[AIB] AIB notizie 21 (2009), n. 5
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Fiera del libro di Torino 2009
Alcuni spunti di riflessione nella giornata dedicata ai bibliotecari

Maria Cassella, Cecilia Cognigni, Serena Panero

Quest’anno la Sezione Piemonte dell’AIB ha voluto rafforzare la collaborazione con la Fiera internazionale del libro di Torino al fine di promuovere una presenza più significativa del mondo delle biblioteche e della comunità professionale, anche internazionale, suggerendo e sostenendo la partecipazione di bibliotecari nell’ambito delle delegazioni del paese ospite, che quest’anno è stato l’Egitto.
Per il 2010 sembra quasi certa la scelta dell’India. Sono in trattative per le edizioni successive il Sudafrica, la Romania e la Danimarca come paese capofila del mondo letterario scandinavo.

La giornata di lunedì 18 maggio, rivolta a un pubblico professionale, si è aperta con l’incontro dedicato alla Biblioteca Alexandrina tenuto dal collega egiziano Khaled Azab, deputy director del Calligraphy Center.
La Biblioteca Alexandrina è stata inaugurata nel 2002 grazie all’impegno economico del governo egiziano, dell’Unesco e di alcuni paesi dell’Unione Europea tra cui l’Italia. A vincere il concorso internazionale è stato il gruppo Snohetta, uno studio di architetti norvegesi, americani e australiani, con un progetto molto ambizioso e dalla forte carica simbolica.
L’ampia articolazione dei servizi e delle collezioni della biblioteca la rende un esempio di eccellenza non solo per l’Egitto e per il mondo arabo, ma anche per l’intera comunità culturale internazionale: un riferimento non solo simbolico a ciò che l’antica biblioteca d’Alessandria significò per l’antichità classica.
L’edificio, che sorge nello stesso quartiere e nello stesso sito dell’antica biblioteca, è un enorme corpo cilindrico sezionato, inclinato verso il mare, la cui forma, omaggio al dio Ra, sembra metaforicamente alludere a un sole che nasce sul mare della conoscenza.
La biblioteca, con una superficie di circa 85.000 mq, ha una capacità di conservazione di oltre 8 milioni di volumi e comprende un centro conferenze, un archivio Internet, sei biblioteche specializzate in arti, documenti multimediali, bambini e ragazzi, microforme, libri parlati e audiolibri per non-vedenti e ipovedenti, libri rari e collezioni speciali, tre musei (antichità, manoscritti e storia della scienza), un planetarium, sette centri di ricerca accademica, fra cui un centro per lo studio della calligrafia, nove aree espositive permanenti, quattro aree espositive temporanee, un laboratorio di restauro, un centro conferenze.
La Biblioteca Alexandrina è nata digitale e offre al pubblico gratuitamente oltre 200.000 documenti online. La vocazione di grande archivio del libro nei formati tradizionale e digitale si coniuga con la migliore tradizione di biblioteca pubblica volta a promuovere sevizi per la popolazione di ogni età ed estrazione sociale, oltre che opportunità di formazione per tutto l’arco della vita.
I più noti premi nobel hanno offerto alla biblioteca oltre 2000 contributi gratuitamente in inglese e francese. Un’attenzione particolare alla divulgazione scientifica la rende un punto di riferimento per l’intero mondo scolastico e accademico, offrendo occasioni di apprendimento proprio al pubblico dei più giovani.

Multilinguismo e apertura alle nuove tecnologie, di cui è un esempio l’Expresso Book Machine per libri on demand anche fuori catalogo, la rendono un riferimento per il mondo professionale internazionale.
Khaled Azab, oltre ad aver messo in evidenza i punti di forza della biblioteca, anche per le numerose relazioni internazionali avviate dall’apertura a oggi, ne ha con altrettanta chiarezza presentato anche i punti di debolezza. La biblioteca funziona grazie a un accesso agli spazi e ai servizi a pagamento che non le consentono, a causa delle consistenti spese ordinarie di gestione cui il governo egiziano non riesce appieno a far fronte, di esprimere al meglio la propria vocazione di biblioteca pubblica.
Ciononostante, la biblioteca ha saputo promuovere numerosi progetti di sviluppo del servizio bibliotecario sia nell’ambito dei servizi di base sia in quello dei servizi bibliotecari per l’università anche nel resto del paese, soprattutto nelle zone meno servite ed economicamente e culturalmente più deboli.
Un esempio di tenacia, passione e competenza, un’opportunità che ha visto per l’evento torinese la partecipazione non solo di un pubblico di bibliotecari, ma di curiosi, turisti, operatori del libro, giornalisti. Un’occasione che speriamo possa diventare anche per le prossime edizioni un appuntamento fisso per conoscere e condividere esperienze e progetti da tutto il mondo.

