[AIB]AIB Notizie 4/2003
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Oltre la lista

Le vicende della bibliotecaria incriminata per aver prestato un libro ritenuto osceno, hanno avuto risonanza anche sulla stampa quotidiana nazionale che ha riferito diffusamente sull’accaduto. In particolare «La repubblica», nella rubrica di “Lettere” curata da Corrado Augias, ha ospitato il 9 aprile 2003 una lettera di denuncia di Fausto Rosa che è riuscito in questo modo a portare fuori della comunità bibliotecaria e a un pubblico più vasto le nostre argomentazioni.
Alla risposta di Augias, che non sembrava cogliere sufficientemente la fondamentale questione di principio che sottende tutta la questione, riconducendola piuttosto a una disamina dei contenuti, ha fatto eco una ulteriore replica di Riccardo Ridi che ha già avuto diffusione in AIB-CUR, ma che a tutt’oggi non ci risulta essere stata pubblicata sul quotidiano romano.
Per completare il quadro dell’ampio dibattito sorto intorno al caso della bibliotecaria di Modena abbiamo perciò deciso di pubblicare la lettera di Ridi anche su queste pagine.
Poco prima di andare in stampa abbiamo ricevuto il documento, a firma del presidente Poggiali, che rappresenta la posizione ufficiale dell’AIB su questo argomento, che pubblichiamo a seguire.
(n.d.r.)


Gentile Corrado Augias,
sono molto contento che abbia deciso di pubblicare sul numero odierno di Repubblica la lettera di Fausto Rosa sul caso della bibliotecaria condannata per aver prestato un libro considerato osceno, perché si tratta di un fatto grave, che ha indignato l'intera comunità bibliotecaria italiana, ma che deve anche essere conosciuto dalla più ampia opinione pubblica, in modo che essa possa formarsi una propria opinione.
Lei, rispondendo alla lettera, consiglia all'avvocato della bibliotecaria di impostare la difesa sul confronto fra i pregi artistici e di denuncia sociale del libro incriminato e la miriade di oscenità senza pregi che ci circondano quotidianamente in televisione, edicola e Internet.
Può darsi che, dal punto di vista strettamente forense, tale strategia difensiva sia vincente, ma, a mio avviso, dal punto di vista della questione di principio li nodo fondamentale è un altro.
Se nessun tribunale della Repubblica italiana ha finora sequestrato il libro in oggetto (artistico o meno che esso sia), che infatti è regolarmente in vendita in tutte le librerie del paese (dove può essere legalmente acquistato da chiunque, a qualunque età) e disponibile per la lettura gratuita in sede presso tutte le biblioteche pubbliche italiane, con quale diritto il Tribunale di Modena punisce solo chi ha prestato il libro, senza sfiorare chi lo pubblica, chi lo distribuisce, chi lo vende e chi ne permette la lettura gratuita a maggiorenni e minorenni in ogni angolo del paese?
Ovviamente non sto invocando una gigantesca chiamata di correo, né ignorando gli stretti ambiti giurisdizionali in cui un singolo Tribunale può e deve muoversi, ma semplicemente ricordando la fondamentale funzione sociale delle biblioteche pubbliche (sancita anche, a livello internazionale, da enti come l'Unesco) di permettere e favorire l'accesso a ogni genere di informazione e documento pubblicamente disponibile a tutti i cittadini, senza alcun tipo di censura o discriminazione.
È proprio questa funzione sociale, fondamentale per permettere a tutti l'accesso alla conoscenza e quindi a un esercizio consapevole dei propri diritti, che viene messa in dubbio e in pericolo dalla sentenza di Modena che, se diventasse esecutiva, potrebbe costituire un pericoloso precedente non tanto per i bibliotecari quanto per tutti i cittadini.
Termino aggiungendo, per completezza d'informazione, che gli estremi di legge citati nella sentenza non fanno riferimento alla eventuale condizione di minorenne dell'utente della biblioteca, e che quindi il caso è indipendente dall'età dei soggetti coinvolti.

