[AIB]AIB Notizie 10-11/2004
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Le dimissioni del comitato esecutivo nazionale dell’AIB:
le reazioni in AIB-CUR tra preoccupazione e speranze di rinnovamento

Vittorio Ponzani

La notizia delle dimissioni del Presidente nazionale dell'AIB Miriam Scarabò, di altri due membri del Comitato esecutivo nazionale (CEN), Maria Cristina Di Martino e Luisa Marquardt, che si aggiungono alle dimissioni per motivi personali di Graziano Ruffini, provocano un piccolo terremoto nella lista di discussione dei bibliotecari italiani. Infatti a seguito di queste dimissioni, che fanno venire meno la maggioranza del CEN, tutti gli organi centrali e periferici sono decaduti (art. 26, comma 5 dello Statuto). Decadono quindi tutti i Comitati esecutivi regionali, le commissioni, i gruppi di studio, il collegio sindacale e il collegio dei probiviri.
La reazione degli iscritti ad AIB-CUR a una così grave (e inedita) situazione si fa sentire forte, con un numero e un’intensità di messaggi non frequente nella lista (circa 90 messaggi in poco più di un mese).
In questa sede si tenta di riassumere gli argomenti più rilevanti del dibattito che si è avviato in lista, ma dal momento che le posizioni espresse sono state ricche e articolate, si rinvia in ogni caso per maggiori dettagli all’archivio di AIB-CUR.
Alla notizia delle dimissioni della maggioranza del CEN, le prime reazioni nella lista sono di sconcerto: non appaiono infatti chiare le ragioni di un gesto tanto grave e si moltiplicano le richieste di chiarimento ai membri del CEN dimissionari, mentre vengono immediatamente denunciate le conseguenze di questa decisione in termini di interruzione dell’attività di tanti soci impegnati nelle attività dell’Associazione.
Il Presidente del collegio sindacale, che a seguito delle dimissioni del CEN è il rappresentante ad interim dell’AIB, interviene sottolineando come l’Associazione stia attraversando un momento delicato della sua storia e come sia necessario che tutti i soci si impegnino per rendere questo passaggio il meno traumatico possibile. La lunga storia dell’AIB – prosegue il messaggio – ci ha insegnato che l’Associazione è in grado di affrontare i passaggi più difficili e magari di uscirne anche rafforzata.
La discussione prosegue poi entrando nel merito delle motivazioni che hanno portato alle dimissioni della maggioranza del CEN, soprattutto a partire dalla lettura del verbale della riunione del CEN del 16 ottobre 2004 (disponibile in AIB-WEB, https://www.aib.it/aib/cen/rcen041016.htm), nel corso della quale si è ratificata la rottura definitiva all'interno del consiglio direttivo, e successivamente del verbale dell'assemblea generale dei soci (https://www.aib.it/aib/cen/as0410.htm) svoltasi il 28 ottobre nell'ambito di Bibliocom.
Tali motivazioni si possono riassumere nella constatazione dell'essere venute meno le condizioni necessarie per poter lavorare efficacemente, con particolare riferimento ad alcuni problemi specifici come la difficile situazione finanziaria dell'Associazione, il calo del numero dei soci, la crisi del settore della formazione e alcune posizioni assunte pubblicamente (per esempio a proposito del prestito a pagamento).
A questa posizione della maggioranza si contrappone quella della minoranza, cioè dei membri del CEN non dimissionari, che affermano che ci sia stata, all'interno dell'esecutivo, niente di più di una normale dialettica, certo accesa ma rispettosa, e che tale dialettica è un segnale del normale andamento democratico e non il suo contrario.
Diversi messaggi sottolineano che le ragioni delle dimissioni non appaiono molto chiare, né per chi partecipa al dibattito in AIB-CUR né per chi era presente all'assemblea generale dei soci, essendo prevalse le impressioni e i disagi personali rispetto a oggettive motivazioni di una scelta.
Nella prima parte del dibattito è frequente il riferimento ad atteggiamenti responsabili volti a far confluire posizioni legittimamente diverse in una sintesi comune, al fine di raggiungere obiettivi concreti utili all’Associazione, ai bibliotecari e alle biblioteche italiane. Tale atteggiamento viene ulteriormente incoraggiato da un messaggio di un gruppo di soci iscritti da molti anni all’AIB e che nell'AIB hanno ricoperto e ricoprono importanti cariche (qualcuno li ha definiti “una sorta di Consiglio dei vecchi saggi”), che in questo modo intendono avviare una discussione in grado di far uscire l’Associazione dal pantano delle sterili polemiche.
Viene ribadito ancora una volta come l’AIB costituisca un punto di riferimento fondamentale per il mondo delle biblioteche italiane, sia svolgendo un insostituibile ruolo di indirizzo di politica bibliotecaria e favorendo lo sviluppo di un moderno sistema di biblioteche, in grado di soddisfare le esigenze informative di una società complessa, sia lavorando al riconoscimento e alla tutela della fugura professionale dei bibliotecari. Le dimissioni del CEN e la conseguente crisi di credibilità dell'Associazione di fronte ai soci (e non solo) – prosegue il messaggio – deve essere superata rapidamente, dando spazio a una rinnovata progettualità culturale e politica.
In effetti a seguito del messaggio dei “vecchi saggi”, apprezzato da molti per il suo spirito propositivo, la discussione assume toni più pacati e soprattutto più costruttivi, invitando a individuare rapidamente i contenuti di un programma su cui poi proporre le candidature per il nuovo CEN e chiedendo che questo sia di alto profilo e rappresentativo dell'Associazione.
A questo proposito viene inviata in AIB-CUR una lettera aperta, firmata da un nutrito numero di colleghi, molti dei quali da tempi attivi all'interno dell'AIB. In questo documento si ribadisce la necessità che l'AIB svolga una forte azione politica e di lobbying per la tutela e la rappresentanza della professione, per rafforzare il ruolo dell'Associazione, sia a livello nazionale che internazionale.
Molti messaggi discutono sulla necessità di evitare, per le future elezioni, la presenza di liste contrapposte, ritenute da alcuni una delle cause dei conflitti interni al CEN e del conseguente fallimento del direttivo, mentre altri considerano questa prassi (piuttosto consolidata nella storia dell'AIB) utile per offrire ai soci l'opportunità di scegliere tra programmi diversi e persone che si impegnano a realizzarli.
Per concludere, una considerazione sollevata da un paio di messaggi in lista, che aiuta ad alleggerire la tensione e che comunque fa riflettere: a parte le dimissioni (precedenti e dovute a motivi personali) di Graziano Ruffini, è la componente femminile ad essersi dimessa, venendosi così a creare una singolare contrapposizione maschi/femmine. Si tratta forse di “fantapolitica”, ma un collega si domanda ironicamente se non ci sia anche all’AIB una linea-Buttiglione che consideri la politica “una cosa da uomini”. Ci si augura di no e che il prossimo CEN lo possa dimostrare.

ponzani@aib.it

L’archivio storico di tutti i contributi inviati in AIB-CUR è consultabile, da parte degli iscritti alla lista, a partire dall’indirizzo https://www.aib.it/aib/aibcur/aibcur.htm3


PONZANI, Vittorio. Le dimissioni del comitato esecutivo nazionale dell’AIB: le reazioni in AIB-CUR tra preoccupazione e speranze di rinnovamento. «AIB Notizie», 16 (2004), n. 10-11, p. 6.
Copyright AIB, ultimo aggiornamento 2004-12-19 a cura di Franco Nasella
URL: https://www.aib.it/aib/editoria/n16/0410ponzani.htm

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