La persona che ha preso in prestito il libro sporgerà reclamo e lo licenzieranno. 'Le prometto' dice Helen 'che non le faranno perdere il posto'. In macchina, io aspetto assieme a Mona, contando: 27, 28, 29... È l'unico modo che conosco per non uccidere tutti quanti nella biblioteca e cercarmi l'indirizzo sul computer da solo. Helen torna alla macchina con un foglio in mano. [...] E Mona dice 'Ne hanno tre copie, ma sono tutte in prestito'. E Helen si sistema al volante e dice: 'Conosco un migliaio di modi per piombare a casa della gente all'improvviso'. (130-131) Altra cittadina, altra biblioteca. Dico a Helen e Mona di aspettare in macchina, mentre io e Ostrica andiamo dentro a cercare il libro. Una piccola biblioteca di provincia, in pieno giorno. Al banco prestiti c'è un signore. I quotidiani più recenti sono inseriti in grosse stecche di metallo e si possono consultare all'apposito tavolo. [...] Helen entra nella biblioteca, dice: “Perché ci state mettendo tanto?” [...] Dirigendomi verso l'uscita, chiedo al bibliotecario dov'è il libro di poesie: Ma il libro è in prestito. I dettagli del bibliotecario sono che ha le mèches biondo cenere e un sacco di gel. Siede su uno sgabello dietro un monitor e puzza di fumo. Ha indosso un dolcevita e una targhetta di plastica con su scritto 'Symon'. Gli dico che se non trovo quel libro un sacco di persone rischiano la vita. E lui dice. Peccato. E io gli dico che, a ben pensarci, l'unico che rischia la vita, è lui. E il bibliotecario preme un pulsante della tastiera e dice che sta chiamando la polizia. 'Un attimo' interviene Helen [...] 'Scegli pure quello che preferisci, Symon' [...] L'uomo rovescia gli occhi all'indietro e i muscoli del viso e delle mani gli si rilassano. Sbatte il mento contro il petto e si accascia sulla tastiera, quindi si contorce su se stesso e scivola per terra. [...] (Milano, Mondadori 2003)
[AdR]

Patterson, James. -- Il gioco della donnola = Pop goes the weasel. -- 1999. -- Alex Cross, detective della squadra omicidi di Washington, è alle prese con la "donnola", un serial killer che si è macchiato di una serie di spaventosi delitti senza movente e senza legami tra loro. Una delle vittime era un analista ricercatore che lavorava presso la biblioteca del Congresso, per il Congressional Research Service, dove Cross si reca per le sue indagini. "Mi recai alla biblioteca del Congresso nella sua sede più recente, il James Madison Building, in Indipendence Avenue ." (p. 99) "[la vittima] apparteneva alla Education and Public Welfare Division e passava gran parte della sua giornata nella spettacolare sala di lettura" (p. 99) "Prima di lasciare il Madison Building, mi sentii obbligato a dare un'ultima occhiata alla sala di lettura. Era stata completamente rinnovata e, da allora, non c'ero più stato. Mi sedetti a un tavolo e alzai lo sguardo verso la straordinaria cupola che avevo sulla testa. Lungo le pareti della sala c'erano vetri istoriati che riproducevano le insegne di quarantotto stati, inframezzati da statue di bronzo di personaggi famosi, tra cui Michelangelo, Platone, Shakespeare, Edward Gibbon e Omero", p. 99. (Traduzione di Donatella Cerutti Pini. - Milano : Longanesi, 2001)
[AR]

Pelecanos, George. -- Vendetta = Shame the devil. -- 2000. -- Una rapina in una pizzeria che si trasforma in una strage, la morte del “palo” della banda ucciso da un poliziotto e un bambino di cinque anni travolto dall’auto dei rapinatori in fuga. È il preambolo di una vendetta che coinvolgerà lo psicopatico dal grilletto facile Frank Farrow (ideatore della rapina) e Dimitri Karras (padre del bambino ucciso dall’auto), a distanza di tre anni dai fatti e alla ricerca del senso della vita. 'Farrow percorse High Street con la Taurus truccata, imboccò Kent Boulevard e costeggiò il campus, dove aveva insegnato quel famoso scrittore degli anni Sessanta. Farrow trascorreva molto tempo libero nella biblioteca del campus, visto che la biblioteca raccoglieva una discreta quantità di buoni romanzi. Lui aveva letto uno dei primi romanzi dello scrittore famoso e una volta lo aveva visto attraversare la biblioteca, un ometto basso e pelato con gli occhiali di tartaruga' (p. 69). Il detective Nick Stefanos, amico di Karras, alla ricerca della conferma di un alibi di un suo cliente afferma 'Ho controllato il programma dei film negli archivi della bilbioteca Martin Luther King …' (p. 191). Proseguono i contatti di Frank Farrow con libri e biblioteche: 'Frattanto, Frank scontava i suoi periodi di detenzione prima in riformatorio e poi in due carceri per adulti. Dove si innamorò dei libri nelle biblioteche della prigione e dove si costruì i contatti che una volta fuori gli avrebbero consentito di raggiungere il vero successo', (p. 206). Infine, nella parte dedicata dall’autore ai ringraziamenti si legge: 'Vorrei esprimere il mio apprezzamento per il personale del sistema bibliotecario del Distretto di Columbia e della Contea di Montgomery, che mi ha assistito durante le ricerche per questo romanzo […]'. (Casale Monferrato, Piemme, 2001)
[AR]

Percy, Walker. -- L'uomo che andava al cinema = The moviegoer. -- 1999. -- Il protagonista del romanzo ha il portafoglio pieno di tessere di biblioteche. Più volte ricorda la trama di un film, di cui non specifica il titolo, in cui "un uomo riprende conoscenza in un luogo sconosciuto - ma cosa fa? S'innamora della bibliotecaria locale, fa di tutto per dimostrare ai bambini del posto quant'è buono e bravo, e si stabilisce lì con tutti i crismi. Nel giro di due settimane è talmente preso dalla routine di tutti i giorni che tanto varrebbe fosse morto" (trad. di Eileen Romano, Milano, Marcos y Marcos, 1999, p. 17)
[CC]

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Richler, Mordecai. -- La versione di Barney = Barney's version. -- 1997. -- "L'umanità, con tutta evidenza imperfetta, non ha ancora concluso il suo ciclo evolutivo. In un prossimo futuro, magari solo per comodità, i genitali dei due sessi saranno al posto oggi occupato dalla testa, e le bevute, sempre meno necessarie, le faremo sotto la cintura. Il che consentirà a giovani e meno giovani di incastrarsi a dovere senza preliminari romantici e senza quel defatigante armeggiare con cerniere lampo e bottoni. In altre parole, gli umani saranno in grado di stabilire quello che Forster chiamava "un semplice contatto" aspettando che scatti il verde al semaforo, in coda al supermercato, sulla panca di una sinagoga o di una chiesa. Tanto il brutale "fottere" quanto il più delicato "fare l'amore" lasceranno il posto alla "capocciata", e a frasi tipo "Oggi passeggiando per la Fifth Avenue ho incrociato una bona pazzesca e le ho dato una bella capocciata". L'aspetto sorprendente di questa evoluzione culturale è che i luoghi proibiti dove si daranno convegno i peccatori (sbottonandosi la patta o calandosi le mutande per fare due chiacchere come si deve) non saranno più i bordelli, o i casini che dir si voglia, ma le biblioteche, sotto costante minaccia di chiusura a opera della Buoncostume letteraria. E la nuova malattia sociale sarà l'intelligenza." (p. 221, Milano : Adelphi, 2002)
[SM]

Roth, Philip. -- Addio, Columbus = Goodbye, Columbus. -- 1959. -- Il protagonista lavora in una biblioteca comunale del New Jersey dove "si annoia molto".
[Chaintreau-Lemaître, 1993]

