[AIB] AIB notizie 20 (2008), n. 6-7
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Nati per leggere in Piemonte
Strumenti e reti per la salute dei lettori e della lettura

Paola Ganio Vecchiolino

Durante l’ultima edizione della Fiera del libro di Torino si è svolto un incontro dedicato alla presentazione sia della terza edizione aggiornata della bibliografia Nati per leggere: una guida per genitori e futuri lettori, (Roma: AIB, 2008) sia del progetto piemontese, avviato nel 2001 in collaborazione con la Fiera e cresciuto anche grazie al significativo sostegno della Compagnia di San Paolo di Torino.

All’incontro, organizzato dalla Regione Piemonte e dalla sezione piemontese dell’AIB, hanno partecipato Mariangela Clerici Shoeller, pediatra di famiglia e membro del coordinamento nazionale NPL; Rita Valentino Merletti, studiosa di letteratura per l’infanzia e membro del Comitato scientifico piemontese; Cecilia Cognigni, presidente della Sezione Piemonte dell’AIB ed Eugenio Pintore, dirigente del Settore regionale Biblioteche, archivi e istituti culturali.
Quest’ultimo ha sintetizzato la storia di Nati per leggere in Piemonte, gli obiettivi raggiunti e quelli da porsi nei prossimi anni, gli esiti della consolidata cooperazione non solo interistituzionale, ma tra centro e periferia, tra pubblico e privato, tra associazioni e professioni. Rinviando per informazioni dettagliate al sito http://www.regione.piemonte.it/natiperleggere/, si evidenziano qui solo alcuni macroindicatori: NPL in Piemonte coinvolge oggi 250 comuni dei 1206 della regione. Ciascuno di loro partecipa almeno attraverso la biblioteca, ma nella maggioranza dei casi si è riusciti a coinvolgere anche i pediatri, gli asili e le scuole d’infanzia.
La cooperazione di tutte le componenti è assicurata comunque a livello sovracomunale, poiché le grandi biblioteche con funzioni di coordinamento territoriale, cui afferiscono le duecentocinquanta civiche coinvolte, hanno stabilito alleanze e allestito servizi che ricadono su tutto il proprio sistema.
Rispetto ai rapporti con la sanità, raggruppando dipartimenti, distretti, ASO e ASL sotto un’unica voce, si annoverano 40 differenti realtà, che coprono tutto il territorio e raggiungono circa 18.000 dei quarantamila nati/anno della regione, ove lo scarto è dato da chi partorisce a casa oppure in aree in cui la collaborazione del mondo medico e paramedico è scarsa, discontinua o assente.
Anche per questo motivo nel 2007 è stato prodotto e realizzato il volume “Gocce di voce”, distribuito in 40.000 copie attraverso le neonatologie, affinché almeno l’informazione di primo livello raggiunga tutte le famiglie. I pediatri piemontesi che partecipano al progetto sono 124 e, benché distribuiti irregolarmente, costituiscono un risultato incoraggiante, raggiunto anche mediante la collaborazione con l’Assessorato regionale alla sanità che, tra le altre cose, proprio nel 2008 ha inserito NPL nel progetto di prevenzione “6+1”.
Ultimo dato significativo è il numero di asili nidi e scuole d’infanzia attive (120 e 160), cui si aggiungono ludoteche, laboratori permanenti, baby-parking ecc.).

Chiederei a Eugenio Pintore di sintetizzare i punti chiave del progetto piemontese, emersi anche dall’analisi condotta oggi.
L’elemento più qualificante è l’estesa rete di relazioni creatasi tra biblioteche, ASL, ospedali, asili nido e scuole d’infanzia. La nostra esperienza, rivelando notevole capacità di iniziativa, ha inoltre dato alla luce proposte che costituiscono una ricchezza ulteriore, su cui investire rinnovate energie.
Penso ad ambiti quali la multiculturalità, oppure ai servizi per le aree montano-collinari e, più in generale, per le fasce di popolazione ancora difficili da raggiungere.
Nel creare e garantire continuità al sistema di reti la Regione ha svolto un ruolo centrale, disponendo strumenti e reti per la salute dei lettori e della lettura paola ganio vecchiolino degli strumenti utili non solo a coordinare risorse sparse e creare efficaci sinergie, ma anche a porsi quale interlocutore autorevole presso le istituzioni e gli enti che sostengono NPL in Piemonte, tra cui spicca la Compagnia di San Paolo di Torino.
Siamo pronti a portare il progetto piemontese all’attenzione delle sedi istituzionali dove si incrociano e prendono forma gli interessi di Comuni, Regioni, Ministeri.

