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51. Congresso nazionale AIB

AIB2004

Giovedì 28 ottobre 2004
ore 9,00-13,30
Roma EUR, Palazzo dei congressi
Sala Esquilino


Principi di catalogazione internazionali: una piattaforma europea?
Considerazioni sull'IME ICC di Francoforte e Buenos Aires


Anna Lucarelli
Fra principi internazionali e tradizione europea: sviluppi italiani nell'indicizzazione per soggetto

Le norme sull’indicizzazione e i principi dell’IME ICC

Sul versante della catalogazione semantica, penso che possa essere interessante focalizzare due tipi di problematiche in rapporto al tema del Convegno:

  1. i principi sinora presentati dal Gruppo di lavoro IME ICC, al livello di avanzamento in cui sono, danno già indicazioni a chi si occupa di elaborare norme sulla catalogazione per soggetto?
  2. è possibile ipotizzare una condivisione dei principi fra sistemi diversi e – sul piano delle realizzazioni – sviluppare forme di integrazione operative fra varie esperienze, soprattutto europee?

Quando si parla di normativa catalografica e dell’opportunità di stabilire un terreno comune che faciliti la comunicazione e ottimizzi il ruolo di intermediazione informativa svolto dai cataloghi, il versante dell’indicizzazione presenta maggiori difficoltà. Tradizionalmente si è ritenuto che in questo campo individuare soluzioni generali e condivisibili sul piano internazionale sia maggiormente complesso.
I linguaggi di indicizzazione, avendo il compito di allestire sistemi adatti al trasferimento di dati sul contenuto concettuale dei documenti, devono adottare strutture formalizzate per la rappresentazione della conoscenza. Il loro coinvolgimento con il campo dell’organizzazione della conoscenza e con quello dei meccanismi profondi del linguaggio è molto forte. E sappiamo bene che non esistono univoci modelli di rappresentazione del sapere, né - ovviamente - univoci codici linguistici.
Come ha evidenziato Maria Inês Lopes Cordeiro, si deve prendere atto di alcuni dati:

  1. nell’indicizzazione per soggetto, effettivamente, è stato più difficile raggiungere un grado di comprensione e standardizzazione a livello internazionale. Gli standard, che pure esistono, si pensi agli standard ISO, oppure alle Guidelines for subject authority and reference entries (GSARE) 1, offrono soprattutto soluzioni operative e - naturalmente - non garantiscono risultati uniformi nell’indicizzazione di una stessa pubblicazione in contesti culturali, linguistici e bibliografici diversi.
  2. Fino a tempi recenti le più importanti iniziative realizzate a livello internazionale hanno riguardato più che altro gli strumenti di indicizzazione per soggetto, e non tanto l’elaborazione di riferimenti concettuali comuni.
  3. La realizzazione di una vera e propria codificazione nazionale sull’indicizzazione è stata esigua, ha seguito percorsi cauti.

Certo non si può ignorare la diffusione geograficamente imponente di certi sistemi (penso a Library of Congress subject headings), né il ruolo rivestito da alcuni standard come guida all’impiego di metodologie e pratiche uniformi; ma sia i sistemi che gli standard non attengono – come viene giustamente rilevato – al livello dei principi.
Il primo vero contributo sulla possibilità di condividere a livello internazionale non tanto i sistemi di indicizzazione, ma i loro fondamenti concettuali, è stato il lavoro dei Principles underlying subject heading languages dell’IFLA 2. Un secondo contributo, sarà il lavoro sulle entità del 3. gruppo nel modello FRBR (Functional Requirements for Bibliographic Records), un altro – anch’esso in via di sviluppo - sarà quello di FRANAR (Functional Requirements for Authority Numbering and Records).
Tali iniziative testimoniano di un reale mutamento di indirizzo, un rovesciamento che consente di superare la prospettiva essenzialmente pragmatica adottata fino a poco tempo fa.

