[AIB]

XLVI Congresso nazionale AIB
Oltre confini e discontinuità
Torino, 11-13 maggio 2000


Biblioteche di carta e di celluloide. - 2000-05-13 18:00/20:00

NOTA redazionale. Ringraziando gli autori che hanno messo a disposizione per AIB-WEB i testi delle loro relazioni, avvertiamo che potranno risultare lievi differenze tra questa versione e quella definitivamente licenziata per la stampa.


Bibliotecari nella fiction : presentazione di "Librariana"

Rossana Morriello

 

Librariana: cos'è e come nasce.

In occasione del XLVI Congresso dell'Associazione Italiana Biblioteche, AIB-WEB, il Web dell'Associazione, presenta un nuovo ramo denominato "Librariana" [1], a cui lavora un gruppo della redazione composto, oltre che dalla sottoscritta, da Annalisa Cichella, Anna Galluzzi, Riccardo Ridi, e che si avvale della collaborazione di numerosi altri colleghi.

Librariana è una raccolta di riferimenti a biblioteche e bibliotecari in ambiti, per una volta, non propriamente biblioteconomici, nonché, per inevitabile conseguenza, un punto di partenza per una riflessione su come il bibliotecario e la biblioteca sono visti "dall'esterno". Abbiamo, quindi, cercato degli ambiti in cui la nostra professione comparisse in qualche modo, e ne abbiamo trovati diversi. Dai quali le diverse sezioni di Librariana. L'idea di Librariana nasce a seguito di uno scambio di messaggi in AIB-CUR, la lista di discussione dei bibliotecari italiani, nell'estate del 1999, dal quale sono emerse le prime segnalazioni di biblioteche e bibliotecari nel cinema, accompagnate da qualche considerazione sull'immagine che ne derivava (non così lusinghiera, a dire il vero). Da questi primi indizi siamo andati a scavare in quello che si è rivelato un pozzo senza fondo, per cui pian piano Librariana si è arricchita di materiale e di risorse di diverso tipo.

Tuttavia, Librariana nasce anche un po' in modo naturale, a colmare un'assenza italiana in questo campo. Non certo perché in Italia manchino studi e riflessioni sull'immagine del bibliotecario o sulle biblioteche nel cinema, nella letteratura, nei fumetti, la bibliografia è, infatti, cospicua e autorevole, ma mancava un "reference work", già presente, invece, in altre realtà estere, in grado, da un lato, di raccogliere i contributi, italiani e non, e dall'altro, di fornire un serbatoio da cui attingere per ulteriori approfondimenti, rendendo fruibili queste risorse facilmente e velocemente da tutti, come è possibile grazie ad Internet.

Le sezioni di Librariana allo stato attuale includono: il bibliotecario nel cinema e nel teatro, il bibliotecario nei fumetti, nelle vignette e nelle barzellette, il bibliotecario nella letteratura e nell'arte, nella musica, in televisione e in altre amenità, ovvero giochi e curiosità varie, oltre ad una raccolta di altri virtual reference desk su argomenti simili. È presente, inoltre, una sezione che comprende un elenco di personaggi famosi, non per il loro lavoro di bibliotecari, che spesso non è neanche noto ai più, ma per altre attività professionali di varia natura. Un'ulteriore sezione accoglierà contributi redatti dai colleghi che vorranno scrivere sui temi trattati in queste pagine di AIB-WEB.

Ogni sezione include una serie di link esterni, verso siti simili, e link alle pagine create dalla redazione di Librariana che ha cercato di fornire bibliografie, filmografie, fumettografie, corredate da commenti e da citazioni tratte da film e telefilm, libri, riviste, fumetti, testi di canzoni, e quant'altro fosse disponibile.

Biblioteche cinematografiche e biblioteche letterarie.

I criteri per l'inclusione nelle suddette pagine, redatte nello specifico da AIB-WEB, sono stati leggermente diversi per le risorse di tipo letterario e quelle di tipo cinematografico.

Per quanto riguarda i film (e ciò vale anche per le serie televisive), siamo stati un po' più restrittivi, in quanto abbiamo escluso le opere in cui compaiono le biblioteche private, che invece sono presenti nella selezione di opere letterarie, sebbene anche qui non in maniera indiscriminata, ma solo laddove assumano una certa valenza nell'ambito della narrazione. La considerazione che ci ha portato a questa scelta è che il cinema, per la natura del suo linguaggio, è spesso portato ad utilizzare la biblioteca privata come sfondo, per caratterizzare un personaggio, per dirci nel modo più immediato che ha, un'immagine, un'inquadratura, che quel personaggio è istruito, colto, uno studioso.

