[AIB] AIB notizie 19 (2007), n. 3
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Viaggio di studio nelle biblioteche nel “cuore antico della Germania”, in Turingia e Sassonia

Klaus Kempf, Patrizia Lucchini

Dal 3 all’8 settembre un gruppo di 19 bibliotecari italiani ha compiuto un viaggio di studio in alcune interessanti biblioteche “nel cuore antico della Germania”, ossia nei due Laender Turingia e Sassonia.
Dopo la riunificazione tedesca anche la realtà delle biblioteche ha conosciuto un periodo di grande fioritura nei territori della ex Repubblica democratica tedesca (DDR), nei quali si sono costituiti i cosiddetti “nuovi Bundeslaender”.
In questo quadro di ricostruzione dell’unità tedesca sono state profuse cospicue risorse finanziarie per la realizzazione e il rinnovamento delle infrastrutture, tra queste particolare impulso hanno ricevuto le università (hochschulen) e gli istituti culturali, quali, appunto, le biblioteche.
Scopo del viaggio era la conoscenza diretta sul posto, degli edifici bibliotecari risanati, ampliati e/o ristrutturati o costruiti ex novo nelle due regioni di cui sopra, per vedere se erano stati attuati nuovi criteri di organizzazione o nuovi servizi, così da ricavare impulsi e ispirazione per progetti edilizi o di gestione nelle proprie biblioteche, in Italia.

Là dove Goethe ha fatto il bibliotecario…
I primi tre giorni li trascorriamo in Turingia, in compagnia del collega Klaus Kempf, che ci raggiunge da Monaco e che ci guiderà nella visita alle biblioteche di Weimar, Erfurt e Gotha. Un prezioso sostegno ci viene poi, per tutto il viaggio, da Aldo Pirola, che con grande perizia e disponibilità farà da infaticabile interprete per tutto il gruppo.
La prima tappa del viaggio è Weimar, dove visitiamo, anzitutto, la famosissima Herzogin Anna Amalia (Biblioteca della duchessa Anna Amalia). Si tratta della biblioteca del classicismo tedesco, nella quale anche Goethe operò come bibliotecario e dove studiarono e composero le loro opere autori come Wieland, Schiller e Herder. Recentemente questa biblioteca ha fatto parlare di sé tutto il mondo a causa dell’incendio che nel settembre 2004 ha distrutto la celebre sala di lettura rococò e un’ampia parte delle collezioni della biblioteca stessa.
Attualmente sono in corso attenti restauri dell’edificio acutemente danneggiato e, grazie al flusso sostenuto di finanziamenti pubblici e privati, si conta di poter riaprire al pubblico le porte della biblioteca nel 2007.
Essa viene oggi considerata un’importante biblioteca di ricerca, con particolare attenzione al classicismo tedesco, e dispone di cospicue raccolte specialistiche su questo argomento (fra l’altro la più grande raccolta su scala mondiale del Faust); durante la nostra visita abbiamo potuto vedere il nuovo Centro studi da poco inaugurato, per il quale è stato reso utilizzabile un complesso architettonico ricco e composito, di grande valore, che comprende corpi di fabbrica di varie epoche (rinascimento, barocco, fino alle sovrapposizioni dovute agli interventi dopo le distruzioni belliche).

