[AIB]AIB Notizie 5/2005
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La conferenza come un diario

Francesca Carnevale

Partita da Roma col caldo e il sole, l’Abruzzo teramano mi ha accolto con la pioggia e il freddo ma poco importa, andavo alla conferenza di primavera dell’AIB. Infatti, l’opportunità di incontrare e ascoltare stimati colleghi mi ha fatto dimenticare il tempo e mi ha proiettata in una nuova avventura, cominciata la sera dell’11 maggio, quando ho assistito al debutto della Nazionale AIB, a Giulianova alta. Sotto una pioggerellina fitta e insistente, coordinata dal mitico Raffaele Tarentino che, da allenatore e capitano, ha gestito e coordinato la squadra in maniera eccellente, senza far mancare lo spettacolo, così come non è mancato l’entusiasmo del presidente Guerrini, che, da bordo campo ha fatto sentire la sua voce e la sua vitalità per incitare la squadra contro gli autorevoli avversari, i politici locali!
Il giorno successivo, alle 10.00, è cominciato il convegno “Informazioni e saperi in rete: accesso, certezza, libertà”, con i saluti delle autorità locali, onorate di ospitare l’AIB e confidanti in una collaborazione proficua per tutelare la professionalità del bibliotecario e della biblioteca anche, e soprattutto, migliorando e incentivando le risorse finanziarie della Regione.
Il presidente AIB, Mauro Guerrini, riportando le parole di Michel Melot sulla saggezza del bibliotecario, ha evidenziato la necessità di far diventare la biblioteca – riprendendo la definizione di Robert Damien, secondo la quale la biblioteca è il lieu des liens, il posto delle relazioni – il luogo di collegamento del sapere nel quale il libro diviene il naturale prolungamento. Biblioteche che abbiano una propria coerenza e una propria missione, atte a comporre una verità collettiva ma anche immaginare, come Melot, una biblioteca in cui ci siano molti luoghi per molti lettori, anche per lettori senza libri, lettori della rete, oppure lettori di immagini, o ancora lettori che ne cercano altri. D’altro canto, rileggendo il Manifesto dell’Unesco, le biblioteche devono acquisire maggiore visibilità per differenziare le proprie e pur diverse tipologie di servizi; devono valorizzare le capacità dell’individuo ma anche in virtù della rivoluzione digitale in corso e della diffusione del sapere scientifico, devono porre l’attenzione all’open access.
La prima parte dei lavori è stata inaugurata dalla relazione di Pierluigi Vercesi, su “L’informazione in rete: in sospeso tra futuro e medioevo”, sull’utilizzo di Internet, come strumento di comunicazione che consente mutamenti sociali e culturali, come un contenitore di saperi molteplici, dove per collegare il passato col presente è necessario solo un link, ma questa possibilità mostra come sia avvenuto un sostanziale passaggio da una società basata sul possesso a una che ha come parola d’ordine l’accesso, tra coloro che non conoscono e coloro che conoscono. L’uso dello strumento Internet per favorire il futuro ma allo stesso tempo conservare il passato, anche attraverso la creazione di un codice etico che dovrebbe svolgere un’attività di conservazione attraverso la memoria, per incentivare questo strumento della partecipazione che, parafrasando Gaber, è libertà.
Nel successivo intervento di Antonio Zappi è stata posta l’attenzione sul concetto della managerialità del bibliotecario, in particolare puntando su tre aspetti: 1) adeguata formazione delle risorse umane, non più come profitto ma come persone fondamentali nella sfida per guardare lontano; 2) adeguata strategia, come schema di decisione in cui tutti sono chiamati ad avere un ruolo, in rapporto alle responsabilità; 3) servizio, che diviene il focus dell’attività, anche nell’accezione più comune, quale aiutare gli altri.
