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Le biblioteche statali universitarie e le università: quale integrazione?

Bologna, Aula Magna della Biblioteca Universitaria
18 e 19 dicembre 1998


Le 'University Libraries' fra situazione italiana e standard internazionali

di Carlo Poni e Roberto Scazzieri

 

(Carlo Poni e' professore ordinario di Storia Economica nella facolta' di Scienze Politiche dell'Universita' di Bologna, Membro dell'Institute for advanced study di Princeton e life memeber di Clare Hall, Cambridge; Roberto Scazzieri e' professore ordinario di Analisi Economica nella facolta' di Economia dell'Universita' di Bologna e Life member di Clare Hall, Cambridge. Entrambri sono membri della Commissione Consultiva rettorale per la Biblioteca Universitaria di Bologna)

1.Premessa
L'incontro che l'Associazione Italiana Biblioteche ha concepito e organizzato in questi giorni a Bologna ha il grande merito di sollecitare, forse per la prima volta in Italia, una riflessione e discussione di ampio respiro sul tema delle grandi Biblioteche Universitarie.
Obiettivo di questa relazione è collocare la questione delle Biblioteche Universitarie italiane nel contesto internazionale per individuare, appunto, negli standard internazionali il quadro di riferimento indispensabile ad orientare processi di innovazione istituzionale anche nel nostro paese.

2.Alcuni confronti attraverso il tempo
E' utile assumere, come punto di partenza, la situazione delle grandi biblioteche universitarie in Europa e negli Stati Uniti agli inizi di questo secolo e confrontarla con la situazione attuale delle stesse biblioteche.
Si è concentrata l'attenzione su alcune Biblioteche Universitarie di grande tradizione storica e culturale, di fatto comparabili, se non sempre nelle dimensioni, almeno per il prestigio delle collezioni e per le caratteristiche del contesto accademico in cui sono inserite.
I confronti riguardano le Biblioteche Universitarie di Bologna, Cambridge, Columbia University, Harvard University, Heidelberg, Leiden, Oxford, Padova. La nostra analisi si limita ad alcuni indicatori di carattere aggregato relativi al patrimonio posseduto, quali opere a stampa e manoscritti, numero di pubblicazioni periodiche, opere a stampa di particolare pregio (rare books).
Per agevolare la valutazione comparativa può essere utile considerare la seguente tabella riassuntiva (Le fonti utilizzate sono le seguenti: Minerva Jahrbuche der Gelehrten Welt, a cura di R. Kakula e k. Trubner, Strassburg, Trubner, 1891 e seguenti; The world of learning, forty seventh ed., London, Europa, 1997):
NB: Nel caso di Bologna, sarebbe opportuno integrare i dati relativi alla Biblioteca Universitaria con quelli riguardanti la Biblioteca dell'Archiginnasio (nel 1997: 797.497 opere a stampa, 12.000 manoscritti, 500.000 lettere, 2.500 incunaboli).

Opere a stampa Periodici Manoscritti Incunaboli

Biblioteca Universitaria di Bologna

1900-1901

1997

 

 

255.000

1.100.509

 

 

 

8.000

 

 

5.000

7.624

 

 

800

1.022

Cambridge University Library

1900-1901

1997

 

 

500.000

5.850.000

 

 

 

 

 

 

140.000

Columbia University Library

1900-1901

1997

 

 

300.000

6.600.000

 

 

20.000 ca.

Harvard University Library

1900-1901

1997

 

 

938.649

12.605.537

 

 

16.706 ca.

