[AIB]AIB Notizie 5/2005
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Chiacchierando a Giulianova ... : intervista a Tommaso Giordano

a cura di Giuliana Zagra

D.: A dodici anni dal tuo mandato di presidente dell'AIB che cosa è cambiato nell'Associazione?
R.: L’AIB è cambiata, ma molto meno di quanto sono cambiate le biblioteche, la società e tutto quello che le circonda. A livello degli iscritti c’è stata una certa evoluzione ma meno di quanto mi sarei aspettato, perché il ricambio generazionale nella professione è stato molto contenuto. Oltre all’aumento degli iscritti che si è avuto soprattutto con l’istituzione dell’albo professionale, sul piano qualitativo dobbiamo registrare l'emergere di due componenti. Una è costituita dai docenti universitari di biblioteconomia, per la maggior parte ex bibliotecari passati alla funzione docente; l’altra è costituita dai cosiddetti “atipici”, colleghi per lo più giovani, con un rapporto di lavoro più flessibile, poco garantito, non legato a una singola istituzione bibliotecaria. I docenti universitari non sono molto numerosi, ma il loro contributo alla gestione dell’AIB appare sempre più decisivo. Sul piano organizzativo oggi l’AIB presenta una maggiore complessità sia a livello della dialettica interna che su quello dei modi di comunicare (l’impiego di Internet che dodici anni fa era ancora molto limitato). Ma si tratta di potenzialità che potranno essere impiegate al meglio se si riuscirà a dare spazio alla dialettica interna e a operare in una ottica di maggiore collegialità.

D.: Al di là delle incomprensioni e dei fatti contingenti come valuti le recenti difficoltà che ha attraversato l’Associazione? Pensi che sia necessario un cambiamento profondo e strutturale per far fronte a una realtà esterna fortemente mutata?
R. Il cambiamento è necessario e penso che buona parte dei soci percepisca questa necessità. Ma bisogna vedere da dove cominciare e come scegliere i tempi del cambiamento. Le questioni in discussione sono tante, dall’esigenza di adattare lo statuto, al problema dei locali dell’AIB , dai problemi di bilancio alla formazione, ecc. ecc. E prima ancora c’è il fronte esterno che è ancora più strategico e impegnativo, dove è in gioco il ruolo delle biblioteche nella società attuale, che richiede un grande dispiegamento di energie creative. L’errore che l’AIB deve assolutamente evitare è quello di concentrarsi su se stessa.

D.: Ma non si può neanche far finta che certe questioni non esistano. Da più parti si auspicano modifiche organizzative e statutarie.
R. Io non vedrei lo statuto come un elemento risolutore in questa situazione. A parte la modifica necessaria per evitare il deragliamento a cui abbiamo assistito ultimamente (senza voler con questo censurare chi si avvale legittimamente della facoltà di dimettersi, come previsto in democrazia), mi domando se è opportuno imbarcarsi in una riforma più generale dello statuto, quando non sembrano ancora chiare le prospettive strategiche dell'Associazione. Io credo che in certi casi l’instaurazione di "buone pratiche" valga più degli emendamenti statutari. Ad esempio, se c'è, come credo, un problema di rappresentatività e di equilibrio all'interno dell'AIB, si possono trovare soluzioni accettabili nell’economia dell’attuale statuto per dare più spazio ai bibliotecari “atipici” o ad altre componenti emergenti. Se si vuol dare un futuro all’Associazione occorre innanzitutto incoraggiare la partecipazione attiva della generazione più giovane.

D.: Qualche commento sul congresso di Giulianova?
R.: Trovo che i temi trattati erano attuali e interessanti e gli interventi di ottimo livello. C’era una notevole presenza non solo di esperti del settore bibliotecario ma anche personalità provenienti da mondi contigui al nostro. Abbiamo avuto, al contrario di ciò che spesso accade nei nostri convegni, spazio per la discussione. E in certi momenti si è sviluppato un dibattito autentico e costruttivo, come nella sessione a cui ha partecipato il direttore generale Luciano Scala. Ha giovato sicuramente l'ambiente cordiale che il presidente Mauro Guerrini e tutta la dirigenza dell’AIB hanno cercato di ricreare, grazie anche all’ospitalità e all’efficienza dei colleghi abruzzesi. Devo dire che anche l'Assemblea mi ha fatto una buona impressione, gli interventi erano puntuali, critici e costruttivi. Il CEN, i presidenti regionali e tutti gli organi dell’AIB sono formati da persone di prima qualità, alcune anche abbastanza giovani. Io credo che possiamo guardare avanti con una certa fiducia.

