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Catalogazione e alfabeti non latini*

redatto da Chiara Rabitti


Fino a non molti anni fa solo un numero limitato di biblioteche italiane di precise tipologie (grandi biblioteche di conservazione, universitarie, specialistiche) possedeva testi stampati in caratteri diversi da quelli latini, gestiti da personale specificamente preparato e destinati ad un pubblico ristretto di studiosi ed esperti ricercatori. La gestione di cataloghi separati o l'applicazione di sistemi di traslitterazione diversi non costituivano d'altra parte problemi rilevanti, rispondendo necessariamente alle sole esigenze di funzionamento e di omogeneità a livello locale.

Oggi la diversa composizione delle comunità da servire e della cultura da documentare sta portando anche nelle biblioteche pubbliche testi in tutti gli alfabeti e lettori di ogni provenienza; e allo stesso tempo la condivisione dei cataloghi, offrendo immense opportunità per la gestione delle informazioni, reclama la coerenza dei codici e l'adozione di standard.

A conclusione del Seminario "Da Babele a Alessandria? catalogazione e alfabeti non latini" tenuto a Venezia presso la Fondazione Querini Stampalia il 2 ottobre 2003, i promotori raccolgono una sintesi di quanto emerso dagli interventi dei relatori e dalla successiva discussione nel presente documento con il quale si intende mantenere aperta nelle sedi più opportune la riflessione avviata, al fine di favorire lo studio e la promozione di politiche e pratiche catalografiche in grado di garantire la massima efficacia dei servizi bibliotecari nella società interculturale, nella quale inoltre l'informazione circola a livello mondiale.
Si tratta da un lato di diversi ordini di problemi, che possono sinteticamente ricondursi agli ambiti tecnico, formativo ed economico; dall'altro di una serie di proposte e indicazioni che richiamano all'applicazione anche in questa prospettiva di principi, prassi e comportamenti professionali che già hanno portato e portano frutto in altri settori del lavoro delle biblioteche.

Catalogo e standard

Tra i problemi di ambito tecnico rientrano sia quelli biblioteconomici generali che quelli più specificamente propri della gestione informatizzata dei dati.
Si impone innanzitutto l'adozione di un sistema di traslitterazione comunemente condiviso: la difformità delle tavole di riferimento rende infatti difficile lo scambio delle informazioni e la costituzione di cataloghi collettivi e/o partecipati.
Il cambiamento del sistema di traslitterazione in cataloghi già consistenti e consolidati comporta d'altra parte una soluzione di continuità che può essere compensata solo da benefici sicuri: senz'altro più facile è la definizione di tavole comuni per le biblioteche che solo ora affrontano la catalogazione di materiali in alfabeti non latini.
Se tuttavia la traslitterazione resta ancora oggi la sola procedura valida in relazione all'unicità del catalogo e alle sue funzioni gestionali, appare fortemente discutibile la sua reale efficacia ai fini del servizio al pubblico, per il quale risulta auspicabile la disponibilità di registrazioni nei caratteri propri della lingua originale, secondo il dettato di ISBD.
Si pone quindi il problema della gestione di cataloghi multialfabeto, che presenta aspetti di grande criticità sia dal punto di vista informatico che da quello informativo, in relazione non solo alla riproduzione grafica dei diversi caratteri, ma anche e soprattutto al loro ordinamento e alla loro ricercabilità in un catalogo integrato. Tale catalogo dovrebbe infatti consentire l'accesso tramite alfabeti diversi a informazioni organizzate sulla base alfabetica della traslitterazione o di altro criterio comunque necessariamente univoco.
Significative esperienze straniere confermano da un lato l'interesse e la validità della prospettiva, sorretta inoltre dalle iniziative per la costituzione di authority files a livello nazionale e internazionale, dall'altro la sua scarsa praticabilità in tempi brevi nel nostro paese, dove comunque il problema va affrontato e impostato correttamente fin d'ora sulla base degli strumenti oggi disponibili.

Specializzazione e formazione

La catalogazione di materiali in caratteri non latini richiede peraltro un insieme di competenze difficilmente riscontrabili nel personale delle nostre biblioteche e troppo spesso semplicisticamente ridotte alla pur rara conoscenza della lingua, in realtà assolutamente insufficiente in mancanza di specifiche nozioni professionali e di una buona cultura generale in ambedue i contesti linguistici.
Attualmente la catalogazione di questi materiali è affidata spesso a personale di madre lingua, eventualmente assistito da un bibliotecario, o viceversa a bibliotecari, eventualmente assistiti da personale di madre lingua. Nella maggior parte dei casi quest'ultimo opera su base volontaria o di collaborazione occasionale, e il suo rapporto con la biblioteca è puramente contingente, se non casuale. Se migliore è la situazione delle biblioteche o sezioni specializzate, molto raro resta comunque trovare riunite nello stesso operatore sia la competenza catalografica che quella linguistica. La formazione di personale adeguato costituisce quindi una prima condizione per la produzione di un catalogo di qualità, e conseguentemente per l'erogazione di servizi efficaci.
La preparazione di una figura professionale in grado di corrispondere a queste esigenze potrebbe essere realizzata nell'ambito delle università, in particolare in quelle che comprendono facoltà linguistiche e corsi di laurea in conservazione dei beni culturali: potrebbe altresì essere oggetto di lauree specialistiche, master o altri corsi di specializzazione post lauream. Specifici corsi di formazione biblioteconomica e catalografica potrebbero d'altra parte riqualificare e valorizzare in questa prospettiva quei cittadini immigrati che, avendo già conseguito un titolo di studio superiore o universitario nei paesi di provenienza, si trovano spesso in stato di sottoccupazione.
L'attivazione di qualsiasi tipo di formazione professionale in questo settore risulterà tuttavia scarsamente utile in assenza di un'opportuna strutturazione operativa, sia dal punto di vista della messa a punto di indirizzi e strumenti tecnici che da quello dell'investimento economico e della conseguente creazione di posti di lavoro.

