[AIB]

56º Congresso nazionale AIB

Accesso aperto alla conoscenza. Accesso libero alla biblioteca

Firenze, Palazzo dei Congressi
3–5 novembre 2010


Abstract degli interventi

Nota generale: per le sessioni del mercoledì pomeriggio e del venerdì mattina non sono presenti gli abstract in quanto gli interventi si realizzeranno in sede di discussione sulla base dell'interazione tra i partecipanti alla sessione.

Mercoledì 3 novembre

Programma Mercoledì 3

Il lato oscuro dell'accesso / Roberto Caso, Università di Trento
Le tecnologie digitali stanno mutando profondamente la produzione, la fruizione e la commercializzazione dei prodotti culturali (libri, riviste, musica e film). Il cambiamento si riflette sulle strutture portanti (categorie, fonti delle regole e tecniche di tutela) del diritto d'autore poste alle fondamenta del mercato degli stessi prodotti culturali. In passato i modelli commerciali hanno fatto leva soprattutto sulla vendita di copie dell'opera contenute in supporti tangibili o sulla vendita di accessi al luogo fisico dove si assisteva alla rappresentazione dell'opera. Oggi la fruizione di libri, riviste, giornali, musica, film etc. passa attraverso l'accesso a Internet. Molte delle forme di fruizione si basano sull'accesso ad un dato dislocato in un oggetto (server) e in un luogo fisicamente lontano dall'utente, un dato destinato spesso a non essere copiato permanentemente sulle memorie (ad es., hard disk) dello stesso utente. L'accesso presenta notevoli benefici. Se ne possono ricordare almeno due: risparmio di costi legati alla distribuzione e conservazione dei supporti fisici nonché ubiquità dell'informazione.
Un contesto dove il modello commerciale si conforma sulla fornitura di accessi, invece che sulla vendita di copie, è quello delle banche dati scientifiche c.d. proprietarie (cioè quelle banche dati che si basano su un controllo rigido e accentrato dell'informazione). La fornitura di accessi, invece della vendita di copie, rende possibili diverse strategie commerciali basate, ad esempio, su bundling (fornitura di pacchetti) e discriminazione di prezzi (commercializzazione degli stessi prodotti o servizi a prezzi differenziati per categorie di fruitori). Queste strategie commerciali si riflettono in contratti (licenze) che limitano fortemente gli spazi di fruizione degli utenti (tipicamente le biblioteche e il pubblico che si serve delle biblioteche). I grandi editori titolari delle banche dati scientifiche tutelano le proprie strategie commerciali non solo attraverso il contratto (licenza), ma anche mediante la tecnologia e la legge (principalmente la legge sul diritto d'autore: si pensi alla disciplina del diritto sui generis sulle banche dati contenuta nella dir. CE 96/9 e alla disciplina della misure tecnologiche di protezione dei diritti d'autore contenuta nella dir. CE 29/2001). In un mercato - come quello dell'editoria scientifica - dove il potere sembra concentrato nelle mani di pochi soggetti, il controllo dell'informazione basato sul contratto, tecnologia e legge può innescare forme di abuso? In altri termini, c'è un rischio di abuso di potere contrattuale e tecnologico? Se questo rischio esiste, ci sono principi e regole legislative in grado di contrastarlo? La relazione si propone di abbozzare una risposta a tali domande.


L'accesso all'informazione pubblica e le biblioteche: note sparse / Fernando Venturini, Biblioteca della Camera dei Deputati
Partendo dal presupposto che l'informazione pubblica è ormai uno strumento di lavoro delle biblioteche (e dei loro utenti), la relazione cerca di descriverne i caratteri distintivi nella realtà italiana. Dopo aver ricordato gli strumenti giuridici per l'accesso e dopo aver dato un'immagine dell'offerta di informazione pubblica in rete, la relazione si sofferma sulle politiche sviluppate nel nostro paese, sui risultati contraddittori derivanti anche dai fenomeni di fondo che caratterizzano la rete e sul possibile ruolo delle diverse tipologie di biblioteca.


Sull'accesso ai documenti elettronici oggetto di deposito legale / Maurizio Messina, Biblioteca nazionale Marciana
L'intervento intende dare conto degli accordi, in parte gia' definiti, volti a garantire l'accesso ai documenti elettronici (o documenti trasmessi tramite rete informatica) oggetto di deposito legale, nel rispetto della normativa vigente.
Prende poi spunto dal recente accordo fra il Ministero per i Beni e le Attivita' culturali e Google per la digitalizzazione di circa un milione di libri delle biblioteche nazionali centrali di Firenze e Roma,  per sviluppare qualche considerazione sul tema dell'accesso nell'ambito dei progetti di digitalizzazione di massa.

