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Internet in biblioteca: problemi di accesso, di tariffe e di censura

di Stefania Manzi


Nell'ambito di AIB98, è stata inaugurata la "Sessione Internet" con la tavola rotonda: Internet in biblioteca: problemi di accesso, di tariffe e di censura coordinata da Riccardo Ridi, con le seguenti comunicazioni:

– Rinaldo Luccardini: Verso la biblioteca virtuale;
– Gigliola Novali: Internet per il pubblico alla biblioteca dell'Istituto di storia dell'arte dell'Università di Genova;
– Franco Bungaro: Internet per il pubblico alla biblioteca del Dipartimento di scienze del linguaggio dell'Università di Torino;
– Stefano Giacometti: Internet per il pubblico alla biblioteca di giurisprudenza dell'Università di Firenze;
– Delia Pitto: Internet per il pubblico nelle biblioteche di ingegneria dell'Università di Genova;
– Maurella Della Seta e Adriana Dracos: Internet per il pubblico al Servizio Documentazione dell'Istituto Superiore di Sanità, con particolare riguardo al problema della intermediazione;
– Alessandra Ensoli: Internet per il pubblico alla biblioteca ANPA, con particolare riguardo al problema della intermediazione;
– Vanni Bertini: Internet per il pubblico alla biblioteca comunale di Fiesole, con particolare riguardo al problema dell'applicazione del decreto legislativo 103/95.
– Franco Perini: Internet per il pubblico alla biblioteca civica di Cologno Monzese;
– Cristina Giavoni: "Internet e la popolazione senior" e il progetto "Nessuno Escluso" della biblioteca civica di Cologno Monzese;
– Antonio Bortoli: Internet per il pubblico alla biblioteca dell'Istituto professionale "A. Da Schio" di Vicenza;
– Elisabetta Francioni: Internet per il pubblico alla Biblioteca Marucelliana di Firenze.

Inoltre, sono pervenuti i testi delle relazioni di Luisa Balbi della biblioteca della Scuola di lingue di Trieste, e di Virginia Valzano: Internet nelle biblioteche dell'Università di Lecce.
Bibliotecari provenienti da diverse tipologie di biblioteche, universitarie, pubbliche, speciali, hanno esposto la loro esperienza professionale di organizzazione del servizio "Internet in biblioteca", articolando i propri interventi intorno a 5 punti fondamentali:

1) intermediazione del bibliotecario o accesso diretto da parte dell'utente?
2) tariffazione sì o tariffazione no (ed eventualmente come)?
3) problemi di filtraggio e censura (per adulti e per ragazzi);
4) problemi relativi allo scarico di software e documenti (virus, copyright, ecc.);
5) organizzazione del servizio (dislocazione delle postazioni, istruzione e assistenza, prenotazioni, ecc.).
Per l'esame delle singole relazioni rimandiamo al materiale pubblicato su AIB-WEB, e disponibile a partire dalla pagina https://www.aib.it/aib/congr/co98net1.htm.

