[AIB] AIB notizie 23 (2011), n. 3
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La cooperazione tra professionisti della cultura e biblioteche: l'esperienza piemontese

Cecilia Cognigni, Oriana Bozzarelli, Serena Panero, Caterina Ramonda, Emanuela Secinaro

In occasione del Salone del Libro di Torino di quest'anno, tra le iniziative proposte dall'AIB, si è svolto, in tema di cooperazione tra i professionisti della cultura, l'incontro "Pensare insieme i nuovi scenari. Costruire insieme nuove prospettive".

L'evento ha presentato il MAB (http://www.mab-piemonte.org/), acronimo che fa riferimento a tre associazioni di professionisti dei beni culturali ovvero AIB (Biblioteche), ANAI (Archivi) e ICOM (Musei). Si tratta di un gruppo di coordinamento stabile cui partecipano bibliotecari, archivisti e operatori museali, nato in Piemonte nel 2009. Il MAB si propone come sede di confronto permanente sulle criticità dei singoli ambiti disciplinari, e come luogo di incontro per condividere esperienze lavorative differenti, trovare prospettive di convergenza operativa su obiettivi comuni (tutela e promozione delle professioni culturali, costruzione di un rapporto stabile di dialogo e confronto tra professionisti e istituzioni, costruzione di sistemi di cooperazione territoriale, iniziative di formazione) e promuovere nuove soluzioni organizzative, normative e tecnico-scientifiche.

L'incontro è stato introdotto dal prof. Maurizio Vivarelli, docente di archivistica, bibliografia e biblioteconomia all'Università di Torino. Vivarelli ha posto in evidenza come le culture del digitale sembrano poter costituire l'occasione per un ripensamento, utile e produttivo, delle relazioni - in un ottica di convergenza - tra le diverse prospettive teoriche, metodologiche e procedurali dei tre ambiti professionali rappresentati nel MAB. Stefano Parise (AIB) ha espresso la volontà di impegno per la tutela della professione come veicolo per la valorizzazione del patrimonio. Anche Marco Carassi (ANAI) ha ribadito l'importanza delle figure professionali e della loro storia ed ha posto l'accento su quanto il digitale possa rappresentare per gli archivisti (ma non solo) una sfida, implicando anche la trasformazione e formazione di vecchie e nuove competenze. Il presidente dell'ICOM Alberto Garlandini ha infine ripreso il tema della convergenza delle professioni come esigenza strutturale. Nel dibattito successivo Parise ha utilizzato il termine "professionisti della conoscenza", categoria cui appartengono ormai sempre meno dipendenti pubblici e sempre più lavoratori atipici, dipendenti di cooperative o di aziende che lavorano su appalto. In questo contesto il MAB, esperienza piemontese ma esportabile in altri contesti regionali e nazionali, rappresenta la volontà concreta di esprimere ed "integrare operativamente" il know-how dei professionisti che lavorano nei tre ambiti di riferimento. Tra i progetti in cantiere merita di essere citata la proposta di revisione della Legge regionale 78 del 19 dicembre 1978, che definisce la geografia e l'organizzazione territoriale dei sistemi bibliotecari del Piemonte, ormai datata e in molti punti lontana dalla realtà attuale e della Legge regionale 28 agosto 1978 n. 58 che si occupa di promozione della tutela e dello sviluppo delle attività e dei beni culturali.