Giovedì 4 novembre

Programma Giovedì 4

Arrivo in porto (delle nebbie) / Paolo Traniello, Università di Roma Tre
Le nebbie sono le domande aperte sulla biblioteca pubblica nella società post-industriale, in particolare nel contesto italiano.


Repositioning the meaning of knowledge through Open Access: implications for libraries / Jean-Claude Guédon, Université de Montréal
Digitization has already contributed to transforming our relationship to documents, and, more specifically, to knowledge. In an age where the marginal cost of copying and disseminating documents has been brought down to close to zero, publishers have been intent on preserving and even improving their business plans. Battles around copyright and licensing rights have characterized the last decade and revealed the importance of who controls what in the world of documents. They reveal the depth of present-day mutations, as well as their political implications.
Open Access is a spin-off from the digitization process. It aims at restoring important priorities in the area of knowledge production and dissemination. In particular it insists that the dissemination process must be subordinated to the needs of scholars and scientists, and not the reverse. But in so doing, Open Access also relocates knowledge in society. It challenges the existence of thresholds, barriers and boundaries and brings up the possibility of possible, potential, partial access to knowledge. Economic limits tend to be replaced by personal limitations (level of education, language, etc.). In short, Open Access aims at optimizing scientific communication, and at relocating knowledge at the heart of our civilization. And although achieving these goals radically transforms libraries, it fits very well with the most fundamental values of the library world.


Open Courseware e strategie per il long life learning / Gino Roncaglia, Università della Tuscia
Lo stato dell'arte nel campo della distribuzione via rete di learning content è legato soprattutto a due tipologie di strumenti, fra loro interrelati: i learning object (LO), oggetti di apprendimento chiusi, modulari, caratterizzati da obiettivi formativi specifici, comprendenti in genere strumenti di verifica e autovalutazione, organizzati di norma attraverso un formato di pacchetto e descritti attraverso adeguati insiemi di metadati standard (LOM - Learning Object Metadata), e le piattaforme per il loro uso e la loro distribuzione, i cosiddetti LCMS (Learning Content Management System).
L'uso di questi strumenti si è dimostrato altamente produttivo, ed è alla base di molta parte delle esperienze più avanzate nel settore dell'e-Learning. Tuttavia, l'uso di LO chiusi e fortemente uniformi e strutturati, e l'uso di LCMS collegabili sì a particolari piattaforme didattiche (LMS - Learning Management System) ma distinti e separati rispetto ad altre forme di depositi istituzionali, e in particolare rispetto agli Open Archive, ha spesso la conseguenza di concentrare eccessivamente l'attenzione su materiali didattici e di apprendimento nati specificamente per l'e-Learning e nell'ambito di iniziative di e-Learning formale e fortemente organizzato. Questo contesto è indubbiamente di estremo rilievo, ma non va scordato che molta parte dei materiali prodotti da istituzioni formative e università non ha queste caratteristiche. Si tratta del cosiddetto 'courseware': dispense, testi di lezioni, bibliografie, sillabi, presentazioni video, registrazioni audio o audio-video, nate nell'ambito dell'attività didattica ma dalle caratteristiche fortemente eterogenee e meno strutturate. Questo materiale tende spesso ad essere 'a perdere', sottratto ad ogni forma di conservazione e riuso, e questo nonostante il suo valore spesso notevole (in particolare in una prospettiva di lifelong learning) e nonostante la potenziale disponibilità di strumenti che potrebbero impedirne la dispersione e la perdita.
La percezione di questa situazione ha portato, a livello internazionale, alla costituzione di depositi specifici di 'open courseware', materiale nato nell'ambito dell'attività formativa di una istituzione universitaria ma messo liberamente a disposizione via rete, sia con la funzione di garantirne la conservazione sia con quella di allargarne e favorirne il riuso, anche al di fuori dallo specifico contesto formativo di produzione. Si tratta di esperienze fortemente influenzate anche dai modelli dell'open access e dell'open content, considerati come strategie specifiche per la distribuzione aperta, libera e gratuita di materiali nati dall'attività istituzionale di soggetti come le università e i centri di ricerca, e per la massimizzazione delle ricadute positive dei relativi investimenti sul mondo della ricerca e della formazione.
È questo il caso di esperienze come OpenCourseWare del MIT, OpenLearn della Open University, iTunes U (raccolta di lezioni universitarie in audio, promossa dalla Apple in collaborazione con molte università prevalentemente statunitensi), e molte altre. In questi casi, i modelli rigidi rappresentati dai LO e dai LCMS non sembrano adeguati. Da un lato, c'è la necessità di gestire materiali più frammentati e dunque spesso integrabili e rivedibili, sia nel contenuti sia nella metadatazione; dall'altro, c'è la necessità di gestirne la distribuzione conservando lo stretto collegamento spesso esistente in ambito universitario fra didattica e ricerca.
Entra qui in gioco un diverso modello di deposito istituzionale (repository), quello legato agli Open Archive. In teoria, si tratta di un modello legato soprattutto alla conservazione, descrizione, ricerca e distribuzione aperta di prodotti della ricerca (articoli, pre-print, post-print, ecc.). Spesso, tuttavia, gli Open Archive sono utilizzati anche per la distribuzione proprio della particolare tipologia di materiali didattici che qui ci interessa.
E tuttavia, al momento, le piattaforme OA esistenti non rispondono bene alle esigenze di distribuzione di questo tipo di materiali: la metadatazione Dublin Core sulla quale esse normalmente si basano è diversa dalla metadatazione LOM che rappresenta uno standard per la descrizione dei contenuti di apprendimento, e i due sistemi di metadati risultano difficilmente mappabili. Questo tende a rendere i contenuti di apprendimento conservati in Open Archive totalmente isolati rispetto al mondo dei LO e dei LCMS, sia a livello di descrizione sia, a maggior ragione, a livello di interoperabilità. La differenza di natura e di origine fra courseware universitario e LO strutturati finisce così per trasformarsi in un fossato insormontabile.
Nel discutere tale problema, l'intervento proporrà alcune integrazioni al modello tradizionale di Open Archive, destinate a facilitare la gestione anche di materiali di apprendimento (o almeno di puntatori a tali materiali), e ribadirà l'importanza di un lavoro organizzato e specifico nel campo dell'Open Courseware da parte della comunità Open Access.


