[AIB]AIB Notizie 5/2002
AIB-WEB | AIB Notizie | Sommario fascicolo 6/2002


Central Library TU Delft. Landscape Architecture


di Daniele Mancini

Proponiamo con "Architetture da leggere" un ciclo di articoli dedicati ai progetti di biblioteche più innovativi degli ultimi anni, raccontati e descritti col linguaggio di un architetto


Daniele Mancini (1974), architetto, attualmente ricercatore al Berlage Institute di Rotterdam, si occupa del concetto di spazialità architettonica ibridizzata (reale-digitale) delle biblioteche e dei musei e del ruolo dei new-media nella città contemporanea. Svolge l'attività professionale tra Roma e Rotterdam


La Delft University of Technology Library (in Olandese Bibliotheek TU Delft, o BTUD) è la più grande biblioteca scientifica e tecnica d'Olanda, e comprende sette biblioteche di facoltà e una biblioteca centrale. Il patrimonio totale consiste in circa un milione di volumi tra monografie e periodici e numerose risorse su supporto digitale o microfiche. Oltre a servire i bisogni locali degli studenti universitari e dello staff, la biblioteca è dotata di servizi per numerose aziende e compagnie che necessitano di consulenza e informazioni sui più innovativi processi produttivi tecnologici e scientifici: in questa maniera, essa affianca al servizio pubblico, un'attività di marketing remunerativa, che raggiunge clienti sia pubblici sia privati. Inoltre, essendo stata designata come biblioteca nazionale per la tecnologia e le scienze naturali, è connessa digitalmente alla maggior parte delle grandi biblioteche mondiali.
Dopo anni di tentativi e grazie a una cospicua disponibilità finanziaria, nel 1993 vennero invitati a presentare una proposta progettuale per la biblioteca centrale i Mecanoo (Henk Döll, Francine Houben) con studio a Delft.
La fase progettuale impegnò il team di architetti e la commissione dei bibliotecari per tre anni, dal 1993 al 1995, durante i quali venne elaborato un progetto accuratamente aderente al programma funzionale e allo stesso tempo aperto alla sperimentazione di linguaggi architettonici e a innovative soluzioni urbane. Complessivamente, l'intervento è costato circa 60 milioni di fiorini olandesi per un volume utile di 60.000 metri cubi.

Incisioni e pieghe
L'edificio, che è destinato a ospitare poco meno di un milione di volumi su una superficie totale di 15.000 mq, emerge immediatamente dietro al brusco incidente brutalista dell'Assembly Hall di Van den Broek & Bakema, nelle mimetiche fattezze di un'invitante collinetta a prato. L'unico elemento costruttivo che ne segnala la presenza è un cono puro, alto circa una trentina di metri, diventato ormai il simbolo della Technical University.
Nelle parole ironiche dei progettisti, il massiccio auditorium in cemento realizzato negli anni Sessanta come sede per gli eventi rappresentativi dell'università, rassomiglia a una gigantesca rana che se ne sta silente, su di un prato verde (la Central Library). In effetti questa metafora naturalistica è stata utilizzata come strategia progettuale per risolvere il confronto con una massa così introversa e poco incline al dialogo.
Da un punto di vista squisitamente geometrico invece, il dominio spaziale dalle straordinarie qualità architettoniche e urbane della Central Library TU Delft, si conclude in una banale anomalia topologica consistente in un taglio e una piega infinitesimi, sull'inesorabile superficie piatta del paesaggio olandese.

Landscape Square
Il campus universitario realizzato a partire dai primi anni Sessanta si dispiega su una vasta area verde a poche centinaia di metri dal quieto centro storico di Delft, senza ripeterne però l'intima atmosfera. Infatti le singole facoltà con le relative biblioteche e i vari laboratori di ricerca, connessi attraverso un razionale sistema di strade principali e secondarie, sono dispersi su distanze percorribili più facilmente in bicicletta e in macchina.
La realizzazione della Central Library aveva il compito di rafforzare innanzi tutto la centralità del lotto su cui insisteva già l'Assembly Hall, e inoltre doveva dotarlo di una dimensione più controllata e raccolta: di fatto, il team di progettisti ha messo a punto non solo la volumetria destinata a soddisfare la funzione primaria della biblioteca, ma ha lavorato ben oltre l'area di sedime per conferire all'intervento persino una connotazione "paesaggistica".
D'altronde l'unico modo di creare uno spazio intimo, ma capace di mettersi in relazione con la dimensione urbana del campus tanto da diventarne un simbolo, era quello di progettare il vuoto, lo spazio all'aperto, il paesaggio, prima che il pieno: la pendenza della collina risponde infatti, senza discontinuità di superficie, sia all'esigenza di un fondale rappresentativo (il cono, la gradinata, i percorsi in pietra su un'astratta superficie verde) sia alla necessità di un luogo di quiete e di sosta dove professori e studenti si possano incontrare e scambiare opinioni in maniera del tutto informale, magari sdraiati al sole, con uno sguardo libero di spaziare su distanze enormemente aumentate da questa artificiale protuberanza terrestre: un modello di piazza rivisitato in chiave paesaggistica appunto.

