[AIB] AIB notizie 20 (2008), n. 5
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Il futuro del controllo bibliografico

Giovanna Frigimelica

Il 9 gennaio scorso è stato presentato dalla Library of Congress (LC) un Report on the future of bibliographic control [1].
Il rapporto è il frutto dello studio del gruppo di lavoro appositamente creato, a cui hanno partecipato rappresentanti di importanti biblioteche universitarie e governative statunitensi, ma anche di Google, OCLC, Microsoft ecc. Si definisce controllo bibliografico l’insieme di strategie e strumenti che consentono la ricerca, la gestione, l’identificazione e l’accesso facilitato alle pubblicazioni [2].
Si può dire che questa attività nasce con le biblioteche stesse, anche se la normalizzazione dei principi che la reggono vengono fatti risalire alla biblioteconomia del XIX secolo. Ogni biblioteca oggi, soprattutto grazie alle nuove tecnologie, può contribuire ad aumentare la disponibilità di record bibliografici. Sin dal 1902 la Library of Congress ha prodotto schede catalografiche che venivano acquistate da biblioteche di tutto il mondo, cosa che avviene ancora oggi, in formato elettronico. Questa condivisione dei record, e lo sforzo per produrli, ha consentito un grande risparmio di tempo e denaro.
Attualmente negli Stati Uniti, ma anche oltre i confini nazionali, la Library of Congress rappresenta la fonte primaria di dati bibliografici per molte biblioteche. La situazione che nel corso degli anni si è venuta a creare in queste biblioteche vede la riduzione del numero di addetti alla catalogazione e anche la riduzione della percentuale di bibliotecari con competenze specifiche in questo ambito.
Alcuni importantissimi standard, inoltre, sono sviluppati e mantenuti dalla LC (MARC21, LC Classification e Subject headings, Z39.50 ecc.).
Ma la LC non è in realtà una biblioteca nazionale, né riceve fondi specifici per investire in servizi bibliografici per le biblioteche americane. È per questo che lo studio parte dalla considerazione che il futuro del controllo bibliografico dovrà essere collaborativo, decentralizzato, con una visione internazionale e basato sul Web.
Questo futuro si realizzerà in cooperazione con il settore privato, e con la collaborazione attiva degli utenti. Il controllo bibliografico sarà dinamico e non statico, per rispondere ai cambiamenti rapidi che occorrono nel mondo dell’informazione. Il rapporto presenta una serie di raccomandazioni, rivolte di volta in volta alla Library of Congress, a biblioteche e altri attori o a tutti i partner coinvolti. Le raccomandazioni sono contestualizzate fornendo le premesse che hanno portato alla loro individuazione, gli obiettivi desiderati e le eventuali conseguenze in caso lo scenario auspicato non si realizzi.

Le raccomandazioni sono cinque:

1) Aumentare l’efficienza della produzione bibliografica.
Il gruppo di lavoro ha analizzato come il ruolo della LC vada rivalutato, e più in generale ha sottolineato l’importanza che tutti gli attori della “filiera bibliografica” hanno nel dare il proprio apporto. Lo scopo è ottimizzare al massimo le risorse ed evitare gli sprechi.
È noto come ormai da tempo esistano altri produttori di dati bibliografici oltre alle biblioteche (pensiamo agli editori o alle librerie online); sarebbe insensato non cercare una collaborazione per sfruttare anche il loro lavoro, almeno in una fase di pre-catalogazione.
La LC abbandonerà il ruolo di “biblioteca alfa” e diventerà un partner vero per le altre biblioteche e organizzazioni, anche nel campo del controllo di autorità.

2) Migliorare l’accesso ai materiali rari e unici.
Le collezioni speciali, costituite da materiali a volte assolutamente unici e rari, dovrebbero essere accessibili agli utenti, possibilmente in formato digitale, per consentirne una fruizione ampia. Le biblioteche dovrebbero considerare diversi livelli di catalogazione e gestione per questi materiali, in base alle proprie priorità e all’importanza di questi materiali, all’interno della filosofia comune del controllo bibliografico.