 

 

 

4.000 circa

Universitatsbibliothek Heidelberg

1900-1901

1997

 

 

400.000

2.687.400

 

 

6.730

6.855

 

 

1.000

1.702

 

Bibliotheek der Rijksuniversiteit Leiden

1900-1901

1997

 

 

190.000

2.200.000

 

 

6.400

19.000

Bodleian Library

(Oxford)

1900-1901

1997

 

 

500.000

6.100.000

 

 

30.000

150.700

Biblioteca Universitaria di Padova

1900-1901

1997

 

 

 

200.900

606.584

 

 

2.326

2.698

 

 

 

1.280

Questa tabella suggerisce alcune considerazioni:
(i) all'inizio di questo secolo, le grandi Biblioteche Universitarie italiane risultano, in generale, di dimensioni più ridotte rispetto alla media internazionale; tuttavia il divario non appare incolmabile e i 'centri di eccellenza' italiani mantengono una precisa visibilità a livello internazionale.
In questa fine di secolo la situazione, in termini comparativi, risulta nettamente e quasi drammaticamente deteriorata: il "peso" (cioè la dimensione relativa) delle grandi Biblioteche Universitarie italiane si è fortemente ridotto, al punto da offuscare in modo assai grave la loro visibilità complessiva nel panorama internazionale delle University Libraries.
(ii) Le Biblioteche Universitarie dei paesi anglosassoni acquistano, nel corso di questo secolo, una netta "supremazia" rispetto alla principali Biblioteche Universitarie dell'Europa Continentale, soprattutto per quanto riguarda il patrimonio complessivo di opere a stampa e periodici.
(iii) Le Biblioteche Universitarie italiane mantengono una posizione di rilievo, anche in termini comparativi, per quanto riguarda manoscritti e rare books.

Il quadro appena delineato richiede tuttavia di essere completato mediante la considerazione dei processi di costituzione e sviluppo delle Biblioteche di Istituto, Facoltà, Dipartimento, Centro di Ricerca; processi che hanno interessato, sia pure secondo modelli differenziati, tutte le principali Università europee e statunitensi nel corso di questo secolo. Questi processi pongono in primo piano l'esigenza di considerare lo sviluppo di patrimoni bibliografici esterni alle grandi Biblioteche Universitarie ma interni al sistema delle biblioteche accademiche in senso lato. E' quindi necessario passare dalle grandi University Libraries ai sistemi bibliotecari all'interno dei quali esse sono inserite.

3.Modelli continentali e modelli anglosassoni
La considerazione dei sistemi bibliotecari accademici suggerisce alcune 'correzioni' rispetto al quadro comparativo illustrato nella tabella precedente. Infatti, molte Università dell'Europa Continentale hanno integrato le raccolte delle loro grandi (ma talora stagnanti) Biblioteche Universitarie con accessioni piuttosto intense nelle biblioteche specializzate.
Sotto questo profilo, il quadro presentato dalle grandi Università anglosassoni rimane molto diverso. In questo caso, infatti, la crescita delle biblioteche specializzate è, in termini relativi, più contenuta, mentre risulta confermato (e talora consolidato) il ruolo delle University Libraries come 'nodo centrale' dei sistemi bibliotecari nelle rispettive Università. Il 'modello continentale' appare invece, nei fatti, privo di coerenza interna e sostanzialmente rinunciatario per quanto riguarda il ruolo del 'polo centrale' all'interno di un sistema articolato di biblioteche accademiche. Questa rinuncia, almeno nel nostro paese, è andata di pari passo con la separazione amministrativa e culturale delle grandi Biblioteche Universitarie dalle Università, separazione avviata nel primo decennio del secolo e confermata al momento della costituzione del Ministero per i Beni Culturali.
Per le ragioni appena viste, è di particolare interesse prendere in considerazione esempi di articolazione interna dei sistemi bibliotecari in alcune fra le principali Università della Gran Bretagna e degli Stati Uniti d'America. Infatti, e' soprattutto in quelle Università che si configura con chiarezza uno standard di eccellenza di cui è indispensabile tenere conto anche nel nostro paese e nelle nostre Università.