Per la biblioteca l’inclusione di queste strutture tra loro vicine – il castello si trova in Piazza della Democrazia, esattamente di fronte alla sede storica della biblioteca – è stato un notevole acquisto che ha permesso di evitare la frammentazione degli spazi e i considerevoli problemi logistici connessi. In tal modo la costruzione realizza l’idea della biblioteca “unica”, in quanto i corpi di fabbrica, nuovi e antichi, sono collegati tramite un passaggio sotterraneo. Il nuovo Centro studi ha consentito di creare le superfici aggiuntive di cui si avvertiva urgentemente il bisogno, traducendo in pratica il concetto di una biblioteca di ricerca finalizzata alle esigenze dell’utenza. La concezione dei servizi del Centro studi ci viene illustrata personalmente dal direttore della biblioteca Michael Knoche, che risponde volentieri alle nostre numerose domande.
Il nucleo della nuova struttura è costituito da un “cubo librario”, collocato nel cortile interno del castello e caratterizzato da 16 lucernari a vetro. Grazie al contrasto tra l’esterno “grezzo” di cemento armato a vista e l’elegante rivestimento in legno all’interno, come pure grazie alle gallerie librarie che corrono lungo tutte le pareti, questo spazio interno geometrico costituisce un pendant moderno alle famose sale di lettura rococò nell’edificio storico. Il piano terra del Centro studi è strutturato come punto informativo che consta di un atrio di ingresso, banco di informazioni bibliografiche/prestito, zona di attesa, guardaroba, catalogo, caffetteria, mediateca, fototeca e una sala conferenze con 48 posti a sedere.
Al piano superiore si trova la sala di lettura per i testi più preziosi, con 32 posti a sedere e vista sull’edificio storico. Le sale a scaffale aperto e altri 100 posti di lettura di vario tipo, sei cabine di studio (carrels) e una sala per lavori di gruppo si trovano al piano superiore e nel sottosuolo.
Il collegamento tra il cubo e l’edificio storico principale è assicurato da un passaggio sotterraneo alto due piani in cui si trovano depositi e spazi di lettura aperti al pubblico.
Il progetto è di Hilde Barz-Malfatti e Karl Heinz Schmitz, i lavori si sono protratti per 5 anni, con un costo globale di 25,1 milioni di euro. La superficie totale è di 7130 mq, di cui il 40% rappresentato dai sotterranei, nei quali i depositi possono ospitare fino a un milione di volumi.

… e dove sorse la culla del Bauhaus
Le visite della mattinata proseguono presso la biblioteca della cosiddetta Bauhaus Universität, raggiungibile a piedi dalla biblioteca precedente. La Bauhaus Universität di Weimar è nuova, relativamente piccola ma molto bella; oltre allo studio dell’architettura, si dedica ancora alle discipline a essa collaterali (per esempio ingegneria) nonché a studi di tipo artistico e culturale secondo la tradizione della Bauhaus, che promuove la confluenza e la fusione nell’architettura moderna di tutte le forme d’arte e di espressione. L’edificio della biblioteca universitaria con la sua scattante architettura moderna è una componente integrale del campus universitario nel centro di Weimar. In origine nell’area vi era una fabbrica di birra e bevande gassate del secolo diciannovesimo, successivamente risanata e ristrutturata per crearvi il campus universitario.
L’edificio della biblioteca è l’unica costruzione moderna del complesso ed è strettamente connesso con le altre parti (ospita, fra l’altro, l’aula magna dell’università). È stato inaugurato nel 2005 e consta di due ali disposte parallelamente, si estende su cinque piani (di cui due sotterranei) per un totale di 5000 metri quadrati di superficie calpestabile.
La progettazione è stata curata dallo studio di architetti Meck di Monaco. Il progetto “Nuova costruzione della biblioteca e dell’aula magna della Bauhaus-Universität di Weimar” ha ottenuto il premio dello Stato della Turingia per l’architettura e l’urbanistica.
Per la pausa pranzo, come è nel dinamico stile dei bibliotecari, ci si trasferisce nell’antica Piazza del mercato in compagnia del direttore Frank Simon-Ritz, per gustare i Thueringer Bratwurst (salsicce grigliate della Turingia) e un buon boccale di birra, dopodichè, in gran fretta, saltato perfino l’immancabile caffè espresso – si va di corsa alla stazione per non perdere il treno per la capitale della Turingia, Erfurt.

Dalla capitale del “cuore verde” della Germania…
Per il pomeriggio è prevista la visita della Biblioteca universitaria di Erfurt. Giunti alla stazione di Erfurt, prendiamo subito il tram che attraverso il centro storico della città ci conduce direttamente fino all’ingresso del campus, situato al di fuori della parte antica.
La biblioteca rappresenta l’edificio più apprezzabile, una costruzione di 4 piani inondata di luce, che ospita sotto il suo unico tetto tutte le collezioni della venerabile Università di scienze umanistiche di Erfurt (1392), rifondata dopo la riunificazione tedesca in questa sede. La direttrice della biblioteca, Schmiedknecht, con due suoi collaboratori, ci ha dedicato tutto il pomeriggio spiegandoci in modo esaustivo la concezione architettonica e organizzativa di questa nuova costruzione bibliotecaria modello.
Anche questo edificio, come i precedenti (e come quelli che vedremo nei giorni successivi) si ispira a criteri di trasparenza, piena visibilità, luminosità; vi è una piacevole atmosfera di quiete e di studio sereno, certamente anche la situazione ambientale influisce nel determinare questo clima.
Usciti dalla biblioteca, resta un po’ di tempo per visitare il pittoresco centro storico di Erfurt, nel quale spicca il famoso “Ponte dei merciai”, il “Ponte vecchio” tedesco. La giornata si conclude con una cena in una tipica trattoria, con specialità locali.

