[AIB]AIB Notizie 3/2003
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Fare il punto sulle biblioteche per ragazzi

Antonella Agnoli

Gli studi sulle biblioteche per ragazzi e sui loro pubblici sono veramente rari, mancano totalmente dati nazionali che ci permettano di fare il punto sulla situazione delle biblioteche per ragazzi nel nostro paese. Ci sono soltanto le rilevazioni di alcune regioni e di molti comuni che raccolgono ed elaborano autonomamente i dati. Sono quindi possibili soltanto riflessioni a partire dalle conoscenze sul campo e dallo scambio di esperienze tra addetti ai lavori.
Il punto da cui partire è che se la classe di età 0-14 anni rappresenta circa il 15% della popolazione italiana, bambini e ragazzi sono una parte importante dell'utenza delle biblioteche pubbliche. Questo per motivi positivi (i ragazzi sono più interessati alla lettura degli adulti) quanto negativi (la biblioteca locale continua a svolge un ruolo di supplenza nei confronti della inesistente biblioteca scolastica). Grazie al loro successo di pubblico, le sezioni ragazzi si sono quindi conquistate lo status di servizio fondamentale della biblioteca pubblica. Ma cosa sono queste sezioni?
Negli ultimi anni ci sono state grandi novità, anche se esistono ancora molte sezioni ragazzi confinate in angoli remoti della biblioteca, con personale e budget del tutto insufficienti. Solo pensando alla situazione di vent'anni fa, con poche iniziative, pochi libri, poco interesse per il pubblico giovanile, possiamo davvero misurare la distanza percorsa.
Oggi l'attività di animazione, soprattutto nei confronti delle scuole, è intensissima. C'è un costante e intenso lavoro per la conquista di nuovi lettori (anche tra i piccolissimi) e per avvicinare i ragazzi al libro come fonte di piacere. I risultati di questa dura e paziente attività sono sotto gli occhi di tutti: molti ragazzi oggi amano la biblioteca, grazie ad essa sono diventati buoni lettori, hanno scoperto autori, collane, generi ai quali appassionarsi, la scuola ormai quasi ovunque ha individuato nella biblioteca l'interlocutore competente per quanto attiene al libro per ragazzi.
Si sono fatti esperimenti innovativi, in particolare in quei servizi bibliotecari più sensibili a bisogni ed utenze differenti, che hanno iniziato a offrire spazi meno separati tra adulti e ragazzi, spazi pensati più in funzione dei diversi comportamenti dell'utenza che delle differenti età. Così troviamo biblioteche attrezzate per accogliere contemporaneamente nuovi utenti e specialisti, chi arriva solo per il prestito e chi passa tutta la giornata, chi vuole la calma e chi viene per incontrare l'amico.
In queste biblioteche le sezioni per ragazzi totalmente separate dal resto dei servizi sono considerate un modello superato perché poco efficace e poco in sintonia con i comportamenti dei ragazzi d'oggi. Si è visto, soprattutto in Francia dove da tempo si sono organizzate biblioteche di questo tipo, che è la biblioteca nel suo insieme a trarre beneficio dalla presenza di un servizio per ragazzi ben visibile, molto frequentato, organizzato in modo flessibile, capace di rimodellarsi secondo le diverse situazioni.
I primi progetti di biblioteche per ragazzi erano rivolti soprattutto alla fascia d'età corrispondente alla scuola dell'obbligo, oggi i pubblici si sono segmentati, con il tentativo di rivolgersi a tutti i bambini senza eccezioni: sia i piccolissimi (0-5 anni), che solo da poco vengono in biblioteca e sono sicuramente il pubblico più gratificante ma anche quello che ci trova più impreparati, che i bimbi dai 6 ai 12 anni, che rappresentano il pubblico "naturale", quello nei confronti del quale il lavoro quotidiano e i metodi di lavoro sono per gran parte acquisiti. È anche la fascia d'età per la quale il rapporto tra le biblioteche e la scuola è il meno difficile e il più consolidato. Per questi ragazzi, il problema è soprattutto di chi inizia a venire in biblioteca ma poi non ci viene più.