Roth, Philip. -- Everyman = Everyman. -- 2006. -- L'Everyman protatonista del romanzo di Roth è un pubblicitario di successo che, in vecchiaia, ripercorre le tappe della sua vita. Ricordando il suo ricovero in ospedale a nove anni per essere operato di ernia: "Suo fratello, al primo anno di liceo, era a scuola, e suo padre aveva preso la macchina per andare al lavoro molto prima che lui e sua madre si avviassero all'ospedale. Sulle ginocchia di sua madre c'era una piccola ventiquattrore. Dentro c'erano uno spazzolino da denti, un pigiama e un paio di ciabatte, e i libri che aveva portato da leggere. Ricordava ancora che libri erano. L'ospedale era vicinissimo alla biblioteca rionale, così, se avesse finito i libri che aveva portato per il periodo di degenza, sua madre avrebbe potuto rifornirlo dell'occorrente". (p. 15) All'età di sessantacinque anni si trasferisce in un vilaggio per anziani: "I servizi per i cinquecento anziani che abitavano in questi recinti, sparpagliati su qualche decina di ettari, comprendevano campi da tennis, un grande giardino comune con capanno annesso, una palestra, un ufficio postale, un centro sociale con sale di riunione, un atelier per ceramisti, un laboratorio di falegnameria, una piccola biblioteca, una sala computer con tre terminali e una stampante, e un salone per conferenze e rappresentazioni e per le mostre di diapositive offerte dalle coppie appena tornate dai loro viaggi all'estero." (p. 45, Torino, Einaudi, 2007)
[RM]

novità
Roth, Philip. -- Il fantasma esce di scena = Exit Ghost. -- 2007. -- Nathan Zuckermann, che abbiamo incontrato in altri romanzi di Roth, è ora uno scrittore famoso settantenne che dopo aver ricevuto delle minacce per il fatto di essere ebreo, vive in campagna, isolato dalle cose del mondo. "Un paio di volte alla settimana vado giù ad Athena, a tredici chilometri di distanza, a fare la spesa, portare la roba in lavanderia, e ogn tanto a mangiare al ristorante o comprare un paio di calzini o scegliere una bottiglia di vino o usare la biblioteca dell'Athena College". (p. 6) Gli unici contatti li ha con i vicini Larry e Marylynne Hollis, di cui dice che Larry per pagarsi gli studi da giovane lavorava nella stanza della caldaia della biblioteca del college (p. 7). Dopo undici anni di assenza torna a New York e istintivamente risponde ad un annuncio per uno scambio di appartamento e così descrive il suo "New York distava duecentosei chilometri, le case più vicine erano a ottocento metri, e c'era una discesa di tredici chilometri fino a una cittadina universitaria dove potevi trovare un supermarket, una libreria, una bottiglieria, una buona biblioteca e un bar allegro con roba commestibile." (p. 27) L'annuncio è di una giovane coppia di scrittori e Zuckermann presto si invaghisce della donna, Jamie, in modo reso tragico dalla sua impotenza sessuale causata da un'operazione per asportare un tumore. Tramite la coppia Zuckermann viene contattato da Kliman il giovane che vuole scrivere la biografia di E.I. Lonoff, eroe letterario di Nathan, per svelarne un segreto. Kliman descrive l'11 settembre: "Non ho dormito. Nessuna delle persone che conosco ha dormito. Un amico che lavora nella biblioteca di Forty-second Street ha telefonato per dirmi che sulla scalinata c'era della gente che piangeva." (p. 81) Zuckermann incontra poi Amy Bellette, amante di Lenoff per la quale lui aveva lasciato la moglie. Amy bellissima da giovane è ora completamente trasformata da un tumore al cervello. Amy gli racconta di una scenata fatta in biblioteca, probabilmente già causata dalla malattia. "Ho fatto una scenata alla biblioteca pubblica. Ho dato i numeri, letteralmente. Ero andata in biblioteca a vedere una mostra su E.E. Cummings. Amavo le sue poesie quando sono venuta qui a studiare per la prima volta: 'io canto Olaf lieto e immenso...'. Quando ho lasciato la mostra di Cummings, ho visto che nel corridoio, sistemata lungo le pareti, c'era una mostra più grande e più drammatica che si chiamava Pietre Miliari della Letteratura Moderna. Grandi ritratti fotografici appesi sopra bacheche di vetro che esponevano prime edizioni con le loro copertine originali, ed era tutta merda politicamente corretta e terribilmente stupida." (p. 140) Infine, Jamie in un dialogo immaginario con Zuckermann racconta di quando ha portato il marito Billy nei luoghi della sua infanzia in Texas. "L'ho portato in biblioteca perché ero iscritta al Library Club, un club speciale per gli studenti migliori, e dalla finestra ha guardato fuori verso il parco lussureggiante della scuola come il poeta romantico che contempla il suo arcobaleno." (p. 174, Traduzione di Vincenzo Mantovani, Torino, Einaudi, 2008)
[RM]

Roth, Philip. -- La lezione di anatomia = The anatomy lesson. -- 1983. -- Il protagonista, Nathan Zuckerman, già presente in altre opere dell'autore, non riesce più a scrivere, in quanto soffre di misteriosi dolori di cui i medici non riescono a trovare la causa. Dopo la morte della madre è con la cognata, Carol, della quale descrive le letture: "Un giorno, mentre usava il telefono al piano di sopra della casa di South Orange, Zuckerman aveva dato una scorsa alla pila di libri sul suo comodino: un notes pieno di appunti ficcato tra le pagine del secondo volume di una storia delle crociate, un'edizione economica ampiamente sottolineata di Huizinga sul Medioevo e almeno sei libri su Carlomagno presi in prestito alla biblioteca della Seton Hall University, opere storiche scritte in francese." (p. 50). In un'altra scena, Zuckerman confessa ad una delle sue amanti, Diana, che ha deciso di abbandonare la scrittura e di diventare medico e vuole quindi iscriversi di nuovo all'università per studiare medicina. Lei risponde così: '- Un'altra delle tue livide battute. Torna pure a scuola, a studiare, per diventare il cocco del professore e per andare sull'albo d'onore e avere la tessera per la biblioteca e tutte le attività studentesche. A quarant'anni. Sai perché non ti sposerei? Direi di no, comunque, perché non potrei sposare un uomo così debole." (p. 86) Numerosi altri brani sui libri e lettura. (trad. di Vincenzo Mantovani, Torino, Einaudi, 2006)
[RM]

Roth, Philip. -- Ho sposato un comunista = I married a communist. -- 1998. -- "Avevo appena finito di leggere un libro su un'altra persona che non temeva di parlare di ogni cosa - Thomas Paine - e il libro che avevo letto, un romanzo storico di Howard Fast intitolato Citizen Tom Paine, era nel cestino della bicicletta insieme ad altri volumi che stavo andando a restituire alla biblioteca. Mentre Ira m'indicava le colpe di Churchill, il professor Ringold si era avvicinato al posto dove i libri, dal cestino, erano caduti sul cemento ai piedi della veranda, e ne stava scorrendo le coste per vedere cosa stavo leggendo... " (Trad. Vincenzo Mantovani, Torino, Einaudi, 2000, p. 25)
[MC]

Roth, Philiph. -- La macchia umana = The human stain. -- 2000. -- Coleman Silk, il protagonista, è un professore universitario di letteratura greca e latina che a causa di un episodio è costretto a dimettersi dal college di Athena dove insegna. L'episodio è legato alla parola "spook", che in inglese ha il doppio significato di "spettro", ma anche in senso spregiativo di "negro". Coleman ha definito con questo termine due studenti che non si erano mai presentati alle lezioni e che non aveva mai visto, intendendo il termine nel senso di "spettri", ma per coincidenza i due erano proprio di colore e Coleman è stato accusato di razzismo. In realtà, molti suoi colleghi hanno colto l'occasione per sbarazzarsi di lui poichè dal momento in cui era stato nominato preside della facoltà aveva destabilizzato certi meccanismi consolidati in quell'ambiente. Per esempio, si era fatto consegnare da tutti i professori i curriculum vitae ed esaminato le loro ricerce e le loro pubblicazioni degli ultimi anni, per scoprire che la maggior parte di essi non aveva fatto altro che scrivere qualche articolo sulla rivista del college, 'Athena notes'. Poi li convocava, "e li teneva là per un'ora intera, a volte anche di più, finchè, dopo aver fatto loro capire in modo così persuasivo che le cose ad Athena erano finalmente cambiate, cominciava a farli sudare. E non esitava ad aprire la conversazione sfogliando il curriculum vitae e dicendo: - Negli ultimi undici anni cos'ha fatto, lei? - E quando gli dicevano, come fece la schiacciante maggioranza, che aveva pubblicato regolarmente su 'Athena notes', quando aveva sentito parlare una volta di troppo del dotto scampolo filologico, bibliografico o archeologico che ciascuno di essi ricavava ogni anno da una vecchia tesi di dottorato per 'pubblicarlo' nel trimestrale ciclostilato rilegato in cartone grigio che non era catalogato in nessun altro luogo della terra all'infuori della biblioteca del college, si mormorava che avesse osato infrangere il codice delle buone maniere di Athena replicando: - In altre parole, ragazzi, voi qui riciclate la vostra spazzatura-." (p. 10) Quando lascia il college, non vuole più averci a che fare: "Due o tre giorni dopo essersi dimesso aveva aperto nuovi conti nella banca e al supermarket di Blackwell, una depressa cittadina mineraria sul fiume a circa diciotto miglia da Athena, e si era addirittura procurato la tessera della biblioteca locale, deciso a utilizzarla, per modesto che fosse lo stock, piuttosto che tornare a gironzolare tra gli scaffali di quella di Athena." (p. 91). Dal romanzo è stato tratto il film omonimo.(traduzione di Vincenzo Mantovani, Torino, Einaudi, 2001)
[RM]