Il programma pomeridiano è stato costruito intorno a temi più legati alla filiera del libro: ulteriore ambito di impegno della sezione regionale per far crescere, nel contesto della Fiera internazionale del libro, le opportunità di confronto anche con librai ed editori.
Il pomeriggio dunque, decisamente denso e ricco di contenuti, si è articolato in due momenti: la presentazione del nuovo volume di Giuseppe Vitiello Il libro contemporaneo: editoria, biblioteconomia e comunicazione scientifica da poco pubblicato dalla Editrice Bibliografica e, a seguire, una tavola rotonda dal titolo “L’editoria elettronica italiana: quali prospettive per la filiera del libro?”, con un confronto diretto tra i principali stakeholders della filiera del libro: editori, consorzi, bibliotecari e autori.
L’incontro con Vitiello (NATO Defense College), organizzato dall’AIB Piemonte in collaborazione con l’Editrice Bibliografica, è stato coordinato da Giovanni Peresson, responsabile dell’Ufficio studi dell’Associazione italiana editori. Vitiello è riuscito a far emergere la complessità del mondo editoriale dei giorni nostri, cercando nel contempo di prospettare alcune possibili soluzioni alla crisi dell’editoria nel suo passaggio al digitale e di fronte alle spinte poste dall’internazionalizzazione dei mercati.
Il volume presentato è destinato agli operatori professionali e agli studenti e studiosi di editoria, biblioteconomia e scienze della comunicazione. È diviso in tre parti: gli approcci storico-teorici e il quadro giuridico, le pratiche e l’ambiente del libro. Vitiello descrive in modo accurato l’intera catena della comunicazione libraria, sia tradizionale che digitale. Vengono prese in considerazione tutte le componenti della filiera libro: dall’autore e i suoi doppi (traduttore e agente editoriale) al lettore, passando per la mediazione economica e culturale di editori, distributori, librai, aggregatori e bibliotecari.
Il libro esamina inoltre le attuali strategie editoriali, comparando diversi sistemi librari europei e, più specificamente, quello italiano, tedesco, inglese, francese e spagnolo. Contro le strategie settoriali e le frontiere disciplinari, l’autore rivendica il concetto unitario di libro ed elabora una visione che è, al tempo stesso, globale, didattica e di prospettiva.
Ne viene confermata, se mai ce ne fosse bisogno, la persistenza della vocazione civilizzatrice del libro nell’universo dei nuovi media, così come nelle strategie di promozione culturale e di coesione sociale.
Nel corso della presentazione, Vitello ha riconosciuto ai bibliotecari il ruolo di arbitri e di giudici imparziali all’interno del circuito librario.
Ha poi ribadito come i libri, anche oggi nel mondo digitale, restino l’unico strumento con un circuito commerciale e uno, parallelo, non commerciale, garantito dalle biblioteche. Quest’ultimo aspetto permette agli editori e ai librai di essere botteghe della conoscenza e alle biblioteche di continuare a svolgere la funzione di “granai di idee”.

A seguire si è svolta la tavola rotonda alla quale hanno partecipato: Andrea Angiolini (Il mulino), Barbara Casalini (Casalini Libri), Susanna Mornati (Cilea), Claudio Leombroni (Provincia di Ravenna) e Giuseppe Vitiello.
La tavola rotonda è stata coordinata da Tommaso Giordano (Istituto universitario europeo), che ha introdotto i temi di discussione: la necessità che la cultura italiana conservi un suo spazio vitale in Europa, cogliendo la sfida posta dagli editori internazionali che stanno saturando il mercato digitale accademico; l’evoluzione del ruolo tradizionale dei diversi attori del circuito della conoscenza; l’importanza di poter fare leva su politiche nazionali di sviluppo dei contenuti digitali; la cooperazione; la segmentazione del mercato (università, ma anche scuola e circuiti professionali).

Il dibattito è stato aperto da Barbara Casalini, di Casalini Libri, un’azienda con grande esperienza come fornitore di servizi integrati in campo internazionale, avendo iniziato a lavorare cinquanta anni fa con la Library of Congress. Lavorando in modo prevalente con biblioteche straniere, Casalini ha inoltre potuto godere di un osservatorio privilegiato sul mercato internazionale e ha realizzato come, a partire dalla metà degli anni Novanta, i budget delle biblioteche si muovessero in modo massiccio verso i contenuti digitali.
Da qui è nata l’idea di creare la piattaforma Editoria italiana online, una collezione di pubblicazioni italiane digitali di 50 case editrici di area umanistica.
Barbara Casalini ha sottolineato come sia difficile coniugare le esigenze di editori e biblioteche, spesso contrapposte in quanto gli uni tendono a difendere i contenuti, le altre a promuoverne in modo ampio l’accesso e la disseminazione.
Casalini ha anche lamentato una eccessiva frammentazione del mercato italiano nel campo delle scienze umane e sociali, che è costituito da una miriade di piccolissimi editori, diffusi su tutta la penisola, caratterizzati da una scarsità di risorse da investire nel passaggio al digitale.