4. Il 'sistema tripartito' di Cambridge e Oxford
I sistemi bibliotecari delle Università di Cambridge e Oxford presentano due varianti di uno stesso 'modello tripartito' costituito da Biblioteche specializzate (di Istituto, Dipartimento o Facoltà) e Biblioteche generali a orientamento soprattutto didattico (Biblioteche di College) organizzate attorno ad un polo centrale costituito da una grande University Library (rispettivamente la Cambridge University Library e la Bodleian Library).
Sia a Cambridge come a Oxford il sistema delle biblioteche accademiche ha preso forma seguendo il criterio della specializzazione di funzioni all'interno di una struttura caratterizzata da confini flessibili fra le unità componenti.
In estrema sintesi: (i) la ricerca fondamentale ha come luogo privilegiato le grandi University Libraries e, soprattutto in ambito scientifico, le Biblioteche di alcuni Istituti o Dipartimenti; (ii) l'insegnamento di base fa riferimento soprattutto alle Biblioteche di College, Facoltà e Dipartimento; (iii) la didattica avanzata (a livello di Master o Ph.D) si concentra nelle University Libraries e nelle biblioteche di Dipartimento o Istituto; (iv) infine, la conservazione e lo studio di materiale raro e di pregio hanno collocazione privilegiata nelle University Libraries e in sezioni speciali di alcune importanti Biblioteche di College (come il Trinity College a Cambridge o il Corpus Christi College a Oxford).
Il modello tripartito è comune alle Università di Cambridge e Oxford, benchè esistano alcune importanti differenze soprattutto per quanto riguarda l'organizzazione interna della University Library centrale.
Infatti, nella Cambridge University Library prevale il modello organizzativo della 'biblioteca unitaria' con alcune 'biblioteche annesse' (ma fisicamente separate) che dipendono da essa (la Law Library e la Scientific Periodicals Library). Nella Bodleian Library di Oxford, invece, prevale uno schema organizzativo di carattere 'federale' ,con un polo centrale (la Biblioteca umanistica con sede nelle Old Schools) e una costellazione di biblioteche specializzate inserite nell'organizzazione della Bodleian Library ma fisicamente distinte da essa (la Radcliffe Camera Library, la New Library, la Science Library, la Rhodes House Library, la Indian Istitute Library).
Malgrado le differenze, sia a Cambridge come a Oxford la University Library centrale è il cuore del sistema delle biblioteche accademiche e svolge un ruolo essenziale nel rendere pienamente accessibili e 'visibili' le risorse bibliografiche delle rispettive Università, sia nei confronti del 'pubblico interno' costituito dagli studiosi e studenti di quelle Università sia nei confronti della comunità internazionale della ricerca.

5.Le University Libraries di Harvard e Columbia e lo schema a 'struttura diffusa'
Negli Stati Uniti le grandi University Libraries seguono, in generale, un modello diverso da Cambridge e Oxford. Infatti, esse sono caratterizzate, insieme, dal carattere più 'diffuso' del polo centrale e dall'inserimento delle biblioteche specializzate (di Istituto, Dipartimento, e simili) all'interno della struttura organizzativa della University Library. Malgrado queste differenze, anche le grandi University Libraries degli Stati Uniti sono spesso caratterizzate dalla presenza, in posizione strategica al loro interno, di un importante polo centrale di risorse bibliografiche (come la Widener Library dell'Università di Harvard).
Significative sono anche le differenze fra i sistemi bibliotecari di Harvard e della Columbia University.
Ad Harvard si osserva una struttura diffusa, costituita da un centinaio di biblioteche generali oppure specializzate inserite nella University Library come sistema 'federale'. Malgrado il carattere ' policentrico' della Biblioteca Universitaria, si può individuare con chiarezza un polo centrale costituito, appunto, dalla grande concentrazione di risorse bibliografiche formata dalla Widener Library (scienze umane e sociali),Houghton Library (libri rari e manoscritti), Pusey Library (Archivio dell'Università e carte geografiche).
Nel sistema 'federale' delle Columbia University Libraries si osserva una minore dispersione delle risorse bibliografiche: il 'polo centrale' è concentrato in un unico edificio, dove sono collocate le collezioni di opere a stampa, la sezione dei manoscritti e libri rari, la biblioteca della School of Librarianship. Esistono, anche alla Columbia University, biblioteche specialistiche distinte fisicamente dal polo centrale (come la biblioteca della School of Business),tuttavia la Biblioteca centrale ha, diversamente da Harvard, un carattere accentuatamente unitario e multidisciplinare.