Roth, Philip. -- Pastorale americana = American Pastoral. -- 1997. -- Diverse scene in biblioteca, con vari protagonisti. Nella prima è coinvolto Nathan Zuckerman che sta scrivendo un libro sulla vicenda del suo ex compagno di liceo Seymour Levov, detto "lo Svedese", allora campione in vari sport, divenuto poi proprietario della fabbrica di guanti del padre: "Nella biblioteca pubblica di Newark passai in rivista le pagine sportive microfilmate del 'Newark News' (defunto nel 1972), cercando cronache e punteggi di incontri nei quali lo Svedese aveva giocato (e brillato) per il liceo di Weequahic (agonizzante nel 1995) e l'Uppsala College (defunto nel 1995). Per la prima volta in cinquant'anni rilessi i libri sul baseball di John R. Tunis e a un certo punto cominciai a pensare al mio libro sullo Svedese come a Il ragazzo di Keer Avenue, dandogli lo stesso titolo del libro per ragazzi di Tunis del 1940 sull'orfano di Tomkinsville, Connecticut [...]" (p. 78) Zuckerman ricostruisce e narra le vicende dello Svedese, persona estremamente conformista e compiaciuta del suo successo, a cui però la vita riserverà qualche sorpresa. La figlia appena sedicenne di Levov mette una bomba nell'emporio di Newark ed è costretta a fuggire senza lasciare sue tracce (siamo nel 1968). Dopo cinque anni lo Svedese la ritrova in una squallida e lurida stanza di Newark, dove si nasconde e dove vive praticando il credo religioso giaina che la porta a non mangiare né lavarsi per non uccidere gli esseri viventi che stanno introno a lei. Levov le chiede come ha scoperto tutto questo e Merry risponde: "studiando le religioni". La conversazione tra padre e figlia continua: - Dimmi dove hai studiato le religioni. - In biblioteca. Non ti cerca nessuno, là dentro. Andavo spesso in biblioteca, e così leggevo. Leggevo molto. - Leggevi molto anche quando eri piccola. - Sì? Mi piace leggere - È lì che sei diventata un adepto di questa religione? In biblioteca? - Sì. (p. 245-6) Merry racconta poi al padre le sue vicende: "In due mesi cambiò nome quindici volte e indirizzo ogni quattro o cinque giorni. Ma a Indianapolis, dove fece amicizia con un pastore del movimento che sapeva soltanto che lei era un'attivista entrata in clandestinità, prese un nome dalla lapide di un cimitero, il nome di una bambina nata a meno di un anno di distanza da lei e morta durante l'infanzia. Chiese poi un duplicato dell'atto di nascita di questa bambina, e così diventograve; Mary Stoltz. Dopodichè si procurò la tessera di una biblioteca, un numero di previdenza sociale e, quando compì diciassette anni, la patente." (p. 258) Merry teme durante la sua fuga di essere pedinata dall'FBI: "[l'Fbi] che la sorvegliava nelle biblioteche dove si nascondeva a leggere i giornali e a studiare i pensatori rivoluzionari, ad approfondire Marx, Marcuse, Malcolm X e Frantz Fanon, un teorico francese le cui frasi, recitate al momento di coricarsi come una supplica o una litania, l'avevano sorretta [...] (p. 262) "Nei mesi in cui Bunice era moribonda Merry trovò in biblioteca i libri che la spinsero a lasciarsi per sempre alle spalle la tradizione giudaico-cristiana e a cercare la strada per il supremo imperativo etico dell'ahimsa, il sistematico rispetto per la vita e l'impegno a non nuocere ad alcun essere vivente" (p. 263) (trad. di Vincenzo Mantovani, Torino, Einaudi, 1998)
[RM]

Roth, Philip. -- Lo scrittore fantasma = The ghost writer. -- 1979. -- Il protagonista del romanzo, Nathan Zuckermann, giovane scrittore di belle speranze, va a rendere omaggio allo scrittore che considera il suo maestro, Emanuel Isidore Lonoff. In casa di Lonoff vive, oltre a sua moglie, Amy Bellette, una giovane, ex studentessa di Lonoff, che così viene presentata: "- Questa è la signorina Bellette. Studiava qui, una volta. È con noi da qualche giorno, e si è assunta l'impegno di riordinare i miei manoscritti. Stanno cercando di persuadermi a depositare all'Università di Harvard i pezzi di carta sui quali io giro le mie frasi. Amy lavora per la biblioteca di Harvard. La biblioteca di Athene le ha appena fatto un'offerta eccezionale, ma lei dice di essere legata alla sua vita a Cambridge. Intanto, ha aprofittato astutamente della visita per cercare di convincermi..." (p. 20) Più avanti Nathan immagina che Amy Bellette sia in realtà Anne Frank, che dopo aver scritto il noto Diario, si sia ritirata sotto falso nome e quindi non sia morta. Immagina quindi le sue vicende che un paio di volte la vedono in biblioteca: "No, la parte inverosimile era questa: che invece di telefonare a 'Time' e dire: - Quella che ha scritto il diario sono io: trovate Otto Frank! - annotò sul taccuino la data che c'era sulla copertina della rivista e, dopo essersi fatto otturare un dente, con i libri di scuola sottobraccio andò in biblioteca. L'inverosimile - l'inspiegabile, l'insostenibile, quella che era ancora una spina per la sua coscienza - era che, calma e diligente come sempre, cercò 'Frank, Anne', 'Frank, Otto' e Het Achterhuis nel 'New York Times Index' e nella 'Readers' Guide to Periodical Literature' e, non avendo trovato niente, andò giù tra gli scaffali più profondi della biblioteca, dove si conservavano i periodici. Là passò l'ultima ora prima di cena rileggendo l'articolo di 'Time'. (p. 106) "Ora, ogni giorno andava in biblioteca a leggere il 'New York Times'. Ogni settimana leggeva attentamente le riviste. La domenica leggeva di tutti i libri nuovi che si pubblicavano in America: romanzi definiti 'notevoli' e 'significativi', nessuno dei quali poteva essere più notevole e più significativo del suo diario postumo; insipidi best seller dai quali la gente vera veniva a sapere di gente falsa che non poteva esistere e, se fosse esistita, non avrebbe contato niente. Lesse elogi di storici e biografi i cui libri, qualunque ne fosse il valore, non potevano assolutamente meritare gli stessi riconoscimenti del suo. E in ogni colonna di ogni periodico che trovava in biblioteca - americano, francese, tedesco, inglese - cercava il proprio vero nome. Non poteva finire così, con qualche migliaio di lettori olandesi che scuotevano la testa e se ne andavano per i fatti loro: era troppo importante per finire così! 'Per loro, per loro' - mille volte, di settimana in settimana, 'per loro' - finchè un giorno cominciò a chiedersi se essere sopravvissuta nell'achterhuis, se essere scampata ai campi di sterminio, se vivere lì nel New England spacciandosi per un'altra non rendeva assai sospetta - e un po' folle - quest'ardente passione di 'tornare' come spirito vendicatore. Cominciò ad aver paura: stava morendo perché non era morta." (p. 120-1) (trad. di Vincenzo Mantovani, Torino, Einaudi, 2002)
[RM]

Roth, Philip. -- Zuckerman scatenato = Zuckerman unbound. -- 1981. -- Nathan Zuckerman, alter ego dello scrittore protagonista di diversi suoi romanzi, ha pubblicato un libro che lo ha reso famoso e per il quale la gente lo ferma per strada o per fargli i complimenti o per insultarlo, in quanto si tratta di un'opera molto provocatoria che ha lasciato grossi strascichi, soprattutto nella comunità ebraica. "Nella sala periodici della Public Library un anziano signore gli battè una mano sulla spalla e in un inglese fortemente accentato - l'inglese del nonno d Zuckerman - gli disse che gli dispiaceva molto per i suoi genitori. - Non ci ha messo dentro tutta la sua vita, - disse tristemente. - La sua vita è assai più ricca di così. Ma lei l'ha lasciata fuori. Per prendersi la rivincita." (p. 8) Una sera Zuckerman ha un appuntamento con un'attrice bella e famosa che le chiede di portarla "dove vanno tutti gli scrittori". Zuckerman risponde: "La Public Library di New York? A quest'ora?". (p. 67) Invece i due ovviamente non vanno in biblioteca ma a cena in un locale: "Lui sapeva che lei sapeva - tutti sapevano -, ma tanto valeva provare a divertirsi. Per questo erano lì, anzichè in biblioteca." (p. 69) Zuckerman dal sarto: "A questo punto, come se si ritirassero nella sala dei libri rari della Bodleian, i tre volsero i passi verso il luogo dove si tenevano le pezze di stoffa. " (p. 82)
[RM]