Tra gli obiettivi futuri quali ritiene prioritari?
Oltre al potenziamento dell’alleanza con i pediatri mi piacerebbe affinare gli strumenti di misurazione del lavoro svolto, per ricavare pochi ma chiari indicatori in grado di valutare la rotta e, laddove occorresse, ricalcolarla.
È un’esigenza condivisa da molti, anche a livello nazionale, e il fatto positivo è che anche i progetti locali iniziano a interrogarsi sui risultati del proprio lavoro: a questa consapevolezza vogliamo offrire una risposta.

Il concetto di rete è stato il filo conduttore dell’intervento di Cecilia Cognigni, che lo ha ampliato in insolite direzioni.

Dottoressa Cognigni, sembra che secondo lei il concetto di rete che anima il progetto vada al di là della prassi operativa adottata, del semplice dato metodologico, per costituire quasi un surplus di valore, con ricadute positive non solo sul progetto stesso ma anche in ambiti più ampi: è un’interpretazione corretta?
Le biblioteche pubbliche hanno scoperto da tempo l’utilità di “fare rete”, di collaborare con professionalità diverse, per meglio rispondere alle esigenze del pubblico reale e in particolare di quello potenziale.
Il progetto NPL ha dato grande visibilità a questo aspetto del lavoro di biblioteca: ha permesso di riconoscere le differenze professionali come un’occasione di arricchimento, in uno scenario dove la cooperazione diventa sempre più essenziale; ha ulteriormente messo in relazione il “fuori” e il “dentro” della biblioteca, aiutando a superare quei limiti che il servizio bibliotecario pubblico incontra talvolta, in particolare con talune fasce di utenza; ha infine accelerato l’attivazione di quel “fuori di sé” della biblioteca che oggi è un suo requisito essenziale.
Pensando poi alle reti tra culture, è diventato essenziale proporre libri che favoriscano la reciproca conoscenza, al di là delle differenze linguistiche e culturali. Sempre di più i bibliotecari impegnati in NPL sentono l’esigenza di dotare i propri servizi di libri bilingui e multilingui.
Anche l’importanza delle reti fra generazioni, che sta così a cuore a noi bibliotecari, è al centro del progetto Nati per leggere e trova nelle biblioteche pubbliche un ambiente naturale di estensione e sviluppo.

Mi pare che soprattutto nel sud della penisola vi siano punte di eccellenza dei progetti in cui, a fronte della limitata offerta delle biblioteche, il motore delle iniziative locali sia costituito dall’attività dei pediatri e delle strutture sanitarie.
Viceversa in Piemonte, pur essendo riusciti a creare un’alleanza operativa con il mondo medico, i diversi saperi che animano i progetti locali mi sembra trovino il punto di aggregazione nelle biblioteche civiche.
È così?

È un bene che nel nostro territorio il progetto affondi le sue radici nell’attività ordinaria delle biblioteche pubbliche e che le abbia aiutate ad attivare circuiti virtuosi e processi di fidelizzazione dei lettori. È proprio nel mondo delle biblioteche pubbliche che NPL trova il suo punto di ancoraggio e un motore di sviluppo, essenzialmente perché la biblioteca pubblica:
- è capace di creare connessioni fra generazioni diverse (convivenza di pubblici differenti) e fasce d’età diverse (famiglie);
- ha una funzione di accompagnamento alla lettura in un’ottica che promuove la formazione per tutto l’arco della vita;
- favorisce l’avvicinamento alla lettura anche delle fasce più svantaggiate, garantendo pari opportunità di accesso alla conoscenza e alla cultura.
Insomma NPL può svilupparsi solo se supportato da una rete efficace ed efficiente di biblioteche di pubblica lettura, per sottrarsi al rischio di episodicità e discontinuità.

