[AIB]AIB Notizie 10/2000
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Bibliotecari italiani pellegrini nel 2000 alla corte dei santuari tedeschi del libro

di Elisabetta Poltronieri

Un rinnovato contributo alla conoscenza del mondo bibliotecario "teutonico" sulle tappe di un viaggio di studio promosso da AIB-Viaggi di studio (https://www.aib.it/aib/ corsi/viaggi/viaggi.htm), dal 14 al 20 ottobre scorso, con il supporto logistico di Nouvelles Frontières. La visita alle biblioteche, che questa volta ha puntato principalmente su Berlino e Francoforte, fa seguito infatti a due precedenti iniziative mirate alle istituzioni bibliotecarie germaniche: una "spedizione" partita nell'ottobre 1999, organizzata dal Consorzio sistema bibliotecario nord-ovest di Novate milanese (cfr. la rubrica "Viaggi di studio" su «Biblioteche oggi», 8/2000, p. 22-35) e il viaggio programmato dal Goethe Institute di Roma nel novembre 1999 (cfr. «AIB notizie», 2/2000, p.7-9).
Ci limitiamo qui a tratteggiare luoghi e impressioni di quest'ultima sortita in Germania, con concessioni forse più al dilettevole che all'utile, allo scopo primario di guadagnare interesse crescente per le iniziative di una formazione per così dire itinerante che AIB-Viaggi di studio sta proponendo a servizio dei soci con la formula dei viaggi di studio all'estero. Per un approfondimento sull'articolata realtà delle biblioteche tedesche, oltreché rimandare ai dati ed ai commenti pubblicati negli ampi resoconti di cui sopra, riportiamo in questa sintesi una selezione degli indirizzi Internet presenti nella documentazione raccolta durante il viaggio. Segnaliamo inoltre che è disponibile presso la Segreteria nazionale dell'AIB un dossier del materiale informativo sulle biblioteche visitate.
Primo approdo dello shuttle AIB lanciato nell'orbita tedesca è stata Berlino. Una temperatura insolita per la stagione, di timbro decisamente primaverile, ha ingentilito lo scenario metallico dei cantieri ancora aperti, regalando giochi di luce riflessi dalle geometrie di vetro della nuova ed ardita edilizia "unificata" (per esempio Sony center a Potsdamer Platz e cupola del Reichstag). La prima tappa del soggiorno berlinese è stata la Zentral- und LandesBibliothek (http://www.zlb.de), sorta nel 1995 con il duplice profilo di biblioteca pubblica centrale della città e di istituzione a valenza regionale e che riunisce sotto un unico tetto i due edifici della Berliner Stadtbibliothek (Berlin city library, fondata nel 1901) e della Amerika-Gedenkbibliothek (America memorial library, donata a Berlino dal governo americano nel 1954). Alcuni dei dati più recenti sui servizi al pubblico illustrati nel corso della visita (aggiornati al 12.10.2000) parlano di 90.000 utenti "attivi" (i titolari di almeno un prestito l'anno), di 300 persone impiegate nella biblioteca e di 63 ore settimanali di apertura. E ora una notazione di costume a margine: gli utenti sono disposti in fila davanti al bancone di accettazione con cestini della spesa lasciati a portata di mano dallo staff della biblioteca e regolarmente ricolmi di libri e Cd da richiedere in prestito.
Il secondo ed ultimo appuntamento in programma nello spazio berlinese è stato onorato in due tempi alla Staatsbibliothek zu Berlin - Preussischer Kulturbesitz (Berlin State Library Prussian - Cultural Heritage) (http://www.sbb.spk-berlin.de), in quanto l'istituzione è articolata in due aree della città (ex Berlino est ed ex Berlino ovest). I periodi storici più significativi di questo travagliato monumento al sapere sono, nel corso del '900: 1918-1945 (periodo in cui si identifica con la biblioteca centrale dello stato prussiano), gli anni della II guerra mondiale durante i quali il patrimonio librario è stato evacuato in diverse parti della Germania, l'era postbellica in cui le collezioni furono ripartite tra l'edificio monumentale a Berlino est (German State Library, Unter den Linden), eretto tra il 1903 e il 1914 come sede della originaria biblioteca reale, e la nuova costruzione (State Library - Prussian Cultural Foundation, Potsdamer Strasse) situata a ovest, costruita a partire dal 1967 e aperta al pubblico nel 1978. Dopo la caduta del muro, nel 1992 le due biblioteche identificate con il nome dei rispettivi architetti (Ihne Building a est e Scharoun building a ovest) sono state riunite sotto un unico profilo istituzionale anche se i fondi librari permangono divisi nelle due sedi (collezioni storiche tra le quali sezioni speciali di manoscritti, carte geografiche e spartiti musicali nella prima; acquisizioni recenti, proprie di una grande biblioteca di ricerca nella seconda).