Inoltre, la funzione del libro nel racconto cinematografico è sovente quella di avvicinare il film al racconto letterario in una sorta di "competizione" con la letteratura, e di "corsa alla cultura e alla rispettabilità" [2] proprie, invece, del libro, che il cinema eredita dalle sue origini, e che portarono il regista americano David Griffith ad affermare (era il 1915, subito dopo l'uscita del suo film La nascita di una nazione) che il libro entro dieci anni sarebbe scomparso e il film avrebbe preso il suo posto [3].

Una frase che inevitabilmente ci porta ad un ovvio collegamento con le parole di Bill Gates, noto magnate dell'informatica, il quale ha a sua volta recentemente dichiarato che la carta entro dieci anni scomparirà, e a constatare, quindi, come ogni nuovo mezzo di comunicazione entri necessariamente in competizione con il libro e con la sua lunga e solida storia, perlomeno nella fase che precede la presa di coscienza delle proprie potenzialità e specificità linguistiche. I film in cui compaiono biblioteche pubbliche, o biblioteche che comunque si prestano ad un uso collettivo, come le biblioteche carcerarie, ospedaliere o dei giornali, sono state inserite nel repertorio cinematografico, sia che la biblioteca o il bibliotecario compaiano nelle scene, sia che vengano solo nominati nel dialogo.

Per quanto riguarda la letteratura, il discorso biblioteca si pone in termini diversi. Lo scrittore ha altre possibilità di dirci che un personaggio è colto e istruito, e quando introduce una biblioteca, anche se privata, lo fa per dare una valenza precisa e spesso simbolica non solo al quel preciso intreccio, ma, in molti casi, a tutto il suo discorso narrativo. La biblioteca letteraria rappresenta spesso la visione del mondo dello stesso scrittore. Dietro la descrizione di una biblioteca privata, che non a caso spesso include l'elenco dei libri contenuti e costituisce lo spunto per le discussioni dei personaggi su tali opere, non di rado vi è l'ideologia dello scrittore, come accade, per fare un esempio, nel Candide di Voltaire, in cui dietro il senatore Pococurante e i suoi commenti sui libri contenuti nella propria biblioteca, si cela, neanche tanto velatamente, lo stesso filosofo francese.

E così le biblioteche letterarie sono naturalistiche e positivistiche, se sono biblioteche ottocentesche, frammentarie, labirintiche, simbolo dell'isolamento dell'artista e dell' "ansia", se sono novecentesche.

L'immagine della biblioteca e l'immagine del bibliotecario

I temi che emergono dalla rappresentazione cinematografica e letteraria del mondo delle biblioteche sono numerosi ed interessanti, ma per approfondirli rimando alla bibliografia disponibile, segnalata in Librariana. La sola distinzione che opererei qui, brevemente, è, invece, tra l'immagine della biblioteca e l'immagine del bibliotecario che, seppur correlate, presentano alcune diversità.

Se della biblioteca è quasi universalmente riconosciuta l'utilità reale (è il luogo grazie al quale detective e non risolvono gialli, svelano misteri, sconfiggono presenze demoniache), o la valenza simbolica (come luogo che aspira a conservare "tutto il sapere del mondo"), o l'utilità indiretta (come luogo di incontro e di socializzazione, e sovente di innamoramento), il bibliotecario non gode della stessa immagine positiva. Il bibliotecario e la bibliotecaria sono ancora, in molti casi, rappresentati attraverso l'immagine stereotipata che ben conosciamo: occhiali e aria timida, con i capelli raccolti in uno chignon se si tratta di una donna, solitari e incapaci di relazionarsi con la società, spesso antipatici e scortesi con i lettori, descritti da tanta letteratura come dei "buoni a nulla".

Uno stereotipo di cui il cinema fa, e forse ha sempre fatto, un uso minore, se paragonato a quello della letteratura, (sebbene alcuni casi, come La scelta di Sophie, siano decisamente estremi), arrivando anche, recentemente, all'ironia di film come La mummia (ironia che contribuisce, comunque, ad intaccare lo stereotipo), a trasformare il bibliotecario in un supereroe, come in La vendetta della Maschera Nera, o a mettere in scena una bibliotecaria "laureata e specializzata" che si vanta del suo fisico da miss in Major League. Ma anche nella letteratura le cose stanno cambiando, e lo dimostrano i bibliotecari che con il loro lavoro diventano protagonisti, come avviene in N di Ernesto Ferrero, Il sottolineatore solitario di Marco Bosonetto e Microservi di Douglas Coupland.

Forse, suggeriscono le autrici di un interessante testo francese [4], lo stereotipo è talmente abusato da portare gli scrittori a cercare altri modelli, soprattutto se si tratta di autori poco canonici, come John Fante con le sue bibliotecarie belle e sexy. Certo è, tuttavia, che dietro uno stereotipo si cela sempre un po' di verità, per quanto distorta e semplificata. Gli studi sull'immagine dimostrano come la percezione esterna di un gruppo professionale sia basata su quello che effettivamente i suoi membri fanno e dall'esterno si vede [5]. Se gli scrittori, quindi, cercano nuovi modi per mettere in scena il bibliotecario, è forse il segno di una trasformazione in atto nella realtà che rende i modelli esistenti non più adatti a rappresentarla.

