[AIB] AIB notizie 20 (2008), n. 10-11
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World Library and Information Congress: 74th IFLA general conference and council

“Libraries without borders: navigating towards global understanding”
Québec, Canada, 10-14 agosto 2008

Il programma del Congresso IFLA 2008 è disponibile a http://www.ifla.org/IV/ifla74/Programme2008.htm


Noterelle a margine di IFLA 2008 a Québec

Aldo Pirola

Partecipare ai congressi IFLA è sempre una scoperta, è sempre un’emozione! A volte, ragionando schematicamente, si è portati a pensare: «Ma che ci vado a fare? In mezzo a tutta quella confusione ci si perde... Non serve a nulla... Ci sono già stato, so che cos’è, ho altre priorità!». Se invece si ha il coraggio di superare di botto questi pensieri – per la verità abbastanza qualunquistici – e di mettersi in gioco partecipando attivamente alle cose, allora ci si accorge, sul campo, che l’lFLA non è mai un avvenimento scontato o ripetitivo ma ha la capacità di farti sentire parte integrante di una realtà più vasta, che ingloba e valorizza l’esperienza quotidiana di tutti noi anche quando sembra angusta e insufficiente.
Ci si sente quasi anelli di un’ampia catena informativa che abbraccia veramente il mondo intero, visivamente percepibile anche dai colori più svariati della pelle dei colleghi, per non parlare degli splendidi, numerosissimi tipi di abbigliamento che si possono ammirare.
Questo è valso senz’altro per il congresso di Québec e sono certo che varrà anche per quello di Milano dell’anno prossimo.
Il Canada è un paese verdissimo, estesissimo (inferiore solo alla Russia per estensione territoriale), immenso e spopolato, tranne lungo la striscia di territorio percorso dal fiume San Lorenzo e nella stretta fascia che scorre parallela alla frontiera con gli Stati Uniti. Lungo il San Lorenzo sorge la città di Québec, città dal centro storico antico, per i parametri del nuovo mondo, circondata da mura – simbolo e centro, insieme a Montreal, del Canada francofono – e, per la settimana dal 7 al 14 agosto 2008, punto di riferimento per le biblioteche di tutto il mondo.
Il Centro congressi, moderno, razionale nella distribuzione degli spazi e dei percorsi interni, panoramico per la vista di cui si può godere all’ultimo piano, ospita l’IFLA 2008 che i colleghi canadesi hanno curato fin nei minimi particolari, in collaborazione con l’Esecutivo IFLA e con la Concorde, l’azienda multinazionale specializzata nell’organizzazione di eventi con cui si collaborerà anche per l’organizzazione del Congresso IFLA in Italia.
Mi vorrei soffermare soltanto su tre punti, a mio giudizio utili per una valutazione d’insieme:
a) l’aspetto scientifico
b) l’aspetto organizzativo
c) l’aspetto culturale e professionale.

Sotto l’aspetto scientifico, l’IFLA di Québec ha permesso di capire a che punto stanno le biblioteche a livello mondiale, quali problemi e quali sfide debbano affrontare per il futuro, come debbano organizzarsi in vista degli strumenti tecnologici per la diffusione del sapere sempre in trasformazione, le ricadute catalografiche, le nuove proposte di classificazione, come pure i progetti e programmi a vario livello. L’agile libretto-programma distribuito al congresso aiuta molto bene a capire quali incontri si svolgono (e dove), permettendo così di scegliere quelli più vicini agli interessi di ciascuno. Partecipare agli incontri significa immagazzinare dati, tenersi al corrente dei processi in atto nel mondo della professione, le cui ricadute possono coinvolgerci anche quando meno ce lo aspettiamo.
Agli interventi squisitamente biblioteconomici si affiancano infatti le dimostrazioni tecnologicamente più avanzate delle ditte che operano con biblioteche e archivi.
Tali dimostrazioni mettono in condizione di sapere come operare per gestire al meglio le nostre problematiche professionali.
Sotto l’aspetto organizzativo, il centro congressi presenta una struttura vasta ma razionale, con una segnaletica in più lingue di facile interpretazione, integrata dalla presenza di numerosi colleghi canadesi prontissimi nel dare le informazioni in modo chiaro e simpatico. La parte centrale, diciamo pure il bandolo della matassa logistico-strutturale, può essere individuata nel grande salone dell’esposizione per prodotti di biblioteca. Tutte le altre sezioni dell’edificio si dipanano attorno a esso secondo dei percorsi indicati numericamente, che permettono di raggiungere abbastanza facilmente le sedi dei vari incontri. La presenza costante di personale della Concorde e della segreteria IFLA ha consentito di risolvere gli imprevisti e/o le variabili organizzative, fisiologiche in un avvenimento di tali proporzioni. Nell’ambito dell’esposizione è stato aperto, d’intesa con l’esecutivo IFLA, un visitatissimo stand per IFLA 2009 in Italia, con materiale informativo, gadget e opuscoli.
I colleghi ci hanno rivolto le domande più varie e, per certi aspetti, imprevedibili… Tutto questo va benissimo, perché esprime un interesse spontaneo, o per lo meno una curiosità evidente, per quello che stiamo per organizzare in Italia, che per molti di loro è un paese da favola! Lo stand è sempre stato “coperto” dalla presenza di due persone, ma al momento dell’inaugurazione eravamo là, se non ricordo male, in sette, e si faticava a gestire la folla o, per meglio dire, la calca di persone che si sono riversate sul nostro punto informativo. Abbiamo motivo di credere, dopo l’esperienza dello stand, che le aspettative nei nostri confronti siano immense.
Sotto l’aspetto culturale e professionale, l’IFLA di Québec ci ha permesso di avere un notevole sguardo d’insieme sulla realtà canadese. Chi ha partecipato alle visite guidate alle biblioteche di Québec City e delle altre località proposte ha potuto farsi un’idea abbastanza completa di questa realtà decisamente protesa verso il futuro. Le varie sessioni plenarie inaugurali e conclusive sono state poi l’occasione preziosa per conoscere le componenti culturali della realtà canadese: l’elemento precolombiano, quello francofono e quello anglofono. Abbiamo potuto apprezzare canti e danze algonchine, testi poetico-letterari espressi in entrambe le lingue, in un contesto ben amalgamato in cui comunque è prevalso quantitativamente l’elemento francofono, vista la speciale collocazione del Québec all’interno della federazione canadese.
Partecipare con impegno all’IFLA di Québec ha determinato un notevole arricchimento del proprio bagaglio professionale, ha creato le condizioni per tessere ex novo o per approfondire reti di rapporti professionali e umani e ha consentito di raccogliere una messe ricchissima di dati che saranno d’aiuto nell’organizzare adeguatamente il prossimo congresso IFLA 2009 che farà affluire in Italia, sede principale Milano, migliaia di colleghi da tutto il mondo animati da grandi aspettative.


