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L'apprendimento nella biblioteca universitaria
Teaching in Academic Libraries
Firenze, 7 e 8 settembre 1998

Esperienze di servizi bibliografici


“Il Pescalibri” : un sistema multimediale per la didattica della ricerca bibliografica / Giovanna Grifoni, Michele Gianni [*]

 

Il progetto

Il “Pescalibri” è il titolo del corso in linea per l'apprendimento delle tecniche di ricerca bibliografica promosso dal Coordinamento centrale delle biblioteche dell'Università di Firenze in collaborazione con il Centro servizi informatici, telematici e multimediali dell'Ateneo (Ce.S.I.T.).

L'idea di realizzare un oggetto che fosse al tempo stesso uno strumento di informazione – una specie di guida per l'uso delle tecniche di ricerca bibliografica in rete – e uno strumento di formazione – un corso interattivo cioè, con dei quiz per misurare il grado di apprendimento – ci ha guidato fin dall'inizio del lavoro, nella fase ancora di discussione e di confronto di idee.

Dopo l'esperienza pluriennale dei corsi d'istruzione, rivolti agli studenti ed in generale agli utenti delle nostre biblioteche, sentivamo l'esigenza di mettere a frutto quel patrimonio di relazioni concrete che si era venuto cumulando, nel corso del tempo, tra noi bibliotecari, visti nel ruolo di informatori-formatori, e gli studenti, portatori invece il più delle volte di esigenze di soluzione empirica ed immediata, utilizzando anche le infinite possibilità offerte dalla tecnologia, soprattutto in relazione all'esistenza di Internet, e cercando di fornire uno strumento che fosse nuovo, almeno nei suoi aspetti formali.

Infatti se i corsi continuavano, e continuano tuttora, ad offrire un approccio per alcuni versi insostituibile - basti pensare all'utilità che essi hanno, per esempio, per le matricole, generalmente inesperte non solo delle tecniche di ricerca bibliografica ma anche ignare dell'esistenza di molti servizi - non si può continuare certo a negare che la diffusione, anche domestica, di Internet – (quanti studenti hanno un collegamento alla rete da casa propria?) – offra oggi la possibilità di raggiungere un più ampio numero di potenziali fruitori dei servizi bibliografici.

Dall'analisi di una utenza di questo genere siamo quindi giunti alla definizione di alcuni dei bisogni che di essa ne rappresentano la caratteristica univoca. Il capire come funziona un determinato catalogo, ad esempio, impiegando poco tempo, soprattutto se il collegamento è attraverso un modem da casa propria, e l'avere sempre a portata di mano (occhio) la soluzione dei problemi e degli inconvenienti che più frequentemente si possono incontrare nel percorso di ricerca, queste ci sembravano costituire la gran parte delle preoccupazioni dei nostri studenti. A tali costanti, comuni alla generalità degli utenti, andava poi aggiunta, secondo il nostro parere, se non tutta almeno una parte della complessa e variegata casistica rappresentata da coloro che hanno già un certo grado di esperienza sia nella ricerca bibliografica in generale che nella cosiddetta navigazione in rete e quindi delle loro diverse esigenze. In questo caso, ovviamente, dovevamo prendere in considerazione anche l'opportunità di fornire delle informazioni che si estendessero dal piano locale – come funziona il nostro OPAC – a quello ben più vasto e composito degli altri cataloghi in linea o delle banche dati, questione quest'ultima di non facile soluzione per tutta la varietà di casi che implica.

Il tutto andava poi realizzato senza mai appesantire troppo l'impatto iniziale, perché avevamo la consapevolezza, infatti, che una eccessiva lunghezza del documento o una eccessiva densità di rimandi (link) avrebbe rappresentato più un freno che una spinta alla consultazione della guida, e di conseguenza, all'apprendimento dei suoi contenuti; la qualcosa avrebbe potuto vanificare uno degli scopi principali del progetto: istruire gli utenti ad affrontare almeno una parte della ricerca con i propri mezzi. Una scelta di finalità quest'ultima – tutta rivolta a facilitare l'uso dei servizi per i cosiddetti utenti finali – che sembra caratterizzare oramai sempre più le varie agenzie bibliografiche presenti in Internet, e non solo quelle private, basti pensare ad esempio ai servizi di document delivery offerti dai cataloghi delle biblioteche tedesche o da quello della British Library che si rivolgono direttamente al “cliente”, libero di accedere ai servizi con l'unico limite della propria carta di credito.