… al principesco zelo collezionistico di Gotha
Il secondo giorno viene organizzata un’escursione da Weimar a Gotha, una piccola ma assai pittoresca città ducale (Residenzstadt) in Turingia, in cui abbiamo voluto visitare l’altrettanto famosa biblioteca di ricerca di Gotha, che oggi appartiene come organizzazione alla biblioteca universitaria di Erfurt, rispetto alla quale vanta, peraltro, una storia molto più lunga e importante. Questa biblioteca rappresenta l’espressione della grande passione collezionistica dei duchi di Gotha, passione coltivata nell’arco di più generazioni.
Per raggiungere Gotha da Weimar abbiamo utilizzato nuovamente il comodo collegamento ferroviario.
Il responsabile della biblioteca, Thoma Fuchs, viene a prenderci personalmente alla stazione e ci accompagna a piedi lungo la leggera salita dello Schlossberg (Monte del castello), attraverso uno splendido quartiere storico della fine del XIX secolo, tutto ville e giardini. Dalla cima dell’altura si può vedere la possente mole del castello, con le sue tre ampie ali che, oltre alla biblioteca ducale, ospitano, come abbiamo constatato di lì a poco, altre collezioni altrettanto magnifiche. Nelle sale della biblioteca che, accanto al gabinetto numismatico arredato con gli arredi dell’epoca fedelmente ricostruiti, si presentano caratterizzate da una sobria eleganza neoclassica, siamo rimasti letteralmente senza fiato davanti alla massa del posseduto.
La biblioteca infatti possiede attualmente 570.000 volumi, una quantità incredibile per la ex biblioteca privata di un principe, di cui abbiamo ovviamente potuto vedere soltanto una parte. Il collega ci illustra soprattutto i problemi di conservazione e di fruizione dei tesori bibliografici a lui affidati: un’autentica fatica di Ercole! Successivamente si compie una visita “a volo d’uccello” attraverso le altre vaste collezioni, disposte nelle numerosissime sale del castello che sembravano non dover finire mai. Da ultimo, uno dei momenti più suggestivi della mattinata, la visita al teatrino barocco di corte, tuttora in funzione nel castello dove, accolti nei palchi come ospiti d’onore del duca, possiamo gustare un concerto barocco di Eckhof, il più importante compositore di corte di Gotha.

Si pranza in un simpatico locale nei pressi del Castello e si torna nel primo pomeriggio a Weimar, per visitare la casa di Goethe, che percorriamo in lungo e in largo con l’aiuto dell’audioguida.
Documenti, quadri, ritratti, ma anche oggetti d’epoca, suppellettili, mobili, ci parlano della forte personalità del grande scrittore tedesco, che nella cittadina visse per 50 anni, fino alla morte, avvenuta nel 1832.

Le biblioteche di Sassonia. Splendore nella Firenze dell'Elba…
Alla mattina lasciamo l’hotel, alla volta di Dresda. Ci attendono alla SLUB, “Saechsische Landesbibliothek - Staats – und Universitätsbibliothek Dresden”, l’enorme complesso inaugurato nel 2002 e destinato ad accogliere sia la storica biblioteca del land di Sassonia che le raccolte dell’Università di Dresda. Dopo un breve saluto del direttore, Buerger, che ci accoglie al suono delle musiche di Vivaldi nell’auditorium, inizia la visita guidata, nel corso della quale veniamo informati delle vicende, dell’architettura e della situazione dell’attuale servizio.
Mentre percorriamo gli ambienti di uno dei due grandi edifici ospitanti le raccolte e le sale di lettura, apprendiamo che la biblioteca si compone di ben 6 palazzi, alcuni dei quali destinati a uffici e magazzini, dislocati nell’ampia area dell’Università di Dresda, sita nella prima periferia della città.
Il fatto di aver unito due realtà bibliotecarie tanto diverse ha condotta alla creazione di un servizio dai connotati estremamente variegati, in cui accanto alla raccolta della Sassonia, ricca di inestimabili fondi antichi (tra questi – e ciò spiega la piacevole e inaspettata accoglienza musicale – il più importante repertorio di manoscritti di Vivaldi fuori dall’Italia) vivono e crescono le correnti collezioni di studio, in gran parte su supporti digitali.