Impressioni dal 74° World Library and Information Congress

Maria Cristina Selva

Domenica 10 Agosto
Eccoci qui; si apre il congresso. È la mia prima volta a un congresso IFLA, e probabilmente, se escludiamo il prossimo congresso a Milano, rimarrà l’unica volta per molto, molto tempo.
Alle otto di domenica mattina, in una Québec City pressoché deserta, ci presentiamo, io e la mia collega, al centro congressi, pronte a una lunga fila per la registrazione.
In realtà non c’è nessuna coda ai banchi di registrazione dove i volontari ci accolgono, ci consegnano una bella borsa-zainetto piena di materiale vario, ci spiegano alcune cose fondamentali del funzionamento del congresso e ci consegnano il nostro badge con il programma tascabile allegato. Da questo momento il badge che porteremo sempre al collo e la borsa diventeranno il segno distintivo della presenza di migliaia di bibliotecari a Québec da tutto il mondo: li incontreremo ovunque, in albergo, nei ristoranti, in giro per la città e spesso avremo modo di scambiare due parole, un’informazione, un commento.
Ma soprattutto incontrare i delegati IFLA in giro per la città sarà l’occasione per invitarli a Milano, il prossimo anno. Tutti i delegati, infatti, non appena vedono dal nostro badge che siamo italiani, ci chiedono dell’organizzazione del congresso 2009, e tutti i colleghi canadesi esprimono la loro solidarietà: il lavoro è lungo e tanto, e in particolare le ultime settimane sono state davvero intense. Man mano che la tensione si farà meno pressante, i colleghi canadesi cominceranno a scherzare ma anche a offrire la loro collaborazione, la loro disponibilità ad aiutarci, a trasmetterci qualche consiglio, qualche avvertimento, qualche idea.
Dopo la registrazione, un breve giro di ricognizione per il centro congressi e qualche saluto ai colleghi italiani che incontriamo, prendiamo posto in sala per la cerimonia di apertura.
Una lunga cerimonia in inglese e francese ci aspetta: avremo modo di godere delle canzoni e dei balli di rappresentanti delle First Nations, di pezzi di teatro, di musica, delle cantanti “di gola” Inuit.
I discorsi ufficiali si susseguono, fino all’ingresso, con grande solennità e un rigido cerimoniale, di Michaelle Jean, governatore generale del Canada, una giovane signora nativa di Haiti che dal settembre 2005 copre la massima carica del Paese.
Il suo discorso sulle biblioteche, la cultura e la crescita dell’umanità è commovente ed emozionante: «the library is a vital space to all possibilities, all dreams and all hopes…», concluderà la signora Jean.
Con una ricca cerimonia viene poi conferita dall’Università Laval di Québec City una laurea honoris causa a Ismael Serageldine, direttore della biblioteca di Alessandria d’Egitto; infine, la prolusione dello scrittore Dany Laferrière conclude la cerimonia di apertura, che ha occupato l’intera mattinata.
Finalmente ho modo di guardare seriamente il programma dettagliato del congresso, e di cominciare a fare una prima scelta delle conferenze a cui voglio partecipare. La scelta è difficile e a volte piena di rammarico: le conferenze e i lavori vedono la simultaneità di almeno tre sezioni, e a volte molte delle cose che mi piacerebbe seguire avvengono contemporaneamente. Il fatto che sul sito web dell’IFLA e nel CD che abbiamo trovato dentro la nostra borsa siano pubblicati tutti gli interventi aiuta un po’ a vincere il rammarico di non poter seguire tutto.
Inoltre oggi pomeriggio bisognerà cominciare a fare i turni per presenziare al banchetto di promozione di Milano 2009, presso lo stand dell’IFLA, e anche quello andrà inserito nel programma.
Dopo il primo pomeriggio di relazioni, un cocktail di benvenuto inaugura la parte commerciale del congresso, con oltre 200 stand di società che offrono prodotti e servizi per le biblioteche.
All’interno di quest’area c’è anche lo stand IFLA, con una parte dedicata alla promozione di Milano 2009. Alle 18 la cerimonia culturale ci attende: attraverso la musica, la recitazione e le danze attraversiamo la storia del Canada e in particolare la storia del Québec, che proprio quest’anno festeggia i quattrocento anni della propria storia.
Alle 20 la prima giornata del congresso si conclude: abbiamo passato quasi 12 ore dentro al centro congressi, così fitto di eventi, di parole e di persone. E siamo solo al primo giorno…

Lunedì 11 Agosto
Questa mattina ho un turno da coprire allo stand dell’IFLA. Di tutto il congresso sarà la parte che mi piacerà di più: alcuni si avvicinano solo per prendere un segnalibro o una penna, come memento delle date per il prossimo anno.
Altri colleghi invece si fermano a parlare. Cerchiamo di dare tutte le informazioni logistiche richieste, facciamo vedere il video sulla Lombardia, talvolta il discorso ci porta a parlare delle nostre biblioteche, delle università, del nostro lavoro.
Chiedono spesso informazioni pratiche sulla città di Milano, ad alcune delle quali non so proprio rispondere (mi scuserà il collega di Oslo a cui non ho saputo dire seduta stante dove parcheggiare, il prossimo anno, il bibliobus con cui vuole raggiungere Milano, e l’ho invitato a contattarci più avanti?). Ci informano del grande problema che hanno avuto in Québec (come poi verrà spiegato nel corso della conferenza stampa), dove a molti colleghi, provenienti da paesi ai cui abitanti è richiesto un visto di ingresso in Canada, tale visto è stato negato: una trentina di delegati, tra cui il direttore della biblioteca nazionale iraniana, non hanno potuto partecipare. Un monito per noi, il prossimo anno: i visti di ingresso sono un tema importante a cui dedicare la nostra attenzione e i colleghi ci chiedono di muoverci per tempo.
Moltissimi colleghi lasciano il loro biglietto da visita, chiedono di essere contattati, di essere aggiornati.
C’è molta aspettativa su Milano: il congresso torna in Europa dopo diversi anni, l’Italia è una meta ambita per le vacanze, e tutti conoscono Milano, anche se prevalentemente per la moda e il design. Tra un anno, qualche centinaio di colleghi da tutto il mondo conoscerà anche le nostre biblioteche.

Martedì 12 Agosto
Finalmente riesco ad avere un po’ di tempo per la parte scientifica del congresso e oltre a una sezione sul management e il marketing delle biblioteche accademiche, decido di presenziare a una sessione che si occupa di library building. Non è uno dei temi di cui normalmente mi occupo: ho deciso di seguire il consiglio del segretario IFLA uscente, Peter Lor, che a un incontro organizzato lunedì per i delegati che partecipano per la prima volta ci ha caldamente consigliato di non presenziare solo agli incontri relativi al nostro settore di competenza, o alla nostra tipologia di biblioteche, ma di spaziare in altri ambiti.
Questa è sicuramente l’occasione di vedere un po’ quali sono i temi di attualità nel mondo delle biblioteche, anche negli ambiti che normalmente non frequentiamo, e di avere così un vero aggiornamento professionale.
Alla sera ci attende l’evento sociale più atteso: la “fun night”, con la cena nel salone del centro congressi aperta a tutti i delegati, e poi musica e danze fino all’una del mattino.
Finalmente liberati dai nostri ruoli professionali, smessi i vestiti da lavoro e calati nella convivialità, abbandonate gerarchie e imbarazzi, balliamo. Migliaia di bibliotecari da tutto il mondo ballano, e si divertono!

Mercoledì 13 Agosto
La mattinata è dedicata alla visita alla biblioteca dell’Università di Laval.
Due pullman ci portano all’università, dove il direttore della biblioteca ci accoglie e ci dà il benvenuto offrendoci un caffè con qualche dolce. Veniamo poi divisi in gruppi di una quindicina di persone e ogni gruppo affidato a un bibliotecario che ci conduce nelle varie sezioni della biblioteca, dalla legatoria interna al settore di back office. In ciascuna sezione un bibliotecario ci spiega il lavoro e ci dà i dettagli statistici del numero di documenti trattati, delle unità di personale che lavorano nei singoli settori, delle procedure seguite. Le due biblioteche dell’università, quella umanistica e quella scientifica, una di fronte all’altra, totalizzano un numero di 5 milioni di documenti, con un budget per gli acquisti di oltre due milioni di dollari all’anno, il 40% del quale è dedicato alle risorse elettroniche.
Il direttore dei servizi tecnici ci illustra e ci mostra in anteprima anche la nuova interfaccia del catalogo, in linea in questi giorni, dove è applicata la classificazione a faccette.
Avrò modo, a fine congresso, di visitare anche la biblioteca pubblica della città, la Gabrielle Roy, una struttura moderna di 4 piani interamente a scaffale aperto. Mi colpisce la movimentazione del materiale: a 200.000 documenti nel patrimonio corrispondono 800.000 prestiti all’anno, e 360 giorni di apertura annui, per 76 ore e mezza settimanali.