A questo proposito i bibliotecari, al di là delle diverse opinioni che hanno in merito alla questione del loro destino professionale, sempre più conteso tra i fautori della mediazione – il bibliotecario deve fungere da trait d'union tra le risorse bibliografiche e l'utente – e quelli della formazione – il bibliotecario deve concentrare le energie nell'istruire e formare gli utenti – sanno bene che oltre le dispute teoriche, in molti casi, sono i cosiddetti limiti oggettivi, che vanno generalmente sotto il nome di organici e strutture (spesso insufficienti), a dirimere la querelle ideologica e a far sì che si possa pensare a soluzioni alternative anche se si è convinti assertori della funzione insostituibile del bibliotecario quale mediatore di informazioni.

Alla luce di queste considerazioni ci sembrava pertanto coerente tentare di realizzare un prodotto che contenesse in sé la duplice valenza di guida (informazione) e di corso (formazione); le vere e proprie difficoltà scaturivano però dall'esigenza di mantenere un equilibrio costante tra la forma: accessibile, divulgativa, accattivante, e il contenuto: mai troppo banalizzante; sia per non penalizzare l'utenza più esperta, sia per non fornire indicazioni ovvie o troppo facilmente intuibili. Si è pensato di risolvere il primo problema attraverso delle esemplificazioni grafiche che riassumono ed evidenziano i concetti senza dover necessariamente ricorrere alle parole; per quanto riguarda invece il problema del contenuto, con tutte le sue difficili implicazioni di selezione: che cosa inserire e che cosa escludere – visto che la soluzione enciclopedica era stata scartata fin dall'inizio – si è cercato, pur nella riproduzione degli schemi tipici della ricerca nei cataloghi in linea (per titolo, per autore, per soggetto ecc.), di distinguere sempre i casi che riguardano l'OPAC delle nostre biblioteche dagli altri.

L'indice tematico, visibile nella home page (figura 1, 54K), è stato strutturato in modo tale da rispondere fin dall'inizio al criterio dell'informazione finalizzata alla soluzione concreta dei bisogni e dei problemi; perciò il contenuto delle informazioni e delle nozioni è stato articolato nelle sezioni “Cercare i libri” e “Richiedere i libri” che meglio di qualsiasi altro titolo ci sembravano poter esemplificare il fine ultimo a cui tendono le domande e le richieste degli utenti delle biblioteche. Con la sezione “Altre ricerche” si è cercato invece di offrire all'utente qualche indicazione di ricerca bibliografica che vada al di là della pura e semplice consultazione del catalogo; ma soltanto qualche indicazione, perché siamo ben consapevoli della complessità e della vastità che è insita nel trattare un argomento così esteso quale quello delle bibliografie. In questo senso infatti abbiamo cercato di suggerire principalmente dei percorsi e delle metodologie, accanto a degli indirizzi di rete, senza dimenticare però che una indagine corretta, dal punto di vista bibliografico, non è detto che possa o debba sempre fare a meno dei repertori cartacei. Infine nel capitolo “Suggerimenti” abbiamo inserito qualche dettaglio di natura più tecnica, per essere di valido aiuto nel quotidiano di “chi cerca i libri attraverso le reti”, sempre nel rispetto più del criterio della frequenza e della reiterazione dei casi che della vastità degli stessi.

L'implementazione

Dall'analisi che ha preceduto la realizzazione del prototipo del “Pescalibri” è emersa una serie di requisiti che il sistema doveva possedere.

Innanzi tutto il sistema doveva essere consultabile attraverso la rete Internet, in modo da facilitarne la fruibilità. Sebbene ciò costituisca una limitazione (la grafica non può essere molto ricca, animazioni e suoni sono “pesanti” da caricare) essa è compensata dal fatto che una distribuzione su CDROM comporta difficoltà aggiuntive a livello organizzativo. Inoltre appare naturale che un sistema per apprendere come effettuare ricerche bibliografiche on line utilizzi lo stesso supporto dei sistemi di ricerca stessi.

