«Bibliotime», anno III, numero 2 (luglio 2000)


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Marco Melloni

Considerazioni ed ipotesi per la fornitura
di copie di articoli di riviste



1. Il fenomeno

Dall'indagine eseguita all'interno di AIB-CUR risulta che vi siano almeno 50 biblioteche che forniscono il servizio di ILL e DD e che scambiano tra le 20 e le 30.000 fotocopie di articoli all'anno.

Questo dimostra che:

  1. i lettori hanno la necessità di consultare articoli di riviste;
  2. i cataloghi collettivi non sono fatti per la gloria, ma vengono consultati come strumenti per localizzare riviste e documenti che poi si cerca di ottenere;
  3. le biblioteche, più editori e librai, potrebbero essere deputate a fornire articoli e documenti.

Forse qualcuno sa che esiste la norma Z39.50, che cerca di standardizzare questo fenomeno. L'ICCU sta facendo una sperimentazione al riguardo. La mia personale impressione è che la norma, proprio per la sua completezza ed ominicomprensività, sia piuttosto complicata da implementare.


2. Una proposta

Voglio proporre una alternativa semplificata che prevede di tenere separate le modalità di richiesta e fornitura dei documenti dalle eventuali modalità di pagamento; nella presente ipotesi:


3. Ipotesi di richieste via e-mail

Supponiamo che tutte le biblioteche abbiano un numero univoco che corrisponda all'indirizzo dell'ufficio che fa le richieste di ILL e DD. La codifica dell'anagrafe ICCU è utilissima e può essere adottata immediatamente.

Supponiamo che ogni biblioteca, o ufficio ILL, abbia una numerazione univoca delle richieste fatte.

Supponiamo che il servizio avvenga via posta elettronica (PE) soltanto tra biblioteche e non direttamente da utenti. L'estensione a utenti singoli o a librerie che probabilmente si configurerebbero essenzialmente come solo richiedenti si può esaminare successivamente .

Come detto, nel paragrafo 4 si esamina un sistema per il pagamento delle copie richieste e delle eventuali royalties

3.1 Svolgimento servizio e standardizzazione dei messaggi

Il servizio prevede 4 tipi di messaggi di PE con il relativo codice:

N.B.

Nel servizio, dopo che le 2 biblioteche si sono scambiate i messaggi di richiesta ed accettazione, la biblioteca B invia il documento e contemporaneamente un messaggio di "invio" (INV) alla bib. A.

La bib. A, quando riceve il documento, manda il messaggio di ricevuto alla bib B.

I messaggi porteranno nell'oggetto una sigla, identificatore univoco della richiesta, formata da:

codice bib. A (es. PR0012), anno, numero richiesta – codice bib. B (es TO0453) - codice del messaggio (RIC, ACC…).

Importante: ogni biblioteca deve assicurarsi di avere una propria univoca serie di numeri di messaggio per richieste; anche quelle che non vanno a buon fine devono avere un numero.

Il codice biblioteca potrebbe apparire nel "mittente" alleggerendo così l'oggetto ed eliminando la variabilità o gli errori; ma non credo che tutti siano in grado di agire sulla forma dei propri indirizzi che spesso sono stabiliti dal gestore del sistema informatico.

Es. di oggetto richiesta: PR0012/1998/001-TO0453 - RIC

il messaggio potrebbe restare a testo libero:

mandami l'articolo di: "AAAA" che è sulla rivista: "PIPPO Domani", 1988 vol.4 num 1 pag. 12, ci risulta essere presente presso di voi.

Oppure più formalizzato:

Titolo: Il codice genetico
Autore: AAAAA
IN: "PIPPO Domani",1988 vol.4 num. 1 pag. 12
Editore: Feltrinelli

Es. di oggetto accettazione: PR0012/1998/001-TO0453 – ACC
OK. abbiamo il documento e ve lo invieremo.
Desideriamo un voucher, non aspettiamo ulterione conferma.