University and Research libraries in Europe. Working towards Open Access / Paul Ayris, LIBER - University College London
European Universities are moving to a position where Open Access dissemination addresses a number of institutional agendas. This paper will review the economic framework for Open Access, based on detailed costing studies from the UK, and then present case studies where Open Access has been used to deliver on key institutional challenges. Work being undertaken by LERU (League of European Research Universities) in the area of Open Scholarship and Open Knowledge will be explored and case studies presented which describe the successful implementation of Open Access approaches in the fields of research publication and research theses. The paper will suggest a road map which all European Universities can follow to adopt Open Access approaches to the dissemination of teaching, learning and research outputs.


Enriching Lives, One Customer at a Time / Thomas Galante, Queens Borough Public Library of NY
As the most multi-ethnic, multi-cultural location in the United States, Queens Library serves a diverse community with its extensive array of programs and services, and its collection of print and non-print materials that reflect the unique and individual needs of the people in New York City.  Materials are available in over 60 languages at our 62 community library locations.  Our programs and services include important areas such as health literacy, education, adult literacy, cultural heritage, entertainment, technology access, research and general information for improving the quality of life in an urban setting.  Technology plays an important role in providing a world class experience for individual customers through over 1,200 public use computers, self check-in/check-out stations, and the current development of a state-of-the-art library Integrated Library System (ILS) technology platform that will allow customization for individual customers at our web-based, virtual library.


Nati per Leggere: progetto nazionale per la lettura ai (con i) bambini dai sei mesi ai sei anni / Giovanna Malgaroli, Nati per Leggere
Una precoce esposizione ai libri e alla lettura costituisce un potente strumento per rendere più eque le condizioni di partenza di ogni bambino e di conseguenza per ampliare l'accesso alla cultura di quei segmenti della popolazione generalmente esclusi.
Interventi come Nati per Leggere sono inoltre potenziati dall'essere adottati e promossi non solo dalle agenzie culturali e educative, ma anche dal personale socio-sanitario, connotandosi in questo modo come iniziative di promozione del benessere e della salute dei bambini e delle loro famiglie. Il presente contributo intende mettere in evidenza i benefici della lettura mediata dall'adulto nei primi anni di vita del bambino e la particolare efficacia di questo tipo di attività nei contesti meno favoriti dal punto di vista socio-economico.
Le biblioteche hanno un ruolo di primo piano nell'avvicinare le giovani famiglie alla lettura. Un'ampia scelta di libri di qualità e l'offerta di un servizio volto a sostenere uno sviluppo autonomo delle capacità di fruire di diverse opportunità informative e culturali è ciò che ne contraddistingue la mission come cercheremo di mettere a fuoco nel seminario Prime esperienze di lettura: la biblioteca nei primi tre anni di vita del bambino che si svolgerà presso la Biblioteca delle Oblate a conclusione del congresso.



Copyright AIB 2010-10, aggiornamento 2010-10-19 a cura di Redazione di AIB Web.
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