AIB. Commissione nazionale università e ricerca | |
Per assicurare ai propri utenti l'accesso alle risorse informative (a breve, medio e lungo termine), le biblioteche confidano da tempo in un sistema che, nel suo complesso, si propone di garantire questo servizio. Così – ad esempio – una biblioteca pubblica può privilegiare l'accesso a breve termine grazie alla sua appartenenza ad un sistema che assegna alle biblioteche nazionali il compito di assicurare quello a lungo termine.
Quanto appena delineato è valido indubbiamente per l'editoria a stampa: tutte le biblioteche sono impegnate in programmi di cooperazione che, grazie alle nuove tecnologie e alle reti, negli ultimi anni hanno raggiunto risultati ragguardevoli (anche se come sappiamo molto resta ancora da fare).
Un analogo sistema per le risorse in rete e per l'editoria elettronica semplicemente ancora non esiste. Se la cosiddetta volatilità delle risorse elettroniche rende problematica la loro identificazione (catalogazione e accesso), il rimedio non può essere costituito solo dalla creazione di identificatori persistenti (URN).
Oltre all'aggiornamento della legislazione sul deposito legale (ben pochi paesi hanno ad oggi preso in conto l'estensione del deposito legale ai prodotti dell'editoria elettronica) occorre che l'accesso a lungo termine sia garantito anche al di là del rapido mutare delle tecnologie informatiche.
Le biblioteche nazionali europee stanno guardando con interesse alla proposta – nata in ambito ISO – di un modello di archivio aperto [Reference Model for an open archival information system: http://ssdoo.gsfc.nasa.gov/nost/isoas/].
In sintesi le responsabilità di un archivio aperto sono – secondo il modello di riferimento proposto dall'ISO – le seguenti:
Ma si tratta soltanto di applicare un nuovo standard tecnologico: il modello presuppone un alto livello di cooperazione tra tutti i soggetti coinvolti nella catena di produzione e distribuzione dell'informazione.