Es. di oggetto invio: PR0012/1998/001-TO0453 – INV
Inviato oggi per fax l'art. richiesto

Es. di oggetto ricevimento: PR0012/1998/001-TO0453 – RCV
L'articolo è arrivato

Es. 2. Poiché non sempre tutto va liscio, possiamo aggiungere un numero dopo il codice di messaggio ed immaginare un svolgimento così:

richiesta: PR0012/1998/002-TO0453 - RIC
mandami l'articolo di: "AAAA" che è sulla rivista: "PIPPO Domani", 1988 vol.4 num. 2 pag. 12
ci risulta essere presente presso di voi.

accettazione: PR0012/1998/001-TO0453 – ACC
Vi avvisiamo che noi desideriamo ricevere un voucher prima di ogni operazione di controllo sui nostri documenti .

richiesta: PR0012/1998/001-TO0453 - RIC2
mandami l'articolo di: "AAAA" che è sulla rivista: "PIPPO Domani", 1988 vol.4 num. 1 pag. 12
ci risulta essere presente presso di voi.
Abbiamo provveduto a spostare 1 nostro voucher a voi nel sito dei pagamenti, potete controllare

accettazione: PR0012/1998/001-TO0453 – ACC2
OK. Abbiamo ricevuto il pagamento, abbiamo il documento e ve lo invieremo per fax tra 3 giorni

invio: PR0012/1998/001-TO0453 – INV
Inviato oggi per fax l'art. richiesto

ricevimento: PR0012/1998/001-TO0453 – RCV1
L'articolo è arrivato ma è illeggibile spedite di nuovo

invio: PR0012/1998/001-TO0453 – INV2
Ri-inviato oggi per fax l'art. richiesto lo mandiamo anche per posta prima o poi arriverà

ricevimento: PR0012/1998/001-TO0453 – RCV2
L'articolo è arrivato ma sempre illeggibile

ricevimento: PR0012/1998/001-TO0453 – RCV3
Oggi 23-11-98 L'articolo è arrivato. viva la posta.

Questa codifica delle richieste è data per permettere una qualche forma di archiviazione delle richieste fatte ed evase e forse un loro possibile conteggio. Infatti in alcuni sistemi di PE come Exchange le lettere possono essere ordinate alfabeticamente sull'oggetto.


4. Ipotesi di sito dei pagamenti

La cosa più complicata a tutt'oggi sono gli eventuali pagamenti del servizio di fornitura di un articolo. Esaminiamo le forme attualmente in uso per i pagamenti: francobolli, buoni postali, voucher IFLA, conto corrente postale, contrassegno, e carta di credito.

1. Francobolli, buoni postali, voucher IFLA: vanno spediti per posta e richiedono settimane per essere ricevuti; francobolli e buoni postali non possono essere convertiti nuovamente in moneta e nelle biblioteche che usano affrancatrici non possono essere facilmente riutilizzati.

2. Conto corrente postale: poche biblioteche hanno un proprio ccp, l'accredito richiede vari giorni e la biblioteca dovrebbe emettere una fattura che, per 10.000 lire, non è economicamente sostenibile.

3. Contrassegno: è pericoloso per possibili truffe e non sempre applicabile ad enti dove il ricevimento merci è separato dalla biblioteca.

4. Carta di credito: andrà benissimo, ma non tutti sono disposti a dare il numero della propria carta di credito a 50 biblioteche e 100 impiegati sconosciuti.

Infine, mentre nessuno eccepisce per 24.000 lire ad articolo date alla British Library, molti bibliotecari si chiedono se sia giusto chiedere il pagamento del servizio di DD. Per me il problema non è il "se" ma il "come" pagare.

4.1 Specifiche per un sito Web di registrazione voucher

Le presenti specifiche si riferisco ad un sito Web difeso da password che permetta alla persone abilitate di registrare gli spostamenti di "voucher numerati virtuali" dalla propria casella o "borsellino" a quella di un altro "abilitato" scelto tra tutti gli "abilitati" ad accedere al servizio. Ampliando l'applicazione, si può anche configurare come un sito in cui avvengono pagamenti semplificati.

4.2 Contesto e finalità

Tra un certo numero di biblioteche, individuate in genere da un codice (ICCU) e disposte a fornire, oltre che a chiedere, articoli in fotocopia o elettronici, si vuole registrare il numero di fotocopie di articoli richiesti e fatte in vista del loro pagamento con conguaglio annuale e con il pagamento del copyright alla AIDRO/SIAE.

Ricordo (vedi par.3) che le richieste di copie sono fatte da una Biblioteca Richiedente A ad una Biblioteca Fornitrice B sulla base di un catalogo/elenco collettivo o dopo la consultazione di un OPAC, quindi in linea di principio B possiede il documento richiesto da A. Premettiamo altresì che le richieste avvengono per e-mail in maniera indipendente dal sistema dei voucher qui ipotizzato (vedi par. 3).

Il meccanismo qui ipotizzato parte da voucher virtuali da spostare elettronicamente in cambio di una fotocopia di articolo.