Può essere interessante sottolineare che nel campo dell’indicizzazione gli strumenti normativi, quando presenti, sono stati generalmente elaborati successivamente all’affermazione dei relativi linguaggi: prima si sono consolidati i sistemi e i loro prodotti (i cataloghi, le liste di intestazioni per soggetto), in un secondo momento si è fatto lo sforzo di stabilire i principi su cui erano basati. Non è un caso che dalla citata indagine dell’IFLA, sia emersa la giovane età degli strumenti normativi, pubblicati in date posteriori all’effettivo impiego del linguaggio 3.
La maggior parte dei linguaggi di indicizzazione attualmente in uso si presentano come elenchi e liste di intestazioni collegati a "manuali" o "guide". Nella maggior parte dei casi, i manuali dichiarano espressamente di derivare dalle liste di intestazioni di soggetti di un catalogo. Anche in ordine di tempo - prima hanno preso corpo i cataloghi poi sono state definite le norme.
Le Library of Congress subject headings (LCSH), sono una lista di soggetti corredati da un manuale; lo stesso Soggettario per i cataloghi delle biblioteche italiane (1956) si basava sui soggetti del catalogo della Biblioteca nazionale di Firenze (già impiegati dal 1925). Rameau prende le mosse da un Répertoire d'autorité-matière sulla base del quale è stata predisposta una Guida. Anche in Spagna prima viene diffusa la Lista de encabeziamentos para Bibliotecas Publicas (1986) e, successivamente, nel 1991, la Normativa para su redacción. Similmente è costituito il sistema portoghese Siporbase (con il suo "manuale" a fogli mobili) e il sistema tedesco che, ai soggetti della Deutsche Bibliothek e delle biblioteche collegate, associa le Regeln für den schlagwortkatalog (RSWK).

Tale peculiarità è significativa: in questo versante della catalogazione i linguaggi tendono ad identificarsi con il prodotto dell’attività catalografica. In realtà le liste di soggetti dovrebbero essere una componente di un sistema di indicizzazione, non il linguaggio di indicizzazione.
Inoltre, i manuali e le guide citate sono stati spesso interpretati più come un insieme di raccomandazioni che come codici veri e propri. Ciò è avvenuto indipendentemente dagli specifici contesti geografici e culturali. E anche quando i manuali hanno accentuato la loro forza normativa, sono stati impiegati con una certa flessibilità, alla luce dei bisogni di specifiche fasce di utenza o di particolari contesti informativi. Tale discrasia di applicazioni si motiva non solo perché, come viene spesso ribadito, sui problemi dell’indicizzazione è difficile raggiungere il consenso. Anche il fattore della formazione professionale degli indicizzatori, ad esempio, ha influito significativamente: la conoscenza delle tecniche in questo campo si trasferisce secondo strategie molto diverse.
Da’altra parte, in alcuni casi, sono gli stessi strumenti catalografici ad affermare la loro natura non rigidamente prescrittiva. Il Soggetttario prevedeva indicazioni di metodo solo nelle Note introduttive. I suoi curatori, come è noto, si dichiararono non ancora pronti per assolvere al "compito di formulatori di regole". E non è un caso se ancora Rameau, nell’ultima edizione della Guida, intitoli il capitolo dedicato al metodo: Conseils pour l'indexation 4. Più decisa la posizione del manuale di SIPORbase che si definisce senza timori un "corpo de regras" i cui obiettivi sono – appunto - di stabilire principi, criteri e regole ("principios, critérios e regras").
In questo contesto, la pubblicazione nel 1996 della Guida all’indicizzazione per soggetto da parte del Gruppo GRIS dell’Associazione italiana biblioteche, si deve considerare una novità nel panorama europeo: si chiama "Guida" ma non si presenta collegata ad una specifica lista di soggetti o ad un sistema preesistente; si fonda su un approccio interdisciplinare all’indicizzazione, elabora un modello di linguaggio di tipo analitico-sintetico, ed ha come riferimenti le teorie sviluppatesi attraverso gli studi del Classification Research Group (CRG), il metodo delle classificazioni a faccette e gli standard internazionali sui thesauri 5. Un patrimonio di elaborazioni che aveva trovato una sua concretizzazione nell’esperienza inglese del PRECIS.