La nuova struttura è opera dello studio Ortner & Ortner di Vienna, che ha lavorato per 4 anni alla nuova biblioteca, fino all’inaugurazione ufficiale, avvenuta agli inizi del 2003. Il costo totale dell’operazione è stato di 100 milioni di euro. La superficie utilizzabile dal pubblico è di 30.000 metri quadrati, i posti di lettura sono un migliaio, mentre le opere a scaffale aperto circa 540.000, con scaffalature in grado di ospitarne fino a 850.000.
Complessivamente, tuttavia, la biblioteca raccoglie oltre 6 milioni di documenti, tra cui numerosi audiovisivi, fotografie, carte e mappe, oltre a 3200 periodici correnti esposti al pubblico. Nell’insieme la SLUB può certo essere definita una delle più grandi biblioteche dell’intera Germania.
Le discipline interessate sono diverse, tra cui scienze sociali, psicologia, storia, sociologia, teologia, musica, arte, anglistica, germanistica, biologia, chimica, fisica, matematica, biologia delle acque.
I prestiti nel 2005 sono stati oltre 2.400.000, gli utenti iscritti 120.000, di cui il 10% composto da “esterni”, vale a dire da lettori non iscritti all’Università. Quotidianamente vi è stata una presenza media di 1000-1200 persone al giorno.
Il blocco che visitiamo si presenta all’esterno come un grande parallelepipedo grigio, all’interno invece la sensazione è di uno spazio luminoso e accogliente. Un connotato particolare e di grande innovazione architettonica riguarda il fatto che la grande sala di lettura si trovi sotto terra, ma ciò non crea effetti “catacombali”, in quanto la sua illuminazione, con la luce del giorno, passa attraverso finestre “installate” nel raso inglese che copre questa parte della biblioteca.

I principi guida nella realizzazione dell’edificio sono stati l’esaltazione della luce e della trasparenza: per questo sono stati utilizzati materiali come il vetro, il metallo e il cemento.
Nelle sale di studio della SLUB, che pure appaiono densamente “popolate”, si percepisce un’atmosfera tranquilla e silenziosa, al punto che qualche utente ha approfittato di comode poltrone per stendersi a riposare.
La visita si conclude con un veloce passaggio nella “Camera del tesoro”, quello in cui si conservano gelosamente i materiali di maggiore pregio e valore. Con legittimo orgoglio ci vengono mostrati inestimabili tesori, come un bellissimo manoscritto Maya, carte autografe di Bach, Vivaldi e Wagner, un libro di schizzi di Dürer.

…un grande servizio per tutta la città…
La mattina del 7 settembre siamo attesi dal vice direttore del sistema bibliotecario cittadino (Staedtische Bibliotheken Dresden), Roman Rabe, che ci accoglie in una saletta attigua al corpo centrale della biblioteca e ci illustra i tratti salienti del servizio.
La rete cittadina si articola in una biblioteca centrale, una mediateca (specificamente rivolta agli adolescenti e ai giovani) e 19 realtà di quartiere, più 2 strutture mobili (bibliobus), che sostano nelle zone della città non servite da strutture bibliotecarie fisse.
Negli ultimi 15 anni, ci dice, è stata operata una decisa e consapevole scelta a favore delle biblioteche decentrate nei quartieri, che hanno conosciuto un nuovo sviluppo, anche a contatto e in collaborazione con le diverse istanze socio-culturali-educative del luogo, particolarmente con il mondo della scuola.
Il patrimonio si compone di 727.000 documenti, dei quali il 20% è rappresentato dalla narrativa, il 38% dalla saggistica, il 15% da opere per bambini e ragazzi, il 17% da audiovisivi, il 7% da documenti sulla musica.
Dall’illustrazione del vice direttore comprendiamo quanta attenzione venga posta all’incremento e alla “freschezza” delle raccolte, che vengono periodicamente revisionate e costantemente aggiornate.
A differenza di quanto accade nelle biblioteche di ricerca e dell’università, nelle biblioteche comunali tedesche è stato necessario, anche a causa di consistenti tagli alla spesa pubblica, introdurre forme di tariffazione. Nel caso delle biblioteche di Dresda, dal 2000 chi desideri utilizzarne i servizi paga una quota di iscrizione annua di 10 euro, che però può essere usata anche dai familiari. Per le acquisizioni è messa a disposizione una somma di 800.000 euro, ma il costo indubbiamente maggiore è quello sostenuto per le 155 unità che operano nel sistema: 6.400.000 euro.

