[AIB]AIB Notizie 11/2001
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L'immaginario popolare e i nani di San Bastian: antidoti all'omologazione



Nell'ultimo incontro, il Gruppo di ricerca sulle Biblioteche scolastiche (Dipartimento di Scienze dell'educazione, Università di Padova, AIB, sezione Veneto) coordinato da Donatella Lombello, si è confrontato sulle tematiche relative alla fiaba e all'immaginario popolare.
Annacaterina Barocco, consigliere nazionale UNELG (Unione nazionale educazione e lettura giovanile) e ricercatrice esterna del Settore Ricerca sulla lettura e letteratura giovanile dell'Università di Padova, ha tenuto la relazione su Oralità, fiabe e i nani di S. Bastian. La studiosa dal 1993 segue un progetto di recupero delle leggende orali e scritte legate ai nani di Villa Valmarana di Vicenza, progetto che vede coinvolte le istituzioni locali e, dallo scorso anno, l'Istituto magistrale "Fogazzaro" di Vicenza.
I nani di S. Bastian, le statue di pietra che ornano le mura della villa vicentina, attribuite nel 1981 a Francesco Uliaco su probabile disegno di Giandomenico Tiepolo (vedansi le ipotesi di Lionello Pupi e Michelangelo Muraro), si rifanno ai temi popolari del racconto e della fiaba della nana "jana."
Non vi è documentazione scritta sulla storia dei nani di Villa Valmarana, ma solo qualche citazione di cronaca locale e una breve ricerca che si rifà all'articolo Curiosità e fantasie popolari sulla «Vedetta fascista» del 1928. La "jana" tuttavia è un personaggio tipico di tutta la letteratura folclorica e anticamente rappresentava un essere ambivalente portatore di bene e male come erano le fate, le streghe, le nane. La Barocco nel suo itinerario di ricerca ha raccolto tre versioni scritte: due novelle del francese Paul Morand e una novella romantica di Osvaldo Parise, tuttavia è certo che la figura grottesca di Lajana (trasposizione del nome comune in proprio), principessa dei nani, rappresenta la diversità, la deformità. Lajana vive il disagio della separazione, della diversità, dell'imperfezione del corpo, ma nella versione orale concretizza il suo desiderio d'amore, negatole dal destino, nelle nozze con il principe nano.
La leggenda dei nani di San Bastian rivela dunque, secondo la Barocco, «l'unica verità possibile: solo l'amore compie il prodigio della metamorfosi, della rinascita autentica per trovare se stessi» ("La "Jana" di Vicenza ed i Nani di San Bastian" ne «Il giornale di Vicenza», 20 aprile 2001, p. 35).
Il racconto fiabesco vicentino si radica nella cultura locale e in particolare in quella cimbra, della quale si connota soprattutto sul piano linguistico e antropologico. L'isolamento dei monti, il fascino della natura silvestre hanno favorito e tramandato la tradizione fantastica nordica, pervasa da forze oscure e misteriose. Ripercorrere le tappe del racconto popolare come racconto pedagogico significa radicarsi nell'identità storica locale e ciò, secondo la Barocco, rappresenta una sicura alternativa all'omologazione e alla massificazione indifferenziata.
La "Sagra dei Nani" tramandata fino agli anni Cinquanta, poi caduta in disuso, è stata riproposta dal 1983 come recupero della memoria storica popolare.
A conclusione dell'incontro un'insegnante che fa parte del Gruppo di ricerca ha illustrato, anche attraverso i materiali prodotti, il progetto "Un libro per amico" realizzato dalle docenti della scuola elementare "Daniele Manin" di S. Cosma di Monselice (Padova).
Il progetto ha previsto un approccio multidisciplinare al tema "libro" e ha visto impegnate nell'arco dell'anno tutte le cinque classi della scuola nelle varie materie; è stato inoltre attuato un laboratorio per il restauro dei libri vecchi da parte dei bambini.

LUCIA ZARAMELLA
GRUPPO DI RICERCA SULLE BIBLIOTECHE SCOLASTICHE
UNIVERSITÀ DI PADOVA



ZARAMELLA, Lucia. L'immaginario popolare e i nani di San Bastian: antidoti all'omologazione. «AIB Notizie», 13 (2001), n. 11, p. 5.
Copyright AIB, ultimo aggiornamento 2002-01-05 a cura di Franco Nasella
URL: https://www.aib.it/aib/editoria/n13/01-11zaramella.htm

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