Giovedì 14 Agosto
Lo stand di promozione è ormai chiuso e anche le sessioni di lavoro finiscono attorno alle 13. Abbiamo qualche ora libera prima della cerimonia di chiusura del congresso e per la prima volta riusciamo a uscire e vedere i dintorni del centro congressi.
La cerimonia conclusiva è, per noi italiani, uno dei momenti di particolare importanza e da qualche mese prepariamo la nostra partecipazione: il cerimoniale prevede, infatti, che si concluda il congresso canadese e si “apra” quello italiano.
Abbiamo circa 20-25 minuti per invitare i colleghi a Milano. Aldo Pirola apre la sezione a noi dedicata, con un brevissimo discorso in inglese, e francese, in conformità al bilinguismo canadese, e in tedesco, in omaggio al presidente dell’IFLA, Claudia Lux. Segue il concerto di due giovani musicisti italiani, diplomati al conservatorio di Milano.
Tommaso Guaglioni e Clelia Cafiero eseguono un Capriccio di Amilcare Ponchielli per oboe e piano. Segue il discorso del presidente dell’AIB e del Comitato nazionale italiano per IFLA 2009, Mauro Guerrini.
Un bel video di presentazione della realtà bibliotecaria di Milano e della Lombardia, commissionato dalla Regione Lombardia, conclude lo spazio a noi dedicato. I colleghi applaudono, ci salutano. Subito dopo il Presidente dell’IFLA annuncia la città che ospiterà il congresso nel 2011: Puerto Rico.
L’annuncio commuove ed emoziona i colleghi portoricani, che dopo un breve discorso di ringraziamento ci mostrano un video del loro paese.
Sono ormai le ultime battute del congresso, lasciamo il centro congressi scambiandoci impressioni e saluti.
Il congresso in Québec è concluso, ora tocca a noi.


Attività degli standing committees

Acquisition and collection development

Corrado Di Tillio

La Sezione ha contribuito – con la Sezione sul Document Delivery e la Sezione sul Reference – all’organizzazione di un satellite meeting dal titolo “Rethinking access to information: evolving perspectives on information content and delivery”, che ha avuto luogo a Boston (USA) dal 5 al 7 agosto. Le relazioni riguardanti le tematiche della Sezione hanno riguardato i progetti di digitalizzazione di Open Content Alliance, il diritto degli utenti al riutilizzo dei materiali digitali, i programmi dei network CARLI (Illinois) e OCUL (Ontario). Del resto del convegno si segnala la presenza di alcuni brillanti interventi, ricchi di spunti e provocazioni, tra cui quelli di Lorcan Dempsey, R. David Lankes e Steven Abrams. La maggior parte delle presentazioni sono disponibili all’URL http://www.bcr.org/rethinkingaccess/.
A seguito del successo del convegno e di una trasformazione naturale nella professione, condivisa da molti, secondo la quale i confini tra acquisizione e ILL/DD diventerebbero sempre meno netti, lo Standing Committee ha approvato che, a partire dal 2011, la Interlending and Document Supply Conference accolga la Sezione IFLA sull’Acquisizione tra gli organizzatori e allarghi il campo di interesse ai suoi temi, al fine di rafforzare la conferenza internazionale in termini di pubblico e di dare visibilità alla Sezione stessa.
Il programma della Sezione a Québec si è incentrato sulle cosiddette digitalizzazioni “di massa” e su aspetti contrastanti relativi al diritto d’autore.
Le relazioni hanno affrontato i progetti di digitalizzazione di Internet Archive e della British Library, le nuove sperimentazioni di Gallica 2 con i libri in commercio e la partnership tra la Biblioteca di Stato di Monaco di Baviera e Google. Il Comitato ha selezionato quest’ultima relazione per l’eventuale pubblicazione su «IFLA journal».

Le riunioni dello Standing Committee hanno visto la presenza di colleghe e colleghi da Cina, Finlandia, Francia, Italia, Messico, Norvegia, Regno Unito, Russia, Stati Uniti, con osservatori da Canada, Cina, Senegal, Stati Uniti.
Riguardo ai progetti della Sezione, un gruppo di lavoro ad hoc, creato a Durban, ha completato le Linee guida sui doni che presto, una volta concluso l’esame in corso da parte dello Standing Committee della Divisione VIII (Attività regionali), verrano rese disponibili sulla pagina web della Sezione. Le Linee guida sulle risorse elettroniche sono invece ancora in fase di formulazione. Una bozza della parte relativa all’acquisizione è stata appena aggiunta, così come il glossario, una bibliografia di risorse basilari e un indice.

Riguardo al futuro, Pechino sembra essere il luogo più probabile per il mid-term meeting 2009, programmato per la fine di febbraio. Non sono mancate altre proposte, ovvero Dubai/Qatar, Mosca e Atene. Dopo una riflessione, lo Standing Committe è convenuto sugli e-book quale argomento del programma di Milano 2009. Pare che anche in molte biblioteche pubbliche del mondo gli e-book abbiano un notevole successo e un numero incredibile di download.
Molti membri del comitato hanno ritenuto due ore troppo poche per contenere quattro relazioni e le domande del pubblico. È stato deciso di organizzare un set di sei relazioni (da 15 minuti), seguite ciascuna da cinque minuti di domande/risposte. In questo modo sarà possibile affrontare tematiche relative a diverse tipologie di biblioteche.
È stata auspicata una collaborazione con LIBER, come pure una indagine sugli e-book in vari paesi del mondo.
Per Brisbane 2010, il comitato si è indirizzato sul tema dello sviluppo delle collezioni in relazione alle lingue e alle popolazioni indigene (che non va confuso con i servizi rivolti alle minoranze e agli immigrati). Vista l’importanza della cultura orale, diversi media ruotano intorno a questo tema. Il Gruppo di discussione sulla conoscenza indigena verrà contattato per una eventuale co-organizzazione.

Il resto della conferenza si è contraddistinto per due tendenze contrapposte. Da un lato, la rinascita dello spazio fisico (gli spazi dedicati agli anziani, persino il reference “di strada”), dall’altro quella che due colleghe canadesi (Katrine Mallan e Nancy Collins) hanno definito, in un poster, la “cultura della distrazione”, ovvero la difficoltà che il bibliotecario ha nel rimanere concentrato sui suoi compiti tradizionali in un ambiente dove è forte la pressione degli strumenti del Web 2.0 (ad esempio contribuire continuamente a blog o essere disponibili a chat con gli utenti). Lo spazio fisico e il social networking sono stati al centro di numerose sessioni.
Tra le numerose relazioni si suggeriscono quella di Tord Hoivik sulle tipologie di utenti (classico, sociale, digitale) e quella dell’artista-filosofo Hervé Fischer, che ha lasciato nei presenti il desiderio di recuperare e leggere i suoi libri, purtroppo non tradotti in Italia.


Cataloguing

Mauro Guerrini

Lo scorso anno, al congresso IFLA di Durban, fu presentata l’ISBD preliminary consolidated edition, il nuovo testo unico dell’ISBD derivante dalla fusione e dall’armonizzazione delle otto ISBD, l’ISBD generale e le sette ISBD specifiche.
La sua pubblicazione rappresentò un avvenimento fondamentale sia per il rafforzamento dello standard, sia per le ripercussioni che le modifiche avrebbero avuto sulla normativa dei codici di catalogazione e degli OPAC delle biblioteche di tutto il mondo. A partire dallo scorso anno i membri dell’ISBD Review Group dell’IFLA e alcuni esperti di catalogazione hanno avviato un’ulteriore riflessione critica sul testo, volta da una parte a superare le non poche discrasie presenti, dovute presumibilmente alla complessità del lavoro di fusione di testi diversi e, forse, alla necessità di una rilettura finale del testo (non casualmente dichiarato preliminare), che avrebbe richiesto ancora più tempo del pluriennale lavoro redazionale; dall’altra a verificare la validità di alcune scelte (o non scelte) che caratterizzano la versione preliminare, per giungere alla versione definitiva dello standard, prevista per la fine del 2009.