Il cambiamento di prospettiva degli ultimi anni ci ha consentito di sviluppare l’idea che anche nel campo dell’indicizzazione sia possibile puntare ad una condivisione di principi non solo al fine di unificare specifiche soluzioni catalografiche, ma soprattutto allo scopo di allestire sistemi che possano comunicare fra loro pur nella diversità delle singole applicazioni; oppure che possano garantire la possibilità di adattamenti e traduzioni. Questo nuovo approccio è stato al centro dell’ultima Conferenza IFLA di Buenos Aires, dove il workshop organizzato dalla Sezione sull’indicizzazione per soggetto e classificazione è stato dedicato al tema dell’implementazione e adattamento di strumenti globali a bisogni locali 6. Anche se da prospettive diverse, gli esperti sono ormai d’accordo sul fatto che:
- si devono definire principi stabili relativamente all’indicizzazione;
- nonostante i sistemi di indicizzazione mirino a trasferire significati fra universi anche molti diversi fra loro, è comunque possibile definire principi validi per ogni contesto;
- poiché i sistemi di indicizzazione si basano su lingue diverse, è opportuno stabilire a che livello di specificità possono dare istruzioni gli standard, compresi quelli per i tesauri multilingue;
- un’armonizzazione fra principi internazionali e specifiche identità e tradizioni nazionali può comunque essere realizzata;

Allora l’iniziativa degli esperti riuniti a Francoforte di estendere al campo della catalogazione per soggetto la Dichiarazione di principi internazionali di catalogazione, è quanto mai appropriata 7. Cercherò di soffermarmi su alcuni punti del draft e di stabilire un collegamento con quanto sta avvenendo in Italia, dove - proprio in questo momento - stiamo lavorando al rinnovamento del nostro sistema di indicizzazione
L’apertura verso un’impostazione che superi la tradizionale separazione fra cataloghi è affermata sin dalle prime righe, quando viene espressa l’intenzione di fornire un approccio nuovo allo sviluppo di codici di catalogazione sia per autore che per soggetto. Un approccio che abbia due requisiti: la coerenza e - in linea con lo spirito di FRBR – la rispondenza all’interesse degli utenti.
Dunque la bozza si apre con una dichiarazione importante: avvicinare i due settori all’insegna di un’unica comune finalità. Effettivamente le indicazioni del testo non distinguono fra i due ambiti, ad eccezione di pochi passi. I passi in cui si fa un accenno esplicito all’indicizzazione sono, ad esempio:

- nel paragrafo 2. dedicato a Entità, attributi e relazioni, sono citate le entità "che servono come soggetti di opere", sulla base del modello FRBR e FRANAR;
- nel paragrafo 3. si dichiara che fra le varie Funzioni del catalogo c’è quella di consentire all’utente di reperire "tutte le risorse su un determinato soggetto";
- nel paragrafo 7 dedicato agli Elementi di base per la funzionalità di ricerca, le intestazioni di soggetto sono considerate "punti di accesso indispensabili".

Un riferimento esplicito all’indicizzazione si trova anche a conclusione del testo: "Per quanto riguarda i thesauri di voci di soggetto, ci sono altri obiettivi da perseguire, ma ancora non sono stati inclusi in questa dichiarazione." Un’affermazione laconica, che lascia perplessi, tanto più che induce a credere che i thesauri siano codici di catalogazione, mentre di un linguaggio essi costituiscono solo la componente terminologica. Il che non significa, naturalmente, che anch’essi non debbano rispettare dei principi.
Di fronte a questa impostazione, viene spontaneo chiedersi se tutto ciò che è dichiarato si debba intendere valido per tutto, cioè se ogni dichiarazione (di "principi" appunto) riguardi anche la soggettazione.
Fra le istruzioni generali disseminate nel testo, potrei citare come particolarmente interessanti per l’indicizzazione: le norme sui punti di accesso e la loro scelta; la differenziazione fra punti di accesso controllati e non controllati; il concetto di intestazioni autorizzate, di forme varianti. Interessante anche il paragrafo sulla lingua dei punti di accesso. Chi si occupa di indicizzazione sa quanto questo tema sia costantemente oggetto di discussione, non solo per quanto riguarda la lingua dei soggetti ma anche il rapporto che essa ha con quella di altri punti di accesso. Su questo, il draft prevede uno spettro largo di circostanze, ma lascia un margine di ambiguità che andrà risolto. Il testo recita: "Quando i nomi sono espressi in più lingue, si deve dare la preferenza ad intestazioni basate su informazioni ricavate da manifestazioni dell’espressione nella lingua e nella scrittura originali; ma se la lingua e la scrittura originali non sono normalmente usate nel catalogo, l’intestazione può essere basata su forme presenti in manifestazioni o in citazioni in una lingua e scrittura più adatta agli utenti del catalogo. Quando possibile, si dovrà fornire l’accesso nella lingua e scrittura originali, tramite l’intestazione autorizzata o un rinvio" (§ 5.1.3). Ma come stabilire quando è "possibile"? E analoga indeterminatezza si individua a proposito del titolo uniforme, quando si dichiara: "In alcune determinate circostanze [quali?] si può preferire al titolo originale, come base per l’intestazione autorizzata, un titolo comunemente usato nella lingua e scrittura del catalogo" (§ 5.5.1). E’ il caso, ad esempio, in cui la Bibliografia nazionale italiana (BNI) utilizza la lingua italiana per soggetti a titoli di opere antiche.