6.Alcune riflessioni
Il possibile inserimento delle Biblioteche Universitarie italiane nella struttura delle Università di cui avevano a suo tempo fatto parte (almeno per un certo periodo della loro storia) ha il merito di sollecitare una riflessione esplicita sulla natura complessiva dei sistemi bibliotecari accademici che si sono formati nel nostro paese attraverso le vicende dell'ultimo secolo.
Questa riflessione, per essere utile, deve essere condotta facendo riferimento alle dinamiche di altri paesi e agli standard internazionali che tali confronti possono suggerire.
In sintesi, la discussione su ruolo e prospettive delle grandi Biblioteche Universitarie italiane in questa fine di secolo potrebbe essere articolata secondo tre livelli di analisi:
(i) identificazione e discussione approfondita degli standard internazionali delle Biblioteche Universitarie e dei sistemi bibliotecari accademici;
(ii) identificazione dei cambiamenti necessari nei sistemi bibliotecari accademici a struttura accentuatamente 'diffusa' (come quelli caratteristici delle principali Università italiane) per consentire un inserimento efficace al loro interno di un polo centrale (la University Library) attualmente assente;
(iii) identificazione dei cambiamenti necessari nelle attuali Biblioteche Universitarie del Ministero di Beni e delle Attività Culturali per consentire ad esse di svolgere il complesso di funzioni suggerito dallo standard internazionale delle University Libraries.

Le considerazioni svolte nelle precedenti sezioni di questa relazione ci consentono di individuare alcuni punti critici, sui quali dovrebbe concentrarsi la discussione nell'immediato futuro:
(i) l'analisi comparativa consente di individuare con sicurezza uno standard per l'eccellenza che trova le sue espressioni migliori in alcune grandi University Libraries della Gran Bretagna e degli Stati Uniti;
(ii) lo standard di quelle University Libraries suggerisce come indispensabile l'esistenza di un polo centrale coordinato con le altre biblioteche dell'Università (indipendentemente dal fatto che queste ultime siano considerate oppure no elementi costitutivi della University Library);

(iii )lo standard internazionale delle grandi University Libraries indica in esse il 'punto di coagulo' delle competenze in campo bibliografico e biblioteconomico esistenti nelle Università di appartenenza. Questo risultato è conseguito anche richiedendo ai Bibliotecari una preparazione di livello assai elevato e scegliendo i Direttori (Head Librarians) delle principali biblioteche in base al criterio delle collocazione scientifica ai vertici della professione in ambito internazionale. A tale collocazione corrisponde, di norma, uno status accademico non dissimile rispetto a quello dei Full Professors oppure dei Chief Administrators dell'Università.
Puo' essere interessante richiamare che, nell'Universita' di Cambridge, lo University librarian -cioe' il responsabile della Cambridge University Library- appartiene allo 'starto' dei piu' alti University officiers (come il Chancellor, il Vice Chancellor, lo Hight Stewart, i Proctors, il Registry o responsabile principale della struttura amministrativa, il segretario generale delle facolta', il Tesoriere, il Direttore del Fitzwilliam museum, i Full professor) (si veda Statutes and Ordinances of the University of Cambridge and passages from acts of parliament relating to the University. Cambridge, Cambridge U.P, 1988, Statute D 'The University Officers' pp. 28-54). Secondo lo Statute C, lo University Librarian di Cambridge 'svolge i compiti assegnati ad un direttore di dipartimento (Head of Departm 11ent) e (come il Deputy Librarian e gli altri 'University officiers') 'ha l'obbligo di risiedere nell'Universita' durante il term e per un periodo di quattro settimane durante la long vacation' (Statutes and ordinances of the University of Cambridge, cit., p. 741). Piu' in generale, gli statuti dell'Universita' di Cambridge riconoscono il profilo accademico dei bibliotecari consentendo al general board dell'Universita' (sentito il competente faculty Board) di assegnare loro lo svolgimento di lezioni ed altri compiti didattici, sia pure per non piu' di 20 ore all'anno (Statutes and Ordinaces of the University of Cambridge, cit., p. 787).