Al Congresso di Québec sono state assunte tre decisioni assai importanti:
1) L’abolizione dell’opzione B relativa alle norme per il libro antico, ovvero l’alternativa che consentiva di descrivere il libro antico – particolarmente nell’area della pubblicazione, stampa e distribuzione – senza l’uso della punteggiatura convenzionale e senza la trasposizione né l’integrazione degli elementi descrittivi (posizione molto appoggiata dai francesi, che hanno tentato di spostarla almeno in appendice); per non smembrare formulazioni complicate di stampa (imprint) inducendo interpretazioni arbitrarie, questa soluzione consentiva di registrare i dati editoriali così come si presentano sul libro, mantenendo forma, ordine e punteggiatura delle fonti; l’area 4, per l’opzione B, si basa sia sull’imprint canonico (frontespizio, e ovviamente sui preliminari in sua assenza), sia sul colophon, che viene citato per esteso quando è presente.
Il gruppo italiano, che aveva partecipato alla redazione della nuova ISBD(A), le cui proposte sono confluite nell’ISBD consolidata, si era sempre dichiarato contrario, sostenendo che uno standard debba fornire un’unica soluzione, evitando le opzioni.
La posizione italiana (vedi in particolare l’intervento di Enrica Vadalà) è illustrata e documentata in dettaglio negli atti del seminario di studio La descrizione del libro antico secondo la nuova ISBD, Trento, Biblioteca comunale, 14 maggio 2007, direzione scientifica di M. Guerrini, a cura di M. E. Vadalà, Roma: AIB, 2007.

2) Il mantenimento delle norme relative al libro antico all’interno dello standard. L’ISBD RG ha respinto la proposta di un membro di espungere dal testo le norme relative al libro antico e di creare uno standard specifico; se la proposta fosse stata accolta, il lavoro dello Study Group on the Future Directions of the ISBDs, costituto nel 2003 dalla Sezione Catalogazione dell’IFLA con l’obiettivo di armonizzare il testo delle otto ISBD, sarebbe stato reso vano; soprattutto sarebbe venuta meno la filosofia delle ISBD (e di alcuni codici di catalogazione, in primis le AACR2) di comprendere tutti i materiali all’interno della medesima cornice descrittiva; norme specifiche per materiali specifici forse richiederebbero anche l’esistenza di cataloghi diversi, specifici per tipologia di materiale, in contrasto con la filosofia attuale della gestione del catalogo.

3) La modifica sostanziale del punto 0.1.3 Impiego (e, naturalmente, dei punti collegati a questa norma), con l’abolizione della distinzione fra elementi obbligatori, condizionati e facoltativi. L’edizione preliminare prevede infatti elementi essenziali a ogni registrazione catalografica (elementi definiti obbligatori), caratteristica che viene segnalata nel testo con l’espressione si dà o si danno (is given; are given), che ha proprio la funzione di formula di “obbligo”, com’è stato ricordato nel secondo incontro dell’ISBD RG a Québec; elementi condizionati, ovvero richiesti in presenza di determinate condizioni, del tipo «se è necessario per l’identificazione o altrimenti ritenuto importante per gli utenti del catalogo»; ed elementi facoltativi, ovvero notizie da includere od omettere a discrezione dell’agenzia catalografica, caratteristica che viene indicata nel testo con l’espressione “facoltativo” o con “può”.
Il testo approvato a Québec mantiene la sola indicazione degli elementi obbligatori, qualificati dalla parola mandatory, in maiuscoletto, per evidenziare la necessità di registrare quell’elemento.

Queste modifiche (e altre di minore rilevanza) hanno fatto sorgere il dubbio in alcuni membri del Gruppo che fosse più opportuno non procedere ulteriormente alle traduzioni dell’edizione preliminare dell’ISBD. Si è tuttavia convenuto che la traduzione ha un valore scientifico, perché testimonia l’enorme lavoro redazionale dell’ISBD RG e il percorso non semplice e non sempre lineare compiuto finora.
Il testo dell’edizione preliminare è in corso di traduzione italiana da parte di un gruppo di lavoro nominato dall’ICCU e si spera possa essere edita ai primi del 2009.

È terminato il testo redatto dal gruppo di studio specifico, coordinato da Glenn Patton, intitolato prima FRANAR, poi FRAR, Functional requirements for authority record, divenuto finalmente FRAD, Functional requirements for authority data, che vedrà la pubblicazione alla fine del 2008 o ai primi del 2009. Prosegue il lavoro di redazione di FRSAR, Functional requirements for subject authority records, elaborato da un gruppo costituito nell’aprile 2005 e diretto da Marcia Lei Zeng. Poco prima dell’incontro di Québec, è apparso in linea FRBR object-oriented definition and mapping to FRBRer, citato con l’acronimo FRBRoo, non più basato sui modelli Entità-Relazione, ma sulla tecnica dei modelli object-oriented.

Altro momento importante è stato l’incontro finale del Planning Committee dell’IME ICC (Meeting of Experts on an International Cataloguing Code), che ha concluso gli incontri locali inaugurati a Francoforte (2003) e proseguiti a Buenos Aires (2004), Il Cairo (2005), Seoul (2006) e Pretoria (2007). Il testo discusso lo scorso anno è stato sottoposto a ulteriore verifica mondiale (su proposta italiana) e non pochi commenti hanno modificato ulteriormente il testo, nato lacunoso e in alcuni punti inconsistente.
Noi italiani abbiamo proposto modifiche sostanziali a partire dal primo incontro di Francoforte fino all’incontro di Pretoria, e durante quest’ultimo anno; alcune di esse sono state accolte, come lo spostamento dei principi (ripresi per buona parte dalla riflessione di Elaine Svenonius in The intellectual foundation of international organization – di prossima pubblicazione in italiano) dall’appendice all’inizio del testo, ovvero sono divenuti l’attuale punto 0. Obiettivi per la costruzione di codici di catalogazione. Altre modifiche sono state apportate a Québec, durante un pomeriggio speso intorno a un tavolo a rileggere il testo parola per parola.
È stata aggiunta in extremis una frase molto importante sulla finalità della descrizione, cioè sui concetti di individuazione e caratterizzazione, secondo la lezione di Lubetzky. Rimangono insoddisfacenti alcuni punti, su cui noi italiani abbiamo presentato proposte di modifica non accolte, come la migliore definizione degli obiettivi generali e la definizione del concetto di relazione.

Nonostante ciò, la redazione di questi principi rappresenta un obiettivo fondamentale nella storia della catalogazione, come base per la condivisione di future regole.
Alberto Petrucciani e Massimo Gentili Tedeschi presenteranno una relazione, rispettivamente sulle REICAT e sulla catalogazione della musica, all’open session della Sezione Catalogazione al prossimo congresso IFLA di Milano, che avrà per titolo Nuovi principi per nuove regole e nuovi cataloghi.


Classification and indexing

Leda Bultrini

La sessione del congresso di Québec organizzata dalla Sezione Classificazione e indicizzazione, ricalcando il tema generale del congresso, “Libraries without borders: navigating towards global understanding”, aveva come titolo “Classification and indexing without language borders” e si proponeva di presentare uno sguardo sugli sviluppi più promettenti nel campo dell’indicizzazione multilingue e della ricerca multilingue nei cataloghi di biblioteca, della mappatura fra vocabolari eterogenei, dell’uso della classificazione come strumento di mediazione fra scritture e lingue diverse, della cooperazione internazionale per il controllo di autorità.
Fra le molte, interessanti, proposte pervenute a seguito del call for papers sono stati selezionati tre interventi, rispettivamente franco-olandese, tedesco e statunitense.
A un quarto contributo, cinese, si è dovuto rinunciare per l’impossibilità dell’autore a partecipare al congresso: i bibliotecari soffrono di tagli economici ovunque nel mondo.

