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Dizionario bio-bibliografico dei bibliotecari italiani del XX secolo


Dragone, Pasquale

(Bitonto BA 15 maggio 1890 - Matera 7 aprile 1972)

Laureato in giurisprudenza all'Università di Bari nel 1927, dopo aver peregrinato tra vari atenei (a Roma dal 1910 al 1912, a Bologna dal 1912 al 1915, poi a Ferrara), si trasferì da quell'anno a Matera, esercitando la professione di avvocato.
Promosse l'istituzione della Biblioteca provinciale di Matera, nel 1933, cedendo alla Provincia la propria biblioteca di famiglia, costituita soprattutto da classici e opere giuridiche.
Nominato nell'ottobre 1933 primo direttore della Biblioteca, che aprì al pubblico nel 1937, vi si dedicò con entusiasmo e passione, come ricorda Francesco Barberi che era allora Soprintendente bibliografico per la Puglia e la Lucania: «un quarantacinquenne gerarca (ma ostentatamente maledico del regime), fiero carducciano per avere studiato a Bologna, lettore ingordo e superficiale, disordinato bibliomane, acceso di zelo missionario per la cultura. Ha scoperto la propria vocazione nella biblioteconomia, di cui fino a ieri ignorava l'esistenza; è orgoglioso di apprenderla da me: studia le regole di catalogazione, mi prega di rivedergli le schede, pone dei quesiti, mi chiama maestro. Persino al ristorante mi bombarda di domande, saltando di palo in frasca, allo scopo d'immagazzinare nozioni e di poter domani dirsi bibliotecario al pari degli altri».
Diede notevole sviluppo alla Biblioteca tramite donazioni da varie famiglie della città e sussidi del Ministero della pubblica istruzione e acquisendo raccolte librarie minori della città e residui nuclei di libri antichi provenienti dalle soppressioni conventuali che si trovavano in abbandono in vari comuni. «Da me informato e incoraggiato - scrive Barberi -, il direttore della Provinciale di Matera Pasquale Dragone, forte dei suoi imprecisati ma certamente ampi poteri di gerarca, con un camion della Federazione e due militi si è presentato in orbace e stivaloni in cinque comuni della provincia e manu militari ha portato via da scuole e municipi resti di biblioteche conventuali, che ha trasferito nella sua. Questa, pertanto, che non aveva un solo libro antico, si è arricchita di colpo di una quarantina d'incunaboli [...] e di centinaia di cinquecentine, orgoglio del bibliotecario neofita».
Fu anche presidente della Federazione provinciale degli agricoltori e, per qualche tempo, preside della Provincia di Matera.
Nel novembre 1943 dovette abbandonare la Biblioteca perché epurato per le sue responsabilità nel regime fascista, ma ne riprese la direzione dal gennaio 1946. Collocato a riposo per limiti d'età nel 1960, venne trattenuto in servizio fino alla fine del 1962 per attendere l'esito del concorso per il nuovo direttore.
Aderì all'Associazione italiana biblioteche nel dopoguerra, intervenendo alla prima assemblea della Sezione di Bari, che comprendeva anche la Basilicata, e venne eletto nel Comitato regionale provvisorio 1948-1950 e designato a rappresentare la Sezione nell'Assemblea di Palermo che approvò il nuovo Statuto dell'Associazione. Venne rieletto nel Comitato regionale per i trienni 1950-1953, 1953-1957, 1957-1961 e 1961-1963.
Nel 1959 venne insignito della medaglia d'oro dei benemeriti della cultura. Al principio degli anni Sessanta fu tra i promotori dell'istituzione di una Deputazione di storia patria per la Lucania e fu nominato tra i deputati alla sua costituzione, nel 1964.

Alberto Petrucciani

Francesco Barberi. Schede di un bibliotecario (1933-1975). Roma: Associazione italiana biblioteche, 1984, p. 29, 40.

Raffaele Lamacchia. I cinquant'anni della Biblioteca provinciale di Matera. «Bollettino della Biblioteca provinciale di Matera», n. 13 (1987), p. 3-14.



Copyright AIB 2005-12-27, ultimo aggiornamento 2020-04-30, a cura di Simonetta Buttò e Alberto Petrucciani
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