[AIB] AIB notizie 21 (2009), n. 6
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World Library and Information Congress
75th IFLA General Conference and Assembly
“Libraries create futures: building on cultural heritage”


Open ceremony

Mauro Guerrini

Ministro per i beni e le attività culturali,
Sindaco di Milano,
Presidente della Provincia di Milano,
Presidente della Regione Lombardia,
Presidente dell’IFLA,
delegati e amici,

I bibliotecari italiani sono fieri di darvi il benvenuto alla 75a IFLA General Conference and Assembly di Milano. Per la quarta volta l’Italia ha l’onore di ospitare una conferenza generale dell’IFLA. L’IFLA fu fondata a Edimburgo nel 1927; tuttavia proprio 80 anni fa, in occasione del primo World Congress of Librarianship and Bibliography, inaugurato a Roma nel giugno 1929, fu proposto il nome della neonata associazione: International Federation of Library Association. Il secondo incontro dell’IFLA in Italia si tenne nel 1951; il terzo nel 1964, sempre a Roma.
La nascita dell’IFLA rappresenta un’autentica pietra miliare per la crescita della nostra professione a livello internazionale.

Le biblioteche italiane hanno una lunga storia. Negli ultimi anni l’Italia è stata estremamente attiva nella ricerca di fondi per ristrutturare edifici storici, negli investimenti per nuove biblioteche e per l’infrastruttura tecnologica, nella costruzione del Servizio bibliotecario nazionale (SBN), nonostante l’esiguità complessiva dei finanziamenti destinati alle biblioteche e alle attività culturali.
Contemporaneamente i bibliotecari italiani hanno conosciuto una considerevole crescita professionale, grazie alla diffusione di corsi universitari specifici dedicati alla biblioteconomia, ai corsi di aggiornamento professionale organizzati dall’Associazione italiana biblioteche (AIB) e da agenzie pubbliche e private, alla diffusione di periodici in ambito LIS e alla sempre maggiore partecipazione al dibattito scientifico internazionale.
Il titolo della 75a conferenza dell’IFLA è “Libraries create futures: building on cultural heritage”. Le biblioteche sono chiamate a mantenere un equilibrio tra passato e presente. L’avvento dell’informazione digitale come comune denominatore della società moderna ha modificato radicalmente la qualità dell’informazione e della comunicazione.
Come possiamo far fronte, da bibliotecari, a questi cambiamenti?

Le questioni principali – in aggiunta ai compiti già noti, come selezionare, catalogare, conservare e promuovere la lettura – si riassumono in tre punti, particolarmente in un periodo di crisi economica globale:

  • primo, nell’interesse dei propri utenti, le biblioteche devono aumentare la cooperazione, idealmente a livello mondiale;
  • secondo, l’oggetto del lavoro delle biblioteche, che ha da sempre un focus internazionale , deve convergere adesso con quello degli archivi e dei musei;
  • terzo, le biblioteche hanno sempre svolto un’importante funzione sociale. Sono “piazze pubbliche”, aperte a chiunque, a prescindere da chi il lettore sia e da cosa egli faccia.

  • Come possono le biblioteche usare le proprie specifiche competenze ed esperienze per essere un punto di riferimento anche nell’era digitale? Le biblioteche devono aggiungere un aspetto educativo al proprio ruolo tradizionale nel fornire l’informazione.
    La società della conoscenza, la nostra società, ha bisogno di cittadini responsabili ed emancipati che abbiano acquisito le necessarie competenze informative.
    Le nuove tipologie di produzione e disseminazione dell’informazione impongono alle biblioteche di ridefinire la loro funzione all’interno della catena informativa.
    Nell’universo della carta stampata, alla biblioteca era assegnato il ruolo di intermediario tra autore, editore, fornitore e lettore. Nel nuovo mondo digitale queste funzioni stanno cambiando: Internet consente a chiunque di essere al tempo stesso autore e lettore.
    Le biblioteche dovrebbero sostenere il principio dell’Open Access, secondo lo spirito della Dichiarazione di Berlino, e affrontare le problematiche del diritto d’autore per poter cooperare in vista di un nuovo equilibrio tra produzione e uso della conoscenza.

    Le biblioteche, in particolare, dovrebbero occuparsi di gestire i materiali digitali, la cui conservazione nel lungo periodo è un problema da affrontare con urgenza, pena una perdita globale della memoria di dimensioni finora sconosciute.
    “Libraries create futures: building on cultural heritage”. Il termine futuro è al plurale perché il mondo è plurale. E pluralismo significa diversità: pluralismo e diversità, o multiculturalità, sono sempre stati assicurati dalle biblioteche in nome della tolleranza e del rispetto delle idee, delle credenze religiose e dei sistemi culturali.
    La vicinanza fisica dei volumi su uno scaffale è il migliore esempio di coesistenza che possa essere immaginato: l’utopia del possibile.
    Nel pluralismo costruiamo insieme la tradizione del futuro.
    In conclusione, vorrei ricordare a tutti che lo scorso 6 aprile un terribile terremoto ha colpito la città de L’Aquila in Abruzzo.
    Questo tragico evento ha coinvolto anche le biblioteche del territorio. Sono certo di parlare a nome di tutti assicurando ai colleghi abruzzesi la nostra solidarietà e il nostro supporto.

    Il Comune di Milano, la Provincia di Milano, la Regione Lombardia, il Ministero per il beni e le attività culturali, l’Associazione italiana biblioteche, tutti quelli che hanno contribuito all’organizzazione di questo congresso, vi danno un cordiale benvenuto.
    Vi invitiamo anche a godere delle peculiari attrattive del nostro Paese: arte, musica, moda e design, paesaggio e, ultima ma non meno importante, la cucina.
    Che questa sia un’occasione memorabile e un’esperienza indimenticabile per tutti.


    GUERRINI, Mauro. Open ceremony . «AIB notizie», 21 (2009), n. 6, p. 7

    Copyright AIB 2009-12, ultimo aggiornamento 2009-12-11 a cura di Zaira Maroccia
    URL: https://www.aib.it/aib/editoria/n21/0607.htm3

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