Il primo degli interventi, Semantic web and vocabularies interoperability: an experiment with illuminations collections, di Anila Angjeli (Bibliothèque nationale de France, Parigi) e Antoine Isaac (National Library of the Netherlands and Vrije Universiteit, Amsterdam), ha illustrato il lavoro svolto in cooperazione fra le due biblioteche nazionali, francese e olandese, nel contesto del progetto STITCH, che esplora la possibilità di compiere ricerche mediante accesso semantico su raccolte diverse di beni culturali, tenendo conto della diversità dei metadati che ne descrivono i contenuti e scegliendo di sfruttare le tecniche del web semantico, in particolare la mappatura fra ontologie.
Le raccolte oggetto della ricerca sono state il database iconografico Mandragore, relativo ai manoscritti della Bibliothèque nationale de France, e la raccolta dei manoscritti miniati della Biblioteca nazionale olandese, raccolte affini per contenuti ma diverse nel trattamento ricevuto e indicizzate attraverso vocabolari diversi per terminologia e struttura.
Scopo essenziale del lavoro era verificare la fattibilità e l’efficacia di un allineamento automatico dei due vocabolari.
Lo standard di riferimento scelto per procedere all’allineamento è stato l’RDF/SKOS e il lavoro fino a ora compiuto (solo la prima fase di un progetto più ampio) ha prodotto un’interfaccia di ricerca unica per le due collezioni, attraverso la quale i descrittori dei due vocabolari vengono utilizzati per la ricerca su entrambe le collezioni.

Il secondo intervento Cross-concordances: terminology mapping and its effectiveness for information retrieval, di Philipp Mayr e Vivien Petras (GESIS Social Science Information Centre, Bonn), ha illustrato il progetto del ministero tedesco dell’educazione e della ricerca di mappatura e di creazione di concordanze incrociate fra vocabolari controllati diversi e di diversa natura (tesauri, soggettari, sistemi di classificazione) a partire dal settore delle scienze sociali, ma con l’intento di estendere il lavoro ad altri contesti disciplinari.
A differenza del progetto precedente, la ricerca tedesca si è orientata verso un consistente intervento umano di valutazione, scelta e controllo, che ha dato vita a oltre 500.000 relazioni semantiche. La valutazione dell’efficacia del prodotto del lavoro all’interno del sistema informativo del quale è stato messo a servizio ha dato risultati molto soddisfacenti.
Michael Kreyche (Kent State University, Kent, Ohio), con la relazione Subject headings for the 21st Century: the lcsh-es.org bilingual database, ha presentato il lavoro svolto per trovare una soluzione alla sostanziale assenza di un sistema unitario di indicizzazione semantica in lingua spagnola, e conseguente controllo d’autorità, nelle biblioteche statunitensi, malgrado il gran numero di parlanti in quella lingua presenti nel paese.
Il progetto si è fondato sulla collaborazione con la San Francisco Public Library e con la Queens Borough Public Library di New York, l’una e l’altra impegnate nella creazione di proprie liste di intestazioni di soggetto in spagnolo, e sull’attenzione ad altre iniziative e realizzazioni della Biblioteca nacional de España e del Consejo superior de investigaciones científicas, per costruire un database bilingue di intestazioni di soggetto, avente come versante in lingua inglese le intestazioni di soggetto della Library of Congress, con l’auspicio di arrivare a una più ampia e strutturata cooperazione internazionale per il controllo di autorità sulle intestazioni di soggetto spagnole. Il progetto e i suoi risultati sono visibili all’indirizzo http://lcsh-es.org.

Un grande lavoro è stato dedicato, durante il periodo del congresso, a rivedere le parti già prodotte della bozza del documento elaborato dal Working Group on Functional Requirements for Subject Authority Records (FRSAR) attraverso un intenso scambio, a distanza e di persona, nell’anno trascorso dal Congresso IFLA di Durban.
L’attività del gruppo, volta a integrare sul versante dell’accesso per soggetto la riflessione sugli FRBR, aveva avuto un momento importante di confronto internazionale solo pochi giorni prima, e nella stessa area geografica, nel congresso ISKO tenutosi a Montréal dal 5 all’8 agosto, nel contesto del quale una tavola rotonda aveva sottoposto alla valutazione di un gruppo di esperti, oltreché, naturalmente, dei partecipanti al congresso, i principali risultati finora prodotti dal WG on FRSAR, ponendoli a confronto con la riflessione portata avanti, indipendentemente e in tempi precedenti, dalla “scuola italiana” e dal gruppo GRIS in particolare, ritenuta particolarmente significativa sul piano del metodo e delle conclusioni, nonché dell’analogia con alcune delle conclusioni del WG medesimo (per il programma cfr. http://www.ebsi.umontreal.ca/isko2008/documents/programme_ISKO.pdf).
Nella open session del congresso di Milano del prossimo anno la bozza dei FRSAR sarà presentata al mondo dei bibliotecari nella sua versione completa.

È stato rilanciato il lavoro del gruppo sull’accesso per soggetto da parte delle agenzie bibliografiche nazionali, che ha fissato un incontro intermedio per la primavera 2009, al fine di arrivare a presentare ai colleghi, nel contesto del congresso di Milano, la bozza completa delle linee guida.
Per le attività del progetto MulDiCat, The Multilingual Dictionary of Cataloging, dizionario multilingue della terminologia biblioteconomica, progetto della Divisione Controllo bibliografico, coordinato da Barbara Tillett (Library of Congress) e quindi dalla Sezione Classificazione e indicizzazione, si è stabilito di fare affidamento sui nuovi strumenti informatici di cooperazione che dovrebbero essere messi a disposizione attraverso il rinnovato sito dell’IFLA, che, già presentato agli officers IFLA nel corso del congresso di Québec, dovrebbe essere operativo all’inizio del 2009.
È stata effettuata l’ultima rilettura delle linee guida per la costruzione di tesauri multilingue, che si spera di vedere pubblicate entro dicembre.
Come stabilito lo scorso anno a Durban, l’Italia ospiterà nel 2009 una satellite conference organizzata dalla Classification and Indexing Section, che intende farne l’occasione di una complessiva riflessione sullo stato dell’arte e le prospettive dell’accesso semantico alla conoscenza, otto anni dopo l’analogo incontro tenutosi a Dublin, Ohio, nel 2001, sul tema “Subject retrieval in a networked environment”.

Non è, infatti, costume della Sezione organizzare di frequente, o addirittura annualmente, come pure fanno altre sezioni, convegni di accompagnamento del congresso IFLA, ragion per cui queste conferenze, organizzate a distanza di alcuni anni, assumono il rilievo e i connotati, insieme, del consuntivo e della valutazione del lavoro fatto e dei mutamenti subentrati nel tempo trascorso dall’incontro precedente, della fotografia più completa possibile di quanto di più significativo offre il presente e del disegno degli sviluppi futuri, possibili e auspicati. Il titolo della satellite conference, “Past lessons, future challenges in subject access”, vuole, appunto, essere suggestivo di questa intenzione e la scelta della sede, Firenze, richiamando il seminario di studi internazionale sul rinnovamento del Soggettario tenutosi presso la BNCF nel 2001 e il lavoro del GRIS, che a Firenze ha il suo punto di riferimento, costituisce di per sé un riconoscimento alla riflessione italiana sull’indicizzazione semantica.

Lo Standing Committee ha, dunque, lavorato a organizzare il coordinamento scientifico della conferenza, che si svolgerà il 20 e 21 agosto e presenterà all’incirca 15 interventi, individuati con la consueta modalità del call for papers, pubblicato sul sito web contenente le informazioni utili sull’evento, http://www.ifla2009satelliteflorence.it.
Per tutti gli aspetti organizzativi la Sezione conta sul contributo fondamentale che già sta dando la Biblioteca nazionale centrale di Firenze, con il supporto del GRIS.

Come di consueto si rinvia alle pagine web della Sezione nel sito dell’IFLA, per informazioni più dettagliate sugli incontri dello Standing Committee (dei quali sono pubblicati i verbali) e sulle attività dei gruppi di lavoro. Al medesimo indirizzo è reperibile la newsletter della Sezione, pubblicata due volte l’anno.
Le relazioni presentate nella open session della Sezione sono, invece, disponibili all’indirizzo web della conferenza IFLA di Québec.