Con stima,

Riccardo Ridi
professore di biblioteconomia
all'Università Ca' Foscari di Venezia
ridi@unive.it


Cari colleghi,
faccio seguito alla nota con la quale vi informavo della presa in carico da parte dell'AIB del caso in oggetto per aggiornarvi sugli sviluppi e comunicarvi le iniziative che l'AIB ha deciso di intraprendere in merito.
Desidero esprimere innanzitutto il ringraziamento a tutti quelli che hanno manifestato il loro punto di vista, hanno fornito informazioni e consigli ed hanno dato disponibilità ad impegnarsi su queste problematiche. È un segno di grande forza e maturità della professione che consente di alzare il livello della capacità di intervento su questi temi.
Come già detto, la vicenda deve essere gestita a più livelli, vista la delicatezza e anche i rischi dei quali il messaggio di Meris Bellei su una vicenda analoga, nella stessa provincia, ha dato chiara descrizione.
Ci siamo mossi da subito raccogliendo tutte le informazioni possibili, abbiamo contattato l'interessata (che non è la persona menzionata dai giornali) e su sua autorizzazione abbiamo contattato il suo avvocato e con lui abbiamo ora una stretta collaborazione. Idem con l'editore Einaudi. Dobbiamo tener presente che abbiamo tre obiettivi:
1) sostenere l'interessata fornendo la dovuta solidarietà nelle forme che potranno essere ritenute opportune anche in proseguo. È necessario tuttavia evitare interferenze, di qualsiasi genere, con l'evolversi del caso concreto e ciò nel rispetto della sfera di interesse personale della nostra collega;
2) adottare iniziative concrete e immediate presso il Parlamento al fine di ottenere la rimozione rapida del rischio che pende tuttora su tutti gli altri colleghi che dovessero subire denunce analoghe.
A tal proposito, anche con la collaborazione dell'avvocato Silipo, che ringraziamo, stiamo esplorando le modalità con le quali giungere al più presto alla stesura di una opportuna proposta legislativa.
3) costituire una unità – task force di vigilanza e azione permanente rispetto ai problemi della censura, della libertà di espressione e di accesso alla conoscenza che tenga costantemente aperto il dibattito e la corretta informazione dell'opinione pubblica su questi temi. Al di là delle leggi in vigore vi è il rischio che per una ragione o per l'altra vi possano essere nuove e non immaginabili restrizioni della libertà quali quelle derivate, ad esempio, negli USA, dal Patriot Act.
Tale unità, sempre sotto il controllo del CEN, sarà incaricata di gestire le relazioni con il FAIFE dell'IFLA, la diffusione delle sue iniziative sul territorio nazionale, la sensibilizzazione e la formazione su questi temi.
Riteniamo utile che alla task force collaborino anche professioni in qualche modo coinvolte come i giornalisti e gli avvocati Si dovrà inoltre stare in rete con le associazioni impegnate nella difesa dei diritti civili. È evidente che con questa scelta l'Associazione si assume un ruolo attivo e costante nel presidio di tali diritti.
In generale riteniamo opportuno dirigere ora le nostre energie soprattutto verso gli obiettivi 2) e 3).
Il problema non è infatti quello di poter prestare "impunemente" il libro della Despentes ma quello di rimuovere dalla legislazione la possibilità che per questo o per reati analoghi i bibliotecari possano essere denunciati e condannati.
Tutte le disponibilità a collaborare alle attività della Task force sono ben accette. La vigilanza dovrà essere infatti il più estesa e capillare possibile in tutto il territorio e in ogni tipologia di biblioteca.
Gli interessati posso inviare una mail a segreteria@aib.it con oggetto: Comitato libertà intellettuale.

Igino Poggiali
poggiali@aib.it

Oltre la lista. «AIB Notizie», 15 (2003), n. 4, p. 9.
Copyright AIB, ultimo aggiornamento 2003-05-01 a cura di Franco Nasella
URL: https://www.aib.it/aib/editoria/n15/03-04lista.htm

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