Concordo con quanto è stato rilevato a proposito dell’Appendice finale dedicata agli Obiettivi, alcuni dei quali andrebbero definiti Principi e anticipati nella parte iniziale del Documento 8. E sono d’accordo sul fatto che il lavoro del gruppo dovrebbe procedere differenziando con chiarezza ciò che attiene al piano dei principi da quello che riguarda invece, le realizzazioni, le politiche, gli obiettivi.
Sia nel paragrafo sulle Funzioni del catalogo 9 che fra gli Obiettivi finali si parla, ad esempio, di ragioni economiche, di un’ "economia complessiva" di cui tener conto per certe scelte 10. Ma, a proposito di indicizzazione per soggetto, cosa si deve intendere per "economia complessiva"? Il riferimento lascia perplessi, ci si chiede se questa sia la sede giusta per introdurlo o se, come è stato detto, tali indicazioni non riguardino piuttosto il piano delle realizzazioni e delle politiche informative 11. Mentre, naturalmente, non stupiva affatto che di fattori economici si occupassero, ad esempio, le Raccomandazioni dell’International Conference on National Bibliographic Services (ICNBS) di Copenhagen, che consigliano alle bibliografie nazionali di non sottovalutare questo aspetto nella scelta di politiche di selezione dei documenti da descrivere, degli accessi da fornire, ecc. 12
La BNI, come è noto, ha dovuto fare spesso scelte in nome dell’economicità (ad esempio, quella di non soggettare certe tipologie di pubblicazioni, oppure di non impiegare l’edizione integrale della DDC per certe categorie di documenti). Ma si tratta di scelte motivate dal fatto che non disponeva di risorse necessarie; sono scelte giustificabili sul piano delle pratiche, non certo su quello dei principi.
Nel progetto sul nuovo Soggettario, avviato dalla Biblioteca nazionale centrale di Firenze, c’è attenzione a non confondere questi piani. Il criterio dell’economicità è stato uno dei parametri introdotti nell’analisi dello Studio di fattibilità. Il criterio è stato introdotto soprattutto in relazione all’applicazione del linguaggio, all’allestimento del sistema, alla sua manutenzione. Il che non significa, naturalmente, che si volesse prevedere un linguaggio costoso, di difficile apprendimento, di impossibile condivisione. Nel campo dell’indicizzazione il criterio dell’economicità andrebbe accolto soprattutto come fattore collegato all’efficacia e all’efficienza del linguaggio e quindi in relazione al fattore ricerca e recupero dell’informazione, in questo senso si nell’interesse dell’utente. Si può definire "economica" la prassi della Library of Congress che associa ad un record bibliografico fino a nove, dieci stringhe di soggetto? Quale è la percentuale di notizie pertinenti che l’utente recupera "economicamente" con un sistema del genere? E quale sarebbe invece questa percentuale se il contenuto delle pubblicazioni venisse espresso con un’unica stringa, almeno laddove ciò fosse possibile?
Allora l’economicità può rientrare fra i "principi" di un codice di indicizzazione ma con riferimento all’efficienza informativa del linguaggio, alla sua capacità di facilitare la ricerca e rendere il recupero del dato più semplice e - in questo senso - meno costoso.
Un altro aspetto dell’economicità potrebbe riguardare il versante formativo, l’apprendimento del sistema di indicizzazione previsto dal codice in questione. E’ certo che tanto più le norme avranno una loro coerenza, tanto più il linguaggio di indicizzazione sarà insegnabile, comprensibile, trasferibile, con un conseguente contenimento di tempi e di costi.
Quindi, sono d’accordo con chi mi ha preceduto sul fatto che i principi non dovranno sovrapporsi e confondersi con ciò che riguarda le applicazioni. Molti principi, in realtà, sono già stati espressi; non si deve rischiare di produrre un documento che ripresenti con minor rigore enunciazioni già elaborate in modo più esaustivo altrove. Si dovrà indicare con chiarezza quali vengono accolte, se il testo si sostituisce completamente ad altri, oppure se rispetto ad essi si pone come residuale.