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Saroyan, William. -- La commedia umana = The human comedy. -- 1942. -- Compare una bibliotecaria.
[Chaintreau-Lemaître, 1993]

Savage, Sam. -- Firmino. Avventure di un parassita metropolitano = Firmin. Adventures of a Metropolitan Lowlife. -- 2006. -- Firmino è un topo che nasce e cresce in una libreria a Boston, finché un giorno è costretto a lasciarla. Viene trovato in strada da uno scrittore fallito, peraltro frequentatore della libreria, Jerry che lo prende e lo porta a casa con sè dove gli riserva tutte le cure. "Jerry stava molto fuori di casa. Durante il giorno o di notte. Talvolta andava alla biblioteca pubblica di Copley Square e talvolta al Flood's Bar, che si trovava all'angolo della strada, ma perlopiù era diretto in posti a me ignoti". (p. 113, traduzione di Evelina Santangelo, Torino, Einaudi, 2008)
[RM]

Schine, Cathleen. -- Le disavventure di Margaret = Rameau's Niece. -- 1994. -- "Margaret trascorse la giornata in biblioteca. Lì, persino i raggi del sole entravano con cautela, scendendo lenti e pesanti dai finestroni polverosi, dicendo piano tra sé: Non disturbare, non disturbare." (p. 28) (Trad. Annamaria Biavasco, Valentina Guani, Milano, Adelphi, 2001)
[CZ]

Schine, Cathleen. -- La lettera d'amore = The love letter. -- 1995. -- "Helen scese dal bancone, andò a sedersi con Janet sul gradino d'ingresso e si fece raccontare l'uomo numero ventitré, uno psicanalista che Janet aveva conosciuto in spiaggia. Sul marciapiedi di fronte Miss Skattergoods, la bibliotecaria la cui famiglia aveva costruito la biblioteca e l'aveva donata alla città di Pequot, stava imbucando una lettera nella casella dipinta di azzurro." (p. 44) "L'unica altra cliente di quella sera fu Miss Skattergoods. Miss Skattergoods, gentildonna del New England sui sessant'anni, agghindata con un paio di pantaloni dalla vita alta e una maglia da marinaio a strisce scolorite, veniva da un'antica famiglia di Pequot, ma era andata via molto presto, anni prima che nascesse Helen. Nessuno sapeva il perché. Era ritornata in gennaio dopo che la sua vecchia zia era morta e si era reso necessario un avvicendamento nella cura dell'archivio di famiglia e della biblioteca. Si diceva che avesse vissuto al Greenwich Village. Greenwich Village: quel nome veniva pronunciato con un misto di disgusto e soggezione. [...] Miss Skattergoods le faceva un po' paura. Provava a immaginarla in una di quelle case del Village, l'appartamento al pianterreno. Era pittrice, scrittrice, cabarettista? Lesbica, mantenuta da un miliardario, amante di un mantenuto? Bibliotecaria di giorno e cantante jazz di notte? Miss Skattergoods le aveva mandato l'invito alla presentazione di un libro di cucina con degustazione di beneficenza; l'autrice, che era del posto, avrebbe firmato le copie in biblioteca." (p. 61-62) "Kelly e Jennifer erano uscite; Johnny si alzò, già vestito, e andò in biblioteca. Miss Skattergoods stava leggendo, con la sigaretta che le pendeva dalle labbra e i piedi sulla scrivania." (p. 162) "'Guardate' disse Helen per disperazione, vedendo Miss Skattergoods che sfrecciava sulla sua nuova Porsche nera. 'È Miss Skattergoods, la direttrice della Biblioteca Skattergoods. Si è regalata una Porsche per il suo compleanno." (p. 170) (Trad. Domenico Scarpa, Milano, Adelphi, 1999)
[PB]

Schine, Cathleen. -- Sono come lei = She is me. -- 2003. -- "Elizabeth era una ragazza fantastica. Non vistosa, ma elegante. Se soltanto si fosse sciolta i capelli, invece di raccoglierli sulla nuca come una bibliotecaria." (p. 9, trad. di Stefano Bortolussi, Milano, A. Mondadori)
[GF]

Schwarts, Lynne Sharon -- Giochi d'infanzia = The writing on the wall. -- 2005. -- Renata la protagonista del romanzo è bibliotecaria. "Era stata Linda, sua amica e collega di biblioteca, nonché riserva inesauribile di misteriosi eventi, a parlarle della grande depressione equatoriale, la settimana prima a pranzo. 'Sai quel tipo con la barbona bionda e l'orecchino, hai capito chi intendo ... quello che viene sempre al banco delle informazioni ? Mi ha detto che ha attraversato una grande depressione. Così ho pensato che forse gli avrebbe fatto piacere sapere che la grande depressione esiste davvero, ed &egrae; un posto a circa milletrecento chilometri a sud delle Hawaii. È un'area sempre coperta da grandi nuvole nere, senza il minimo di vento che le porti via. Era molto contento della scoperta. Mi piace far felici i miei clienti. Vedo che sei contenta anche tu.'"(p. 12) "La biblioteca riceve libri, pamphlet,rapporti e ogni genere di testi scritti in centinaia di lingue di ogni parte del mondo alcune delle quali a rischio di estinzione. Il lavoro di Renata consiste nello scoprire di cosa parlano quelle pubblicazion criptiche, in modo che possano essere opportunamente catalogate. Aiuta inoltre gli antropologi a tradurre registrazioni di testi orali in lingue non scritte e a progettare sistemi di traslitterazioni." (p. 50, Fazi, 2005)
[CC]

Scoppettone, Sandra. -- Vacanze omicide = Gonna Take a Homicidal Journey. -- 1998 Lauren Laurano, detective newyorkese, si trova in vacanza con la fidanzata Kip a Long Island. Ovviamente non riesce a stare lontana dal lavoro. E durante le indagini si reca in biblioteca. "Torno a Hallockville, dove ho visto una biblioteca. Sono sicura che anche a Seaview ce n'è una, ma ignoro dove. [...] La biblioteca è in un edificio con mattoni a vista. Saliti i gradini apro una prima pesante porta a vetri, una seconda, e poi mi trovo direttamente nell'atrio di fronte a un bancone che separa gli addetti dai visitatori. Cartelli indicano dove ritirare e restituire i libri. Seduta dietro lo sportello per il ritiro dei libri, sta una donna dai cappelli grigi, tratti regolari, e con gli occhiali appollaiati su un naso aristocratico. Porta una targhetta sulla quale c'è scritto EDITH. 'Posso aiutarla?' 'Vorrei dare un'occhiata al giornale locale'. 'The North Fork Times?'. 'Sì, se si chiama così'. Mi sorride, conquistandosi subito tutta la mia simpatia. 'Beh, non è l'unico giornale, ma è il migliore. Ce l'abbiamo su microfilm, se le va bene'. Le rispondo che mi va bene. Dopo aver chiesto a un'altra donna di sostituirla, Edith mi raggiunge. 'Mi chiamo Edith'. 'Si, lo so' rispondo. Scuote la testa, ridendo sottovoce. 'Non mi abituerò mai a queste targhette con il nome. Un'innovazione del direttore. Lei è nuova di qui?'. 'Sono di passaggio' le dico e mi presento. La macchina per i microfilm è nella sala di consultazione. 'Di quali annate ha bisogno?'. Non so perché, ma sento che posso fidarmi di Edith. 'Quando sono iniziati gli omicidi?'. Inarca un soppracciglio ben pettinato. 'Omicidi?'. Forse la mia fiducia era mal riposta. 'Gli omicidi con la sciarpa di seta' insisto. Impallidisce leggermente. 'Da un bel po' di anni, quattro'. 'Ha paura?' dico io. 'Io sono una donna, anche se decisamente non di quella fascia d'età' dice Edith, forse con una punta di rimpianto, di nostalgia per gli anni passati. 'Conosceva qualcuna delle vittime?'. Sembra sorpresa. 'Perché me lo chiede?'. Devo dirle che sono un'investigatrice privata e che questa &eagrave; una domanda di prassi? Sì. 'Oh, pensavo... Sta svolgendo un'indagine sugli omicidi?'. 'Non esattamente'. 'E questo cosa significa?' ribatte lei. 'O è sì o è no'. Non potrei essere più d'accordo; 'non esattamente' è una di quelle espressioni senza significato, come 'non proprio', che detesto. 'Mi scusi, non sto svolgendo un'indagine pubblica, sono stata ingaggiata per seguire il caso Moffatt [...]' 'Capisco'. Mi volta le spalle e comincia a frugare tra le schede dei microfilm. [...] 'Mi ha chiesto se conoscevo qualche vittima. Ne conosco una. La conoscevo. Era mia nipote'. (p. 80-82) (Traduzione dall'inglese di Silvia Nono, Roma : E/o, 2000)
[PB]