D. C'è stato un momento, durante l'assemblea, di grande commozione, al conferimento della cittadinanza onnoraria a Luigi Crocetti e della carica di socio d'onore a Terzio Di Carlo. Che importanza dai alla storia e alla tradizione all'interno dell'AIB?
R.: Questo cose hanno la loro importanza, sia per l’attestazione di stima e di affetto nei confronti di colleghi il cui impegno è generalmente riconosciuto, sia per rafforzare il senso di coesione e di identità molto avvertiti nella nostra professione. Oggi le esigenze di comunicazione ci chiedono anche di costruire l’evento, ma non bisogna esagerare. Preferisco uno stile sobrio ed essenziale, come quello praticato dai colleghi Di Carlo e Crocetti lungo il corso della loro carriera.

D.: Come vedresti un 'apertura dell'AIB verso una strada confederativa, ad esempio gli archivisti?
R.: Mi sembra una prospettiva molto interessante, sulla quale vale la pena lavorare a fondo. Ai tempi della mia presidenza il CEN si impegnò per la ricerca di dialogo e alleanze a tutto campo, in particolare con gli attori del mondo della produzione e diffusione della conoscenza. Nell'epoca di Internet questa mi sembra una strada obbligata. Dobbiamo ricercare un dialogo anche in direzioni meno sperimentate: penso soprattutto agli autori che in realtà sono i principali partner delle biblioteche in quanto creatori e fruitori di conoscenza. Parlo degli editori, in questi ultimi tempi eccessivamente conflittuali nei confronti delle biblioteche. Con questi interlocutori è necessario aprire un confronto serrato senza pregiudizi, anche se sappiamo che non è cosa semplice.

D.: Che deve significare secondo te il "tornare a fare politica" a cui più volte si fa riferimento nel programma dell'attuale CEN?
Certo che bisogna fare politica. E io oserei dire che l'AIB ha sempre cercato di fare politica, oltre che occuparsi di questioni tecnico-professionali, come del resto tutte le associazioni di questo tipo. Spesso non è riuscita come avremmo voluto perché non è stata sufficientemente incisiva e comunicativa. Altre volte non ha saputo individuare gli interlocutori giusti. Raramente è riuscita a portare la questione delle biblioteche all’attenzione dell’opinione pubblica, ma sappiamo bene che la biblioteca non è una cosa facile da promuovere. L'idea di fare un congresso sulla politica bibliotecaria non mi attrae, anzi eviterei un titolo del genere che può essere fuorviante. Preferisco iniziative più costanti nel tempo, concrete e mirate, come le attività di lobbying esercitate da molte associazioni bibliotecarie, senza con questo voler sottovalutare le potenzialità politico-pubblicitarie di eventi come il congresso annuale.

D.: Quali temi di carattere politico metteresti nell’agenda dell’AIB?
R.: Il finanziamento, il copyright e derivati, la censura, la formazione, l’IVA sui libri e sulle pubblicazioni elettroniche, l’open access, ne avrei ancora una dozzina…

D.: Sapresti indicarre una rosa di priorità per il nuovo CEN?
R.: Non sta a me indicare le priorità. È il CEN che deve fare questo esercizio sulla base dei deliberati all’assemblea dei soci e dei vari organi che concorrono alla formazione delle decisioni. In un mio intervento proprio su queste pagine qualche mese fa parlando dell’Agenda dell’AIB, ho proposto una campagna a favore delle biblioteche. Io comincerei da qui.

D.: E un consiglio telegrafico ?
R.: Punto, trattino, punto, punto…

Tommaso.Giordano@IUE.it


Chiacchierando a Giulianova ... :intervista a Tommaso Giordano, a cura di Giuliana Zagra. «AIB Notizie», 17 (2005), n. 5, p. 6-7.
Copyright AIB, ultimo aggiornamento 2005-06-08a cura di Franco Nasella
URL: https://www.aib.it/aib/editoria/n17/0505giordano.htm

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