Sviluppi italiani nell’indicizzazione per soggetto: dalla prassi alle norme

Dunque quali prospettive può aprire un nuovo codice internazionale di catalogazione a chi si occupa a livello nazionale di strumenti per l’indicizzazione?
Come già accennato, la tradizione italiana poggia su un terreno fluido; il Soggettario dichiarava di ispirarsi a Cutter e alla tradizione americana delle LCSH, ma non contempla un apparato di norme. Quello del Soggettario non è stato ovviamente l’unico linguaggio adottato in Italia. Sul piano delle scelte catalografiche, la situazione allo stato attuale è piuttosto articolata, contraddistinta da una forte varietà di comportamenti:

A questa molteplicità di esperienze si è affiancato il piano della riflessione e dello studio di problemi teorici: il già citato lavoro del GRIS, l’impegno della BNI per il rinnovamento del Soggettario, i contributi degli esperti di terminologia, il lavoro del gruppo sugli OPAC semantici (presentato proprio di recente), gli studi sul Web semantico, ecc.
Quando è stata intrapresa l’avventura del rinnovamento del Soggettario, era ben chiaro che occorreva tener presente questo quadro complesso. Il Soggettario andava rinnovato non solo perché strumento invecchiato, ma anche per superare la situazione frastagliata, incoerente, incomunicabile, dell’informazione semantica dei servizi bibliografici italiani. L’unica strada per ricomporre questa frammentazione sarebbe stato un linguaggio di indicizzazione flessibile, cioè adattabile alle esigenze di contesti diversi, modulabile a seconda delle tipologie di documenti indicizzati, condivisibile, ma soprattutto fondato su principi. Dal riconoscimento dei principi alla necessità di stabilire norme, il passo sarebbe stato breve. Dal punto di vista dei principi, naturalmente, non si partiva da zero. La collaborazione che si è creata nel gruppo di progetto con gli esperti del GRIS (che come è noto hanno lavorato allo Studio di fattibilità) ha consentito di progettare un linguaggio che da un lato si inserisce nella tradizione dei sistemi enumerativi, e dall’altro lato recepisce il patrimonio dei sistemi analitico-sintetici 13.
Nonostante un confronto con altri linguaggi di indicizzazione sia stato alla base del nostro Studio di fattibilità, la strada intrapresa non è stata quella di adottare un sistema pre-esistente (come hanno fatto la British Library e la BNB con il Soggettario della Library of Congress), né quella di tradurlo o adattarlo alle nostre necessità (come la Svezia che sta allestendo un sistema modulato su LCSH) 14. Pur volendo conservare componenti importanti della nostra tradizione (prima fra tutte la pre-coordinazione), il nostro obiettivo era di produrre un lavoro innovativo, di adottare un linguaggio fondato su principi, conforme agli standard internazionali, basato su norme e strutture coerenti.
Nel nuovo Soggettario le norme rappresentano il momento costitutivo del linguaggio ed è da esse che prendono corpo le altre componenti del sistema:

[Figura 1]=

Nella struttura piramidale costituita da principi, standard, ipotetici codici internazionali e codici nazionali, le norme del nuovo Soggettario si collocano ovviamente al livello dei codici nazionali, pur derivando dai piani precedenti, mentre il manuale si situa su un piano vicino a quello delle applicazioni 15. D’altra parte, sono le norme e il Thesaurus a costituire il linguaggio documentario vero e proprio, all'interno di una macrostruttura in cui la sfera della sintassi è concettualmente distinta da quella terminologica 16.
Queste caratteristiche di:

ci fanno sentire in linea con le indicazioni degli esperti dell’IME ICC.

Per quanto riguarda l’avvio del progetto, colgo l’occasione per informare, con molta soddisfazione, che il Ministero per i beni e le attività culturali ne ha appena finanziato una tranche; questo finanziamento insieme ad un altro che la Biblioteca ha già ricevuto da un ente privato, ci consente di iniziare il lavoro prototipale, molto interessante anche dal punto di vista della predisposizione tecnologica. Useremo per il prototipo il software di Agrovoc, il thesaurus della FAO, flessibile, ricco, adattabile alle nostre esigenze. Il gruppo di lavoro si è già formato: ne fanno parte oltre che colleghi della BNCF ed altri esperti della materia – anche giovani molto preparati e motivati. E’ un ottimo inizio per un lavoro che ci impegnerà a fondo.