Sedaris, David. -- Mi raccomando: tutti vestiti bene = Dress your family in corduroy and denim. -- 2004. -- Il protagonista, omosessuale e qui ancora ragazzo, parla di Philip, il cugino della madre, anche lui omosessuale: "Io ero ossessionato da Philip, che gestiva una biblioteca universitaria da qualche parte nel Midwest. 'Ti somiglia molto' diceva mia madre.' È un grande lettore. Adora i libri. 'Io non ero un grande lettore, però ero riuscito a convincerla del contrario. Quando mi chiedeva che cosa avessi fatto tutto il pomeriggio non le rispondevo mai: 'Oh, mi sono masturbato' oppure 'Ho pensato a come starebbe bene la mia stanza dipinta di rosso scarlatto'. Le dicevo che avevo letto, e lei ogni volta ci credeva. Non mi chiedeva mai il titolo del libro, né dove l'avessi preso. Diceva solo: 'Ah bene'." (p. 60-61) Più avanti nel romanzo e nell'età del protagonista: "Il vantaggio dell'essere un ossessivo-compulsivo è che sei sempre in orario al lavoro. Lo svantaggio è che sei sempre in orario su tutto. Sciacquare la tazza del caffè, farti un bagno, portare il bucato alla lavanderia automatica: i tuoi andirivieni non hanno segreti, non c'è spazio per la spontaneità. In quel periodo della mia vita, andavo nello stesso bar quasi tutte le sere, inforcando la bicicletta alle sette in punto e tornando alle nove spaccate. Non cenavo mai lì, mi limitavo a bere caffè, seduto sempre nello stesso separé e rivolto sempre nella stessa direzione, leggendo libri della biblioteca per un'ora esatta. Dopodiché andavo a fare la spesa." (p. 109, traduzione di Matteo Colombo, Milano, Mondadori, 2006)
[RM]

Sextoys: 20 storie di giocattoli per adulti / a cura di Berbera & Hyde. -- 2001. -- Un dialogo fra due donne dalla raccolta e in particolare dal racconto Il divano del casting di Serena Maloch (p. 70-88, brano a p. 79).
[A]: "Chi se ne frega di che cosa hai voglia ? [...] Fai quello che ti viene detto. Fai quello che ti viene detto soprattutto se sono io a dirtelo"
[B]: "E se non volessi ? E' un paese libero, anche in prigione"
[A]: "Aha! Passi troppo tempo in biblioteca. Sei nella mia prigione, e fai quello che dico io. O permetto a tutte di spassarsela con te e credimi, non è piacevole. Non ti piacevano quelle che ti mettevano le mani addosso, vero ?"
(Milano, Mondadori, 2001)
[RR]

Shreve, Anita. -- Il peso dell'acqua = The weight of water. -- 1997. -- Nel nuovo romanzo dell'autrice de La moglie del pilota, la fotografa che indaga su un fatto di sangue di fine secolo ('800) trova casualmente un carteggio che prova chi fu il vero assassino in una scatola presso la biblioteca locale dove fu commesso il fatto...Nessuno si era mai preso la briga di esaminarlo! Lei lo fa e non solo: lo ruba! Dal libro è stato tratto il film Il mistero dell'acqua (Salani, 2001)
[ER]

Sladek, John T. -- Rapporto sulle migrazioni di materiale didattico = A report on the migration of educational materials. -- Nel racconto le biblioteche - sia quelle aperte al pubblico, sia quelle dei privati cittadini - si svuotano a causa di una improvvisa migrazione dei libri e di tutti gli altri documenti cartacei. Diretti verso la giungla brasiliana, spariscono prima i libri meno richiesti e letti, poi la migrazione si fa generale.
[AZ]

Smith, Bob. -- Il ragazzo che amava Shakespeare. -- 2004. -- Dal catalogo Guanda: "Stratford non è solo la cittadina inglese in cui nacque William Shakespeare, ma è anche un paese degli Stati Uniti dove vive un bambino di nome Bob Smith. La sua modesta famiglia deve affrontare la tragedia di una figlia handicappata, che assorbe tutte le energie e turba la routine quotidiana, coinvolgendo madre, padre e il fratello, affettuosamente dedito alla sorellina ma in credito d'affetto con i genitori. Finché un giorno Bob entra nella biblioteca locale e, attratto dalle incisioni in oro di un libro, lo apre e resta incantato dal mondo meraviglioso delle opere di Shakespeare. Il profondo amore per i testi shakespeariani accompagna Bob per il resto della sua difficile esistenza, aiutandolo ad affrontare i traumi personali e familiari. La storia è autobiografica. L'autore, come il protagonista del romanzo, è stato attore, regista e consulente shakespeariano. Oggi legge e commenta i testi di Shakespeare a studenti, attori e anziani. Il suo amore per Shakespeare, che lo aiuta nell'adolescenza non facile e lo accompagna per tutta la vita, nasce proprio grazie a una bibliotecaria. Nel romanzo quindi la biblioteca compare spesso. Ancora bambino, l'anziana vicina di casa gli consiglia di andare in biblioteca a studiare perchè a casa la situazione difficile con la sorella portatrice di handicap non glielo consente. "Va in biblioteca. È a metà strada tra la scuola e College Place. Lì c'è un gran silenzio, così puoi fare i compiti e imparare la classificazione decimale di Dewey". "A partire dalla prima settimana di gennaio, l'anno in cui frequentavo la quinta di Miss Wilcoxson, smisi di starmene seduto nel salotto di Mrs McGill e andai, invece, nella piccola biblioteca di pietra grigia, in Main Street. La sala potrebbe essere considerata piccola in confronto a quelle delle biblioteche cittadine importanti. Nel 1894 l'architetto l'aveva rivestita di legno scuro di quercia e aveva piazzato un grosso pilastro grigio in ogni angolo. In fondo al lato est, sopra un caminetto elaborato, torreggiava un ritratto del fondatore, Birseye Blakeman, che guardava in cagnesco, con un riserbo tipicamente yankee. Quando avevo dieci anni, su ogni grande tavolo c'era una serie di alte lampade da studio di bronzo col paralume di pergamena. L'effetto era notevole per una biblioteca di paese, faceva pensare più a un salotto signorile che a un luogo in cui un ragazzino di quinta elementare potesse imparare la tabellina del sette. Sembrava un allestimento scenico inteso a raffigurare un ambiente di lettura. Il silenzio era totale, e la bibliotecaria profumata di gardenia si assicurava che tale restasse. Miss Russell mi faceva anche vedere che attorno a me c'erano un sacco di cose che la gente aveva ritenuto degne di essere messe per iscritto. Nella piccola e bella biblioteca di granito cominciai a cercare parole applicabili a mia sorella, parole come ritardo mentale, grumo di sangue, epilessia. [...] In un giorno di febbraio entrai in biblioteca per sfuggire alla pioggia scrosciante. Sul pavimento di marmo del vestibolo c'erano pile di giornali. Da dietro il bancone di legno di quercia intarsiato la bibliotecaria mi intimò: 'Grondande come sei, non muoverti da qui! Non portar dentro tutta quell'acqua!' Poi, senza sollevare lo sguardo, soggiunse: 'L'ombrello e le galosce mettili sotto l'attaccapanni'. Quale ombrello? Quali galosce? A quel punto, strizzando gli occhi, la donna guardò al di sopra degli occhiali e disse: 'Niente stivali di gomma? Hai i piedi bagnati? Devi essere fradicio! Ti prenderai una polmonite!' La burbera zitella recitava la parte della madre preoccupata. 'Togliti scarpe e calze! Le mettiamo sul calorifero.' Mi consegnò una manciata di ruvide salviettine di carta brunastre. 'Asciugati i capelli prima di buscarti un malanno e infradiciare le carte... Non muoverti da dove sei finchè non avrai smesso di gocciolare!' [...] La bibliotecaria stava timbrando l'alta pila di cartoncini che aveva davanti, facendola abbassare via via. Ta pum, ta pum, ta pum. Mi sfegai i capelli più forte che potevo con le salviettine di carta e mi rimboccai i calzini di pesante velluto grigio a coste. 'Adesso posso entrare, Miss Russell, non sporco più?' 'Metti queste riviste su una sedia e sieditici sopra. Le tue calze saranno asciutte tra un quarto d'ora.' Ta pum, ta pum, ta pum. 'Sette per nove sessantatrè... sette per dieci settanta...' Alla fine lei nscose le mie scarpe sotto il grande tavolo di quercia insieme ai miei calzini gialli e verdi, caldi e accuratamente ripiegati, e gettò un libretto al mio fianco. 'Sette per undici... settantasette.' Sulla copertina blu era stampigliata in color oro la stessa faccia grassa che c'era sulla finestrella. Sulla costa era scritto in luminose lettere dorate 'William Shakespeare - Il mercante di Venezia. [...]" (p. 118- 121, trad. di Marcella Dallatorre, Parma, Guanda, 2004)
[RM]