Macro-interni
Raggiungendo la biblioteca dall'arteria principale del campus, il disallineamento assiale rispetto alle direzioni dominanti della griglia urbana produce una drammatica fuga visiva che si conclude nella cavità ombrosa dell'ingresso principale alla fine di una comoda cordonata.
L'accesso si rivela estremamente fluido e conduce in un ampio open space dominato da oggetti macroscopici: nell'aula a tutta altezza completamente aperta alla mobile curiosità dell'utente-visitatore, la curva del tetto giardino è completamente visibile e sostenuta da una griglia di pilastri circolari in acciaio, il grande cono cavo, che all'interno alloggia quattro piani di postazioni per la consultazione e lo studio, rimanendo sospeso a mezz'aria, si proietta su un'area che ospita un unico, sinuoso, bancone di accoglienza e di distribuzione, sul fondo un'impressionante scaffalatura sospesa a ballatoio su quattro piani, con circa 80.000 volumi a presa diretta. L'ironico fuori scala mantiene comunque una dignità luminosa e acustica che non ci si aspetterebbe in una cavità così dilatata. I piani vetrati traslucenti sulle facciate laterali attivano la vitalità spaziale di questo volume, con esposizioni luminose variabili durante la giornata, e che comunque sono calibrate e corrette dall'illuminazione artificiale.

Digital Paradigm
L'articolazione spaziale di questo interno coincide esattamente con il programma funzionale sottoposto ai progettisti dalla direzione della biblioteca che ambiva a ottenere l'efficacia di un air terminal: l'aderenza architettonica infatti è stata raggiunta attraverso l'uso di metafore spaziali estremamente comunicative in quanto morfologicamente determinate (la copertura, il cono, la scaffalatura ballatoio ecc.) in un ambiente fluido, svincolato da schemi tipologici gerarchici ormai anacronistici.
La disarticolazione volumetrica e la flessione continua delle superfici costituiscono la cifra linguistica con cui i Mecanoo si sono confrontati con il programma. Come l'interno aspira alla leggerezza e alla trasparenza con una sintassi paratattica e formalmente chiara, anche gli esterni non indulgono ad alcun fascinoso compromesso: le vetrate laterali sono dinamicamente inflesse con delle semplici pieghe e la copertura si trasforma ai bordi del giardino in un profilo aerodinamico sufficientemente sporgente per schermare la luce del sole.
Anche se non si può parlare di innovazione tipologica per questo edificio, l'aver bilanciato l'attenzione per gli spazi destinati all'accessibilità e mobilità nel reale con le richieste di accessibilità e mobilità interconnessa e multidisciplinare nel cyberspazio, è un segnale che prefigura speranze di soluzioni morfologiche declinate finalmente al paradigma digitale: il grande spazio scatolare racchiuso tra due vetrate, una verso l'interno e l'altra verso l'esterno, subito a sinistra rispetto all'ingresso principale, è completamente occupato da 300 postazioni connesse in rete e dotate di tutti i dispositivi per la navigazione e la ricerca delle informazioni in Internet. Oltretutto, tra i servizi offerti dalla biblioteca, c'è quello che consente all'utenza remota di richiedere la spedizione tramite e-mail di articoli di riviste o porzioni di libro in formato digitale.
Anche se debolmente, si percepisce come ai principi biblioteconomici della flessibilità, compattezza, accessibilità ed estendibilità ne siano stati affiancati altri che ne amplificano il valore: la miniaturizzazione del supporto informativo nella forma dei CD-ROM/DVD, messi a disposizione dell'utente per le ricerche bibliografiche in locali specifici, l'interconnessione fra le varie parti - uffici, bancone, utenza remota - attraverso il cablaggio telematico, la polifunzionalità degli ambienti interni che vengono vissuti come libera estensione dello spazio pubblico esterno.

Ecology
Il meccanismo mimetico messo in atto per superare il confronto con il brutale volume dell'Assembly Hall è sicuramente l'aspetto più originale del progetto, che si colloca in bilico tra raffinatezza paesaggistica e corretta sperimentazione sui contemporanei linguaggi architettonici. Ma vale la pena soffermarsi anche sulla strategia ambientale, ecosostenibile direi, che è stata attuata per ridurre l'impatto visivo degli impianti di condizionamento e per garantire alti livelli di comfort interno.
Innanzitutto la massa del tetto giardino possiede significative proprietà isolanti tanto che l'interno dell'edificio risulta meno suscettibile a cambiamenti di temperatura. Inoltre costituisce un'eccellente barriera acustica e la graduale evaporazione della pioggia trattenuta dalla vegetazione provvede a un raffrescamento naturale nel periodo estivo. Per evitare di sfigurare il profilo del tetto con impianti di condizionamento, e anche per ragioni ecologiche, è stata adoperata la tecnica dell'immagazzinamento del fresco che prevede l'uso di una riserva termica a temperatura costante, cioè una falda acquifera tra due strati impermeabili di argilla alla profondità di 45-70 metri. In questa maniera, appositi dispositivi fanno circolare l'aria sia d'estate sia d'inverno con un fortissimo risparmio energetico. Anche le facciate vetrate giocano un ruolo critico nella strategia ambientale dell'edificio essendo dotate di intercapedini per far fluire masse d'aria rinfrescanti e per schermare la luce solare diretta.