Poiché il tipo di utenza del sistema è costituito principalmente di non esperti, è stato necessario ridurre al minimo la complessità dell'ipertesto che sostiene l'architettura del sistema. Infatti, se è vero che la struttura ipertestuale è in grado di presentare le informazioni in modo molto naturale, consentendo all'utente una navigazione per associazione di idee piuttosto che per sequenza prestabilita, è vero anche che un ipertesto puro, un reticolo di informazioni liberamente connesse, è molto difficile da manipolare se non si è abituati a farlo.

Un altro problema di cui si è dovuto tenere conto è la molteplicità dei tipi di computer su cui il “Pescalibri” può essere utilizzato: è essenziale che il sistema sia consultabile su qualunque piattaforma hardware/software.

Si deve inoltre tenere presente che il parco macchine utilizzato all'interno delle strutture universitarie non è quasi mai all'avanguardia; senza contare che nelle sale di consultazione informatiche confluiscono spesso computer dismessi per le loro caratteristiche non più al passo coi tempi.

La struttura principale del “Pescalibri” è costituita da un albero orientato, con pochi legami trasversali fra foglia e foglia. In tal modo la navigazione risulta molto naturale anche a chi non è abituato all'uso di ipertesti complessi (figura 2, 22K).

Fondamentalmente si tratta della familiare organizzazione per indici che chiunque sia solito leggere saggi ben conosce.

Sempre con lo scopo di mantenere la più ampia compatibilità, soprattutto verso i diversi tipi di browser disponibili attualmente, si è deciso di rimanere molto aderenti alle specifiche di HTML 3.2, con l'unica eccezione dell'utilizzo dei frames, per i quali si sono usate le norme HTML 4.0.

Per le stesse ragioni il sistema non fa e non farà uso di estensioni come Javascript, HTML dinamico e soprattutto Java. Eventuali ulteriori sviluppi saranno implementati con applicazioni server side, usando l'interfaccia CGI, in modo da non coinvolgere i browser.

Facilitati dalla struttura ipertestuale assai semplice, si è fatta particolare attenzione a mantenere un'interfaccia molto intuitiva e coerente per tutto il sistema. Gli indici che scandiscono la struttura principale si trovano sempre sulla sinistra, i bottoni di navigazione sempre in basso allineati a destra e i link trasversali e sempre come parole evidenziate all'interno del corpo principale.

Quando si appronta la parte grafica di un sito web è inevitabile dover combattere da un lato con le esigenze estetiche dall'altra con le dimensioni delle immagini. Una pagina molto curata graficamente risulta spesso molto pesante per il collegamento in rete dell'utente, soprattutto se questi è connesso da casa con un modem. Pertanto anche in questo caso si è cercato un compromesso, mantenendo gli elementi grafici di tipo estetico (indici, bottoni, sfondi) al minimo indispensabile in favore degli elementi di contenuto, come le “snapshot” di schermate esemplificative.

Rispetto allo stato attuale due sono gli sviluppi previsti del sistema.

I quiz di autovalutazione costituiscono al momento una sequenza di pagine predefinita, sempre uguale per qualunque utente.

Per far sì che la sequenza di quiz sia ogni volta differente il solo HTML non è sufficiente. Verrà dunque implementato un database di quiz con le relative risposte e un software CGI (residente dunque sul server) che ogni volta che viene invocato sceglie una serie di domande in modo casuale e le presenta all'utente in modo trasparente.

L'altro componente del sistema in fase di realizzazione è un glossario dei termini. Poiché HTML non prevede per ora un oggetto del tipo finestra “pop-up”, le soluzioni alternative sono molteplici, ma tutte caratterizzate da inconvenienti o violazioni delle regole che ci siamo imposti (nessun javascript, nessun applet Java ecc.). La realizzazione del glossario rimane quindi per il momento congelata.



* La sezione "Il progetto" di questo articolo è opera di Giovanna Grifoni, la sezione "L'implementazione" è di Michele Gianni.



Copyright AIB 1998-10-15, a cura di Serafina Spinelli

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