Rita Valentino Merletti si occupa anche e soprattutto di letteratura per l’infanzia. Forte dell’esperienza maturata negli Stati Uniti, è stata collaboratrice di NPL dagli anni Novanta e in Piemonte ha curato il progetto dal 2001, in qualità di membro del Comitato scientifico regionale.
All’incontro torinese ha potuto perciò offrire una panoramica dei progetti in corso nelle altre regioni, fornendo spunti per un interessante confronto. Venendo alla bibliografia Nati per leggere, senza ripetere quanto già detto a Bologna durante la Fiera del libro per ragazzi 2008 – riassunto da Angela Dal Gobbo nel numero 2 di “NPL notizie” del marzo 2008 – dell’intervento di Valentino Merletti riprendiamo i punti che riassumono il valore delle nuove linee guida quali strumento operativo aggiornato, versatile e completo.
Primo elemento di novità di questa pubblicazione è infatti l’ampiezza della produzione editoriale presa in esame: sono stati vagliati tutti i testi per la prima infanzia editi dal 2003 al 2007.
L’ampiezza dell’approccio da un lato trova riscontro nella struttura della bibliografia, che comprende ora due nuove sezioni: Un libro tante storie, «…libri più lunghi, che raccolgono più storie da leggere a puntate di mattina, di pomeriggio, di sera o di notte un attimo prima di dormire …» e Grandi autori per i più piccoli, «…albi scritti e illustrati da autori che hanno fatto la storia della letteratura per la prima infanzia… le cui opere sanno parlare a grandi e piccoli e non passano mai di moda».
Dall’altro, mi induce a rivolgere alla nostra relatrice una domanda che si sente ormai sollevare spesso:

Ripensando alla realtà degli ultimi decenni e confrontandola con quella attuale, come si configura il rapporto tra NPL e l’editoria per l’infanzia?
Il ruolo di NPL nei confronti dell’editoria per la prima infanzia è stato determinante per rafforzare la consapevolezza che i bambini, anche molto piccoli, hanno bisogno di libri adatti alle loro capacità, dalle caratteristiche fisiche tali da facilitare il processo di conoscenza e familiarità con l’oggetto e che contemporaneamente contengano immagini, parole e storie in grado di apportare stimoli adeguati alle diverse fasi di crescita.
Negli ultimi cinque-sei anni, la produzione è aumentata, in qualità e quantità e ha attirato su di sé un’attenzione che, in precedenza, era appannaggio di un numero assai limitato di persone.

Poiché lei conosce a fondo anche le realtà straniere e i progetti che hanno anticipato quello italiano, ritiene che stiamo sostanzialmente vivendo processi già maturati altrove (e penso soprattutto a Stati Uniti e Gran Bretagna) oppure quello italiano è un percorso con peculiarità proprie, legate forse ai tratti dell’editoria italiana per l’infanzia e, più in generale, della cultura dell’infanzia che si è sviluppata nel nostro Paese?
Mi sembra che NPL abbia compiuto, in Italia, un percorso più ampio e incisivo rispetto ad altri Paesi. Forse è arrivato al momento giusto, un momento in cui le biblioteche di pubblica lettura, come ricordava Cognigni, sentivano particolarmente il bisogno di espandere la propria attività e di far conoscere il proprio ruolo sul territorio.
Parlare di libri e lettura per bambini da 0 a 3 anni e fornire motivazioni scientifiche all’opportunità di farlo, è stata una novità che ancora oggi, in alcuni, suscita sorpresa. Negli Stati Uniti invece si è cominciato a lavorare su questi temi molto prima che venissero alla luce progetti come Born to read o Reach out and read.

Sarebbe bello concludere con un cenno al metodo adottato per costruire la bibliografia, poiché mi pare riportarci al tema della rete come strumento operativo cui già accennavano gli altri relatori.
Si è trattato di un lavoro organizzato da un buon numero di bibliotecari, pediatri, esperti di settore chiamati a raccolta da Nives Benati, animatrice dell’intero progetto. Il suo impegno ha permesso di sintetizzare le varie voci e arrivare a una scelta finale di titoli e di modalità di presentazione il più possibile rispettosa delle idee di tutti.
Certo, oltre agli incontri ospitati dalla Biblioteca Sala Borsa di Bologna, è stato molto importante lavorare in rete, in un continuo processo di approfondimento e confronto che costituisce anche lo strumento più efficace per accrescere la professionalità di tutti.
Se è vero che il metodo non è mai scisso dai contenuti e dagli esiti di una prassi, potremmo concludere proprio con un invito a verificare e perfezionare il metodo con cui stiamo tessendo reti e strumenti per il benessere dei bambini.
Anche di quelli dai capelli già bianchi.


GANIO VECCHIOLINO, Paola. Nati per leggere in Piemonte. Strumenti e reti per la salute dei lettori e della lettura. «AIB notizie», 20 (2008), n. 6-7, p. 24-26.

Copyright AIB 2008-07, ultimo aggiornamento 2008-07-07 a cura di Zaira Maroccia
URL: https://www.aib.it/aib/editoria/n20/0624.htm3

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