Infine ci sono gli adolescenti, che tutti cerchiamo di far venire in biblioteca ma quando vengono in fondo non vediamo l'ora di sbarazzarcene per i loro comportamenti spesso così difficili da conciliare con tutte le altre utenze della biblioteca (dai bebè agli adulti). Inoltre il lavoro con la scuola media inferiore e superiore è complicato e difficile da costruire.
Età con esigenze così diverse impongono un radicale ripensamento dei luoghi e dei servizi: i lettori più piccoli vogliono i loro libri, i loro spazi, sono utenti curiosissimi capaci di trasformare la vita della biblioteca. I bebè, come emerge dall'intensissima attività di "Nati per leggere" stanno diventando i nuovi protagonisti delle biblioteche.
Un'età così particolare richiede spazi e arredi adatti ad accogliere i piccolissimi ma anche gli adulti che li accompagnano. Ci vorranno quindi mobili bassi, gradini dove arrampicarsi, dove trovare i libri, dove sedersi accanto alla mamma che legge una storia. Accogliere e predisporre spazi per quest'età è importante perché si è visto che vi è un minor abbandono dell'abitudine alla lettura se l'iscrizione alla biblioteca è stata precoce, il bambino piccolo tende a stabilire con il luogo una familiarità e una confidenza impossibili da ottenere più tardi e questa confidenza se la porta dietro tutta la vita.
Il bambino piccolo significa anche genitori e il fenomeno dei genitori in biblioteca è forse la vera novità di questo momento. Se negli anni Settanta-Ottanta i genitori erano in gran parte esclusi dalla biblioteca ragazzi, ora gli sforzi per avvicinarli e coinvolgerli in attività di animazione sono diventati comuni a molte biblioteche.
I bambini più grandi sono anche loro appassionati di tutto: attivi, curiosi, a loro agio nelle situazioni che li stimolano a crescere. I ragazzi hanno immediatamente la consapevolezza di essere in un luogo destinato a tutti, senza terreni riservati, vogliono utilizzare l'insieme dello spazio e delle risorse. Per questo è necessario pensare a spazi e comportamenti tali da permettere la coesistenza tra le diverse utenze.
Gli adolescenti sono un problema recente delle nostre biblioteche, che in generale non hanno mai fatto distinzioni tra il ragazzo e l'adolescente. Non è facile accogliere nelle nostre biblioteche una generazione alla ricerca di se stessa, che non vuole più frequentare la sezione ragazzi ma contemporaneamente non è ancora pronta per quella adulti.
In alcune biblioteche, invece di creare spazi riservati agli adolescenti, con il rischio di ghettizzarli, si è preferito puntare sulla separazione dell'accoglienza degli adolescenti da quella dei piccoli, magari situando un punto di orientamento vicino alla video-discoteca, laddove esiste, o nella biblioteca adulti vicino alla sezione fumetti. In queste zone si cerca di non creare nuovi fondi speciali e fissi ma delle proposte di lettura, continuamente rinnovate, pescate sia dalla sezione adulti che da quella ragazzi. Quest'angolo degli adolescenti è pensato per diventare un luogo di incontro e di mediazione tra i due settori, un luogo di informazione che rimanda continuamente a tutta la biblioteca.
In questi anni molte sezioni ragazzi hanno saputo adattarsi alle situazioni locali, rispondendo alle esigenze di un territorio e di un pubblico differente per età, per provenienza sociale e culturale. Progettare un servizio in un quartiere a forte presenza di immigrati non è la stessa cosa che organizzare uno spazio per bambini in ospedale. Se uno sforzo nell'adattare i servizi alla realtà sociale del territorio sembra essere stato fatto, la multimedialità stenta a entrare: poche nuove tecnologie, scarsi fondi multimediali, Internet visto più come fonte di preoccupazioni che come risorsa per la ricerca documentaria; inoltre, non ci sono esperienze di cataloghi informatizzati adatti ai bambini e sono poche le biblioteche che hanno creato pagine d'accesso personalizzate per i piccoli utenti e liste di siti specifici per le differenti età.