Education and training

Anna Maria Tammaro

Il tema della Conferenza IFLA di Québec è stato “Libraries without borders: navigating towards global understanding”.
Nello spirito di una migliore comprensione globale, la Sezione Education and Training ha cercato a Québec di aprire il dialogo tra tutti gli interessati alla formazione dei bibliotecari: i professionisti, gli studenti e gli educatori di diversi paesi, si sono interrogati sui bisogni formativi e sulla percezione dell’offerta dei programmi di formazione in un periodo di grandi cambiamenti. La Sezione Education and Training ha organizzato a Québec tre sessioni. Tutte le presentazioni sono in linea nel sito della Conferenza IFLA.
Nella prima sessione, dal titolo “Recruiting students into LIS programmes: navigating towards global understanding”, le domande a cui si è cercata risposta sono state: perché gli studenti sono attratti dalla professione del bibliotecario? Sono gli studenti giusti a essere attratti dai programmi di biblioteconomia e soprattutto sono gli studenti migliori? Queste domande vanno al cuore del cambiamento che la professione sta vivendo in questo periodo.

Molti corsi di biblioteconomia e molte scuole di biblioteconomia stanno chiudendo per mancanza di iscrizioni. Quali sono state le reazioni a questa progressiva ma costante tendenza alla chiusura? Una prima strategia attuata a livello internazionale è stata la differenziazione dei corsi, con diverse specializzazioni per diverse tipologie di biblioteche, invece di un corso standard per tutti.
Questi corsi rinnovati, seppure rilevanti, tuttavia sono davvero quello che serve? Il mercato del lavoro nel settore è in cambiamento e ci si deve interrogare se i datori di lavoro trovano negli studenti che hanno concluso i corsi esattamente le competenze che desiderano. La riflessione può andare anche oltre, fino ad arrivare a chiedersi se la qualifica professionale di bibliotecario sia ancora richiesta.
La seconda sessione della Sezione Education and Training è stata ospitata presso il College Francois Xavier Garneau ed è stata dedicata agli assistenti di biblioteca, con il titolo: “LIS support staff education: library technicians and library assistants”. Bisogna notare che, mentre per Stati Uniti, Australia, Gran Bretagna e altre nazioni il livello di base della professione è considerato il master, per la gran parte dei paesi l’accesso alla professione è basato sul diploma bachelor (o laurea triennale). Questo diverso livello di ingresso alla professione genera molti equivoci quando si parla di formazione a livello internazionale, perché quando si ha come requisito per accedere alla professione il master, si intende un professionista completo e non un impiegato.
Il fatto nuovo da sottolineare è che anche negli Stati Uniti, in Australia e in Sud Africa la qualifica degli assistenti bibliotecari sta acquistando rilevanza, e questo è dovuto a due fattori, uno negativo e uno positivo: quello negativo è che le richieste dei datori di lavoro per i diplomati aumentano, con l’obiettivo di salari più bassi; quello positivo è che, nell’ambito del lifelong learning e dei programmi connessi di portfolio, c’è una maggiore crescita professionale dei diplomati, che si stanno impegnando in processi certificati di formazione continua.

Cambiano i contesti, i bisogni economici e le tradizioni delle nazioni, ma può essere evidenziato un profilo professionale comune, che ha bisogno delle conoscenze di base della professione, non appiattite a mere tecniche ma combinate con contenuti culturali ampi. Inoltre si è evidenziato come siano necessarie maggiori competenze tecnologiche e migliori capacità comunicative.
La terza sessione della Sezione Education and Training è stata dedicata al gruppo di discussione E-learning e alle problematiche della diversa didattica e dei costi reali dei programmi e-learning.
Alcune domande specifiche poste ai relatori sono state: l’e-learning piace ai bibliotecari? La qualità dei corsi e-learning è comparabile o è migliore di quella dei corsi in presenza? È vero che i corsi e-learning costano meno? Quale collaborazione è possibile tra scuole di biblioteconomia? Quale apprendimento collaborativo è possibile tra bibliotecari? Le risposte dei relatori a queste domande sono state molto stimolanti, evidenziando come il tema dell’e-learning sia davvero strategico per l’insegnamento e l’apprendimento.
Durante gli incontri dello Standing Committee della Sezione Education and Training sono stati discussi i due progetti attualmente in corso, di cui il primo riguarda il problema del riconoscimento delle qualifiche professionali, e il secondo la procedura che è stata avviata per stimolare gli studenti delle scuole di biblioteconomia a presentare i loro lavori alle Conferenze IFLA, ottenendo per i tre migliori che saranno selezionati un premio in denaro e particolari facilitazioni.
In conclusione, il Congresso IFLA di Québec è stato uno dei migliori per la Sezione Education and Training. I temi del riconoscimento delle qualifiche professionali e del miglioramento della formazione, che da sempre hanno caratterizzato il lavoro della Sezione, si sono quest’anno combinati con il tema del cambiamento e dello stimolo che si vuole dare ai più giovani di puntare decisamente sulla formazione di base e continua in un ambito sempre più internazionale.


National libraries e CDNL

Antonia Ida Fontana

Nell’ambito del 74a IFLA General Conference and Council tenuto a Québec, il 9 agosto ha avuto luogo la riunione dello Standing Committee National Libraries.
Il tema dell’aggiornamento della Directory delle biblioteche nazionali è stato affrontato a partire dal lavoro, svolto da Pierre Clavel, al fine di sviluppare un modello sulla base dell’utilizzo di Wikipedia, dove tuttavia l’elenco delle biblioteche nazionali è incompleto. L’incontro è stato l’occasione per esaminare una descrizione analitica della struttura del repertorio, grazie a un esempio che è stato illustrato per ribadire la necessità che le voci rispettino la natura dell’elenco e non siano un mezzo di promozione della biblioteca a spese dell’informazione. Dalla voce Wikipedia si faranno i link ai siti che contengono notizie sulle biblioteche nazionali.
Pam Gatenby (Australia) ha illustrato RDA (Resources Description Access), evidenziando le potenzialità del sistema e le sue opportunità di applicazione. Dopo aver ricordato che RDA è disponibile online e che consente di condividere dati anche a livello internazionale, ha ricordato le principali tappe previste tra la fine del 2008 e il 2009. RDA è in corso di test per 6 mesi da parte di 4 partner: Library of Congress, British Library, Library and Archives Canada e National Library of Australia. In questo periodo la Library of Congress, la cui rappresentante ha espresso qualche perplessità sull’uso di RDA, svilupperà una politica sul futuro del controllo bibliografico.
È stata proposta la creazione di uno Special Interest Group (SIG) per creare un forum sulle relazioni internazionali delle organizzazioni nazionali. Sono stati infine proposti i temi per la conferenza di Milano, fra i quali avverrà la scelta a cura del gruppo di lavoro di cui faccio parte.

Il 13 agosto si è svolto l’incontro della CDNL (Conference of Directors of National Libraries, associazione indipendente dell’IFLA), che ha visto la partecipazione di circa 70 direttori di biblioteche nazionali e che, innovando la tradizione, è stato costituito da assemblee plenarie al mattino e nell’ultima parte del pomeriggio, e dal lavoro in parallelo di 3 gruppi (Vision statement for CDNL; National libraries as global digital libraries; Exploring new partnerships).
La CDNL opera in stretta collaborazione con lo Standing Committee National Libraries, con il quale si è divisa i compiti: al primo spetta la vision generale sulle biblioteche nazionali, i loro compiti e il loro futuro, mirando a fornire un supporto alle decisioni e alle strategie; alla commissione spettano le applicazioni pratiche e quindi la diffusione di linee guida e standard e l’effettuazione di test.
La CDNL aspira inoltre a dare supporto alle biblioteche presso i governi nazionali, grazie anche al riconoscimento ottenuto presso gli organismi internazionali (quali l’Unesco), che si avvalgono della sua consulenza.
Un’altra importante collaborazione avviene attraverso l’ICABS (IFLA-CDNL Alliance for Bibliographic Standards) che, a seguito della decisione presa a Québec, assumerà il nome di ICADS (IFLA-CDNL Alliance for Digital Strategies), poiché è stato individuato nel digitale il problema più complesso, non solo per le biblioteche nazionali, ma anche per le altre tipologie di istituzioni.
L’ICADS si propone quindi di collaborare per dare accesso alle collezioni, integrando quelle fisiche e quelle digitali, per favorire il reperimento delle raccolte e per gestire il copyright.