Il nuovo Soggettario e la definizione di una piattaforma europea

Non mi dilungo a descrivere altre caratteristiche del linguaggio, se non il suo coinvolgimento in quella dinamica fra dimensione globale e necessità locali che è stato il tema conduttore del già citato workshop IFLA di Buenos Aires in cui il progetto è stato peraltro presentato 17.
Il nuovo Soggettario si inserisce in un contesto globale da più punti di vista: la sua ricezione di principi internazionali; l’adeguamento agli standard; la possibilità di un suo apporto ad archivi di autorità multilingui. La notazione Dewey, che abbiamo deciso di associare ai termini del Thesaurus, fornirà un ponte verso altri sistemi che pur impiegando altri metodi di soggettazione, utilizzano la DDC per il recupero semantico dei documenti. Per il futuro, stiamo inoltre ipotizzando di sperimentare un collegamento fra i termini del Thesaurus e le corrispondenti voci delle Library of Congress subject headings.
Per quanto detto, ci sentiamo di affermare che gli sviluppi italiani nel campo dell’indicizzazione, in linea con i principi che si stanno affermando nel dibattito internazionale, non solo possono offrire un contributo alla definizione di un meta-codice, ma possono anche favorire la nostra partecipazione a questa "piattaforma europea". Come intendere questa piattaforma? Come un insieme organico di proposte che riassumendo gli stimoli provenienti dalle singole realtà offrano un contributo ad una migliore definizione degli stessi principi. Ma anche una piattaforma come base per integrare sistemi che – pur connotati da regole diverse – possano interagire grazie alla condivisione di principi e standard comuni. Il nuovo Soggettario, nonostante la sua impostazione analitico-sintetica, dovrà poter interloquire anche con linguaggi enumerativi e con chi sta partecipando a progetti di multilinguismo come, ad esempio, i partner di MACS. Molto probabilmente sarà sul versante della terminologia, del potenziamento di sistemi di autorità, della interoperabilità fra vocabolari, che sarà più facile realizzare - nell’immediato - questo genere di condivisioni.
Non è un caso che proprio intorno a questi temi (l’interoperabilità, la mappatura fra vocabolari, il collegamento fra Thesauri e schemi di classificazione) stiano lavorando i membri del BSI (British Standards Institution) per rinnovare lo standard inglese sui Thesauri: il BS 8723 che offriranno alla comunità internazionale come base per un rinnovamento di ISO 2788/1986 18.
Insomma non è indispensabile attendere l’elaborazione di un codice di catalogazione internazionale per avviare iniziative che facilitino piattaforme comuni. Certamente ciò sarà favorito da un lato se a livello nazionale verranno allestiti sistemi predisposti alla condivisione di risorse semantiche di varia natura, d’altro lato se – sul piano internazionale – i gruppi di lavoro che si stanno attivando (la Sezione indicizzazione dell’IFLA, l’IME ICC; il gruppo su FRBR e FRANAR) sapranno coordinare le loro direzioni.