Spigolando sulla visita alla biblioteca costruita da Sharoun, è d'obbligo un cenno alla presentazione del tutto anticonvenzionale sfoderata a sorpresa dal collega/ospite tedesco che ci ha guidato. Tanto impietosa quanto a stento credibile è stata la rassegna di vincoli e di trappole architettoniche che marchierebbero a fuoco le soluzioni messe a punto da Scharoun, fugandone l'apparente funzionalità. Quasi esecrabile veniva infatti definita dal nostro temerario accompagnatore la rigida demarcazione strutturale tra magazzini, uffici e sale di lettura e del tutto disagevole, a dir poco, l'attività del personale, disperso sui molteplici livelli di un unico grande spazio intercomunicante pensato irrazionalmente per tenere insieme utenti e staff di biblioteca. L'idea malsana di quelle che poeticamente abbiamo sentito nominate come landscaped reading-rooms non sarebbero che ambienti propizi all'innesco di love affairs tra gli studenti, piuttosto che aree favorevoli alla concentrazione e allo studio. Ma tant'è, il nostro uomo vive ed opera ancora incensurato malgrado i ripetuti sberleffi alla genialità di Scharoun.
Un interessante fuori programma a Berlino è stata la visita alla casa di Bertolt Brecht nel quartiere di Mitte dove lo scrittore di teatro, scomparso nel 1956, è vissuto insieme alla moglie Helene Weigel. L'abitazione, in cui è conservato intatto anche lo studio dell'artista e la sua collezione di libri, affaccia su un piccolo cimitero che oltre alla tomba di Brecht ospita quelle di Hegel e di Fichte.
A Francoforte, mete privilegiate sono state la Deutsche Bibliothek (http://www.ddb.de) e la Stadt- und Universitatsbibliothek (http://www.stub.uni-frankfurt.de). La prima, nel suo nuovo edificio di Adickesallee, è stata inaugurata nel 1997 e, a seguito dell'integrazione delle due Germanie, condivide questa denominazione con le consorelle di Lipsia (Deutsche Bucherei) e di Berlino (Deutsches Musikarchiv). Di particolare effetto è stata la concezione estremamente ariosa degli spazi sia all'ingresso (nel grande atrio) che all'interno della biblioteca, in ossequio a una dinamica di piani rialzati e di scale che amplificano l'impressione di circolarità degli ambienti. Tra le informazioni raccolte in merito alla politica e alla gestione delle raccolte, ricordiamo la realizzazione di un'ampia sezione a scaffalatura aperta di riviste di portata internazionale e di un settore di documentazione sugli anni della persecuzione ideologica e razzista attuata dal nazismo.Quanto alla seconda biblioteca visitata a Francoforte (Stadt- und Universitatsbibliothek), edificata nel 1964, la sua fisionomia è attualmente quella di una biblioteca civica (configurazione originaria che risale al 16o secolo) che incorpora le funzioni di una biblioteca universitaria (dopo la fondazione a Francoforte della J. W. Goethe University nel 1914) e che ospita inoltre importanti collezioni speciali (quasi tutte di carattere umanistico e nelle quali è stata integrata la raccolta della fondazione Rothschild).