L’incontro dei direttori delle biblioteche nazionali ha preso in conto il problema cruciale del controllo dell’informazione, che sta sempre più passando dalle biblioteche nazionali a Google e agli altri motori di ricerca.
Nel tentativo di dare una risposta, è stato elaborato il documento Vision for the global digital library che, dopo aver riassunto la mission e le finalità delle biblioteche nazionali, individua così i loro compiti:

  • promuovere, incoraggiare e sostenere lo sviluppo, in cooperazione, di biblioteche digitali di ogni tipo;
  • promuovere e sostenere la connessione fra le collezioni digitali delle biblioteche nazionali, fornendo una finestra sulle culture del mondo e illustrando ricchi e diversi patrimoni;
  • sostenere la diversità culturale e linguistica e il multilinguismo;
  • promuovere lo sviluppo di strumenti prodotti, servizi e standard comuni attraverso l’ICADS e l’IIPC (International Internet Preservation Consortium);
  • far condividere alle biblioteche nazionali lo sviluppo e le buone pratiche sul digitale;
  • sostenere l’evoluzione del digitale nelle biblioteche nazionali dei paesi sviluppati;
  • diffondere la consapevolezza dell’importanza della proprietà intellettuale nell’era digitale;
  • trovare soluzioni che bilancino i diritti degli autori e l’interesse pubblico all’accesso all’informazione e alle idee;
  • difendere lo sviluppo della biblioteca digitale (specie attraverso il deposito legale e il regolamento dei diritti di proprietà intellettuale) e chiedere un supporto economico per lo sviluppo del digitale;
  • rafforzare la collaborazione con altre istituzioni culturali, con le organizzazioni governative e non governative, nazionali e internazionali, con editori e produttori di informazioni e altre organizzazioni del settore privato.

  • Per la realizzazione di un accesso globale alle risorse elettroniche è stato avviato dalle biblioteche nazionali di Australia, Singapore, Canada e Nuova Zelanda il progetto National Libraries Global, del quale è stato presentato il prototipo. Il test permette di valutare l’opportunità e la possibilità tecnica di fornire accesso attraverso una singola interfaccia alle collezioni delle diverse biblioteche nazionali.
    Dopo un ampio dibattito sull’opportunità di fornire la descrizione e l’accesso alle biblioteche nazionali attraverso portali specifici o attraverso Wikipedia, è stata scelta quest’ultima, in quanto ritenuta prima ricerca degli utenti.

    La giornata si è conclusa con il nostro invito a intervenire alla prossima conferenza, che avrà luogo il 26 agosto 2009, a Milano, presso il Castello Sforzesco, concesso gentilmente dal Comune.


    Library and research services for parliaments

    Raissa Teodori

    Il Parlamento federale del Canada ha ospitato, dal 6 all’8 agosto 2008, nella sua storica sede nel cuore di Ottawa, la 24a conferenza annuale della Sezione Library and Research Services for Parliaments dell’IFLA (per il programma svolto e i lavori presentati cfr. http://www.preifla2008.ca).
    Raccogliendo i frutti della riflessione maturata lo scorso anno a Cape Town sul binomio cooperazione/innovazione come cardine per lo sviluppo di un vero e proprio “sistema delle biblioteche parlamentari”, il tema scelto per la conferenza di quest’anno, “Legislative libraries: partners for the future”, ha posto l’accento sulla partnership come modus operandi cruciale per biblioteche che, accomunate dalla medesima missione istituzionale, vogliano sviluppare pratiche innovative ed efficaci per rispondere adeguatamente ai bisogni informativi futuri dei propri utenti primari.
    Nel concreto, attraverso l’articolazione dei lavori della conferenza, l’accento è stato posto sulla capacità di individuare tali bisogni informativi e di percepirne la trasformazione nel tempo (in termini qualitativi e quantitativi); sull’importanza delle scelte strategiche di riorganizzazione funzionale e strutturale dei servizi informativi, per un migliore impiego delle risorse; sull’enorme potenziale insito nell’impiego del digitale e del Web per ampliare la modalità di produzione, gestione, fruizione dell’informazione e della conoscenza, ma anche sulla necessità di sapienti politiche di selezione delle innovazioni tecnologiche più adatte a rispondere alle esigenze della propria utenza; infine, sull’aperto riconoscimento delle finalità comuni delle biblioteche parlamentari, al di là della pluralità dei modelli e dei contesti, nella volontà di condividere le esperienze, di confrontarne l’efficacia, di attivare mutue forme di collaborazione, supporto materiale o training professionale.

    La prima giornata è stata dedicata alla cerimonia di apertura e alla visita del Parlamento federale e della sua biblioteca: istituita nel 1867 per servire entrambe le Camere, collocata nella sede attuale dal 1876, chiusa al pubblico esterno, assolve a funzioni di biblioteca e servizio studi e cura parte del sito del Parlamento svolgendo in parte compiti di comunicazione istituzionale.
    I lavori veri e propri sono cominciati il 7 agosto, articolandosi in modo differenziato: sessioni di lavoro con presentazioni e dibattito, illustrazione dettagliata dei servizi della biblioteca ospite con dimostrazione pratica del loro funzionamento, incontri con i parlamentari, workshop e attività in gruppi ristretti.
    Al tema della comprensione delle esigenze degli utenti finali (Understanding our clients) è stata dedicata nel complesso la seconda giornata, articolata in due momenti distinti.

    In mattinata, bibliotecari canadesi (molto numerosi, in rappresentanza dei parlamenti di tutte le Province e Territori del paese) e di diversi altri paesi (Iraq, Lettonia, Uganda, Zambia) hanno spiegato come nelle loro biblioteche (o servizi di ricerca) siano stati adattati i servizi in risposta alle trasformazioni delle aspettative, dei bisogni informativi e dei comportamenti dei parlamentari.
    Nel pomeriggio, un incontro aperto con quattro parlamentari canadesi ha permesso di verificare il punto di vista “dell’altro” rispetto all’adeguatezza delle scelte operate nello specifico contesto del Paese ospite. Tale incontro ha suscitato molto interesse e i delegati hanno chiesto che l’iniziativa venga ripetuta nel corso delle conferenze dei prossimi anni.
    All’illustrazione di recenti pratiche innovative è stata dedicata la sessione pomeridiana della terza giornata, con attenzione sia all’uso delle innovazioni tecnologiche che ai nuovi impulsi sul fronte della ricerca e dei servizi. Ancora una volta l’interazione con gli utenti primari si è rivelata al centro del dibattito e dei casi proposti: in particolare i colleghi del Camerun e del Pakistan hanno illustrato, rispettivamente i sistemi adottati per far conoscere ai parlamentari i servizi informativi messi a disposizione della biblioteca e i canali utilizzati per il riscontro e l’analisi delle esigenze informative degli utenti.

    Si è preferito adottare invece la formula del workshop, di norma apprezzata dai delegati, per affrontare (nella terza mattinata) alcuni altri temi: quello delle innovazioni tecnologiche disponibili sul mercato, delle scelte che impongono, delle sfide che implicano, delle opportunità che offrono (con particolare attenzione all’open source); quello dei diversi approcci alla ricerca nella prospettiva di fare il miglior uso possibile delle risorse informative per rispondere alle esigenze dei parlamenti; e infine quello della individuazione delle caratteristiche professionali e dirigenziali necessarie per gestire una biblioteca parlamentare, affrontando anche il ruolo che la stessa sezione IFLA potrebbe ricoprire nel supportare la formazione di questa specifica figura di bibliotecario.
    Anche questioni quali marketing e branding delle biblioteche parlamentari sono state affrontate in forma di workshop, in una giornata a ciò dedicata durante i lavori della conferenza generale a Québec, e ospitata quest’anno all’interno del Parlamento del Québec, di cui i delegati hanno anche potuto visitare le sale e la storica biblioteca, dotata peraltro di una cospicua collezione antica e volumi con rilegature di pregio.