Il secondo intervento è stato quello di Susanna Mornati, responsabile del settore editoria elettronica del Cilea. Mornati ha posto l’accento sulla crisi del prezzo dei periodici scientifici. A dispetto dei prezzi alti che gli editori hanno adottato per la commercializzazione dei loro contenuti elettronici, l’evoluzione del formato digitale è stata fino a oggi limitata nelle funzionalità in quanto gli editori, soprattutto quelli italiani, si sono limitati a clonare su supporto digitale il prodotto cartaceo, con risultati poco soddisfacenti per le esigenze degli utenti accademici.
Ciò è accaduto per i periodici elettronici prima e sta accadendo per il libro elettronico ora. Numerosi studi e sperimentazioni dimostrano, invece, tutte le straordinarie potenzialità del mezzo digitale.
Nell’ambito della comunicazione scientifica si parla, infatti, sempre più frequentemente di nuove forme di periodici scientifici quali le “pubblicazioni liquide” o gli “overlay journals”, ovvero periodici che utilizzano il contenuto archiviato nei repositories, selezionandolo e validandolo. La struttura tradizionale del periodico viene smantellata dall’evoluzione della tecnologia, dalla diffusione dei contenuti aperti, dai comportamenti in rete degli utenti, dal successo del Web 2.0.

A seguire è intervenuto Andrea Angiolini, responsabile del settore editoria elettronica de Il mulino. Il suo intervento ha introdotto una serie di temi trasversali e comuni ai vari stakeholders della filiera del libro: la conservazione del digitale, la valutazione dei prodotti della ricerca scientifica, il problema dell’interoperabilità come fattore culturale e organizzativo prima ancora che tecnico, l’Open Access.
Angiolini ha sottolineato come gli editori non abbiano strategie chiare sul tema della conservazione del digitale, ha discusso dell’analisi valutativa dei periodici di area umanistica che sta coinvolgendo i dipartimenti universitari con risultati a volte contrastanti e dubbi, richiamando i bibliotecari a un’azione congiunta con gli editori per fare in modo che si utilizzino per la valutazione della ricerca metriche alternative all’Impact Factor, la cui adozione nel campo delle scienze umane e sociali avrebbe conseguenze devastanti soprattutto per la letteratura in lingua italiana. Ha ricordato, infine, che gli editori italiani non possono ignorare il movimento dell’accesso aperto, anche se principi e pratiche del movimento OA devono poi essere declinate in ogni specifico contesto.
Angiolini ha lamentato le difficoltà degli editori italiani, che si muovono in assenza di politiche nazionali e locali a supporto dell’editoria e ciononostante cercano di migliorare la qualità dei servizi offerti e di accrescere la quantità e i requisiti dei loro contenuti digitali.

È stato quindi nuovamente il turno di Giuseppe Vitiello che, partendo da una sollecitazione di Tommaso Giordano a parlare del problema irrisolto dell’IVA al 20% che grava sulle pubblicazioni elettroniche, ha dissertato se debba esistere e quale debba essere una politica dello Stato a favore dell’editoria elettronica. Vitiello ha sostenuto che lo Stato non può né deve concentrarsi sul supporto, né tantomeno è percorribile la strada che vede gli interventi di finanziamento pubblico focalizzarsi sul contenuto.
Un approccio possibile per una politica a favore del digitale potrebbe essere quello di collegare i prodotti e i servizi offerti dal settore editoriale all’infrastruttura educativa e culturale già esistente (università, musei, scuole), per creare un circuito virtuoso di entità pubbliche e private dedicate alle finalità educative e culturali.

L’ultimo intervento è stato quello di Claudio Leombroni, vicepresidente dell’AIB. Leombroni ha sostanzialmente ripreso il tema discusso da Vitiello, parlando delle politiche pubbliche a favore dell’editoria cartacea e digitale, ad esempio delle iniziative a favore della promozione della lettura. Negli ultimi anni, i fondi pubblici destinati a iniziative di questo tipo si sono progressivamente ridotti.
Leombroni ha sottolineato come ci sia in tal senso una differenza abissale con altri paesi europei, che erogano somme ingenti a favore delle biblioteche pubbliche. Gli enti locali cercano di supplire, comunque, all’assenza dello Stato. L’AIB sta tentando di aprire un dialogo su più fronti con editori, enti pubblici, autori e tutti gli stakeholders della filiera editoriale del libro, per superare l’enorme inerzia e i ritardi del sistema culturale italiano. La tavola rotonda ha quindi stimolato numerosi interventi tra il pubblico accorso numeroso e interessato.

maria.cassella@unito.it


CASSELLA, Maria - COGNIGNI, Cecilia - PANERO, Serena. Fiera del libro di Torino 2009: alcuni spunti di riflessione nella giornata dedicata ai bibliotecari. «AIB notizie», 21 (2009), n. 5, p. 12-13

Copyright AIB 2009-10, ultimo aggiornamento 2009-10-14 a cura di Zaira Maroccia
URL: https://www.aib.it/aib/editoria/n21/0512.htm3

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