L'illustrazione della storia e dei servizi di questa importante istituzione della regione di Francoforte, in cui si concentrano anche una serie di compiti regionali, ha consentito di ricavare, seppure a grandi linee, un quadro del sistema bibliotecario tedesco. La tradizione del federalismo in Germania ha decentrato l'amministrazione delle funzioni pubbliche alla rete dei Lander che hanno competenza territoriale nei settori dell'istruzione e della cultura e che agiscono con gradi diversi di coordinamento delle istituzioni bibliotecarie comprese nella propria area. In questo senso non esisterebbe un organo di coordinamento centrale nazionale delle biblioteche, ma solo un sistema a livello regionale con minore o maggiore autonomia. Quanto all'evoluzione della tecnologia di rete, le biblioteche più dotate di servizi via web sono quelle scientifiche e universitarie piuttosto che le biblioteche di pubblica lettura ancora scarsamente automatizzate.Fa capo all'amministrazione della biblioteca civica e universitaria di Francoforte anche la gestione di una serie di lasciti di materiale archivistico, come quello di Schopenhauer e degli esponenti della scuola filosofica di Francoforte. Abbiamo avuto l'occasione di incontrare il responsabile di questa sezione distaccata della biblioteca e di renderci conto delle problematiche connesse alla archiviazione di documenti provenienti da estesissime collezioni private.La sosta a Francoforte ha riservato anche una puntata di un giorno alla Buchmesse, giunta quest'anno alla sua 52ma edizione (http://frankfurt-book-fair.com). Il passi di ingresso è stato generosamente offerto dalla società tedesca Zeller, distributrice, tra l'altro, del repertorio di abbreviazioni International title abbreviations (ITA). I dati più significativi di questa colossale manifestazione nel campo dell'editoria, che ha visto quest'anno la Polonia come ospite d'onore, si riassumono per il 2000 in un totale di 6.887 espositori appartenenti a 107 paesi, per un numero complessivo di 377.683 titoli esposti, di cui 91.407 nuove pubblicazioni. L'Italia è stata presente con 305 espositori, posizionandosi prima della Francia (303) e subito dopo la Germania (al primo posto con 2.606), la Gran Bretagna con 900 e gli Stati Uniti con 842. Il catalogo delle aziende italiane presenti alla Fiera è accessibile all'indirizzo http://www.italien-on-line.de/buchmesse-2000.
Infine, il giorno stesso del rientro in Italia, abbiamo visitato la mediateca del Neue Theresianum di Magonza, un istituto di istruzione che ha attuato un'avanzata gestione del materiale documentario. In alternativa, qualcuno ha fatto una puntatina al museo di Gutenberg (http://www.gutenberg.de), dove sono conservati i macchinari utilizzati per la prima stampa a caratteri mobili e, oltre a varie opere ed utensili, all'interno di un locale poderosamente blindato, l'edizione della Bibbia delle 42 linee, composta nella bottega di Gutenberg a partire dal 1452. Il viaggio ha sicuramente collaudato un percorso interessante di confronto con la realtà delle più grandi biblioteche tedesche, in un momento cruciale per la ricostruzione dell'identità nazionale in Germania dopo la caduta del muro. é stata un'esperienza da cui partire per conoscere altri aspetti dei servizi bibliotecari ed altre tipologie di biblioteche, per fare un'analisi del sistema di formazione e di avviamento alla professione adottato in Germania o per comprendere più a fondo gli orientamenti della politica bibliotecaria in un paese con marcate tradizioni regionali nell'amministrazione della cultura. Tutti temi di indagine che sorgono naturali dopo aver preso diretto contatto con i contesti di lavoro e le strutture sociali operanti in un determinata realtà politica e geografica.Un ringraziamento spontaneo va rivolto a tutti i partecipanti a questo viaggio per la collaborazione alla riuscita dell'iniziativa, lo slancio che ha accompagnato le proposte di nuovi itinerari di studio e la disponibilità ad aprire una e più finestre sulla cultura professionale di altri paesi.


POLTRONIERI, Elisabetta. Bibliotecari italiani pellegrini nel 2000 alla corte dei santuari tedeschi del libro. «AIB Notizie», 12 (2000), n. 10, p. 22-23.
Copyright AIB, ultimo aggiornamento 2000-12-08 a cura di Gabriele Mazzitelli
URL: https://www.aib.it/aib/editoria/n12/00-10poltronieri.htm

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