Il ritardo nell'introduzione delle nuove tecnologie non è dovuto solo a problemi economici, di spazio, di personale ma in molti casi è da attribuire alla paura che la presenza dei personal computer allontani i bambini dai libri. Le biblioteche svedesi, norvegesi e finlandesi hanno avviato da tempo un progetto in cui le nuove tecnologie dell'informazione hanno una parte importante accanto al libro, alle riviste e alle altre pubblicazioni, dai documenti audiovisivi ai CD-ROM. Questo progetto ha dato risultati di grande interesse: aumento della fidelizzazione dei ragazzi alla biblioteca, aumento dei libri presi in prestito, minor abbandono della biblioteca nelle età critiche. Mi sembra un segnale importante anche per i nostri servizi.
Dallo studio delle riviste specializzate emerge che i bibliotecari danno la priorità ai temi che riguardano il contenuto dei libri per ragazzi e in generali a tutto quello che riguarda l'editoria giovanile, mentre li troviamo meno presenti su altri temi quali: l'analisi dei pubblici, le collezioni, il funzionamento dei servizi, il management, le nuove tecnologie, i nuovi media, la valutazione dell'efficacia dei servizi, da questo emerge che le competenze maggiori dei bibliotecari per ragazzi sono nella letteratura giovanile mentre manca una formazione complessiva che salvaguardi le specificità e individui uno status per li bibliotecario ragazzi.
Per concludere, alcune considerazioni sulle attività di animazione. L'animazione è un'attività fondamentale, ma occorre riconoscere che spesso è anche la cosa più facile da realizzare, quella che magari si può fare senza una vera programmazione, senza investimenti per il miglioramento complessivo del servizio. Si può creare un "albero delle favole" e leggere regolarmente ai bambini anche senza convincere le amministrazioni comunali ad assumere nuovo personale, ad allungare l'orario di apertura, ad espandere le collezioni.
Con spirito militante, molti bibliotecari hanno migliorato il servizio per quanto potevano, ma il volontarismo non sempre è sufficiente: tutte le scelte difficili dipendono dall'ente locale o dal governo, non da noi ed è solo con stanziamenti adeguati che si possono ottenere spazi adatti, mobili a misura di bambino, progettati per la biblioteca ragazzi e non riciclati da altri servizi comunali. È solo con finanziamenti adeguati che si può avere un orario che consenta ai bambini di venire in biblioteca nel loro tempo libero (sabato pomeriggio, domenica) E ancora: solo con fondi adeguati che si può puntare sulla qualità dei libri, troppo spesso ignorata.
Le biblioteche ragazzi sono cresciute molto ma oggi attraversano una fase delicata: per fare progressi ulteriori occorre un forte impegno delle istituzioni e del mondo bibliotecario. Non dobbiamo infatti dimenticare che la gran parte dei comuni soprattutto del centro sud è ancora privo di una biblioteca pubblica. Da una recente indagine della Doxa, sui comportamenti di lettura tra i giovani, emerge che i lettori sono concentrati in quelle regioni, in quei comuni dove c'è la presenza di una biblioteca, di una libreria specializzata, di una biblioteca scolastica, e infatti i lettori, a parte alcune aree isolate, sono concentrati dal centro nord in su. Senza i luoghi diventa difficile qualsiasi pratica di lettura.

AGNOLI, Antonella. Fare il punto sulle biblioteche per ragazzi. «AIB Notizie», 15 (2003), n. 3, p. I-II.
Copyright AIB, ultimo aggiornamento 2003-04-11 a cura di Franco Nasella
URL: https://www.aib.it/aib/editoria/n15/03-03agnoli.htm

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