Sparks, Nicholas. -- Il posto che cercavo = True believer. -- 2005. -- Dal sito dell'editore: "Boone Creek è una minuscola cittadina del North Carolina in cui la gente si conosce da sempre e vive in una rilassata routine d'altri tempi. Forse a qualcuno sembra noiosa, ma non a Lexie, la direttrice della biblioteca locale, che ama la sua esistenza fatta di piaceri semplici come guardare il Pamlico River che diventa un nastro dorato nel tramonto o passeggiare tra le magnolie in fiore. Tutto il contrario di Jeremy Marsh, il giornalista arrivato dritto da Manhattan per indagare sulle misteriose luci notturne che baluginano nell'antico cimitero, e che lui ritiene una truffa. Spinto dalle sue ricerche in biblioteca, il cinico e affascinante newyorkese rimane colpito dalla bella Lexie, ma tra loro si ergono delle barriere che sembrano insuperabili. Finché la collaborazione forzata non fa affiorare le ferite e i segreti di un doloroso passato che ha segnato entrambi. Si crea così tra i due un legame forte, che potrebbe cambiare radicalmente le loro vite.(Frassinelli, 2005)
[DC]

Stengel, Richard. -- Manuale del leccaculo. Teoria e storia di un’arte sottile = You’re Too Kind. A Brief History Of Flattery. -- 2000. -- Il cortegiano [del Castiglione] ebbe invece anche un altro pubblico [oltre agli aristocratici], molto più importante, almeno nel Rinascimento. Quando fu pubblicato [1528], si stava inventando il prestito bibliotecario [?] ed è da tali istutuzioni che il libro venne mutuato e divorato da mercanti e avvocati, da tutti i giovani che volevano dotarsi della marcia in più di buone maniere. (p. 148) (Trad. Daniele Ballarini, Roma, Fazi, 2004)
[AMr]

Stolz, Karen. -- La vita è una crostata di frutta = World of pies. -- 2000. -- A pagina 147 la protagonista afferma una sua idea: [...] Lo avevo conosciuto in biblioteca dove lavoravo per pagarmi gli studi. Ero nuova del mestiere e non me la cavavo bene neppure a essere dispotica, tratto secondo me tipico delle bibliotecarie. (... - segue scena all'interno della biblioteca) (traduzione di Olivia Crosio, Sonzogno, 2001)
[GF]

Styron , William. -- Sophie's Choice = La scelta di Sophie. -- 1976. -- Dal libro è stato tratto l'omonimo film. A Brooklyn, nel 1947, il protagonista Stingo conosce due giovani: Sophie e Nathan. Sophie gli racconta il primo incontro con Nathan, lei è stata ad Auschwitz ed è giunta dopo la liberazione in America .Un giorno,dopo una lezione d'inglese, che si è conclusa con la citazione di alcuni versi, è andata alla Biblioteca del Brooklyn College e "si è accostata al bibliotecario dietro il banco: un nazista. No , naturalmente non era un nazista e non solo perchè la targhetta incisa bianca e nera lo identificava come Sholom Weiss, ma perchè, be', come avrebbe potuto un nazista distribuire volumi e volumi dell'umana saggezza della terra nella biblioteca del Brooklyn College? Ma Sholom Weiss, un uomo pallido e arcigno sulla trentina, con lenti aggressivamente cerchiate di corno e una visiera verde, era un così sorprendente duplicato di tutti i grossi , inflessibili, tetri burocrati e semimostri tedeschi che aveva conosciuto negli ultimi anni da darle la bizzarra sensazione di essere ripiombata in piena Varsavia occupata." Sophie, che non conosce ancora bene l'inglese, chiede del poeta Emil Dickens e il bibliotecario, con insolenza, le dice che non esiste un tale poeta e, quando Sophie cita i versi le urla di non violare le regole del silenzio nella biblioteca e, così attira l'attenzione di tutti i presenti . Sophie prova ad insistere e Shalom Weiss, nuovamente duramente la rimprovera, la ragazza sviene. Interviene un ragazzo, Nathan che al bibliotecario dice "Sei un kike, uno di quegli orribili mostriciattoli che fanno detestare gli ebrei. Quella ragazza, quella cara e amabile ragazza che ha qualche problema con la nostra lingua, ti fa una domanda perfettamente lecita e tu la tratti come se fosse un pezzo di merda. Dovrei spaccarti il cranio! Hai lo stesso diritto di occuparti di libri che potrebbe avere un idraulico". (Milano, Mondadori, 1992, p. 129-131)
[AF]

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Taylor, Jeri. -- Destini = Pathways. -- 1998. -- Dalla serie televisiva Star trek sono derivati, oltre a romanzi direttamente ispirati ai vari episodi trasmessi, anche romanzi del tutto autonomi. In questo, parte dell'equipaggio della nave Voyager (protagonista della penultima serie trasmessa) viene catturato e tenuto prigioniero da extraterrestri che li avevano scambiati per invasori ostili. Durante la prigionia, decidono di narrarsi l'un l'altro, con funzione catartica, eventi traumatici delle proprie vite. Harry Kim, descrivendo i difficili tempi dell'addestramento, riferisce come conobbe la fidanzata Libby: a San Francisco, sede dell'Accademia della Flotta stellare, aveva ricevuto quale punizione dal suo istruttore l'ordine di recarsi nell'ultima biblioteca di "supporti cartacei" non soppiantata da quelli elettronici, per trovargli il Moby Dick del Melville. Poiché la biblioteca, tenuta da volontari, non aveva cataloghi, dovette trascorrervi tutta la giornata, fino a scontrarsi con Libby che, avendolo trovato prima di lui, reclamava la priorità del prestito. Per comprendere il contesto si deve tenere presente che, nella storia futura descritta dalle serie e dai film, la Terra è stata devastata da una terza Guerra mondiale e da vari conflitti regionali, prima che il "primo contatto" cogli extraterrestri (2063) ci stimoli alla concordia ed ad un progresso illimitato. (Roma, Fanucci, 2000)
[ACr]

Trope, Zoe. -- Scusate se ho quindici anni = Please, don't kill the freshman. 2003. -- Odiare il mondo, l'universo e la galassia tutta è lo sport preferito dai ragazzi di quindici anni: niente di strano, dunque, se anche la giovane Zoe riversa sul suo piccolissimo mondo (il liceo, gli amici, la famiglia) tutto il dolore per la perdita dell'infanzia e la paura della vita adulta. In un diario-confessione pieno di sarcasmo e furore, che un bel battage commerciale è impegnato ad accreditare come capolavoro letterario ed ha avviato ad un sicuro successo di vendite, un ritratto duro e senza esclusione di colpi del mondo della scuola e della "vita normale". Niente viene risparmiato sotto i colpi della terribile Zoe: nemmeno la biblioteca del liceo, che pure costituisce uno scenario piuttosto frequente delle sue avventure apparentemente "alternative" ma di fatto innocue. "Ieri, in biblioteca, lui era lì, col suo cappello di marmellata e la sua lingua docile. Bibliotecari straniti che si arricciano di più i capelli, "Stai cercando poesia? Quella non è poesia". Stronzi. Non ditemi cosa è e cosa non è arte. E piantatela di sbirciarmi da sopra la spalla come fossi una criminale quando navigo su internet. Siete voi che siete finiti a lavorare nella biblioteca di un liceo. Nessuno sceglie un lavoro del genere, sono sicura" (p. 6, Torino, Einaudi, 2003).
[MSR]