Fondamentale e strategico è il ruolo del manager, che sa attivare processi collettivi e sfruttare le onde del cambiamento. In pratica, una visione modulata alle attuali esigenze di un’azienda che, giorno per giorno, guadagna autorevolezza se guidata da un leader attento agli altri ma che, consapevolmente, sa ammettere i propri errori e quindi anche il rovescio della medaglia, “l’uomo giusto al momento giusto” che mette in campo tutta la professionalità, acquisita attraverso valide conoscenze (abilità, nozioni, preparazione professionale) che più sono condivise, più aumentano di valore; capacità che si allenano e competenze che si mettono a servizio, in un processo produttivo che punta alla qualità.
Ultimo intervento della mattinata, “Il dialogo tra cittadini, imprese e pubblica amministrazione: evoluzione della normativa”. La relazione della dott. Massella si è concentrata nelle disposizioni normative che regolano lo scambio di rapporti tra la pubblica amministrazione e i cittadini, fino al D.L. 6 marzo 2005, Codice dell’Amministrazione digitale, che dovrebbe garantire al cittadino un servizio efficiente attraverso i portali della pubblica amministrazione, gli URL, la firma digitale, la PEC (posta elettronica certificata), il SPC (Sistema pubblico di connettività), la Carta d’identità elettronica e la Carta nazionale servizi, modificando il concetto di accessibilità come fruibilità dell’informazione.
E dalle disposizioni normative siamo passati al cocktail di benvenuto nella hall dell’albergo che ci ospitava e poi al pranzo (ma io non c’ero, ho preferito fare una passeggiata a mare…).
Alla ripresa dei lavori, l’introduzione di Giovanni Solimine ci ha riportati al tema del convegno, alla necessità di fare rete come strumento per fare comunità e come veicolo per le informazioni e il sapere. Le biblioteche partecipano in modo differente alla rete ma sono coinvolte in progetto di cooperazione, di alleanze che permette loro di integrarsi pur nella diversità dei loro specifici contesti.
L’introduzione di Solimine ha fatto da ponte alla presentazione di Gianni Dominici (Censis), sull’uso di Internet e del personal computer da parte del cittadino. L’utilizzo di Internet dal 1996 al 2002 è giunto a una saturazione, con una pur sempre forte contrazione al sud e nelle isole ma se, negli anni precedenti, il collegamento a Internet era concentrato nell’ambito lavorativo, oggi, con l’introduzione della linea ADSL, si è diffuso anche da casa. Interessanti sono i dati relativi ai comportamenti online: ricerca di informazioni, 95,2%; posta elettronica, 87,9%; ricerca di servizi, 34,3%; scambio file e musica, 31,9% ma quest’indagine ha messo in luce, anche, nuove forme di emarginazione sociale, rispetto al sapere in rete, infatti, l’uso del personal computer rimane marginale tra le casalinghe e gli anziani e valide sono le ragioni del loro mancato utilizzo di Internet: non hanno competenze, 31,1%; i contenuti non sono interessanti, 37,1%; non conoscono i servizi, 25,7%; è perciò evidente che il non utilizzo di Internet non è legato a motivi di natura economica ma socio-culturali.
Di taglio completamente diverso, l’intervento di Cesare Di Martino, “Integrazione e informazione: il percorso progettuale dei servizi della Provincia di Chieti” che ha fatto della biblioteca, fonte di accesso al sapere e anche centro di raccolta e di collegamento tra i vari servizi, facilitandone una migliore distribuzione sul territorio.