Con questo resoconto, cerchiamo invece di discutere in modo trasversale i temi trattati, introducendo le varie questioni attraverso una tabella riassuntiva, molto schematica e con forti semplificazioni rispetto alla vivacità e fluidità dei vari interventi. Nella tabella, si deve leggere per "Tariffe" solo quelle previste per Internet, prescindendo dai rimborsi per consultazioni di banche dati a pagamento; per "Filtri e censura" solo le procedure automatiche (software specifici), mentre il commento indica ciò che si è di volta in volta attuato come forma di controllo.
Le semplificazioni maggiori interessano ovviamente la voce "Servizio", per la quale si indicano in tabella solo i dati numerabili o etichettabili facilmente.
Sul primo punto: in generale si tende a non intervenire da parte del bibliotecario come mediatore diretto per l'utilizzo di Internet, se non nel caso di ricerca su basi dati a pagamento o in casi di ricerche particolarmente complesse o altamente specializzate.
Quindi l'utente che voglia solo "navigare in Internet" fa a meno (e probabilmente fa volentieri a meno) della mediazione del bibliotecario, che è invece assai apprezzata quando si tratti di ottenere dei risultati precisi (per esempio, una bibliografia a soggetto), e di orientarsi nell'eccesso di informazioni cui si finisce per trovarsi di fronte; inoltre se è vero che in ambiente universitario l'utente è spesso evoluto quando si tratti di utilizzare strumenti informatici e percorsi di rete, è anche vero che bisogni informativi fortemente specializzati spesso richiedono comunque una mediazione bibliotecaria, in funzione selettiva ed economica (maggiori risultati con minori sforzi rispetto a ciò che ciascuno otterrebbe da solo).
Soprattutto nelle biblioteche speciali, in quelle universitarie, di enti di ricerca, ecc., l'intermediazione del bibliotecario si attua come predisposizione di percorsi di ricerca, quindi selezione di siti specificamente mirati alle esigenze degli utenti, con valutazione della serietà e della appropriatezza delle risorse stesse e con tentativo di dare la preferenza alle risorse locali: invece di lasciare soltanto via libera alla navigazione, la biblioteca predispone un proprio sito e indirizza gli utenti a utilizzarlo (Servizio documentazione Istituto Superiore di Sanità e biblioteca dell'ANPA).
Nelle biblioteche pubbliche si tende a considerare l'offerta di servizio Internet nella funzione sociale di fornire questo strumento di accesso all'informazione anche a chi non potrebbe disporne diversamente (in questo senso, la Biblioteca civica di Cologno Monzese ha sviluppato iniziative in favore dell'accesso a disabili, con il progetto "Nessuno escluso"); pur privilegiando anche in questo caso l'utilizzo a fini di ricerca e di studio, la biblioteca pubblica in genere non pone in primo piano fra i suoi compiti la selezione delle risorse consultabili dalla propria postazione.
In conclusione si può dire che, nel caso del servizio Internet, è emersa la tendenza a intendere la mediazione del bibliotecario come lavoro preparatorio, a monte del servizio stesso, per mettere l'utente in condizioni di utilizzarlo autonomamente. Tale intermediazione si può realizzare come selezione delle risorse in base ai bisogni informativi della propria utenza (quindi redazione di pagine Web, distribuzione selettiva dell'informazione via e-mail...) sia come formazione degli utenti (per esempio all'Università di Firenze: corsi gratuiti tenuti dai bibliotecari per gli studenti, anche differenziati in livelli di approfondimento, ma anche alla Comunale di Fiesole), invece che come assistenza diretta in ogni seduta di consultazione.
Sul secondo punto: in genere l'accesso è gratuito, salvo i rimborsi previsti nel caso delle basi dati a pagamento; a volte sono previste tariffe a tempo.
Nel corso del dibattito è emersa una proposta interessante: la biblioteca potrebbe fornire gratuitamente il servizio se utilizzato per ricerche bibliografiche, a pagamento se utilizzato liberamente. Cos“ si cercherebbe di rispecchiare, anche nel caso di di Internet, la distinzione fra i servizi essenziali offerti da una biblioteca, come la ricerca bibliografica, di cui Internet è uno strumento fra gli altri, e i servizi opzionali , accessori, come la libera navigazione in Internet.
Sul terzo punto: problemi di filtri e censure alla navigazione in Internet si pongono soprattutto in biblioteche pubbliche per i minori. Esistono veri e propri programmi di filtro che però vantano efficacia limitata. Presso la Biblioteca comunale di Fiesole si chiede il consenso dei genitori per i minorenni.
Il problema in realtà non pare avere al momento soluzioni efficaci, e anche qui il contesto fa la differenza: piccole biblioteche possono valersi del controllo a vista della postazione, cosa assai più difficile in grossi centri, con molte postazioni variamente dislocate, e con utilizzo assai più privato.