Alcuni altri “numeri”, a testimonianza della vivacità del sistema bibliotecario di Dresda: 70.000 utenti attivi nel 2005 hanno prodotto un volume di 5.300.000 prestiti, mentre le presenze si attestano sul 1.800.000 e 42.000 sono stati gli utenti che hanno fruito di programmi di valorizzazione e promozione.
All’illustrazione di Roman Rabe segue la visita guidata alla biblioteca centrale, molto bella, accattivante, colorata e decisamente affollata di adulti e bambini. La biblioteca, nonostante la dichiarata attenzione ai servizi decentrati e quindi un esplicito ridimensionamento – a loro dire – del corpo centrale, appare molto curata, ben organizzata, piacevolmente arredata e con sezioni disegnate con intelligenza, facilmente riconoscibili. Sono qui presenti 270.000 documenti (musica compresa) e 700 periodici.
Per gli utenti dai 14 ai 28 anni, poi, è stata creata, in altra parte della città, la Medien@tage, un servizio multimediale che, in una struttura dall’arredamento vivace e moderno, mette a disposizione dei giovani letteratura, video, riviste, ma anche postazioni Internet e di ascolto/visione.
La sezione musicale, che conclude il nostro tour, raccoglie 45.000 documenti musicali, 10.000 libri, 20.000 CD, 1.000 DVD. L’intero fondo è a scaffale aperto, pienamente accessibile all’utente. È considerata la più importante biblioteca musicale in Germania, seconda solo a quella di Lipsia. Anche questa giornata, ricca di stimoli e di informazioni davvero interessanti in campo biblioteconomico, ci lascia qualche ora di libertà per godere gli ultimi scampoli di una città, che certamente meriterebbe altro tempo e maggiori attenzioni.

… e a Lipsia, la metropoli del libro
Lipsia è l’antica capitale del libro in Germania, anzi nel mondo.
Fino al 1939 fu a Lipsia che si tennero le grandi fiere del libro e, sempre a Lipsia, si trova la culla del Centro nazionale bibliografico tedesco la biblioteca tedesca (Deutsche Bucherei), nell’edificio del 1911 risparmiato dalle distruzioni della guerra.
La nostra meta è l’Albertina, la magnifica biblioteca universitaria di Lipsia spaventosamente distrutta durante la guerra e ora finalmente risorta dopo lunghi anni di ricostruzione.
Il tempo per la visita è davvero poco, però sufficiente per farci apprezzare la vastità delle collezioni e il grande impegno di riqualificazione dell’intera biblioteca. Oggi l’Albertina rappresenta il cuore di un importante sistema: con i suoi 5 milioni di volumi e 7800 periodici è destinata a servire lo studio universitario in ambito umanistico, ma anche gli interessi di un pubblico generalista nell’intera regione.
L’edificio, riaperto nella sua rinnovata veste nel 2002, rispetta l’antica struttura, tuttavia sono stati introdotti elementi architettonici di grande fascino e funzionalità, come le tettoie in vetro, che ora coprono gli antichi cortili interni. Gli spazi e gli arredi sono organizzati in modo da consentire l’accesso immediato a gran parte delle opere correnti: le sale a scaffale aperto mettono a disposizione 440.000 volumi e 720 posti a sedere. La biblioteca, infine, ospita collezioni speciali di grande pregio, tra cui spicca la nutrita collezione di antichi manoscritti in carta di papiro.

Ma il tempo è tiranno ed è necessario correre all’aeroporto per il ritorno in Italia. Lasciamo quest’ultima bellissima biblioteca con l’impressione di aver avuto, nel corso di questa breve visita in Germania, un assaggio di tante realtà vivaci e innovative, ma con il desiderio di poter un giorno tornare ad approfondire e conoscere meglio tutto questo.

pattiluck@alice.it


KEMPF, Klaus - LUCCHINI, Patrizia. Viaggio di studio nelle biblioteche nel “cuore antico della Germania”, in Turingia e Sassonia. «AIB notizie», 19 (2007), n. 3, p. 20-23.

Copyright AIB 2007-04, ultimo aggiornamento 2007-04-15 a cura di Zaira Maroccia
URL: https://www.aib.it/aib/editoria/n19/0320.htm3

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