Truong, Monique. -- Il libro del sale = The Book of Salt. -- 2003. -- L'autrice immagina la storia di Binh, giovane cuoco vietnamita che nel 1929 arrivato a Parigi trova lavoro nella casa al 27 di rue de Fleurus della nota scrittrice americana Gertrude Stein e della compagna Alice B. Toklas, il cui salotto ospitava vari intellettuali dell'epoca. "Rammentando che per arrangiarsi serviva energia, GertrudeStein [sic!] si cacciò in bocca una chicca rossa e aspettò che il fuoco della cannella le risvegliasse la lingua. Poi chiamò il contabile dell'officina e gli chiese la matita che aveva infilata dietro l'orecchio. Nelle ore successive, GertrudeStein tappezzò il libro che aveva in grembo, scrivendo senza sosta. Trovò posto all'interno della copertina, sul retro, nei margini, negli spazi intonsi all'inizio di ogni capitolo. Le righe del testo erano stampate troppo fitte, altrimenti avrebbe scritto anche nelle interlinee. Quando GertrudeStein ritornò al 27 rue de Fleurus, consegnò il libro a Miss Toklas che si mise subito a trascrivere. Miss Toklas ne batté tre copie e passò il resto della settimana intenta a correggerle, una per una. Poi cancellò le zampe di gallina di GertrudeStein, ingrigendo le pagine del libro. Quando lo restituì alla biblioteca circolante, si vide annullare entrambe le loro iscrizioni." (p. 222, traduzione di Sara Fruner, Firenze, Giunti, 2007)
[RM]

Twain, Mark. -- Autobiografia di Mark Twain = The autobiography of Mark Twain. -- Lo scrittore racconta di un ritaglo di giornale ricevuto da una amica francese che gli scriveva a proposito della messa all'indice per i minori di 15 anni di Huck Finn e Tom Sawyer, presso la sezione ragazzi della Brooklyn Public Library. Sempre in appendice alcune lettere del responsabile del "Reparto Ciechi" (p. 549) della succursale di Sheepshead Bay della biblioteca pubblica di Brooklyn che racconta e commenta l'episodio allo scrittore. "Mi accadde di essere presente l'altro giorno alla riunione dei bibliotecari delle sezioni per ragazzi della Biblioteca pubblica di Brooklyn. Nel corso della riunione fu detto che si trovavano delle copie di Tom Sawyer e Huck Finn in alcuni dei reparti per ragazzi. La Sovrintendente della sezione per ragazzi [...] fu assai turbata nell'udire ciò e dispose immediatamente che venissero trasferiti al reparto adulti. Al che io confessai timidamente di aver letto Huckleberry Finn a voce alta ai miei inermi ciechi, senza badare all'età, al colore, alle loro precedenti condizioni di schiavi." (p. 548). Twain risponde: " Scrissi Tom Sawyer e Huck Finn per adulti soltanto e provo fastidio ogni volta che ne viene permessa la lettura ai ragazzi [...]" (p.549) (Garzanti, 1998)
[CC]

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Updike, John. -- Villaggi = Villages. -- 2004. -- Il protagonista, Owen Mackenzie, ormai settantenne ripercorre la sua vita, il lavoro e le donne che ha incontrato. Laureato al MIT, è tra i primi programmatori di computer negli anni '60 ad occuparsi di interfacce grafiche e così il romanzo ripercorre anche la nascita e l'evoluzione dei computer, dai mainframe ai pc ad internet. Con un socio Owen apre una ditta di consulenza che nel 1978 vende alla Apple e "il lavoro pionieristico di Owen sulle interfacce grafiche confluirà nelle immagini di derivazione Atari dei primi microcomputer Apple e nell'interfaccia Alto impiegata con tanto trionfale successo nel Macintosh del 1984". (p. 282). "La potenza del chip di un clone IBM da mille dollari gli fa girare la testa e lo disgusta. Tutti quei fischi, quei campanelli: videogiochi con animazioni realisticamente tridimensionali e generate in tempo reale; programmi a controllo cablato per archiviare, tagliare, sfumare foto digitali, per montare homevideo digitali, per stampare con cento tipi di font; programmi per sentire la musica in diecimila toni digitalizzati, per attingere alla Biblioteca di Babele di Internet, in infinita espansione; programmi per difendersi da virus, spam, e-mail indesiderate. Il fiasco del .com ha gettato discredito su tutta l'industria, compreso chi, come lui, era notoriamente tra i migliori". (p. 48) Ricorda poi la prima volta che è stato a casa dei genitori di Phyllis, la sua prima moglie conosciuta al MIT, dove Owen arriva grazie ad una borsa di studio. Lui proviene da una famiglia non ricca, caduta in disgrazia con la Depressione, lei è figlia di un professore universitario di letteratura. L'autore sottolinea la differenza così: "La madre di Owen aveva qualche libro suo e altri che prendeva in prestito alla biblioteca pubblica di Alton, dove andava in tram da Willow; in quest'altra casa, invece, i libri erano una proliferazione mostruosa, un fungo di materia leggibile che incrostava ogni superficie." (p. 100-101) (trad. di Silvia Piraccini, Parma, Guanda, 2007)
[RM]

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Vapnyar, Lara. -- Ci sono degli ebrei nella mia casa = There are jews in my house. -- 2003. - La raccolta si apre con il racconto che dà il titolo al volume. Le protagoniste, Galina e Raja, sono assistenti bibliotecarie a Kiev durante l'occupazione nazista. "Un'altra affinità era che amavano entrambe appassionatamente i romanzi e spesso li leggevano durante l'orario di lavoro, suscitando le occhiate perplesse delle altre impiegate della biblioteca, che usavano quelle ore per lavorare a maglia e chiacchierare." . La generosa e frustrata Galina protegge l'ebrea Raja dalle persecuzioni, ma lentamente cresce in lei un risentimento verso la compagna di lavoro, fatua e insincera. "Galina vedeva bene che Raja stava mentendo. Vedeva bene quanto Raja si tendesse tutta ogni volta che nella biblioteca squillava il telefono, come continuasse a tenere gli occhi fissi sullo stesso punto della scrivania fino a quando qualcuno non rispondeva e sentiva che la chiamata non era per lei. Raja non rideva più tanto come prima. Non civettava con gli uomini - quando arrivavano alla sua scrivania, dava loro un'occhiata veloce e accigliata, come facevano tutte le altre impiegate della biblioteca. pensò Galina, e il suono della parola le piacque. ." (p. 17 e 37, 2007, Vicenza, Neri Pozza)
[ST]

Vonnegut, Kurt. -- Il gran tiratore = Deadeye Dick. -- 1982. -- "Papà era strabiliato, come s'io avessi dato prova di percezione extrasensoriale, per il fatto che sapevo di John Fortune e di "Orizzonte Perduto". "Ma come potevi saperlo?" mi chiese. "Ho sfogliato dei vecchi giornali in biblioteca." "Oh," fece lui. Non credo che si fosse mai avvalso della biblioteca pubblica. "Conservano anche i vecchi giornali, là?" disse, con una certa sorpresa. "Signorsì," risposi. "Bontà divina, ce ne saranno un bel po'," disse lui. "Giorno dopo giorno, mese dopo mese." Mi chiese se la gente andava in biblioteca tutto il tempo, "a rivangare il passato". Forse era un sopruso, ai suoi occhi, che i giornali recanti la cronaca del suo passato non fossero finiti al macero. "(p. 108) "Sicché andai a consultare l'enciclopedia, alla biblioteca pubblica, l'indomani, per informarmi sul Taj Mahal. La biblioteca stava per essere demolita, poiché il quartiere si era molto, troppo degradato. La gente perbene non ci andava più, d'inverno, poich´ c'erano molti vagabondi, lì dentro, tanto per starsene al calduccio." (p. 155) (trad. di Pier Francesco Paolini, Milano, Bompiani, 1991)
[AMr]

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Weiner, Jennifer. -- A letto con Maggie = In her shoes. -- 2002. -- Esponente di spicco della "Chick lit" (la letteratura al femminile brillante e ironica), Jennifer Weiner racconta nel suo nuovo romanzo la storia incrociata di due sorelle diversissime tra loro, Rose e Maggie. La prima è seria e posata, con una promettente carriera di avvocato davanti a sè; certo non è il massimo in fatto di seduzione ("Si vestiva come una bibliotecaria repressa, e la sua biancheria intima non era migliore dei suoi tailleur", p. 112), ma è intelligente, divertente, affidabile come amica, come compagna di vita, come collega. La seconda è bellissima, svampita, illusa e superficiale come una gallina, e si mette sempre nei guai. Ma la biblioteca dell'Università di Princeton ricoprirà un ruolo decisivo nel trasformarla in una ragazza finalmente matura e capace di assumersi la responsabilità della propria vita, abbandonando per sempre i suoi strampalati sogni di successo a Hollywood. Perché è proprio dentro la biblioteca di Princeton, nella "stanza del libro ferito", dove i bibliotecari accatastano i libri e periodici da rilegare e restaurare, che Maggie trascorre le notti in un sacco a pelo, per poi mescolarsi durante il giorno tra gli studenti che sciamano da un corso all'altro e da una festa all'altra. In biblioteca scoprirà un amore sopito per la poesia, che la porterà - attraverso un crescendo di letture, riflessioni, pensieri e nuove letture - a guardare dentro se stessa con una insperata capacità di riscatto e di autodeterminazione. (Casale Monferrato, Piemme, 2003)
[MSR]