(iv) lo standard internazionale è compatibile con una grande varietà di forme organizzative, tutte riconducibili ad una struttura a rete ma con indici anche molto diversi di concentrazione delle risorse bibliografiche e di 'controllo' sulle unità componenti.
(v) le grandi University Libraries sono elemento costitutivo essenziale della comunità accademica, accolgono spesso al loro interno alcuni fra i maggiori studiosi ed esperti di problemi bibliografici in ambito internazionale, e conferiscono senso di direzione e di significato al complesso dei sistemi bibliotecari di cui fanno parte.

Queste promesse debbono guidare i processi volti a raggiungere un più accentuato inserimento delle Biblioteche Universitarie del nostro paese all'interno della comunità accademica. In particolare, tali premesse suggeriscono che la soluzione adottata per l'inserimento di una Biblioteca Universitaria nel sistema bibliotecario della rispettiva universita' dovrebbe dipendere dalla configurazione che si vuole assegnare a questo stesso sistema. D'altra parte , la struttura del sistema biblioteche accademiche non puo' essere considerata indipendente dalle caratteristiche specifiche della Biblioteca Universitaria 'centrale' (caratteristiche che possono variare in modo rilevante da una Biblioteca Universitaria all'altra).
Per avere successo, l'inserimento delle Biblioteche Universitarie italiane nella struttura delle rispettive universita' richiede, al tempo stesso: i) conoscenza approfondita degli standard internazionali; ii) attenzione alle caratteristiche specifiche delle situazioni locali; iii) grande flessibilita' amministrativa e istituzionale.

E' indispensabile mettere a fuoco un 'punto di arrivo' che dipende (si potrebbe dire in egual misura) sia dallo standard internazionale sia dalla storia passata di ciascuna biblioteca , un punto d'arrivo che, per essere raggiunto, potrebbe richiedere processi di bricolage istituzionale (cioe' l'impiego di 'vecchi mattoni ' per una costruzione nuova e di piu' ampio respiro). A questo riguardo, un problema particolare si pone nelle città' universitarie in cui esistono importanti biblioteche di ricerca distinte dalle biblioteche universitarie ed esterne rispetto al sistema accademico. Un esempio assai significativo e fondamentale nel sistema delle biblioteche di ricerca a Bologna e' costituito dalla Biblioteca Comunale dell'Archiginnasio. Anche per essa occorre pensare, secondo forme da studiare con cura, ad un'integrazione nel sistema bolognese delle biblioteche accademiche. Infatti sia la Biblioteca dell'Archiginnasio come la Biblioteca Universitaria hanno ampiamente attinto ai patrimoni bibliografici che si sono costituiti nel nostro Studio attraverso la sua storia secolare: pensiamo, ad esempio, al ruolo delle grandi biblioteche conventuali nel processo di formazione della Biblioteca Universitaria e della Biblioteca dell'Archiginnasio. Ma, e su questo punto e' bene insistere, lo standard internazionale deve essere la 'stella polare' delle possibili innovazioni istituzionali di cui stiamo parlando. Esso e' infatti condizione necessaria per una valutazione realistica delle risorse straordinarie (sotto il profilo materiale, intellettuale e finanziario) affinche' sia possibile la costituzione anche nelle Universita' italiane di centri di eccellenza nel settore delle grandi biblioteche. Di questo si deve aggiungere la piena consapevolezza sia sul piano delle singole Universita' sia a livello complessivo di governo dell'istruzione superiore e della ricerca nel nostro paese. Infatti, non e' pensabile che una grande Universita' italiana (come sono molte delle antiche Universita' italiane, com'e' l'Universita' di Bologna) possa mantenere elevata visibilita' internazionale in assenza di una University library ricca di risorse bibliografiche e di spazi fisici, di competenze professionali e di strumenti di ricerca che la pongano finalmente sullo stesso piano delle grandi Biblioteche Universitarie di cui abbiamo parlato.


Copyright AIB 1999-08-15, a cura di Elena Boretti
URL: http://www.aib/it/aib/commiss/cnsbnt/scazz.htm


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