Soluzioni adeguate per tempi e dimensionamenti

La valutazione della dimensione del problema, pure in costante crescita, infatti ad oggi risulta ancora limitata, e tale da non rivestire evidentemente quel carattere di emergenza che può giustificare un congruo impegno finanziario da parte delle istituzioni sia a livello locale che a livello nazionale.
Se tuttavia, anche a motivo di altre più pressanti istanze che investono l'organizzazione delle nostre biblioteche, la questione può non apparire al momento prioritaria, va sottolineata con forza la necessità di affrontarla in tempo utile e correttamente fin dalle prime fasi, approntando, pur nei limiti delle risorse disponibili, strumenti e modalità operative capaci di evitare un difficile recupero tardivo, che sicuramente richiederà maggiori investimenti oltre a comportare la perdita di preziose opportunità di integrazione e di promozione culturale, sociale ed economica.
In particolare il problema investe le biblioteche pubbliche, dove l'urgenza del servizio impone comunque fin d'ora il ricorso a soluzioni anche temporanee e parziali, capaci tuttavia di gestire e promuovere un'offerta multilingue garantendo l'accesso a materiali in diversi alfabeti; grave sarebbe infatti che un servizio dovuto e oggi più che mai strategico nella prospettiva dell'integrazione culturale venisse sospeso, rinviato o reso marginale in attesa di tardive indicazioni e decisioni centrali.
Delle esperienze di queste biblioteche, dalle quali la priorità della vocazione pubblica esige un quotidiano impegno operativo anche nella scarsità di risorse e di strumenti, si dovrà necessariamente tener conto in ogni futura progettualità.

Cooperazione ed interventi consortili

La complessità e l'articolazione delle problematiche sia tecniche che formative ed economiche legate al trattamento catalografico dei materiali in alfabeti non latini, oltre alla varietà delle situazioni e delle esigenze di servizio sparse sul territorio, pongono peraltro ogni soluzione che non sia contingente o sperimentale al di fuori della portata di biblioteche e sistemi isolati, ed esigono un approccio cooperativo su scala nazionale o europea, attraverso un percorso modulare e coordinato.
Le forme della cooperazione potrebbero svilupparsi trasversalmente tra biblioteche di una stessa tipologia e tra biblioteche di tipologie diverse, come pure con altri istituti, enti e associazioni a vario titolo interessati e competenti.
In questa prospettiva le differenti caratteristiche e specificità delle biblioteche potrebbero utilmente integrarsi a supporto del servizio, evitando la duplicazione dell'impegno, la moltiplicazione e la concorrenza delle competenze e definendo invece una rete di punti di eccellenza diffusi sul territorio nazionale e non solo.
Una metodologia concretamente cooperativa consentirebbe altresì una soluzione condivisa dei problemi tecnici, con i conseguenti vantaggi funzionali ed economici; garantirebbe più completi interventi formativi, integrando esperienze complementari e giustificando le creazione di nuove figure professionali; costituirebbe infine la migliore condizione per accedere efficacemente a finanziamenti ad hoc, sia su fondi comunitari che con il possibile intervento di eventuali soggetti privati.

Gli Enti che hanno contribuito all'organizzazione della giornata condividono l'analisi sopraesposta e sono coscienti delle difficoltà connesse all'affrontare problemi così complessi. Peraltro, pur concordando sul limite che rivestono interventi parziali, hanno individuato un primo insieme di impegni, che rientra nell'ambito del loro operare istituzionale:

Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle Biblioteche Italiane (ICCU), Commissione per la revisione delle Regole Italiane di Catalogazione per Autori (RICA)

Sistema Bibliotecario di Ateneo dell'Università Ca' Foscari di Venezia

Fondazione Querini Stampalia onlus

Associazione Italiana Biblioteche

Invitano altresì biblioteche, enti e istituzioni che condividono questa analisi a sottoscrivere il documento, impegnandosi a loro volta e per quanto di loro competenza ad approfondirne i temi e a svilupparne le linee, verificando e stimolando il lavoro dei primi firmatari e aderendo alle proposte operative che ne emergeranno.

(Firme)

* Documento finale del Seminario Da Babele a Alessandria? Catalogazione e alfabeti non latini , Venezia, Palazzo Querini Stampalia, giovedì 2 ottobre 2003 (pubblicato in occasione della Conferenza di Primavera dell'AIB Attraverso linguaggi e culture: biblioteche e multilinguismo, Saint-Vincent, 28-30 aprile 2004)


Copyright AIB 2004-09-30, ultimo aggiornamento 2005-10-20, a cura di Domenico Ciccarello
URL: <https://www.aib.it/aib/commiss/mc/rabchi01.htm>

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