Sicuramente, uno stereotipo ereditato dal passato ha dei tempi di cambiamento molto lunghi, ma l'attenzione all'immagine, in un'epoca che all'immagine è tanto legata, diventa sempre più importante anche per i bibliotecari, tanto che le stesse associazioni professionali iniziano ad interessarsene concretamente. L'IFLA ha recentemente commissionato uno studio sulle cause della cattiva immagine del bibliotecario [6] con l'intento esplicito di "porre rimedio a questa situazione", mentre il nuovo esecutivo della Library Association ha appena reso noto (aprile 2000) il suo piano d'azione, in cui uno dei punti riguarda proprio la promozione di un'immagine positiva, e dal quale cito: "L'Associazione ritiene che sia importante promuovere un'immagine positiva per il lavoro del settore biblioteconomico e dell'informazione, ed enfatizzare l'apporto concreto che i servizi bibliotecari e dell'informazione danno agli obiettivi culturali, educativi, economici, sociali e democratici della società" [7], un proponimento a cui fanno seguito, nel documento, una serie di azioni concrete e immediate da intraprendere.

E se, come il già citato studio dell'IFLA ha evidenziato [8], l'immagine non così allettante del bibliotecario è dovuta, tra le varie cause, alla mancanza di visibilità, (e tra le altre cause vi è la qualità dei servizi offerti dalla biblioteca, di cui spesso il pubblico non è a conoscenza e verso i quali ha una bassa aspettativa, nonché l'atteggiamento del bibliotecario, troppo passivo nei confronti dell'utente, se non addirittura negativamente predisposto), e se, tanto più in futuro, "nell'era di Internet e dei motori di ricerca", il bibliotecario avrà bisogno di rendere se stesso e il proprio lavoro visibili [9], speriamo che quelli che ci arrivano dalla letteratura e dal cinema siano davvero i sintomi di un cambiamento, e che, in un giorno non troppo lontano, potremo sorridere a quell'immagine stereotipata del bibliotecario e della bibliotecaria, acido e scontroso, geloso custode delle sue conoscenze, a cui raramente il lettore nella fiction si rivolge, e di poterla considerare memoria di un passato che non è più.

Librariana: un possibile strumento di lavoro?

Ritornando a Librariana, e per concludere, ci piacerebbe che questo nuovo ramo di AIB-WEB potesse essere, innanzi tutto, una lettura piacevole per tutti, e uno stimolo alla lettura e alla visione delle opere citate, uno strumento informativo e base per ulteriori riflessioni e approfondimenti, ma anche uno strumento di lavoro; in primo luogo per i bibliotecari, pensando a quelle realtà italiane in cui il romanzo, il film, il fumetto che parlano del mondo delle biblioteche vengono utilizzati per avvicinare il pubblico, soprattutto i bambini e i giovani studenti, alla biblioteca. Ma anche, riferendomi ad un invito di Carlo Carotti in un articolo comparso su "Biblioteche oggi" [10], un punto di partenza per quelle biblioteche o mediateche, che, vogliano dare una mano al cinema, ma, aggiungo io, anche alle biblioteche stesse, costituendo una videoteca, e contribuendo così alla formazione del lettore/spettatore, soprattutto nelle piccole realtà cittadine in cui non sono presenti sale cinematografiche a disposizione dei giovani.

 

Note e riferimenti bibliografici

[1] Librariana è consultabile all'URL: <https://www.aib.it/aib/clm/clm.htm>

[2] Guido Fink, Il primo è stato Amleto, "L'indice dei libri del mese", 12 (1995) 11, p. 13-14.

[3] Ibidem.

[4] Anne-Marie Chaintreau, Renée Lemaître, Drôles de bibliothèques: le thème de la bibliothèque dans la littérature et le cinéma, Paris, Éditions du Cercle de la librairie, 1993.

[5] Hans Prins, Wilco De Gier, The image of the library and information profession. How we see ourselves: an investigation. A report of an empirical study undertaken on behalf of IFLA's round table for the management of library associations, München, K.G. Saur, 1995.

[6] Ibidem.

[7] The Library Association Draft Corporate Plan, London, LA, April 2000, p. 6.

[8] Hans Prins, Wilco De Gier, op. cit., p. 21-22.

[9] Anne Grodzins Lipow, "In your face" reference service, "Library Journal", v. 124, n. 13, August 1999, p. 50-52.

[10] Carlo Carotti, I sindaci, il pubblico, le mediateche, "Biblioteche oggi", 16 (1998) 3, p. 74-75.

 

© Morriello, AIB, EG, 2000-06, rev. 2000-06-13.
AIB-WEB, URL: <https://www.aib.it/aib/congr/c46/s37c.htm3>


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