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Seminario AIB-WEB
Per un'integrazione delle risorse in rete
Roma, 27 maggio 1998

WWW da bibliotecari
Tavola rotonda a cura della Redazione di AIB-WEB
Coordina Riccardo Ridi.


Il mondo delle biblioteche in rete / Stefania Manzi, Alessandro Corsi

La caratteristica peculiare della sezione "Il mondo delle biblioteche in rete", rispetto alle altre del sito AIB-WEB, è quella di ospitare fondamentalmente risorse "esterne" all'AIB, ossia di occuparsi soprattutto di repertori di risorse in rete riguardanti la biblioteconomia e le biblioteche, infatti viene spesso chiamato anche "ramo LIS" (Library and Information Sciences). Si tratta quindi della parte non strettamente istituzionale del sito, concepita come servizio specializzato di reference (ovviamente non quello di una biblioteca per i propri utenti, ma di un'associazione di biblioteche e bibliotecari per biblioteche e bibliotecari).

La ricerca di risorse LIS si è sviluppata in due momenti essenziali:

una prima "versione" del ramo cercava di raccogliere risorse e documenti che presentassero caratteri di forte analogia con l'Associazione Italiana Biblioteche; prima di tutto un repertorio di associazioni professionali affini, per quanto non solo bibliotecarie (relazione di similitudine); un repertorio di enti per la standardizzazione (relazione normativa con la professione bibliotecaria, nel senso di normative tecniche) come punti di riferimento per l'attività bibliotecaria nel trattamento documentario; e poi un unico file che raccoglieva "Altre organizzazioni e servizi" (relazione strumentale con la professione bibliotecaria nel suo aspetto più operativo, in pratica accogliendo ciò che di volta in volta risultava appropriato: documentazione, archivistica, editoria, legislazione, ecc.). A queste sezioni si è subito aggiunto il repertorio dei cataloghi italiani disponibili via Internet (File OPAC1).

La seconda ed attuale versione, deriva invece da una riorganizzazione completa del ramo, cui si è giunti in base a queste esigenze: 1) crescita del ramo 2) migliore visibilità, leggibilità 3) ordinamento.

Tale riorganizzazione si è realizzata attraverso l'assunzione di uno schema di classificazione, in particolare quello della Letteratura professionale italiana del Bolletino AIB. Si tratta infatti della classificazione di ambito LIS sicuramente più familiare (la struttura attuale è ben nota ai lettori del Bollettino, quindi a tutti i soci e alla maggioranza delle biblioteche italiane che appunto lo ricevono), oltre a essere già disponibile integralmente in versione elettronica sullo stesso sito AIB-WEB. Inoltre la classificazione risponde alle esigenze cui si doveva dare risposta: 1) esaustività (ampia copertura dell'area LIS) 2) analiticità (sono presenti 88 voci, tra classi e sottoclassi) 3) ordinamento (dal generale allo specifico, fino al marginale).

Una conseguenza dell'adozione della classificazione LPI (Letteratura professionale italiana) è stata quella della nuova denominazione dei file. Il modello per i nomi dei file segnala in sequenza la sigla della classificazione, la notazione e la forma del documento; es.: LPI19.HTM indica appunto lo schema di classificazione (segmento "LPI"), la classe (segmento "19"; cioè Editoria), la forma del documento (segmento "HTM"; cioè Formato HTML). Una immediata conseguenza è che l'ordinamento automatico dei file nella directory ricalca l'ordinamento concettuale delle classi; per ciò i file delle classi di una sola cifra antepongono uno zero alla notazione(es.: LPI07.HTM Politica bibliotecaria). Un'altra conseguenza possibile è che, una volta intuito il meccanismo, l'utente possa anche "fare da solo" una ricerca; in dettaglio: chi cerca notizie bibliografiche o risorse Internet su un argomento può interrogare rispettivamente la Letteratura professionale italiana o il Ramo LIS, avendo a disposizione lo stesso identico riferimento; es.: sostituendo nella parte finale dell'URL un nome di file coerente con la nomenclatura descritta in precedenza si trova, o non si trova [messaggio "File not found"], l'elenco pertinente alla classe indicata; tutto ciò si potrebbe riassumere nella frase "l'URL è la query", per cui la scrittura diretta dell'URL coincide con la stringa di ricerca. In concreto, la prassi è quella di un uso promiscuo dei nomi dei file: non rispettano quindi la nomenclatura i nuovi file che non hanno un posto preciso nella classificazione LPI, e i vecchi file per il motivo della completa riscrittura dei rinvii interni (e degli eventuali bookmark degli utenti AIB-WEB). Dovrebbe comunque essere ben chiara la struttura delle classi se si accede alla pagina di indice, dove sono presentate con "Numero - Vedetta".

A questo punto il Ramo LIS si è contemporaneamente rivolto anche alle fonti "interne" ad AIB-WEB, con l'intento di indicizzare gli stessi documenti AIB di tenore LIS; una distinzione indicativa è tra testi o repertori intesi come "comunicazione per i soci" (es.: l'organigramma dei Comitati esecutivi regionali) o come "informazione per i bibliotecari" in genere (es.: i testi sul copyright).

Tra i criteri di selezione delle risorse è da includere anche l'aderenza tra il contenuto delle stesse e l'espressione il più possibile univoca della classe corrispondente (in casi problematici le prassi è quella dell'essere "di manica stretta" e di filtrare concretamente). La descrizione delle risorse non segue una precisa ortodossia normativa (non c'è quindi una "vera" intestazione/descrizione o adesione a uno standard), ma cerca di essere coerente all'interno dell'intero ramo. Lo stile è comunque biblioteconomicamente riconoscibile nell'uso di acronimi e forme sciolte, di una punteggiatura significativa (es.: il segno di uguale per le formulazioni parallele, le parentesi quadre per le indicazioni integrative), ecc. Si potrebbe dire che si tratta di una forma di koinè bibliotecaria (nei confronti dei vari "dialetti" catalografici: AACR2, ISBD, RICA). Nella scelta di segnalare URL "visibili" il tentativo è quello di mantenere un rigoroso principio di economia, per il quale si indica il più breve URL efficace (ancora, in una frase, il "rasoio degli URL"), e di coerenza all'interno del ramo, di modo che se una risorsa viene ripetuta in classi diverse (es.: IFLA, come associazione professionale e come editore specializzato) l'URL sia sempre lo stesso ("URL uniforme").



Copyright AIB 1998-06-17, a cura di Serafina Spinelli

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