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Le biblioteche statali universitarie e le università: quale integrazione?

Bologna, Aula Magna della Biblioteca Universitaria
18 e 19 dicembre 1998


Relazione
di
Giuseppe Chiarante

 

Sono particolarmente lieto di portare a questo Convegno il saluto e l'augurio di buon lavoro del Consiglio Nazionale per i Beni culturali e ambientali,di cui sono Vice Presidente. Quella di oggi è infatti la prima occasione per un confronto su scala nazionale-con una partecipazione così ampia e rappresentativa-intorno a un punto di particolare rilievo del decreto legislativo 112 dello scorso 31 marzo: ossia sul possibile trasferimento alle Università, su loro richiesta, delle biblioteche pubbliche statali ad esse collegate.

E' noto che la vostra Università è la prima che ha avviato le procedure per questo trasferimento:e solo nel prossimo mese-come ora diceva il Direttore Generale prof.Sicilia - si avvieranno presso l'Ufficio Centrale per i Beni Librari e gli Istituti Culturali i colloqui tra Università e Ministero per l'elaborazione della convenzione prevista dalla legge. Il Consiglio Nazionale per i Beni culturali e ambientali non ha ancora avuto occasione,perciò, di affrontare questo tema: e ciò perchè l'articolo 151 del decreto 112 (ossia l'articolo dedicato appunto alle biblioteche universitarie) stabilisce che il Consiglio Nazionale sia chiamato a pronunciarsi, naturalmente in sede preventiva e quindi prima della stipula, sulle singole convenzioni che verranno via via predisposte. Mi pare giusto sottolineare, pertanto, che il mio intervento avrà carattere personale, non avendo ancora avuto la possibilità di verificare le mie opinioni con quelle degli altri membri del Consiglio.

C'è un'osservazione che, comunque, mi sembra opportuno avanzare subito: ed è che c'è forse stata una certa improvvisazione nell'introdurre nel decreto 112, in modo isolato, la questione del trasferimento delle biblioteche universitarie. Queste biblioteche costituiscono infatti una parte importante (e spesso, anzi, molto importante, anche per la ricchezza e il valore dei fondi storici di cui dispongono) del sistema bibliotecario nazionale: sarebbe forse stato più logico, di conseguenza, affrontare il tema dell'eventuale trasferimento alle Università - con tutte la connessioni e le implicazioni che tale trasferimento comporta - nel quadro di quella legge generale sulle biblioteche e sul sistema bibliotecario che è largamente auspicata e di cui certamente si parlerà anche nel corso di questo incontro.

Mi sembra chiaro, in ogni caso, che un punto che nella convenzione dovrà essere adeguatamente precisato sarà proprio quello che riguarda le connessioni con il sistema bibliotecario e con i servizi bibliografici nazionali nonchè il servizio che le biblioteche oggetto delle convenzioni dovranno continuare ad assicurare non solo all'utenza universitaria ma anche a un'utenza più generale. Spetterà poi alle Università (ma già nella convenzione dovranno essere stabiliti principi e indirizzi molto chiari) assicurare un rapporto più stretto di quello che oggi generalmente esiste con le biblioteche di Facoltà o di Dipartimento; facendo sì che queste ultime non siano, come spesso oggi accade, solo biblioteche per il corpo docente, maa che siano davvero a disposizione di un più ampio raggio di utenti. In questo quadro dovranno essere previste adeguate garanzie per il trattamento del personale, sia sotto il profilo economico, sia per quel che riguarda il rispetto dei diritti e degli interessi legittimamente maturati.

Un altro punto - sul quale in verità il decreto 112 non dice nulla , e che è invece di fondamentale importanza - riguardo il ruolo che le biblioteche universitarie svolgono nell'ambito regionale e cittadino. Come è noto, il peso di tale ruolo varia da regione aregione e da città a città, nel senso che vi sono casi in cui le biblioteche pubbliche statali collegate alle Università sono anche la principale biblioteca cittadina (in tali situazioni il trasferimento all' Università è, a mio avviso, da considerarsi inopportuno) e vi sono casi in cui , invece, oltre alla biblioteca universitaria vi è un'altra biblioteca pubblica, statale o comunale, di non minore importanza. Ma nell'uno come nell'altrocaso le biblioteche universitarie, sia per i fondi storici di cui dispongono sia per il servizio che svolgono, rappresentano comunque una componente molto importante del sistema bibliotecario così della città in cui hanno sede come nel quadro regionale.

Stupisce, perciò, che nell'art.191 del decreto legislativo non vi sia alcun riferimento, ai fini delle stipula della convenzione, al rapporto con il Comune e con le Regioni nel cui ambito è situata la biblioteca pubblica statale collegata all'Università. Dovrebbe essere ovvio, infatti, che la convenzione dovrà contenere norme che garantiscano non solo che non sia limitato il servizio all'utenza, anche esterna, che tali biblioteche già svolgono, ma che sia confermato ed anzi valorizzato il ruolo che esse hanno nel servizio bibliotecario regionale e comunale.

Considero l'assenza di un esplicito richiamo al rapporto con Comune e Regione una vera e propria lacuna in questa norma del decreto legislativo 112. Posso comunque assicurare, come Vice Presidente del Consiglio Nazionale, che per istruire l'esame che il Consiglio dovrà compiere, al fine di esprimere il proprio parere sulla proposta di convenzione, costituiremo un gruppo di lavoro di cui chiameremo a far parte anche rappresentanti del Comune e della Regione interessata; e coinvolgeremo in questo lavoro istruttorio anche i responsabili della biblioteca di cui si tratta di decidere il trasferimento all'università. Grazie.


Copyright AIB 1999-08-15, a cura di Elena Boretti
URL: http://www.aib/it/aib/commiss/cnsbnt/chiarant.htm


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