[AIB] Associazione italiana biblioteche. Congresso 1998 

XLIV Congresso nazionale AIB

Genova, Mercoledì 29 Aprile 1998, 14:30-16:30

Internet in biblioteca: problemi di accesso, di tariffe e di censura

Sessione coordinata da Riccardo Ridi


Franco Bungaro

Internet in biblioteca? Microstoria di Internet nella biblioteca del Dipartimento di scienze del linguaggio dell'Università di Torino

Nata dalla fusione di dieci biblioteche di istituto (con dieci diversi cataloghi, inventari, schemi di collocazione), con pochissimo personale, poca e artigianale professionalita', uno spazio fisico limitato ed inadeguato, la Biblioteca del Dipartimento di Scienze del Linguaggio ha tentato fin dal 1991 di utilizzare l'informatica per bypassare i suoi non piccoli problemi. E - tra difficolta' e limitazioni - in parte c'e' riuscita. Con un po' di coraggio (e una notevole componente di incoscienza) abbiamo cercato di sfruttare il cablaggio del palazzo delle Facolta' Umanistiche (iniziato nel 1991).

Le nostre attenzioni, in verita', erano state, in un primo tempo, prevalentemente puntate sull'implementazione di una rete locale (SBN era di la' da venire), che consentisse gestione, catalogazione, prestito, ma soprattutto un'interrogazione in linea del catalogo in modo da abbandonare l'oneroso catalogo a schede. Per questo, tra il 1992 e l´inizio del 1993, abbiamo installato, accanto agli schedari, in uno spazio compreso tra il bancone della distribuzione e la sala di consultazione, quattro postazioni. Si trattava (e in verita´ ancora si tratta) di macchine con processori 286, tre delle quali utilizzate esclusivamente per consultare in linea il catalogo locale. La quarta era stata dapprima destinata alla consultazione della MLA bibliography su CD-Rom (grazie ad un drive installato tempo prima) e divenne il primo terminale INTERNET opened in maniera abbastanza casuale e imprevista.

La nostra idea di offerta in INTERNET era naturalmente limitata alle possibilita' di ricerca bibliografica e quindi a collegamenti ad indirizzi Telnet o TN3270 di OPAC internazionali direttamente attraverso il router. L'uso del gopher, di un browser in modalita' carattere come lynx, et similia era quasi inesistente giacche' risultava circoscritto agli utenti che avessero per loro conto un account presso il provider accademico, cioe', nei primi tempi , solo ad un numero assai esiguo di docenti. Avevamo creato attraverso un gruppo di file batch che si rimandavano l'un l'altro istruzioni di collegamento e collegamenti veri e propri a circa 200 cataloghi di 11 nazioni.

Di questi ne venivano usati non piu' di una decina (Melvyl, LCC, Harvard, NY Columbia, Cambridge, Sybil in Francia, Konstanz in Germania, Helsinki e Tel Aviv), ma di tutti avevamo approntato, su carta e su alcuni file di testo consultabili, le istruzioni principali da usare. Nessun bibliotecario fungeva da intermediario ne' risultava "a disposizione" dell'utenza (non potevamo permettercerlo), ma, dopo un certo tempo, all'occorrenza tutti o quasi eravamo in grado di venire in aiuto a chi lo chiedesse.

Mi sembra di parlare di un "tempo felice", quando tutto era piu' rozzo, piu' semplice e, per cosi' dire, piu' "naturale". Solo di recente infatti (e per ora parzialmente) alle vecchie stazioni a modalita' carattere si stanno aggiungendo, e piu' avanti si sostituiranno, stazioni "multimediali", cioe' computer dotati almeno di un processore 486, con almeno 8 mega di RAM, di un drive per CD-Rom, con Windows 3.11 o 95. Naturalmente lo strumento che viene piu' usato e che e' maggiormente invocato e' il browser WEB, sia esso Explorer o Netscape, o simile, e comunque purche' sia un browser capace di visualizzare al meglio le piu' recenti versioni HTML Proprio il World Wide Web ha modificato radicalmente l'impatto dell'utente con la biblioteca e proposto problemi nuovi ai quali non e' possibile rispondere con la relativa semplicita' d'antan.

La Internet per noi era stata una pura e semplice estensione del nostro catalogo: un punto di partenza verso altre biblioteche sparse ovunque. E' ancora cosi' con il Web? L'utente che ha dimestichezza con il Web (ora sono la maggioranza) puo' essere lasciato solo a "navigare"? Un buon browser consente di gestire le risorse piu' disparate, dal collegamento alle URL Web, al gopher, all'E-Mail, a programmi residenti sul computer, puo' permettere molte cose e, in via di principio, "qualunque cosa", per i piu' disparati fini. Ma e' compito della biblioteca consentire scambi di lettere, sia pure elettronici, o visite a concessionari d'auto, virtuali, o verificare le quotazioni di Ronaldo al fantacalcio? Manifestamente no. Se il Web ha modificato in maniera radicale il rapporto fra l'utente qualunque e la rete, finendo per diventare il sinonimo della INTERNET, non e' cosi' per la Biblioteca, che non puo' e non deve offrire un accesso alla rete puro ed indifferenziato. Nella nostra prassi, fino ad oggi, e' anche evidente che per quanto ci si provi e' impossibile limitare automaticamente con un qualche software i movimenti dell'utente.

L'unico metodo certo per tenere la situazione in parte almeno sotto controllo, contemporaneamente venendo incontro alle esigenze degli utenti, e' l' intermediazione del bibliotecario o quantomeno una forma "importante" di presenza e di tutoraggio. E' nostra intenzione associare tale presenza a una inmpostazione del servizio meno anarchica e piu' rigida possibile. Questo attraverso una o piu' pagine che offrano un certo numero di link (con istruzioni a video) grosso modo equivalenti a quelli in modalita' carattere, con le ovvie integrazioni ed aggiunte, ma senza consentire voli pindarici di nessun tipo. Le richieste di altro genere vanno ridirette al Centro di Servizi del Palazzo delle Facolta' Umanistiche ed alle Facolta'.

Questo atteggiamento poco "liberale" tende sicuramente a ridurre il numero di accessi e, a tutt'oggi, non ha reso ancora necessario limitare i tempi di accesso alle postazioni, al contrario si pone il problema della tariffazione e della sicurezza, soprattutto di fronte alle richieste piu' comuni: stampare il contenuto delle ricerche, ovvero scaricarle su dischetto. La prima e' la piu' comune delle richieste, e quella meno consentibile. I costi e la gestione di carta e stampante sono troppo onerosi per offrili gratis e, almeno per ora, biblioteche dipartimentali come la nostra non sono autonome sul piano amministrativo e le segreterie non vedono di buon occhio gli aggravi burocratici legati all'esazione di tariffe.

Consentiamo il downloading verso il dischetto o verso indirizzi di posta elettronica, ma cercando per quanto possibile di tenere sotto controllo il rischio di virus ed altre complicazioni, un rischio incombente, sempre piu' diffuso e, nel migliore dei casi, sempre piu' noioso. Sotto questo aspetto cerchiamo, per quanto possibile, di garantire le stazioni con buoni antivirus, ma lo scarico di "oggetti indesiderati" e' sempre frequente, talche' abbiamo eleborato alcune convinzioni:

Per concludere tre brevissime notazioni:

Franco Bungaro bungaro@cisi.unito.it

Biblioteca del Dipartimento di scienze del linguaggio - Università di Torino


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Copyright AIB 1998-06-16, ultimo aggiornamento 1998-06-16 a cura di Riccardo Ridi