Avena, Antonio

(Verona 23 maggio 1882 – Verona 9 ottobre 1967)

Laureato in lettere all'Università di Padova nel luglio 1904, con una tesi sul Bucolicum carmen di Petrarca pubblicata due anni dopo, e diplomato al magistero, insegnò per breve tempo a Verona.
Dal 1º aprile 1905 fu assunto come bibliotecario-archivista dal Comune di Verona e ricoprì l'incarico di vicebibliotecario della Biblioteca civica, allora diretta da Giuseppe Biadego. Tra i suoi compiti principali rientravano la catalogazione dei manoscritti, l'aggiornamento del catalogo sistematico e la corrispondenza con gli studiosi.
Partecipò nel 1911 al convegno di Bologna nel quale venne costituita l'Associazione nazionale dei direttori e impiegati delle biblioteche e musei comunali e venne eletto fra i consiglieri. Aderì inoltre nel 1914 alla Società bibliografica italiana.
Dal giugno 1910, tuttavia, era stato temporaneamente distaccato dalla Biblioteca al Museo civico e in effetti non vi fece più ritorno: nel 1915 ebbe l'incarico provvisorio della direzione dei Musei, a cui seguì nel 1920 la nomina definitiva, e vi rimase fino al collocamento a riposo, nel 1955. Curò il restauro e la valorizzazione dei palazzi scaligeri e di altri importanti monumenti cittadini, con risultati suggestivi e di forte impatto nella comunicazione dell'immagine di Verona ma molto discutibili sul piano metodologico, e realizzò un articolato sistema museale (Museo di Castelvecchio, Museo archeologico, Galleria d'arte moderna e Museo del Risorgimento).
Durante la seconda guerra mondiale si prodigò con successo per il salvataggio del patrimonio artistico veronese e dopo la fine del conflitto si occupò della ricostruzione dei monumenti colpiti.