Note

1 International Organization for Standardization, Documentation, methods for examining documents, determining their subjects,and selecting indexing terms = Documentation, méthodes pour l'analyse des documents, la détermination de leur contenu et la sélection des termes d'indexation, [Geneva]: International Organization for Standardization, 1985; International Organization for Standardization, Documentation, guidelines for the establishment and development of monolingual thesauri = Documentation, principes directeurs pour l'établissement et le développement de thesaurus monolingue, [Geneva]: International Organization for Standardization, 1986; International federation of library associations and institutions, Working group on guidelines for subject authority files, Guidelines for subject authority and reference entries, München [etc]: K. G. Saur, 1993.
2 Principles underlying subject heading languages (SHLs), edited by Maria Inês Lopes and Julianne Beall, München: K. G. Saur, 1999.
3 Le problematiche sin qui presentate, sono state approfondite da Maria Inês Lopes Cordeiro (una dei curatori dei Principles underlying subject heading languages) e sono confluite nel suo contributo al Seminario internazionale sul rinnovamento del Soggettario, tenuto a Firenze nell'aprile del 2001.
4 Cfr. http://rameau.bnf.fr/utilisation/guide/rameau2_1.htm
5 Associazione italiana biblioteche, GRIS Gruppo di ricerca sull'indicizzazione per soggetto, Guida all'indicizzazione per soggetto, Roma: AIB, rist. 2001(https://www.aib.it/aib/gris/gris.htm). Per una ricostruzione dell'esperienza GRIS e dell'affermazione in Italia di nuovi modelli di indicizzazione, cfr. Alberto Cheti, Dal Dewey italiano al nuovo Soggettario. Studi ed esperienze intorno a un modello di indicizzazione per soggetto, in Studi e testimonianze offerte a Luigi Crocetti, a cura di Daniele Danesi, Laura Desideri, Mauro Guerrini, Piero Innocenti, Giovanni Solimine, Milano: Editrice Bibliografica, 2004, p. 549-574.
6 I contributi presentati al workshop si trovano all'indirizzo: http://www.ifla.org/IV/ifla70/prog04.htm#6
7 Il lavoro, datato 19 dicembre 2003 è intitolato Statement of international cataloguing principles, draft approved by the IFLA Meeting of experts on an international cataloguing code, è disponibile in versione italiana: http://www.iccu.sbn.it/PDF/Traduzione_Principi.pdf. Le citazioni che seguono sono tratte pertanto da questa versione.
8 Cfr. Carlo Bianchini - Pino Buizza - Mauro Guerrini, Verso nuovi principi di catalogazione. Riflessioni sull'IME ICC di Francoforte, "Bollettino AIB", 44 (2004), n. 2, p. 138.
9 Cfr. 3.1.2: “Si concorda che per ragioni economiche, alcuni cataloghi di biblioteca saranno carenti di registrazioni bibliografiche per parti componenti di opere o per singole opere all'interno di altre opere” .
10 Il testo dell'Appendice dedicata agli Obiettivi recita così: "Economia. Quando per raggiungere uno scopo esistono modalità alternative, la preferenza deve essere data a quella che contribuisce di più all'economia complessiva (vale a dire al costo minore o all'approccio più semplice)".
11 Cfr. Carlo Bianchini - Pino Buizza - Mauro Guerrini, Verso nuovi principi di catalogazione. Riflessioni sull'IME ICC di Francoforte, cit., p. 142.
12 Per il testo delle Raccomandazioni: http://www.ifla.org/VI/3/icnbs/fina.htm
13 Una presentazione dettagliata del progetto e delle caratteristiche del nuovo Soggettario si può trovare nel documento tecnico ospitato nel sito web della Biblioteca nazionale centrale di Firenze: http://www.bncf.firenze.sbn.it/nsog.pdf
14 Sul sistema di indicizzazione svedese: http://www.ifla.org/IV/ifla70/papers/041e-Leth_Berg.pdf
15 Il diagramma è stato presentato con piccole varianti in varie occasioni, ma per la prima volta nel volume che pubblica i rapporti e i documenti dello Studio di fattibilità: Per un nuovo Soggettario. Studio di fattibilità sul rinnovamento del Soggettario per i cataloghi delle biblioteche italiane, Milano: Editrice Bibliografica, 2002, p. 220.
16 La distinzione tra relazioni semantiche e relazioni sintattiche è auspicata dalla norma ISO 2788 del 1986 e chiaramente ribadita dai citati Principles underlying subject heading languages (SHLs) dell'IFLA.
17 Il paper sul nuovo Soggettario presentato al workshop del Classification and Indexing Section dell'IFLA di Buenos Aires si trova all'indirizzo: http://www.ifla.org/IV/ifla70/papers/038e-Fontana.pdf.
18 Il lavoro è stato presentato all'8. International ISKO Conference da Stella Dextre Clarke, Alan Gilchrist e Leonard Will nella relazione Revision and extension of thesaurus standards, di cui è disponibile l'abstract nel sito della Conferenza: http://www.ucl.ac.uk/isko2004/programme.htm#. Gli atti della Conferenza sono pubblicati in: Knowledge organization and the global information society, Proceedings of the Eighth International ISKO Conference, 13-16 July 2004 London, edited by Ia C. McIlwaine, Würzburg: Ergon, 2004.


Copyright AIB 2005-03, ultimo aggiornamento 2005-03-11 a cura di Gabriele Mazzitelli
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