«Bibliotime», anno I, numero 1 (marzo 1998)


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Giovanni Galli

Nota sul seminario: "Il mio servizio è più bello del tuo: la concorrenza per l’assegnazione di risorse fra i servizi di biblioteca", Parma, 2 giugno 1997



Il 2 giugno scorso si è svolto a Parma un seminario intitolato “Il mio servizio è più bello del tuo: la concorrenza per l’assegnazione di risorse fra i servizi di biblioteca”. L’idea di questo confronto, nata all’interno delle Biblioteche Comunali di Parma, è stata proposta alle principali istituzioni bibliotecarie della città e ai colleghi della Regione, col patrocinio dell’Aib e la cordiale ospitalità del prof. Luigi Balsamo presso l’Istituto di Biblioteconomia dell’Ateneo Parmense. Ai trentaquattro colleghi presenti è stato proposto di immaginare come la creatività dei bibliotecari, applicata alle sempre più ricche risorse informative in rete, faccia sorgere sempre nuove possibilità di servizio, che spesso confliggono per accaparrarsi le scarse - per definizione - risorse umane e finanziarie disponibili. Prendere atto di questa possibile conflittualità, cui ovviamente contribuiscono le propensioni ed il temperamento professionale di ognuno di noi, per trasformarla in un costruttiva concorrenza, strumento di programmazione: ecco la proposta del seminario.

Per prima Flora Raffa (Bibliotecaria responsabile del sistema informativo delle Biblioteche Comunali di Parma e del progetto di prestito interbibliotecario) ha sostenuto appunto il carattere conflittuale di questo servizio nel quadro tradizionale della biblioteca: col prestito interbibliotecario ogni biblioteca diventa universale equivalente ad ogni altra, offre servizio informativo allo stato puro (il documento circola dappertutto, uno solo lo possiede), offre un servizio autofinanziato con il pagamento da parte dell’utente e per tutte queste ragione uno spirito aziendalistico si fa strada in biblioteca (si veda più avanti per esteso l’intervento di Flora Raffa).

Perplessità sulla generalizzabilità del pagamento dei servizi di biblioteca nell’Italia di oggi ha avanzato Leonardo Farinelli (Direttore della Biblioteca Palatina), mentre Giuliana Bassi (Servizio Biblioteche Provincia di Ravenna) ha suggerito che di queste problematiche sia organizzative che finanziarie si faccia carico la Provincia. Qualcuno, fra cui Nadia Ancarani (Biblioteca Classense di Ravenna), ha posto in dubbio la possibilità di coprire interamente il costo del servizio di P.I. coi pagamenti degli utenti. D’altra parte lo stato di questo servizio è in Italia ancora primordiale e disomogeneo: Enrica Manenti (Biblioteca della Fondazione San Carlo di Modena) osserva come le biblioteche delle università comincino a dare segni di insofferenza verso le crescenti richieste delle biblioteche pubbliche; Marina Baruzzi (Biblioteca Comunale di Imola) denuncia un uso improprio dello strumento - richieste di romanzi correnti venute dall’altro capo del paese - e propone lo studio di tariffe forfettarie. Sulla necessità di cooperazione organizzata fra biblioteche pubbliche e biblioteche dell’università si è soffermata Susanna Giaccai (Biblioteca Comunale di Bagno a Ripoli), mentre invece Fausto Branchetti (Ufficio Biblioteche della Provincia di Reggio Emilia) ha illustrato il progetto “Cercalibro” (richieste di libri per via telefonica: nel 1996 1220 richieste per 3700 volumi, il 30% soddisfatte sulla banca dati provinciale, il 70 % in altre) mentre con un apposito servizio di trasporto sono stati movimentati 7000 volumi fra 16 biblioteche del territorio provinciale. I dati sul costo di questo secondo servizio (£ 3500 a volume, contando solo le spese del trasporto che è dato in appalto) hanno introdotto il tema - già accennato da F. Raffa - della aziendalizzazione del servizio di biblioteca o, per converso, della possibilità di acquisirne parti con contratti d’appalto esterni. Rita Borghi (Servizio Biblioteche del Comune di Modena) ha informato sulla esperienza modenese che già da qualche anno vede eseguiti da società esterne le attività di prestito e di ricollocazione dei volumi, sempre con la presenza dei bibliotecari che si riservano le funzioni di consulenza. N. Ancarani ha aggiunto che l’80 % della catalogazione è a Ravenna dato in appalto (ed esperienze analoghe sono diffuse un po’ dapprtutto, per arrivare all’estremo - ricordato da S. Giaccai - dell’appalto integrale della biblioteca com’è successo a Fiesole). M. Baruzzi ha sottolineato la necessità di distinguere fra le funzioni più complesse e caratterizzanti - programmazione da un lato, assistenza e consulenza al pubblico dall’altro - che resta opportuno conservare in mano pubblica e quelle sussidiarie che possono essere affidate ad esterni. Orientamento condiviso un po’ da tutti i presenti, che io integrerei con il presidio pubblico del sistema informativo (che è un altro modo di dire che la catalogazione è una cosa il catalogo un’altra: molti libri possono essere catalogati da contrattisti, cooperative ecc. il catalogo deve essere progettato e amministrato dal bibliotecario - fra l’altro in cooperazione e paretecipazione con gli altri soggetti della rete).

La discussione, soffermatasi a lungo e come previsto sul tema del prestito interbibliotecario, ha da ultimo toccato altri nuovi servizi: quelli di educazione permanente. Riprendendo la sua relazione al convegno milanese “Biblioteca e nuovi linguaggi” Adele Antonioli (Bibliotecaria responsabile della Biblioteca Civica di Parma) ha riferito sull’esperienza parmigiana in questo campo. La componente innovativa di questa attività (al di là degli aspetti tecnici: uso di programmi multimediali di autoapprendimento guidato ovvero accesso a moduli corsuali in rete) consiste nella introduzione appunto di attività formative (che richiedono competenze professionali, logistica ed attrezzature specifiche) in una struttura essenzialmente informativa e documentaria: è pur vero che noi in biblioteca sempre abbiamo svolto e tuttora svolgiamo funzioni educative, ma cosa diversa è assumersi formalmente questo compito (che peraltro farebbe parte della tradizionale missione della biblioteca pubblica). Sembra comunque importante che la biblioteca assicuri almeno una funzione di raccordo informativo di tutte le proposte formative emergenti nel suo territorio di riferimento.

La sfida giocosa sottesa al titolo “Il mio servizio è più bello del tuo” può e deve esser letta come: “Facciamo servizi sempre più belli”.

Giovanni Galli




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