L’ultimo intervento di Gino Roncaglia è stato davvero interessante. “Reti e formazione: scenari attuali e futuri”, in cui il bibliotecario diviene formatore di utenti. Allo stato attuale, molte attività della biblioteca, e non solo, sono modificate dalla rete perciò, alla richiesta di servizi sempre più avanzati non sempre corrisponde una risposta di qualità alla quale si cerca di mediare attraverso l’organizzazione didattica online. Tre i modelli della formazione: 1) modello dispense, con una scarsa integrazione fra gli strumenti; 2) modello e-learning, strumento di interazione per fare comunità, con una modalità di contenuti; 3) modello del virtual tutoring, che ripropone la figura del formatore, oltre i contenuti, una formazione con personalità. Quest’ultimo modello permette di offrire un’informazione rispondente a un’esigenza rapida e fortemente personalizzabile, infatti consente al formatore di fornire tra gli strumenti, il più adatto e di introdurre nuovi elementi laddove necessario; la direzione verso la quale volgere è quella di un’abitudine alla formazione diffusa, nella quale la biblioteca si possa porre come agenzia formativa.
Dopo il coffee break che ci ha ritrovati tutti insieme, in un momento di pausa davvero necessaria, alle 19.00 (mentre era in corso la riunione dell’Osservatorio lavoro), i lavori sono ripresi, con l’intervento del Direttore generale per i Beni librari e gli istituti culturali del MiBAC, Luciano Scala, “Biblioteche e società della conoscenza: nuovi servizi per il cittadino”, e la presentazione del volume I principi dell’IFLA per la cura e il trattamento dei materiali di biblioteca. Scala, più che un intervento ha fatto delle riflessioni, sulla consapevolezza della progressione fatta nel settore: lo sviluppo del sistema biblioteca, la potenzialità di ruoli nella società della conoscenza, l’organizzazione delle risorse umane e le grandi possibilità di sviluppo della professione: la capacità di comunicare, di fare sistema, l’utilizzo di standard per facilitare la comunicazione tra noi e il resto del mondo. I bibliotecari, in questo modo, divengono coordinatori di linee politiche di qualità e di raccordo con gli altri soggetti, quali gli archivi e musei.
I principi dell’IFLA per la cura e il trattamento dei materiali di biblioteca insistono sulla necessità di puntare alla preservazione e sulla conseguente giusta conservazione, dove il restauro diviene ultima tappa, anche alla luce delle esperienze personali dei traduttori nonché relatori, Luciano Carcereri, Rosa Martucci (Biblioteca nazionale di Bari) e Luigi Crocetti.
Alla conclusione dei lavori, ci siamo trasferiti al ristorante per l’ottima cena, seguita da un bel concerto di clarinetti, dell’Istituto musicale Braga. La serata, poi, si è conclusa, per molti, con una amabile passeggiata sul lungomare, piuttosto affollato data la stagione. Anche il presidente Guerrini si dilettava a concludere la giornata con una passeggiata, per la verità dall’aspetto di una breve maratona…
Ed infine siamo arrivati a venerdì 13 maggio, all’assemblea dei soci che è cominciata toccando le corde dell’affetto, con la targa consegnata dal Comune di Giulianova, nella persona del Vicesindaco, a Luigi Crocetti, nato proprio a Giulianova; poi sono stati nominati soci d’onore, Klaus Kempf e Terzio Di Carlo di cui sono stati elencati non solo i meriti professionali ma anche le loro peculiarità caratteriali, attraverso racconti di esperienze passate che hanno suscitato nei soci ilarità e grande stima. Successivamente il presidente del CEN ha letto una relazione sul lavoro svolto (vedi relazione su AIB-WEB), con la richiesta di rimandare la presentazione del bilancio all’11 giugno, nuova assemblea dei soci. Ne è seguito un vivace dibattito che si è interrotto solo con il coffee break a bordo della piscina, dove finalmente è apparso il sole.
Nel pomeriggio il convegno si è trasferito a Teramo, presso la Biblioteca provinciale “Melchiorre Delfico”, con le relazioni più tecniche, la presentazione dei progetti MINERVA e MICHAEL, le nuove prospettive dei consorzi e delle reti civiche. …

francescacarnevale@infinito.it


CARNEVALE, Francesca. La conferenza come un diario. «AIB Notizie», 17 (2005), n. 5, p. 8-9.
Copyright AIB, ultimo aggiornamento 2005-06-08a cura di Franco Nasella
URL: https://www.aib.it/aib/editoria/n17/0505carnevale.htm

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