Weiss, Daniel Evan. -- Gli scarafaggi non hanno re = The roaches have no king. -- 2000. -- La scena si svolge nella stanza senza corrente elettrica. "[...] Ira ed Elizabeth brancolarono verso il corridoio, scalciandosi a vicenda come karateti, e scambiandosi poi mille scuse come bibliotecari. [...]" (p. 142) (trad. di Bruno Amato, Milano, Feltrinelli, 2000).
[GF]

Wharton, Edith. -- Estate = Summer. -- 1917. -- La protagonista è una bibliotecaria che non ama il suo lavoro finché l'incontro con un architetto che si reca in biblioteca per fare delle ricerche e di cui lei si innamora non le farà cambiare idea.
[Chaintreau-Lemaître, 1993]

Whitehead, Colson. -- L'intuizionista = The Intuitionist. -- 1999. -- Il romanzo è ambientato nel mondo degli ispettori che verificano la manutenzione degli ascensori nella "più grande città del mondo". "[Lila Mae, la protagonista,] una notte non poteva dormire. Anzi, doveva studiare. Per tutto il semestre aveva ignorato le lezioni sui cambiamenti dell'atteggiamento governativo nei confronti dell'ispezione degli ascensori [...] e adesso doveva recuperare per l'esame del giorno dopo. [...] Risvegliandosi da un sonnellino fuori programma, vide che nella Fulton Hall c'era una luce accesa. All'ultimo piano, dov'era la piccola biblioteca. Non avrebbe dovuto esserci nessuno, la biblioteca chiudeva al tramonto, essendo in genere gli ispettori degli ascensori, anche gli accoliti, gente mattiniera. Lila Mae si chiese se l'amministrazione non avesse per caso prolungato l'orario di apertura durante il periodo degli esami. Aveva scoperto di essere spesso all'oscuro delle abitudini dell'Istituto di cui erano invece al corrente i suoi compagni di studio. [...] Decise che la luce doveva essere stata lasciata accesa per sbaglio [...]. Un giorno di febbraio vide di nuovo la luce a Fulton Hall. Non era accesa tutte le sere, non c'era una continuità, ma era accesa troppo spesso per essere accidentale. Non poteva fare a meno di notarla. [...] Di tanto in tanto vedeva una figura muoversi tra gli scaffali. Stabilì che doveva trattarsi di un uomo anziano: camminava appoggiandosi a un bastone. Qualche volta, invece di accendere la luce, usava una lanterna e allora camminava ancora più piano, come se fosse eccessivamente attento a non farla cadere. Lo vide una decina di volte in tutto, e provò sempre la sensazione che loro due fossero gli unici sopravvissuti sulla terra. [...] Se avesse conosciuto l'identità dell'uomo l'ultima notte che lo vide, la sua reazione sarebbe stata diversa? Quell'ultima notte anche lui vide lei e le fece un cenno di saluto [...]. Sarebbe stata diversa la sua reazione al gesto dell'uomo (niente, nemmeno un cenno, il minimo della cortesia) se avesse saputo che si trattava di James Fulton in persona e che l'indomani un custode con postumi da sbronza della sera prima ne avrebbe trovato il corpo esanime sul pavimento della biblioteca, morto per un colpo apoplettico, lo stoppino della lanterna che continuava ottusamente a brillare? Probabilmente no. Lila Mae è fatta così." (p. 59-61) (Trad. Katia Bagnoli, Milano, Mondadori, 2000)
[RR]

Whitman, Walt. -- Foglie d'erba = Leaves of grass. -- 1855. -- "O altrimenti furtivo, in qualche bosco, a prova, / dietro una roccia, all'aperto, / (ché in chiusa stanza mai mi rivelo e in compagnia neppure, / e nelle biblioteche resto muto, goffo, come non nato, come già morto,)" (p.93) " Il luogo dove sorge una grande città non è semplicemente / un luogo di lunghi moli, magazzini, manifatture, depositi di prodotti, / [...] / né il luogo delle migliori biblioteche e scuole, né il luogo più ricco di denaro [...]" (p. 129) "La densa foresta emana fluide risonanze, / divallano, sorgono, assumono forma, / capanna, tenda, approdo, picchetto, / [...] / cittadella, soffitto, taverna, accademia, organo, palazzo d'esposizioni, biblioteca, / [...]" (p. 137) (Trad. Enzo Giachino, Milano, Mondadori, 1971)
[Chaintreau-Lemaître, 1993] ; [RM]

Woolrich, Cornell. -- Il libro che strillava = The Book That Squealed in Angeli nel buio = Angel of Darkness. -- 1978. -- La protagonista è la bibliotecaria della "filiale di Hillcrest della Biblioteca civica", Prudence Roberts, alle prese con un libro nel quale trova un messaggio che pare essere una richiesta di riscatto di un rapimento. Nell'incipit del racconto così viene descritta la biblioteca: "Il mondo esterno non penetrava nel 'sacrario' dove lavorava Prudence Roberts. Lì non accadeva mai nulla di violento o di emozionante, né era probabile che succedesse. Le voci restavano sempre a livello di bisbiglio o, al massimo, di un discreto mormorio. L'incidente più grave che potesse capitare era che qualche signore venuto in cerca di libri se ne lasciasse avvincere talmente che dimenticava di togliersi il cappello, e allora bisognava ricordarglielo con garbo. [...] Le cose di cui parlavano i giornali, rapine, guerre tra bande rivali, sequestri di persona, omicidi, restavano cose pubblicate dai giornali. Non oltrepassavano mai i portali dietro i quali lei lavorava. Soltanto i libri che andavano e venivano. Innocui, silenziosi libri. Finché in una luminosa giornata di giugno...", Prudence si sofferma su un libro che una lettrice restituisce e che lei trova un "romanzo deteriore". Si tratta di Manuela trova il suo uomo di Orchid Sullivan. Prudence fa pagare la multa alla signora che restituisce il libro in ritardo e timbra le schede del prestito. La donna però chiede alla bibliotecaria cosa succede a pagina 42, perché "le pagine 41 e 42 mancano" e la donna vorrebbe sapere "se Ronald è arrivato in tempo a salvare la protagonista". Prudence risponde con tono minaccioso accusando la donna di aver deturpato il libro, ma poi si rende conto che se così fosse saprebbe cosa succede a pagina 42. Quindi denuncia il fatto alla direttrice, la quale ritiene la donna colpevole e le dice che "potrebbe andare in prigione per questo". "La donna rimase là in preda a un'angoscia patetica. - 'La prego, non mi lasci senza libri - supplicò - Questo è il mio unico svago. Non faccio che sgobbare tutto il giorno... Quanto è la multa? Forse potrei pagarne un po' ogni settimana.' Prudence si impietosisce e si offre di pagare la multa al posto della donna. Dopodichè inizia ad esaminare il libro e vi trova delle sottolineature che sono quasi delle incisioni e da qui inizia a ricostruire il messaggio in codice di richiesta di riscatto. "Sono una bibliotecaria. Ho più cervello di chiunque abbia segnato questo romanzo. Non mi importa chi lo ha fatto. Se non perdo la calma e insisto, riuscirò a scoprire che cosa significa questa faccenda." Una volta risolto il mistero si reca alla stazione di polizia dove parla con Murphy, il quale ride di lei e la prende poco in considerazione deluso dal suo aspetto fisico, ma quando Prudence si toglie gli occhiali, cambia decisamente opinione su di lei. (Trad. di Tina Honsel, Milano, Mondadori, 1986)
[GR]

Wright, Richard. -- Ragazzo negro = Black boy. -- 1945. -- Memphis, Tennessee, 1925. I neri non sono ammessi nella biblioteca e un giovane di colore si fa aiutare da un amico per avere dei libri in prestito.
[Chaintreau-Lemaître, 1993]

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Biblioteche e bibliotecari nella letteratura europea

Biblioteche e bibliotecari nelle altre letterature straniere

Biblioteche e bibliotecari nella letteratura italiana



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