Sul quarto punto: è stato lamentato da più parti il grosso problema dei virus, che si scaricano con grande facilità dalla rete e sono in grado di infestare rapidamente tutto il sistema. Si cerca di arginare la cosa fornendo dischetti nuovi da parte della biblioteca oppure disponendo sistemi antivirus che però comportano interventi di manutenzione e aggiornamento da parte del personale. In genere si cerca di scoraggiare lo scarico di software, anche per i problemi di tempo che comporta. Si tratta di inviti e regole che solo in casi particolari di utente a vista possono essere fatti tassativamente rispettare; la stessa pretesa risulta peraltro inapplicabile in contesti speciali, tanto che ad esempio l'Università di Lecce ha disposto vere e proprie postazioni multimediali per l'utenza "scientifica" (i Servizi informativi telematici di Plesso).
Da notare a questo proposito, che si identifica da parte di tutte le biblioteche la presenza di Internet con la messa a disposizione per il pubblico di personal computer, nemmeno le biblioteche universitarie hanno menzionato la possibilità di utilizzare i terminali; in genere si identifica l'uso del terminale con la consultazione del catalogo in linea, e l'uso del PC con la ricerca in Internet (solo alla Biblioteca del Dipartimento delle Scienze del linguaggio di Torino ci si ricorda degli esordi con browser non grafico come di tempi felici!).
Nessuno ha dichiarato di occuparsi di problemi di tutela del copyright, connessi allo scarico di software e documenti in genere. Non si può fare a meno di notare in questo caso la discrepanza fra il dibattito teorico, che nel caso di copyright e documenti elettronici in rete è a tutt'oggi molto vivace e occupa una vasta letteratura sempre in aggiornamento, e la pratica, dove la mancanza di specifici mezzi di tutela rimane (per fortuna?) una delle caratteristiche salienti della rete e del suo utilizzo.
Sul quinto punto: l'organizzazione del "servizio" Internet in biblioteca risulta la questione principale, infatti la dotazione macchine si rivela presto insufficiente a garantire il servizio (ma la postazione assolutamente incontrollata eppur ancora funzionante del polo di Ingegneria all'Università di Genova sembrerebbe smentirci! certo da futuri ingegneri possiamo aspettarci un buon livello di autocontrollo).
In generale l'esigenza di base, da cui parte poi l'instaurazione di un servizio più articolato, è la consultazione dei cataloghi in linea. Direttamente proporzionale al livello di arrichimento, articolazione, aggiornamento del servizio (si tratti di aumento del numero di postazioni o del controllo dei virus) è la necessità di adeguamento delle risorse del personale, in termini di unità di addetti al servizio, di disponibilità di tempo, di formazione e di continuo aggiornamento.
Anche per rispondere in parte a questi problemi, nel caso di Internet la biblioteca tende a percorrere la strada della formazione degli utenti, in modo da sviluppare la fruizione autonoma del servizio, senza necessità costante di assistenza diretta da parte del personale, le cui risorse possono essere meglio impiegate nel lavoro di predisposizione degli strumenti.
Il vivace dibattito su questo tema, ha evidenziato due aspetti di tale formazione: l'alfabetizzazione informatica prima e poi la formazione mirata a Internet. I bibliotecari si trovano spesso chiamati ad affrontarli entrambi, ma non tutti sono d'accordo che rientri nei compiti istituzionali di una biblioteca fornire il primo tipo di formazione, come non si chiede in fondo alle biblioteche di insegnare a leggere. Si riconosce comunque che, nel caso di risorse cos“ peculiari come quelle elettroniche in rete, non è semplice e probabilmente spesso nemmeno possibile tracciare una netta distinzione fra i due livelli.
Rientrano fra i problemi di organizzazione anche quelli legati alle attrezzature a disposizione (per esempio, lettore CD s“ o no, stampante s“ o no, dischetti, carta per stampante), e anche in questo caso risulta evidente che quante maggiori possibilità si offrono agli utenti tanto maggiore è l'impegno cui il personale è chiamato a rispondere; d'altra parte è difficile concepire per un servizio come Internet una segmentazione di risorse, che sono invece per la natura stessa di questo strumento, fortemente integrate.
Quindi, tante domande e non altrettante risposte? tanti problemi e non altrettante soluzioni? L'impressione è stata che per gli intervenuti l'interesse sia stato proprio nel sollevare le questioni e nella condivisione dei problemi, tanto che si auspica da più parti una continuazione del dibattito, magari proprio via Internet!
Appuntamento su AIB-CUR: la lista dei bibliotecari italiani? Magari anche per discutere le possibili interpretazioni del D.L. n. 103, 17 marzo 1995, relativo ai servizi di telecomunicazioni, secondo cui chiunque offra Internet al pubblico dovrebbe richiedere un'autorizzazione ministeriale e forse anche pagare una tassa.


MANZI, Stefania. Internet in biblioteca: problemi di accesso, di tariffe e di censura. «AIB Notizie», 10 (1998), n. 5, p. 13-15.
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Copyright AIB, ultimo aggiornamento 1998-07-20 , a cura di: Andreas Zanzoni