    Oltre che in occasione della giornata di workshop, la sezione delle biblioteche parlamentari ha avuto diverse occasioni di incontro nel corso della settimana di conferenza generale a Québec. La sessione organizzata dalla section ha dedicato tre interventi (Nunavut-Canada, Australia, Uganda) alle sfide esistenti per una efficace comunicazione e trasmissione dell’informazione nel contesto parlamentare, e alle opportunità offerte dalle nuove tecnologie, in particolare dal Web 2.0.
    Le biblioteche parlamentari hanno anche collaborato con le sezioni Law Libraries, Government Libraries e Government Information and official publications per una sessione di lavoro sull’annosa questione dell’autenticità delle leggi in formato digitale e, con le sezioni Knowledge Management e Information Technology, a una sessione dedicata alle tecnologie di social computing come strumenti capaci di ottimizzare la condivisione della conoscenza e dell’informazione.
    Come di consueto le due riunioni dello Standing Committee sono state occasione di confronto serio sulla sezione, sulle finalità generali che la identificano e sugli obiettivi che intende perseguire. Accanto a questioni minori si è discusso delle future attività della sezione, delle opportunità che saranno offerte grazie al rinnovamento prossimo dell’intero sito IFLA, del progetto ormai avviato di revisione delle Guidelines for legislative libraries, e naturalmente delle future conferenze.

    Il primo appuntamento è a Ginevra, il prossimo 16 ottobre.
    Nella speranza di avviare un dialogo stabile con i destinatari del proprio lavoro, i bibliotecari parlamentari hanno coinvolto l’Unione Interparlamentare nell’organizzazione di una conferenza congiunta dal titolo Informing democracy: building capacity to meet parlamentarians information and knowledge needs.
    Il secondo appuntamento in ordine di tempo, cui lo SC ha dedicato naturalmente ampio spazio, è la prossima pre-conferenza annuale della sezione, che si svolgerà a Roma, nella sede del Polo bibliotecario parlamentare, dal 19 al 21 agosto 2009, e per la quale è stato scelto il tema “Digital information for democracy: management, access and preservation”.
    I tre giorni di conferenza saranno preceduti da una giornata di training sulle nuove tecnologie, per bibliotecari parlamentari di paesi in via di sviluppo, come risultato di un’iniziativa congiunta della Sezione IFLA e del Global Centre for ICT in Parliament (struttura, con sede a Roma, lanciata nel 2005 dalle Nazioni Unite e dall’Unione Interparlamentare).

    Per il programma e le informazioni relative alla conferenza dal prossimo mese di novembre sarà consultabile il sito http://www.preifla2009.parlamento.it.


    Rare books and manuscripts

    Luisa Buson

    Quest’anno a Québec è stata organizzata la sessione aperta di 2 ore dal titolo “Expanding frontiers of knowledge: documents of exploration, discovery and travel”.
    Le 4 relazioni (sulle 5 previste) presentate sono tutte visibili all’indirizzo: http://www.ifla.org/IV/ifla74/Programme2008.htm.
    La relazione canadese di James Lambert è stata alquanto deludente nella sua natura descrittiva del Centro di studi nordici dell’università Laval di Québec.
    Più interessante invece l’intervento a due voci di Lucy Fowler Williams e David McKnight del Penn Museum, Philadelphia, riguardo a un progetto pilota di un archivio digitale che vuole valorizzare la straordinaria collezione di Louis Shotridge appartenente alla etnia Tlingit dell’Alaska nonché per molti anni assistente nello stesso Penn Museum. La collezione, attualmente sparsa tra museo e archivio, è formata da 450 oggetti, 500 fotografie e 6000 documenti, ed è di estrema importanza per ciò che rimane della cultura di un’etnia che sta scomparendo o integrandosi in altre. Per questi motivi il museo specializzato in antropologia ha intrapreso questa impresa di digitalizzazione per poterla rendere maggiormente disponibile ai nativi Tlingit rimasti. Un vero esempio di documenti attestanti eredità culturali contese.
    Pilar Moreno Garcia, dell’Università Complutense di Madrid, ha presentato la magnifica collezione di libri di viaggio posseduti dalla Biblioteca storica antica “Marqués de Valdecilla”, fondata nel 2001, e che consta di più di 6000 manoscritti, 732 incunaboli e circa 100.000 opere a stampa tra il XVI e il XVIII secolo. La collezione di viaggi con più di 2300 opere testimonia per esempio le prime scoperte portoghesi in Africa e India, l’arrivo degli spagnoli in America, l’entrata degli inglesi nel panorama coloniale e la penetrazione di gesuiti nel lontano Oriente. Il completamento della catalogazione retrospettiva con Innopac Millenium è previsto entro il 2010.

    Per quanto riguarda la digitalizzazione, soltanto 69 di queste opere sono comprese nella Biblioteca Digital Dioscorides, che è la collezione digitale della Complutense con oltre 81.000 opere già digitalizzate nell’ambito del progetto di cooperazione con Google. La Complutense è infatti la seconda istituzione spagnola, insieme alla Biblioteca nazionale di Catalogna, ad aver siglato un accordo con il Google Library Project.
    Per inciso, questo argomento della cooperazione con Google è stato più volte trattato nell’ambito del tema più ampio della digitalizzazione di massa, che comincia ad avere numeri tali da consentire le prime analisi e valutazioni sia a livello economico che di ricadute organizzative e di servizio.
    Per quanto riguarda i libri antichi, di sicuro si può dire che questo tema li ha portati alla ribalta, visto che per ora quasi la totalità della digitalizzazione riguarda opere libere da copyright e quindi in genere edite fino ai primi anni del XX secolo. L’ultimo intervento, di una giovane studiosa dello Sri Lanka, ha cercato brevemente di ricostruire la storia della comunità scientifica di Nalanda in India – considerata la prima università internazionale residenziale del mondo – anche dai racconti dei monaci e studiosi cinesi buddisti che vi soggiornarono intorno al V e VI secolo a.C.
    Sempre in tema di digitalizzazione, durate le riunioni della Sezione è stata da più parti lamentata la persistente scarsa documentazione riguardo a linee guida sia tecniche che organizzative, o perlomeno alla difficoltà di reperire informazioni sicure alla portata di bibliotecari anche non esperti. È stata quindi accolta l’idea di intraprendere per quest’anno un’attività di censimento e raccolta ragionata di quanto già esiste nei vari paesi, traducendo possibilmente almeno in inglese i contributi più importanti.

    Si è discusso poi intorno alle proposte di programma per IFLA 2009 a Milano: entro la fine di dicembre verrà pubblicato un call for papers in cui verranno dati tutti i dettagli per la sottomissione dei contributi.
    È invece già definitivo il programma della satellite conference che si terrà a Monaco dal 19 al 21 agosto con il titolo “Early printed books as material objects”.
    Infine un’impressione generale sui temi principali che hanno percorso a vari livelli di approfondimento un po’ tutte le sessioni delle sezioni a Québec: come già detto la digitalizzazione, il social web con tutte le ripercussioni per le biblioteche sia nei rapporti con gli utenti che per l’organizzazione interna (vedi ad esempio le possibilità di formazione per i bibliotecari) e la necessità per le biblioteche di allargare contatti e confini per trovare una nuova collocazione nel mondo in velocissima trasformazione dell’informazione.
    Il messaggio è stato chiaro: flessibilità e innovazione sono gli unici strumenti che ci permetteranno di continuare ad avere un ruolo nel mondo della rete e della globalizzazione.


    World Library and Information Congress: 74th IFLA general conference and council “Libraries without borders: navigating towards global understanding”. Québec, Canada, 10-14 agosto 2008 «AIB notizie», 20 (2008), n. 10-11, p. 6-19
    Copyright AIB 2008-12, ultimo aggiornamento 2008-12-05 a cura di Zaira Maroccia
    URL: https://www.aib.it/aib/editoria/n20/1006.htm3

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