All'inizio si dà o si "vende" a ciascuna biblioteca, diciamo, 10 voucher numerati univocamente che poi questa può spendere trasferendoli ad un'altra biblioteca. A sua volta quest'ultima può ulteriormente usarli trasferendoli ad altri con lo stesso meccanismo dei voucher IFLA; alla fine dell'anno alcune avranno accumulato voucher perché hanno fatto molte fotocopie per altri e ne avranno chieste poche per sé. Sarà quindi possibile un riequilibrio con opportuni pagamenti. Il valore venale dei voucher deve essere fissato tra i partecipanti; supponiamo che ogni voucher valga 10.000 lire e corrisponda ad un articolo fino a 10 pagine.

Il "pagamento" conserva, nella presente ipotesi, memoria di chi lo fa e non del perché; tuttavia se le biblioteche numerano in modo univoco le richieste, questo numero potrebbe essere aggiunto manualmente dall'utente al momento dello spostamento del voucher.

4.3 Funzionamento del sito

Sono da prevedere 2 tipi di utenti: il gestore e gli utenti. Il sito avrà una pagina di accoglienza; qui verrà richiesta username e password per l'autenticazione. Se si è stati riconosciuti come utenti si arriva al servizio.

4.3.1 Funzioni dell'utente

Un utente (cioè il gestore del servizio di DD di una biblioteca) arriva al sito Web (es. www.vouchervirtuali.it) e viene richiesta l'autenticazione. L'utente fornisce username e password. All'utente autenticato appare la pagina HTML personalizzata ove può:

Con il comando "invia un voucher" viene trasferito alla bib. B (cancellato da A e scritto in B) il primo voucher della lista della bib. A (l'operazione può essere ripetuta con un secondo voucher ). Da questa pagina web il gestore del servizio di DD di una biblioteca può sia constatare l'avvenuto pagamento da parte di un altro gestore, sia pagare un altro per una propria richiesta.

4.3.2 Funzione del gestore

Oltre a quelle dell'utente, il gestore:

I voucher eliminati possono essere riassegnati purché si sia sicuri che non vi siano 2 voucher con lo stesso numero.

4.4 Royalties

Un sistema "ufficiale" o "pubblico" di scambio di fotocopie non può, a mio parere, esimersi dal pagamento dei copyright. Poiché, come detto, ogni passaggio corrisponde circa ad una fotocopia fatta, si potrebbe usare questo numero per pagare royalties forfetarie agli editori. Supponiamo che le royalties per un articolo siano 1000 lire e supponiamo di aver creato accanto alle altre una "biblioteca SIAE" fittizia. Quando una biblioteca ha effettuato lo spostamento di 10 voucher, un ulteriore voucher di questa biblioteca viene passato automaticamente alla "biblioteca SIAE" per il pagamento dei diritti sulle 10 fotocopie ricevute; solo in occasione dei conguagli si considereranno anche spostamenti di voucher inferiori a 10.

4.5 Contabilità

Le biblioteche quindi versano inizialmente 100.000 lire o più per partecipare al servizio a titolo di cauzione, ricevono 10 voucher nel sito più una regolare ricevuta. In occasione del conguaglio annuale, chi risulterà in attivo riceverà la sua cauzione aumenta del valore dei voucher in eccesso; chi sarà in passivo riceverà la cauzione decurtata del debito. Alla "biblioteca SIAE" sarà versato il valore dei voucher accumulati. L'iscrizione annuale al sito costerebbe lire 10.000 per la gestione del sito medesimo. I versamenti avverrebbero con bonifici su conti bancari o conti correnti postali solo in occasione della iscrizione al servizio, degli eventuali conguagli annuali e per aumentare la cauzione iniziale quando questa si esaurisce.


5. Considerazioni

Mentre la British Library risolve bene i suoi problemi in modo centralizzato, noi dobbiamo arrangiarci con un sistema distribuito in cui i fornitori sono molti, ciascuno con le proprie specialità e peculiarità organizzative.

Se si riesce a risolvere il problema dei pagamenti: il lettore ha speranza di ottenere un articolo senza dover andare da Catania a Torino per consultarlo nella biblioteca XY, le biblioteche universitarie possono ridurre qualche abbonamento appoggiandosi ad altri, mentre il servizio di DD (delle biblioteche più fornite) può essere una voce di bilancio attiva, le biblioteche scolastiche possono disporre di una grande quantità di documenti, quelle pubbliche possono diventare punti di accesso pubblico a documenti conservati solo nelle università.

Mi accorgo però che la presente ipotesi favorisce essenzialmente la SIAE/AIDRO, alla quale, per altro, ho chiesto un parere; ma è mia ferma convinzione che si può discutere sulla quota da pagare per il copyright, non sulla sua esistenza.

Marco Melloni, Rivoli (To), e-mail: melloni.marco@tin.it))



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