Il tema della cooperazione è stato approfondito da AIB Piemonte durante l'incontro seminariale "La cooperazione bibliotecaria. Modelli ed esperienze", svoltosi presso la Biblioteca civica di Chieri il 10 giugno scorso. L'incontro è stato condotto da Stefano Parise che ha illustrato in maniera chiara ed esaustiva i fattori di successo e di insuccesso della cooperazione, mettendone in luce gli elementi di forza e i concreti vantaggi. La cooperazione efficace - al cui interno possiamo distinguere componenti culturali, organizzativo-funzionali, strumentali, etc. - si basa su sottili equilibri, dinamiche di "fine negoziazione" sempre in progress, in grado di trasformare un rapporto tra "diversi" in un rapporto tra "pari". Nella creazione di un sistema cooperativo, sotto il profilo culturale, svolge un ruolo strategico riuscire a bilanciare elementi identitari e istanze collaborative, considerando prioritaria la disponibilità al confronto. Le singole realtà devono essere in grado di rinunciare a procedure consolidate e ad una parte della loro "autonomia" in vista di un vantaggio futuro e distribuito. Non porre attenzione a questi aspetti, non condividere "dal basso" strategie e strumenti, instaurare rapporti asimmetrici (decisioni centralizzate e procedure imposte) porterà inevitabilmente alla nascita di sistemi sbilanciati e, con ogni probabilità, affetti da una perniciosa sindrome della colonia, insormontabile ostacolo ad uno degli obiettivi più funzionali all'efficacia di un sistema cooperativo che possa chiamarsi tale ossia il riconoscersi in esso da parte delle singole componenti. Sono stati presi in esame i vari modelli (servizio centralizzato, servizio semi-centralizzato, servizio fornito, servizio esternalizzato, servizio partecipato) e le diverse forme giuridiche (gestione associata, istituzione, associazione, consorzio, fondazione) della cooperazione, oltre agli strumenti operativi possibili (cataloghi collettivi, anagrafe utenti, risorse, servizi, infrastrutture condivise, etc.). Importante è comprendere che un sistema di cooperazione, poiché vive sinergicamente su dinamiche socio-organizzative, di mediazione/transazione e di governance, non può essere ricondotto soltanto alla messa a punto di procedure tecniche e organigrammi.

Senza dubbio gli organi politico-istituzionali, una volta recepite e condivise scelte, strategie e strumenti possono determinare un decisivo salto di qualità nel suo radicamento attraverso l'introduzione di "azioni adeguate". In ogni caso non esistono soluzioni pre-confezionate: ogni "realtà" deve costruire il suo sistema di cooperazione. Cecilia Cognigni (presidente AIB Piemonte) ha poi effettuato un rapido censimento delle esperienze di cooperazione bibliotecaria in Piemonte, passando in rassegna diverse esperienze, alcune con molti anni di consolidamento e altre in corso di sviluppo. Solo per citare alcuni esempi ricordiamo i venti sistemi bibliotecari territoriali (Pinerolo, Ivrea, Cuneo, Fossano ecc.) a cui si aggiungono il Sistema Bibliotecario Urbano della città di Torino (costituito da 1 biblioteca centrale, 14 biblioteca di zona e alcuni punti di lettura e prestito in alcune zone della città sprovviste di biblioteche, in carcere e in quattro ospedali) e quello di area metropolitana (SBAM - costituito da 5 poli d'area - Collegno, Settimo T.se, Chieri, Moncalieri e Beinasco - per un totale di 70 biblioteche collegate in rete fra di loro). Accanto a questa rete territoriale della pubblica lettura operano i sistemi bibliotecari di Ateneo del Politecnico di Torino, dell'Università degli Studi di Torino, dell'Università del Piemonte orientale e il CoBiS - Coordinamento delle Biblioteche Speciali e Specialistiche di Torino che conta al suo interno oltre 50 biblioteche. Singolare, poi, è la situazione delle Biblioteche dell'Unione del Fossanese (Biblioteche di Cervere, Genola, Montanera, Salmour, Sant'Albano Stura, Trinità) i cui comuni hanno scelto da sei anni di condividere il servizio di biblioteca. Le biblioteche fanno parte del Sistema Bibliotecario di Fossano, a cui si appoggiano per la catalogazione, ma possono contare su un referente professionalizzato (dipendente dall'Unione) dedicato al coordinamento dei volontari, alla programmazione di acquisti e attività, ai laboratori di lettura con le classi delle scuole materne, primarie e secondarie di primo grado presenti sul territorio. Il progetto delle Biblioteche dell'Unione del Fossanese vuole essere un primo esperimento per valutare la possibilità di estendere questo modello anche ad altre realtà della provincia di Cuneo (ad esempio biblioteche di vallata e piccole situazioni dove operano solo volontari).

cecilia.cognigni@comune.torino.it
oriana.bozzarelli@unito.it
spanero@gruppoabele.org
caterina.ramonda@gmail.com
e.secinaro@inrim.it


COGNINI, Cecilia et al. La cooperazione tra professionisti della cultura e biblioteche: l'esperienza piemontese «AIB notizie», 23 (2011), n. 3, p. 17-18

Copyright AIB 2011-07 ultimo aggiornamento 2011-07-26 a cura di Ilaria Fava
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