Descrizione funzionale e servizi
L'edificio conta circa mille postazioni per lo studio, trecento delle quali dotate di terminali. La maggior parte delle aree di studio è ospitata all'interno del cono le cui pareti sono lasciate a vista, mentre i pavimenti sono rivestiti con una moquette blu per abbassare gli indici di rifrazione sonora. I piani continui addossati al perimetro esterno, i tavoli ovoidali centrali e i supporti disposti intorno alla balaustra sul vuoto centrale sono illuminati sia da un impianto artificiale sia dalla luce indiretta che cala alla sommità del volume. Si accede a questo spazio attraverso una suggestiva scala elicoidale che raggiunge quattro livelli.
Altre postazioni sono allestite al piano d'ingresso, per permettere la consultazione delle riviste, oppure adiacenti alla vetrata della facciata nord al livello del magazzino.
Circa un milione di libri è stoccato in scaffalature compatte nei locali a piano terra, a temperatura e umidità controllata. I volumi conservati vengono richiesti allo staff della biblioteca e consegnati al bancone di distribuzione attraverso un montacarichi in vetri dall'impatto visivo ridotto.
Circa 80.000 volumi delle più recenti pubblicazioni sono invece a presa diretta, liberamente consultabili dall'utenza. Sono riposti in una gigantesca scaffalatura metallica che continua su quattro piani, sospesa a ballatoio contro una parete blu oltremare. Dai ballatoi di questa scaffalatura si può anche accedere ai piani superiori del cono e avere un colpo d'occhio dello spazio centrale.
Migliaia di periodici correnti sono infine disposti su una serie di cavalletti leggeri al piano terra.
Il piano d'ingresso è dotato di una batteria di circa trenta computer per l'accesso a Internet e la consultazione del catalogo online. Sono inoltre disponibili diverse macchine per fotocopiare sia in bianco e nero sia a colori, stampanti, scanner, masterizzatori e diversi lettori di microfiche. La versione cartacea del catalogo è a ridosso dell'ala sud destinata a ospitare cinque piani di uffici.
L'ala est, dietro alla scaffalatura a cielo aperto, è progettata lungo un corridoio su cui si affacciano, dalla parte interna, locali destinati ad attività speciali che non necessitano di luce solare diretta, mentre verso la vetrata esterna sono disposti gli uffici. L'ala sud è dotata di ballatoi aperti sullo spazio centrale e le pareti traslucide degli uffici lasciano penetrare il chiarore della luce esterna.
L'illuminazione diurna è garantita anche dai diversi piani di trasparenza dell'ala nord, che ospita l'intera postazione di 300 computer, e dalla corona di vetro disposta ad anello intorno al cono. Di notte, poiché l'apertura è prolungata per quattro giorni la settimana fino alle 24, l'edificio si trasforma in uno spettacolare emettitore luminescente.
La biblioteca è anche dotata di sale speciali di studio (6-12 persone), di una sala emeroteca per la lettura dei maggiori quotidiani nazionali e internazionali, di una sala per la consultazione e la lettura di volumi di particolare pregio o antichi, di una libreria, di un guardaroba e di un piccolo coffee bar.

Docutrans
Congiuntamente alla KN Minolta, la Delft University of Technology Library ha sviluppato un innovativo sistema automatizzato di produzione e distribuzione di copie di periodici e libri, chiamato Docutrans. La richiesta viene presentata direttamente al bancone accettazione oppure inviata via e-mail, dopodiché il pezzo viene scansionato e trattato con uno specifico software grafico. In pochissimo tempo il file digitale viene spedito all'indirizzo di posta elettronica dell'utente o recapitato se su supporto cartaceo.
Informazioni riguardanti le collezioni e l'elenco completo dei servizi offerti, come pure gli indirizzi e gli orari di apertura si possono consultare online all'indirizzo http://www.library.tudelft.nl/ oppure possono essere richieste a info@library.tudelft.nl.

d.mancini@galactica.it

Datasheet

Denominazione: Delft University of Technology Library (DUTL)
Luogo: Delft, The Netherlands
Studio di progettazione: Mecanoo architecten b.v, Delft
Progettazione: 1993-1995
Esecuzione: aprile 1996-maggio 1998
Inaugurazione: 15 maggio 1998
Superficie totale: 15.000 metri quadrati
Volume: 60.000 metri cubi
Volumi conservati: 1.112.591 libri nel giorno dell'inaugurazione

http://www.mecanoo.nl/
http://www.library.tudelft.nl/

MANCINI, Daniele. Central Library TU Delft. Landscape Architecture. «AIB Notizie», 14 (2002), n. 6, p. 9-12.
Copyright AIB, ultimo aggiornamento 2002-06-26 a cura di Franco Nasella
URL: https://www.aib.it/aib/editoria/n14/02-06mancini.htm

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