3) Spingere la tecnologia verso il futuro.
I dati bibliografici prodotti dalle biblioteche sono praticamente inaccessibili agli utenti estranei al mondo bibliotecario, basti pensare al fatto che i motori di ricerca tradizionali non recuperano le informazioni presenti negli OPAC e che i vocabolari standard prodotti nel nostro settore sono il più delle volte disponibili solo come documenti testuali.
È fondamentale quindi sviluppare metadati flessibili ed estensibili, e standard integrati nel Web. In particolare, per quanto concerne gli standard, il rapporto si sofferma sul fatto che dalla bozza delle regole RDA (Resource Description and Access), ovvero la nuova versione delle AACR2, non emergono particolari benefici, non si capisce come i nuovi metadati creati si integrino con quelli esistenti, e preoccupano le implicazioni finanziarie che l’introduzione del nuovo standard porterà con sé.

4) Spingere la comunità bibliotecaria verso il futuro.
Grazie alle innovazioni e alle potenzialità delle tecnologie web, la gran parte degli utenti utilizza simultaneamente per le proprie ricerche diversi contesti e strumenti come motori di ricerca, librerie online, database specializzati, OPAC e altri.
Secondo una ricerca di OCLC [3] più di tre quarti degli utenti si rivolgono in prima battuta a un motore di ricerca piuttosto che al catalogo online.
Gli OPAC devono quindi sviluppare sistemi per permettere agli utenti di interagire con i dati bibliografici [4]. Il modello FRBR, inoltre, dovrà essere approfondito a livello pratico e non solo teorico e le regole per la creazione di soggetti della Library of Congress dovranno essere rese flessibili per la creazione e modifica di stringhe controllate.

5) Rendere più forte la professione bibliotecaria.
Il controllo bibliografico ha dei costi e un valore, anche se spesso non viene quantificato.
Potendolo valutare sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo, la comunità professionale sarà in grado di valutare anche l’efficacia e l’efficienza del sistema adottato.
Sarà fondamentale anche mantenere aggiornati i programmi di insegnamento in ambito LIS, per poter modellare i corsi sui bisogni presenti e futuri della comunità professionale bibliotecaria. In questo modo ci sarà un numero sufficiente di bibliotecari qualificati per partecipare alle attività legate al controllo bibliografico.

frigimelica@aib.it


[1] http://www.loc.gov/bibliographic-future/news/lcwg-ontherecordjan08-final.pdf.
[2] Per un approfondimento si veda Giovanni Solimine, Controllo bibliografico universale, Roma: AIB, 1995.
[3] Cathy De Rosa ... [et al.], Perception of libraries and information resources: a report to the OCLC membership, Dublin (OH): OCLC, 2005. Anche a http://www.oclc.org/reports/2005perceptions.htm. Sul tema si veda anche Andrea Marchitelli, La biblioteca nella percezione degli utenti: i risultati di tre indagini di OCLC, «AIB notizie», 20 (2008), n. 4, p. 13-14.
[4] Per un confronto tra OPAC, OPAC arricchiti, OPAC sociali e applicativi di social cataloguing si veda Andrea Marchitelli – Tessa Piazzini, OPAC, SOPAC e social networking: cataloghi di biblioteca 2.0? , «Biblioteche oggi», 26 (2008), n. 2, p. 82-92. Anche a http://www.bibliotecheoggi.it/content/20080208201.pdf.


FRIGIMELICA, Giovanna. Il futuro del controllo bibliografico. «AIB notizie», 20 (2008), n. 5, p. 12.

Copyright AIB 2008-05, ultimo aggiornamento 2008-05-09 a cura di Zaira Maroccia
URL: https://www.aib.it/aib/editoria/n20/0512.htm3

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