Arruolatosi volontario nei bersaglieri del Regno di Sardegna nell'ottobre 1859, partecipò alla campagna del 1860 nelle Marche e lasciò l'esercito nell'aprile 1861. Visse poi per alcuni anni a Prato e fu attivo nella Società Luigi Muzzi per l'educazione del popolo, che gestiva una biblioteca circolante e una scuola, in cui fu insegnante di lettere e storia.
Entrò nella carriera delle biblioteche governative, spinto da Cesare Correnti, nel dicembre 1868, come volontario alla Biblioteca nazionale di Firenze, e fu immesso nei ruoli, come aiuto e poi assistente, dal gennaio 1872.
Nel luglio 1879 fu trasferito alla Biblioteca Marucelliana e ne resse per diversi mesi la direzione, nel 1880-1881, quando Desiderio Chilovi fu impegnato a Roma col commissario Luigi Cremona nel riordinamento della Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele II. In quel periodo frequentò come uditore i corsi dell'Istituto di studi superiori di Firenze.
Nel giugno 1882 fu promosso assistente di prima classe e tornò a lavorare alla Biblioteca nazionale di Firenze, ottenendo poi nel giugno 1884 il grado di vicebibliotecario. Alla Nazionale si occupò soprattutto della catalogazione per la Bibliografia italiana.
Nel novembre 1885 fu trasferito alla Biblioteca Medicea Laurenziana e dal mese successivo alla Biblioteca nazionale di Roma, dove fu responsabile del prestito e dell'assistenza agli studiosi. Con la riforma delle qualifiche fu inquadrato, dal gennaio 1886, nel grado di sottobibliotecario di prima classe.
Nell'aprile 1886 fu trasferito ancora, alla Biblioteca universitaria Alessandrina di Roma, con l'incarico della direzione.
Nel novembre di quello stesso anno, promosso bibliotecario di 3ª classe, rinunciò alla proposta di andare a dirigere la Biblioteca universitaria di Napoli, mentre accettò, probabilmente per ritornare in Toscana, la direzione della Biblioteca statale di Lucca, di cui prese effettivamente le consegne, con un ritardo di alcuni mesi dovuto a problemi di salute e familiari, dal 1º maggio 1887.
Nella Biblioteca di Lucca trovò una situazione molto arretrata e disordinata e nella sua lunga direzione, durata fino alla morte, si dedicò al riordino delle collezioni (compresi i fondi conventuali non ancora ordinati) e dei cataloghi, avviando fra l'altro un nuovo catalogo per soggetto, e a una sistemazione più decorosa dell'edificio e dei locali. Per rendere la Biblioteca più adeguata alle esigenze degli studi provvide a molti acquisti di pubblicazioni moderne, alla creazione di un settore di consultazione e allo sviluppo del servizio di prestito interbibliotecario. Realizzò anche il Museo intitolato al giurista Francesco Carrara, inaugurato nel 1899. Durante la prima guerra mondiale la Biblioteca ospitò materiale librario sfollato dalle città più vicine al fronte e anche alcuni impiegati con le loro famiglie.
Nel giugno 1917 raggiunse finalmente il grado di bibliotecario di prima classe e nel 1918 fu nominato commendatore.
A partire dal 1897 e fino almeno al 1911 risulta fra i soci della Società bibliografica italiana. Fu anche socio ordinario dell'Accademia lucchese di scienze, lettere ed arti.
Pubblicò alcuni scritti biografici o di carattere locale e, occasionalmente, anche versi.

Alberto Petrucciani